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Orrore turiste scandinave decapitate in Marocco, uno dei 24 arrestati confessa e rischia la pena di morte: sono pentito

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E’ stato rinviato per la terza volta, al 13 giugno, il processo in Marocco per l’uccisione di due turiste scandinave. I 24 imputati nel procedimento, che si era aperto il 2 maggio, sono 23 marocchini e un uomo con la doppia nazionalità svizzera e spagnola. Sono tutti accusati di costituzione di gruppo terrorista e omicidio premeditato. Secondo il procuratore Abdellatif Ouahbi il rinvio del processo in corso nella città di Sale è dovuto a dichiarazioni rese da uno dei quattro principali accusati.

A quanto riferisce l’emittente televisiva marocchina 2M a parlare sarebbe stato il capo del gruppo, di cui non è stato reso noto il nome. L’uomo si sarebbe dichiarato colpevole e pentito dei suoi atti.

I quattro principali imputati avevano girato un video con il loro giuramento di fedeltà allo Stato islamico, poco prima del ritrovamento dei corpi delle due giovani turiste lo scorso 17 dicembre. Le due ragazze – la norvegese Maren Ueland e la danese LouisaVesterager Jespersen -sono state uccise mentre erano impegnate in un trekking sui monti dell’Atlante.

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Ribadito il no alla Russia per cerimonia anniversario Hiroshima

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Per il terzo anno consecutivo, la Russia e la Bielorussia non saranno invitate alla commemorazione dell’anniversario della bomba atomica che si terrà il 6 agosto nella città di Hiroshima, mentre l’invito sarà esteso a Israele. Lo anticipa il giornale online Asahi Shimbun, che cita fonti a conoscenza del dossier, spiegando che i rappresentanti di Russia e Bielorussia saranno considerate “persone non grate” alla cerimonia annuale al Memoriale della Pace, a causa del conflitto in corso in Ucraina .

“La situazione non è cambiata rispetto all’anno scorso, e per questo motivo attueremo le stesse decisioni , ha dichiarato all’Asahi un funzionario dell’amministrazione cittadina, con il governo centrale che è stato già informato della decisione. Hiroshima ha tuttavia intenzione di invitare un rappresentante di Israele – che da ottobre è impegnato in una guerra contro il gruppo militante islamico Hamas da ottobre, riferisce l’Asahi.

“Non c’è in questo momento un’opinione condivisa nei Paesi del mondo sul conflitto in corso in Medio Oriente. Per questo motivo vogliamo trasmettere un messaggio di pace invitando Israele”, affermano le fonti. Nel 2023, per il 78/esimo anniversario del bombardamento atomico, Hiroshima aveva richiesto la presenza dei leader e degli ambasciatori di 167 Paesi. La mattina del 6 agosto del 1945 un ordigno atomico venne sganciato dal bombardiere B29 statunitense ‘Enola Gay’, causando la morte di circa 140.000 residenti. Una seconda bomba venne utilizzata su Nagasaki il 9 agosto, con un bilancio di 74.000 vittima, decretando di fatto la fine della Seconda guerra mondiale pochi giorni dopo, con la resa incondizionata del Giappone.

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Somalia rifiuta dialogo con l’Etiopia su accordo col Somaliland

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Il Governo federale somalo ha dichiarato con fermezza che non avvierà alcun dialogo con l’Etiopia in merito agli accordi tra Addis Abeba e l’autoproclamata regione del Somaliland. La decisione, come riporta il sito Shabelle Media, è stata annunciata in risposta a un comunicato del G7 che esprimeva preoccupazione per l’accordo tra Etiopia e Somaliland, che la Somalia considera una violazione della propria sovranità e integrità territoriale.

La Somalia ha manifestato un forte impegno a mantenere la pace e la stabilità regionale e ha espresso la volontà di collaborare con il G7 e altri partner internazionali. Il Somaliland non è riconosciuto a livello internazionale come Paese indipendente, sebbene gestisca le proprie forze armate e la propria banca centrale e tenga regolari elezioni dal 1991, anno in cui ha rivendicato l’indipendenza dalla Somalia, pochi mesi dopo la caduta del Paese nella guerra civile.

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Per Kiev 60 miliardi da Usa, subito la difesa aerea

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Una sessantina di miliardi, con l’arrivo delle prime forniture militari entro la prossima settimana: è quanto vale il nuovo pacchetto di aiuti americani che il Congresso potrebbe approvare entro il weekend, con tanto di firma del presidente Joe Biden. Il Pentagono sta già preparando il primo lotto, che comprenderà munizioni di artiglieria (a partire da quelle da 155 mm) e mezzi di difesa aerea come i Patriot, quelli di cui Kiev ha disperatamente bisogno per difendersi dalla crescente offensiva russa. Ad accorciare i tempi di consegna è il fatto che parte degli armamenti si trova negli arsenali americani in Europa.

Oltre un terzo dei fondi (23,2 miliardi) resterà negli Usa, per riapprovvigionare i magazzini Usa, in parte svuotati proprio per fornire assistenza all’Ucraina. Il resto degli aiuti sarà distribuito in due direzioni: 13,8 miliardi di dollari saranno destinati all’acquisto di sistemi d’arma avanzati, prodotti e servizi per la difesa dell’Ucraina, 11,3 miliardi di dollari invece verranno spesi per le operazioni militari statunitensi in corso in Europa.

Il disegno di legge prevede anche un aiuto finanziario diretto al bilancio ucraino pari a 7,85 miliardi di dollari ma sotto forma di un prestito che potrà essere cancellato dal presidente, dopo le elezioni del 5 novembre: nessun problema se resterà Biden, mentre Donald Trump potrebbe chiederne la restituzione. In ogni caso questi fondi non potranno essere usati per pagare le pensioni. Un altro punto interessante del provvedimento è l’obbligo per il presidente Usa di trasferire immediatamente i missili Atacms a lungo raggio all’Ucraina.

A meno che non ritenga che danneggi gli interessi nazionali americani, in tal caso dovrà informare il Congresso rischiando di essere accusato dai repubblicani di non fare tutto il possibile per Kiev. In un disegno di legge separato inoltre si autorizza il presidente a trasferire all’Ucraina gli asset russi congelati in Usa (la maggior parte è bloccata in Europa): si stima una cifra di almeno 8 miliardi, destinati alla ricostruzione. Oltre che sui nuovi aiuti americani, Kiev può sperare nelle promesse del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, secondo cui i Paesi dell’ Alleanza hanno concordato di dare all’Ucraina ulteriore supporto militare, dalle munizioni da 155 mm ai droni, sino alle difese aeree, tra Patriot e Samp/T.

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