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Salute

Ottaviano, clinica Trusso e IRCCS Neuromed: focus sull’ipertrofia prostatica e le nuove strategie terapeutiche

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Sabato 24 maggio, dalle ore 8.15 alle 13.30, si terrà presso la sala Conferenze della Casa di Cura Trusso, in Via San Giovanni Bosco 3 a Ottaviano, un importante convegno ECM (Educazione Continua in Medicina) dal titolo “Ipertrofia prostatica: aggiornamenti e strategie terapeutiche”.

L’iniziativa, promossa dagli specialisti della Clinica di Ottaviano in collaborazione con l’I.R.C.C.S. Neuromed, si propone di offrire una panoramica completa e aggiornata sulle più recenti strategie chirurgiche per il trattamento dei disturbi urinari legati all’ipertrofia prostatica benigna (IPB), patologia molto diffusa tra la popolazione maschile over 50.

Responsabile scientifico del convegno è il dottor Giacomo De Stefano, Responsabile dell’Unità di Urologia della Casa di Cura Trusso, mentre la Presidenza onoraria è affidata al professor Virgilio Cicalese, noto urologo e andrologo.

Durante i lavori verranno trattati aspetti fondamentali come l’incidenza della patologia, i criteri di diagnosi e la corretta gestione del paziente, approfondendo le diverse opzioni terapeutiche oggi disponibili, dalle più moderne tecniche mininvasive agli interventi chirurgici più tradizionali. Un’attenzione particolare sarà dedicata al ruolo multidisciplinare nella presa in carico del paziente, sottolineando il contributo prezioso di figure come l’infermiere di reparto.

Il convegno rappresenta un’importante occasione formativa per tutti i professionisti sanitari coinvolti nella gestione dell’ipertrofia prostatica, con l’obiettivo di migliorare l’appropriatezza delle indicazioni terapeutiche e rispondere in modo sempre più efficace alle aspettative dei pazienti.

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Salute

Scontro in diretta all’Aifa: il direttore amministrativo Pavesi critica l’Agenzia, replica piccata di Russo

Tensione all’Aifa durante la presentazione del rapporto Osmed: il direttore amministrativo Giovanni Pavesi critica l’Agenzia e parla di mancanza di controllo e trasparenza. Replica dura del direttore tecnico-scientifico Pierluigi Russo.

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Momenti di tensione questa mattina a Roma, durante la presentazione del rapporto Osmed dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).
Il direttore amministrativo Giovanni Pavesi ha criticato apertamente l’operato dell’Agenzia, parlando di criticità nella gestione interna e nei controlli, suscitando la reazione immediata del direttore tecnico-scientifico Pierluigi Russo, che lo ha definito “inopportuno” davanti ai presenti.


Pavesi: “L’Aifa deve migliorare il controllo e la trasparenza”

Nel suo intervento, Pavesi ha dichiarato di essere “in distonia con la visione ottimistica” presentata nel rapporto, sostenendo che “se parliamo con le Regioni non c’è la convinzione che tutto vada così bene”.
Il direttore amministrativo ha sottolineato la necessità di “affinare gli strumenti di controllo” e ha espresso preoccupazione per la spesa farmaceutica, avvertendo che, “se non vengono rivisti i tetti, anche quello della convenzionata rischia di essere superato nel 2026”.

Pavesi ha inoltre richiamato l’attenzione sul tema della trasparenza, affermando che “il ruolo del regolatore è molto difficile, ma è fondamentale dare il senso di essere un regolatore trasparente e al di sopra degli interessi particolari”.


Russo: “Le critiche del collega non sono vere”

Le parole di Pavesi hanno provocato la replica immediata di Russo, che ha commentato con tono ironico:
Mi aspettavo le domande dai giornalisti più cattivi, ma le sta facendo il direttore amministrativo”.
Il direttore tecnico-scientifico ha poi aggiunto che Pavesi avrebbe detto “anche delle cose non vere”, respingendo al mittente le accuse di mancanza di controllo e trasparenza.


Un confronto che scuote i vertici dell’Aifa

Lo scontro pubblico tra i due dirigenti getta un’ombra di tensione interna sui vertici dell’Aifa, in un momento particolarmente delicato per la gestione della spesa farmaceutica e per il rapporto con le Regioni.
Le parole di Pavesi aprono un fronte critico sulla governance dell’Agenzia, mentre la replica di Russo difende l’immagine di un’istituzione che rivendica la propria autonomia e correttezza operativa.

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In Evidenza

Tumore al pancreas, studio italiano indipendente migliora la sopravvivenza dei pazienti

Un nuovo studio italiano indipendente, presentato all’Aiom, dimostra che il trattamento chemioterapico Paxg migliora la sopravvivenza dei pazienti con tumore al pancreas operabile.

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Un “passo avanti concreto” nella cura del tumore al pancreas arriva da una ricerca indipendente tutta italiana, non finanziata dall’industria farmaceutica. Lo studio, chiamato Cassandra, è stato presentato al Congresso dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), in corso a Roma, da Michele Reni, direttore dell’Oncologia Medica del San Raffaele di Milano.

“Parliamo di pazienti con tumore del pancreas operabile allo stadio iniziale — spiega Reni —. Abbiamo sperimentato un nuovo schema chemioterapico con un mix di quattro farmaci già approvati per la malattia metastatica. I risultati sono straordinari: il tempo medio prima della ricrescita del tumore è aumentato di sei mesi rispetto allo standard, e dopo tre anni i pazienti liberi da recidiva sono più del doppio”.


Lo studio Cassandra e il protocollo Paxg

La sperimentazione Cassandra, interamente finanziata da cinque associazioni di pazienti, ha coinvolto 17 centri oncologici italiani e 260 pazienti con adenocarcinoma duttale del pancreas candidati alla chirurgia.
Il nuovo regime Paxg, nato da una precedente ricerca indipendente, è stato confrontato con lo schema mFolfirinox, finora considerato il più efficace.

I risultati sono chiari:

  • Migliore sopravvivenza libera da eventi avversi (progressione, recidiva, inoperabilità o decesso).

  • Profilo di tossicità più basso e migliore qualità di vita per i pazienti.

“Si apre una concreta possibilità di migliorare la sopravvivenza dei malati colpiti da uno dei tumori più aggressivi”, sottolinea Reni. “Un risultato reso possibile dalla collaborazione fra scienza e società civile”.


Il tumore “metastatico fin dall’inizio”

Uno degli aspetti che rendono il carcinoma pancreatico tra i più difficili da curare è la sua natura metastatica precoce.

“Anche quando è allo stadio iniziale — spiega Reni — esistono già micrometastasi non visibili con gli strumenti diagnostici attuali. Per questo trattarlo con un protocollo più aggressivo fin dall’inizio può aumentare le probabilità di eradicare le cellule tumorali residue e, in alcuni casi, portare alla guarigione.”


Il valore della ricerca indipendente

Lo specialista del San Raffaele ha sottolineato anche il ruolo cruciale della ricerca indipendente in oncologia:

“Per il tumore al pancreas ci sono meno investimenti delle grandi aziende, perché i pazienti sono numericamente inferiori e la risposta ai trattamenti è spesso limitata. Ecco perché la ricerca indipendente è essenziale: consente di sviluppare protocolli innovativi anche per i pazienti più difficili da trattare.”

Lo studio Cassandra rappresenta dunque una speranza concreta per chi lotta contro una delle neoplasie più temute e una dimostrazione del valore della scienza libera dagli interessi industriali, capace di mettere i pazienti davvero al centro della cura.

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Cronache

Azzardo in Italia, l’altra pandemia: 18 milioni di giocatori e 20 milioni di “vittime passive”

In Italia 18 milioni di persone hanno giocato d’azzardo nell’ultimo anno e 2,9 milioni sono a rischio patologico. Secondo Libera, 4 italiani su 10 sono “vittime passive” e le mafie continuano a guadagnare miliardi dal gioco legale e illegale.

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Sono almeno 18 milioni gli italiani che nell’ultimo anno hanno tentato la fortuna con videopoker, slot-machine, gratta e vinci, bingo e scommesse online. Un fenomeno imponente che coinvolge quasi un terzo della popolazione adulta.
Dietro la speranza di cambiare vita si nasconde però una piaga sociale: 1 milione e mezzo di giocatori patologici (pari al 3% della popolazione maggiorenne) e 1 milione e 400 mila persone a rischio moderato. In totale, 2,9 milioni di cittadiniprigionieri dell’azzardo.

Per ogni giocatore malato, ci sono sette persone indirettamente coinvolte: familiari, amici, colleghi. In tutto, oltre 20 milioni di italiani, il 40% della popolazione, vittime di quello che Libera definisce “azzardo passivo”.
Secondo il dossier dell’associazione, la perdita di qualità della vita per chi è toccato dal fenomeno — tra stress, debiti, isolamento e rottura dei legami familiari — equivale a 7,6 punti percentuali.


Il business dell’azzardo: 157 miliardi nel 2024

Il nuovo dossier di Libera fotografa un Paese che spende sempre di più per scommettere.
Nel 2024, le entrate del gioco legale hanno toccato quota 157 miliardi e 453 milioni di euro, con un incremento del 6,6% rispetto al 2023.
Un boom alimentato soprattutto dal gioco online, con quasi 16 milioni di conti attivi presso i concessionari digitali, contro gli 11 milioni del 2020.


Quando il gioco diventa terreno di mafia

L’azzardo non è solo una dipendenza: è anche un affare criminale.
Dal 2010 al 2024, le relazioni della Direzione Nazionale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia hanno censito 147 clan mafiosi coinvolti nel business del gioco — legale e illegale — in 16 regioni e con 25 procure antimafiaimpegnate nelle indagini.

Al “tavolo verde” siedono sempre le stesse famiglie: Casalesi, Mallardo, Santapaola, Condello, Mancuso, Labate, Lo Piccolo, Capriati.
La Campania guida la classifica con 40 clan, seguita da Calabria (39), Sicilia (38), Lazio (24) e Puglia (22).
Nel Nord Italia, Liguria e Piemonte contano 9 organizzazioni ciascuna.

Libera sottolinea come il fenomeno non sia solo italiano: anche la mafia cinese, albanese e turca è coinvolta nella gestione delle piattaforme online e nel riciclaggio dei proventi.


Luigi Ciotti: “Dietro ogni slot ci sono persone in difficoltà”

Il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, ha commentato con amarezza i dati del dossier:
«Il nostro Paese è in bilico: da un lato la voglia di riscatto e di benessere, dall’altro un meccanismo che specula sulla vita delle persone. Dietro ogni slot, ogni gratta e vinci o piattaforma online ci sono esseri umani in difficoltà. Ci sono adolescenti che scommettono di nascosto, anziani che si giocano la pensione, famiglie che si sfaldano nel silenzio. Dobbiamo smascherare l’inganno».


L’azzardo come emergenza sociale

Il gioco, legale o clandestino, è diventato una delle più gravi emergenze sociali del Paese.
Un sistema che promette fortuna ma produce povertà, che genera miliardi di euro di profitti — anche per la criminalità organizzata — e lascia dietro di sé un esercito di persone ferite, indebitate, isolate.
Come scrive Libera nel dossier, “non si tratta solo di numeri, ma di vite umane: di padri, madri, figli e nonni che si perdono tra le luci fredde delle slot e le illusioni del guadagno facile”.

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