Sul salario minimo la politica si divide, Confindustria ritiene che ci sia gia’ e le parti sociali sono favorevoli purche’ rientri nella contrattazione. Dal Festival dell’Economia di Trento, nel giorno in cui l’Ue sembra essere ad un passo dall’accordo politico sulla direttiva, il governo e le parti sociali si confrontano con proposte e visioni diverse. Il provvedimento, intanto, e’ fermo al Senato con un vero e proprio braccio di ferro tra le forze politiche. Sul fronte governativo il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, vede “aperture positive da tutte le parti, c’e’ chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. Vediamo qual e’ il punto di contatto che consenta di intervenire subito in attesa poi di una legge di carattere piu’ organico”. E poi arriva anche un messaggio diretto per Confindustria. “Non c’e’ un problema con Confindustria, e non c’e’ neanche un problema con Bonomi. Credo che questi problemi non si affrontino con dichiarazioni a distanza. Se uno privilegia le battute ad effetto, e capisco anche che possano essere divertenti, si fa piu’ fatica”, conclude Orlando. Nella maggioranza di Governo ci sono visioni contrastanti. Il ministro Renato Brunetta ritiene che il provvedimento “non va bene per legge perche’ e’ contro la nostra storia culturale di relazione industriali. Il salario non puo’ essere moderato ma deve corrispondere alla produttivita’”. Su twitter arriva la replica della vice presidente del M5S, Paola Taverna. “Renato Brunetta, anche nel 1760 e nel 1870 c’erano le ‘relazioni industriali’, poi arrivarono le due rivoluzioni e lo status dei lavoratori miglioro’ notevolmente. Che dici, vogliamo evolverci un pochino e dare dignita’ ai lavoratori italiani?”. A favore del provvedimento si schiera il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, che lo ritiene un modo per dare “”un salario dignitoso a tanti lavoratori. E’ un tema su cui si stanno confrontando anche in altri Paesi europei”. La viceministra dell’Economia Laura Castelli vede un “percorso obbligato per chi decide di stare in un’Europa che si da’ paletti sociali ed etici. E’ indispensabile e non puo’ aspettare”. Sul tema del salario minimo, dal Festival dell’Economia di Torino, interviene anche il Governatore della Banca D’Italia, Ignazio Visco, secondo il quale se il provvedimento e’ “ben studiato e’ una buona cosa. Ha vari effetti positivi – ha spiegato Visco – il rischio sta nel livello perche’ se e’ eccessivo puo’ portare a non occupare persone che potrebbero invece voler lavorare al di sotto di quel livello. Quello che e’ importante e’ non legare al salario minimo automatismi”. Posizioni con sfumature diverse sul fronte delle parti sociali con Confindustria che punta sul taglio del cuneo fiscale. Il vice presidente di Via dell’Astronomia, Maurizio Stirpe, evidenzia come non “penso che il salario minimo e’ un problema perche’ i contratti di Confindustria sono ben al di sopra, almeno per quanto riguarda i minimi contrattuali, rispetto alle soglie che vengono comunemente indicate per il salario minimo in Italia”. A favore del provvedimento, intanto, si esprime la Uil purche’ “non sostituisca i contratti”, spiega Pierpaolo Bombardieri a Trento. “Siamo d’accordo con il salario minimo a condizione che coincida con i minimi contrattuali”. Il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, ritiene, invece, che vada “esteso e rafforzato attraverso la contrattazione”. Il sindacalista vede un forte peso fiscale su lavoro e sulle imprese e chiede al Governo di aprire un “confronto sui contenuti della delega fiscale”. Sotto i riflettori anche il taglio del cuneo fiscale con il ministro Giancarlo Giorgetti che torna a ribadire, cosi’ come aveva fatto dal Festival dell’Economia a Trento, la necessita’ di mettere “in campo questo provvedimento con il taglio del cuneo contributivo e fiscale, facendo delle scelte coraggiose”. Posizione condivisa da Confindustria con il vice presidente Maurizio Stirpe che, ribadendo la posizione leader degli industriali Carlo Bonomi (atteso nel giorno conclusivo al Festival dell’economia di Trento, ndr), sottolinea che si tratta “dell’unica operazione proponibile in questa fase. Noi siamo pronti”. Per Brunetta, invece, un provvedimento del genere ha “dei costi. Il problema e’ quello di trovare le coperture”. E da Torino il presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, vede le condizioni per un patto sociale. “Non vedo alcuna difficolta’ perche’ raggiungano un accordo o cerchino di farlo”, afferma.