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Cronache

Papa Francesco al rientro in Italia parla di Venezuela, abusi sessuali sulle suore e guerra nello Yemen

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L’ammissione che gli abusi sulle suore da parte di chierici ci sono e “ci stiamo lavorando”, anche se occorre fare di piu’. La mediazione in Venezuela possibile solo “se ambedue le parti la chiedono”. La guerra in Yemen, con gli Emirati propensi “ad avviare processi di pace”. E’ densa di contenuti la conversazione di 45 minuti di papa Francesco coi giornalisti sul volo di ritorno da Abu Dhabi. Tema esplosivo quello degli abusi sessuali a danno delle suore, che sono “un problema” nella Chiesa, su cui gia’ si interviene, sospendendo i colpevoli, ma su cui “bisogna fare di piu’, anche sciogliendo congregazioni religiose in cui e’ entrata la corruzione, anche sessuale”. “E’ da tempo che stiamo lavorano a questo – dice il Papa -. Abbiamo sospeso qualche chierico, mandato via su questo. E anche, non so se e’ finito il processo, sciogliere qualche congregazione religiosa femminile che era molto legata a queste cose. Una corruzione”. “E’ vero – prosegue – Si deve fare qualcosa di piu’? Si’. C’e’ la volonta’? Si’. Ma e’ un cammino che viene dal passato”. Il Papa ricorda che “Benedetto XVI ha avuto il coraggio di sciogliere una congregazione femminile, perche’ c’era entrata la schiavitu’ delle donne, schiavitu’ persino sessuale da parte dei chierici e del fondatore. Tante volte il fondatore toglie liberta’ alle suore, svuota di liberta’ le suore”. “Io voglio andare avanti – ha insistito -. Ci sono casi, in alcun congregazioni nuove, e in alcune regioni piu’ delle altre. Stiamo lavorando”. Interpellato sul Venezuela, Francesco spiega di non aver “ancora letto” la lettera inviatagli da Nicolas Maduro: “vedremo cosa si puo’ fare”. Ma premette che “una mediazione” della Santa Sede, che e’ solo “l’ultimo passo delle cose che si possono fare, ce ne sono altri prima”, potra’ esserci “soltanto se ambedue le parti la chiedono. Questa e’ la condizione necessaria”. Legati al viaggio appena concluso negli Emirati Arabi Uniti gli altri argomenti trattati. “Ho trovato buona volonta’ di avviare processi di pace, col comune denominatore delle varie situazioni belliche”, risponde sulle reazioni avute al suo appello per la pacificazione e l’emergenza umanitaria in Yemen. “Sul problema delle guerre – dice – e’ difficile dare un’opinione dopo due giorni, avendo parlato dell’argomento, ma con poche persone”. “Ma ho trovato buona volonta’ nell’avviare processi di pace”, ribadisce. Piu’ volte si ritorna sullo storico documento sulla “Fratellanza umana” firmato ieri ad Abu Dhabi col grande imam di Al-Azhar, Ahmad al-Tayyeb, massima autorita’ teologica dell’Islam sunnita. “Per me c’e’ un solo pericolo in questo momento: la distruzione, la guerra, l’odio fra noi. E se noi credenti non siamo capaci di abbracciarci, baciarci, darci la mano e pregare, la nostra fede sara’ sconfitta”, avverte. Inoltre, “dal punto di vista dei cattolici, il Documento non si discosta di un millimetro dal Concilio Vaticano II, che vi e’ anche citato in piu’ passi. Il Documento e’ fatto nello spirito del Vaticano II”: risponde cosi’ sul fatto che il testo congiunto siglato col grande imam possa attirargli critiche da cattolici che lo accusano di farsi strumentalizzare dai musulmani. “Ma non solo dai musulmani! – replica ridendo -. Mi accusano di farmi strumentalizzare da tutti, anche dai giornalisti. Fa parte del lavoro”.

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Garlasco, nuove indagini sul delitto: interrogati Stasi, Sempio e il fratello di Chiara Poggi

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Proseguono le nuove indagini della Procura di Pavia sul delitto di Garlasco. Martedì saranno interrogati Andrea Sempio e Alberto Stasi, già condannato nel 2015 a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, sua fidanzata all’epoca dei fatti. Entrambi saranno ascoltati a Pavia.

Marco Poggi sentito come testimone

A Venezia, invece, sarà sentito come testimone Marco Poggi, fratello della vittima, trovata morta nella sua abitazione il 13 agosto 2007. Secondo quanto riportato dal Tg1, la sua audizione è ritenuta rilevante per ricostruire le abitudini e i rapporti del gruppo di amici, in cui era inserito anche lo stesso Sempio, figura su cui si sono riaccesi i riflettori investigativi.

Un’indagine ancora aperta

Nonostante la condanna definitiva di Stasi, la Procura ha riaperto l’indagine valutando nuovi elementi e movimenti sospetti. L’interrogatorio di Sempio, già coinvolto in ipotesi alternative di colpevolezza, rientra in questa nuova fase investigativa. Gli inquirenti sembrano voler approfondire eventuali incongruenze o omissioni nel racconto dei protagonisti dell’epoca.

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Per amore finito vuole lanciarsi nel vuoto, salvato dai carabinieri

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Era lì, a cavalcioni sul guardrail che costeggia un tratto della strada tra Bisceglie e Trani. Un attimo dopo era a un passo da uno strapiombo. E lui, un carabiniere libero dal servizio che era in auto con sua moglie non ci ha pensato due volte: ha raggiunto quel ragazzo, uno studente meno che trentenne, che evidentemente voleva farla finita. Gli ha parlato per pochi minuti poi è riuscito a tirarlo a sé, immobilizzarlo e salvarlo.

È quanto vissuto, qualche giorno fa, dall’appuntato scelto qualifica speciale Francesco Marcone, in servizio nella tenenza di Bisceglie. Il militare, che ha 50 anni ed è molto stimato in città, era fuori servizio e mentre era in auto, all’altezza del Ponte Lama Torre della Guardia ha notato il giovane. Lo ha raggiunto, cercando di dissuaderlo e lo studente gli ha spiegato che a causa di un amore giunto al capolino, preferiva farla finita. Il carabiniere ha continuato a parargli e approfittando di un momento di distrazione lo ha afferrato, allontanato dallo strapiombo e salvato grazie anche all’aiuto di un passante. Il giovane è stato poi soccorso dal personale del 118 che lo ha portato in ospedale a Barletta per le cure del caso.

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Sassi dal cavalcavia a Viterbo, nei guai gruppo di minorenni

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Un gruppo di minorenni è stato individuato dalla polizia dopo che ieri pomeriggio, sulla superstrada che collega Viterbo a Terni, un automobilista che stava viaggiando in direzione Orte, mentre passava sotto un cavalcavia in prossimità del quartiere viterbese Santa Barbara, ha sentito un forte colpo sul parabrezza che, subito dopo si è spaccato. L’uomo, d’istinto, ha alzato la testa e ha visto dei ragazzini che sostavano con il motorino sul ponte sotto cui era appena passato. Subito dopo si è fermato nella prima stazione di rifornimento, dove si è reso conto che il vetro della macchina era stato colpito da un sasso di grosse dimensioni, probabilmente lanciato dal cavalcavia. La polizia, avvertita dal guidatore, ha setacciato la zona e nel giro di pochissimo tempo ha rintracciato il gruppo di minorenni responsabili del lancio del sasso.

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