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Pace nel Golfo, abbraccio tra l’emiro e bin Salman

shaykh Tamim Al Thani Mohammed bin Salman

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A pochi giorni dall’insediamento alla Casa Bianca di Joe Biden, il presidente americano uscente Donald Trump porta a casa forse l’ultimo risultato utile della sua politica mediorientale: la tanto attesa riconciliazione tra Qatar e Arabia Saudita, due alleati chiave degli Stati Uniti, dopo tre anni e mezzo di crisi nel mezzo delle crescenti tensioni tra Washington e Teheran. Proprio l’Iran continua a essere protagonista nelle acque del Golfo. Dopo aver fermato una petroliera sud-coreana con l’accusa di “inquinamento petrolifero”, il governo iraniano ha chiesto di fatto alla Corea del Sud lo sblocco di 7 miliardi di dollari congelati da Seul per via delle sanzioni Usa. E sempre oggi da Teheran e’ stata annunciata nel dettaglio la tabella di marcia del processo di arricchimento di uranio, in quantita’ superiori ai limiti imposti dall’accordo sul nucleare, da cui gli Stati Uniti di Trump si erano ritirati nel 2018. Ma l’icona della giornata e’ senza dubbio l’abbraccio, definito “caloroso” dai commentatori sauditi e qatarini, tra l’emiro del Qatar, lo shaykh Tamim Al Thani, e il principe ereditario saudita, Muhammad bin Salman. Il loro incontro e’ avvenuto nella citta’ di al Ula, dove si e’ svolto oggi il 41esimo vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo, organizzazione guidata dall’Arabia Saudita in funzione sempre piu’ anti-iraniana. L’abbraccio tra i due leader rivali e’ avvenuto, nonostante le rigide misure anti-Covid, di fronte alla scaletta dell’aereo da cui e’ sceso, dopo tre anni e mezzo di gelo e tensione, l’emiro del Qatar.

I due Paesi erano ai ferri corti da quando, nel maggio del 2017, l’Arabia Saudita e i suoi alleati – tra cui l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti – avevano imposto un rigido blocco aereo, navale e terrestre al piccolo ma ricco emirato del Golfo, sponsor dei Fratelli musulmani e alleato della Turchia. La fine del blocco era stata annunciata ieri sera dal Kuwait, Paese che per anni assieme agli Stati Uniti ha svolto il ruolo di mediatore nella regione. La riconciliazione tra Qatar e Arabia Saudita e’ stata salutata positivamente dal governo italiano. “Buone notizie dal Golfo. E’ di nuovo tempo di tornare al tavolo del dialogo e della cooperazione”, ha scritto su Twitter il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola. Nell’ampia Sala degli Specchi di al Ula, illuminata dai raggi del sole del deserto nord-occidentale saudita e dove sedeva anche il consigliere e genero di Trump, Jared Kushner, indicato come vero artefice di questa riconciliazione, il principe Bin Salman ha annunciato oggi l’avvenuta firma da parte di tutti i leader partecipanti, inclusi lo shaykh Tamim e il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shukri, del documento conclusivo del vertice. Il testo non e’ stato diffuso in maniera integrale e non si conoscono i dettagli dell’accordo, detto di “solidarieta’ e stabilita’” tra tutti i Paesi arabi del Golfo. Questi, ha pero’ spiegato Bin Salman, “hanno oggi il bisogno urgente di unire i loro sforzi per far fronte alle sfide che ci circondano, in particolare le minacce poste dal programma nucleare e dai missili balistici del regime iraniano”. Il leader saudita ha parlato esplicitamente di “atteggiamento distruttivo dell’Iran”, che minaccia la “pace regionale”.

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Parigi, arrestato l’uomo che minacciava di farsi saltare nel consolato dell’Iran: era disarmato

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È stato arrestato l’uomo che si era asserragliato nel consolato dell’Iran a Parigi: aveva minacciato di farsi saltare per aria ma quando è uscito dallo stabile, perquisito, non aveva nessun esplosivo addosso: l’uomo però era già stato indagato per un incendio nei locali del consolato nel 2023.  L’uomo,  61 anni, aveva giustificato il gesto spiegando che voleva sostenere il movimento di protesta in Iran nato  dopo la morte di una ragazza arrestata dalla polizia perché non portava bene il velo. Per quell’episodio venne condannato a otto mesi con la condizionale, oltre ad essere colpito da un divieto di recarsi nel 16esimo arrondissement di Parigi, proprio dove si trova il consolato iraniano.

Sul posto la polizia ha inviato unità di intervento rapido ed ha istituito un perimetro di sicurezza in diverse strade intorno a Place du Trocadero, dove si trova il consolato iraniano, un luogo affollato che è proprio di fronte alla Torre Eiffel. Il consolato iraniano a Parigi non è mai molto affollato e vengono rilasciati pochi visti, a causa della freddezza tra i due paesi.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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