La storia del Napoli, la squadra che rappresenta un’intera città e ne incarna l’anima, prende vita tra le pagine del libro “Orgoglio Napoli – Un Viaggio nella Storia del Calcio Partenopeo” di Mimmo Carratelli. Presentato di recente al prestigioso Circolo Savoia, questo volume, pubblicato da Gianni Marchesini Edizioni, ripercorre i momenti più gloriosi dei 90 anni di vita del club azzurro, soffermandosi sui venti successi più significativi della squadra.
La serata di presentazione si è trasformata in una celebrazione della carriera di Carratelli, uno dei giornalisti sportivi più rispettati d’Italia, in un’atmosfera conviviale che ha riunito amici, colleghi, giornalisti e tifosi. A sottolineare l’importanza dell’evento, è intervenuto in diretta telefonica Aurelio De Laurentiis, Presidente del Napoli, legato a Carratelli da stima reciproca.
“Ti ringrazio, Mimmo, per essere legato anagraficamente a doppio filo con il mondo del Calcio Napoli. Il tuo libro celebra il Napoli di noi tutti. Ti leggo sempre con grande interesse. Le tue incursioni, anche le più critiche, per noi continuano ad essere di grande stimolo”, ha dichiarato De Laurentiis, sottolineando il valore del lavoro di Carratelli per il club e per la città.
Un tributo alla storia azzurra
Il libro è un viaggio emozionante che abbraccia decenni di trionfi, sfide e rinascite, dal 1926 fino ai giorni nostri. Carratelli cattura l’essenza di una città che vive e respira calcio, raccontando il legame indissolubile tra il Napoli e il suo popolo. Tra aneddoti, statistiche e riflessioni personali, il giornalista ripercorre tappe fondamentali come la promozione in Serie A nel 1949-50, i tre scudetti – culminati con il recente trionfo del 2022-23 – e le storiche vittorie in Coppa Italia e in Europa.
Il racconto non si limita ai successi: emergono anche le difficoltà, come le retrocessioni e le rinascite, accolte con gioia e rinnovata passione dai tifosi. Un capitolo fondamentale è ovviamente dedicato a Diego Armando Maradona, il “Pibe de Oro”, che trasformò non solo la squadra, ma anche l’intera città, diventando un simbolo di riscatto sociale.
Una serata ricca di interventi illustri
Alla presentazione hanno partecipato personaggi illustri legati alla storia del Napoli: Corrado Ferlaino, storico presidente dell’era Maradona; Guido Trombetti, ex rettore dell’Università Federico II; Nicola Lombardo, responsabile della comunicazione SSC Napoli; Gianfranco Coppola, presidente USSI; ed Enzo Montefusco, ex calciatore e allenatore azzurro. A impreziosire l’evento, anche un video-saluto di Pier Paolo Marino, ex Direttore Generale del Napoli e attuale Direttore Tecnico dell’Udinese.
Oltre il calcio, l’identità di una città
La prefazione di Maurizio de Giovanni arricchisce il volume con una prospettiva letteraria, evidenziando come il calcio sia parte integrante dell’identità culturale di Napoli. De Giovanni sottolinea che il Napoli non è solo una squadra di calcio, ma un fenomeno sociale capace di unire un’intera città in una grande famiglia.
Uno sguardo verso il futuro
Mimmo Carratelli non si limita a celebrare il passato. Orgoglio Napoli è anche un invito a guardare avanti, con Antonio Conte – l’attuale allenatore – pronto a scrivere nuovi capitoli della storia azzurra. Questo libro rappresenta non solo un tributo alla squadra e alla città, ma anche un manifesto d’amore per il calcio partenopeo, un inno alla passione che lega indissolubilmente il Napoli al cuore dei suoi tifosi.
In conclusione, Orgoglio Napoli non è solo un libro: è una celebrazione di emozioni, storie e vittorie che hanno reso il Napoli una leggenda vivente. Un’opera imperdibile per chiunque ami il calcio e desideri comprendere il significato profondo del legame tra una squadra e il suo popolo.
Mattia Ahmet Minguzzi, 14 anni, figlio del cuoco italiano Andrea Minguzzi e della violoncellista turca Akincilar, non ce l’ha fatta. Il giovane è morto in un ospedale di Istanbul, dopo essere stato ricoverato in terapia intensiva lo scorso 24 gennaio, in seguito a un accoltellamento avvenuto in un mercato di strada.
Un’aggressione brutale documentata in un video
Secondo quanto riportano i media locali, Mattia è stato accoltellato cinque volte da un altro adolescente mentre si trovava nel mercato di Kadikoy, un quartiere sulla sponda asiatica di Istanbul. Le immagini del tragico episodio mostrano la violenza con cui è stato attaccato: dopo essere stato ferito gravemente, il ragazzo è caduto a terra, e un altro 16enne gli ha sferrato un calcio, rendendo il suo stato ancora più critico.
I responsabili sono stati arrestati
L’aggressione ha scosso profondamente l’opinione pubblica e le autorità turche, che hanno subito avviato un’indagine approfondita. I due adolescenti coinvolti nell’attacco sono stati arrestati e dovranno rispondere del loro crimine davanti alla giustizia.
Dolore e sgomento per una morte assurda
La notizia della morte di Mattia ha lasciato sotto shock sia la comunità italiana che quella turca. Il ragazzo, cresciuto tra due culture e con un futuro davanti a sé, è stato vittima di una violenza ingiustificata e feroce. Il padre, chef italiano, e la madre, musicista, sono devastati dal dolore, mentre si moltiplicano i messaggi di cordoglio per la famiglia.
Resta da chiarire il movente dell’attacco, ma ciò che è certo è che un’altra giovane vita è stata spezzata dalla brutalità della violenza giovanile.
Nella terra dei tulipani, un nuovo fiore azzurro ha trovato il suo spazio. Con la mano sinistra, la bandana in testa e un tennis fatto di traiettorie creative, Mattia Bellucci ha stupito tutti, conquistando la semifinale dell’ATP 500 di Rotterdam. Un torneo che l’anno scorso vide il trionfo di Jannik Sinner, poche settimane dopo il suo primo grande successo a Melbourne, e che oggi accoglie un altro talento italiano pronto a prendersi la scena.
Bellucci, nato a Busto Arsizio e cresciuto a Castellanza, si è formato nella provincia di Varese e si allena a Milano, quando non è in giro per il mondo nei tornei Challenger. Ma da lunedì, dopo questa straordinaria cavalcata, avrà una nuova classifica che gli permetterà di accedere ai tornei più importanti senza passare dalle qualificazioni. Un passo fondamentale per un giocatore che ha dimostrato di poter competere con i grandi.
Impresa contro Medvedev e Tsitsipas
Nella sua settimana da sogno, Bellucci ha messo a segno due vittorie pesantissime: ha sconfitto prima Daniil Medvedev e poi Stefanos Tsitsipas, due giocatori in crisi ma comunque con un palmarès ben più blasonato del suo. Ma il giovane azzurro non ha indietreggiato di un centimetro, giocando con coraggio e personalità.
Contro Medvedev, ha mostrato tutto il suo estro e la sua fantasia, servendo addirittura da sotto per innervosire il russo. Contro Tsitsipas, invece, il suo tennis fatto di rotazioni, accelerazioni di dritto e intuizioni geniali ha annullato il greco nel secondo set, dimostrando una crescita impressionante anche sul piano mentale.
Oggi la semifinale contro De Minaur
Grazie a questo exploit, Bellucci entrerà tra i primi 70 del ranking mondiale e, indipendentemente dal risultato della semifinale, porterà a casa almeno 130.000 euro di montepremi. Oggi pomeriggio (non prima delle 15), affronterà Alex De Minaur, un giocatore che contro Sinner ha sempre perso.
A livello giovanile, invece, Bellucci e Sinner si sono affrontati spesso, e Mattia ha vinto più di una volta. Poi le loro carriere hanno preso strade diverse, ma meglio tardi che mai: grazie al lavoro del coach Fabio Chiappini, che ha proseguito il percorso iniziato dal padre Fabrizio, oggi il tennista lombardo è pronto a giocarsi una grande occasione.
La mentalità vincente di Bellucci
Lui stesso ammette di aver lavorato molto, anche sulla mentalità:
«Secondo il mio coach pensavo troppo in campo, invece bisogna essere più liberi. Ogni giorno è una grande sfida perché magari non mi sento all’altezza, ma non vedo l’ora di fare ogni volta quel passo in avanti».
E sul premio in denaro vinto in questa settimana d’oro?
«Sono giovanissimo, non ci sto pensando. La cosa importante è entrare in campo e pensare di poter giocare così ogni giorno».
E allora goditela anche oggi, Mattia. Il tuo sogno continua.
La Juventus strappa tre punti in casa del Como nel segno di Kolo Muani. Il francese con una doppietta decide la sfida in casa dei lariani, aprendo la gara e poi chiudendola, dopo il pareggio di Diao, a un passo dal 90′ con un calcio di rigore concesso per un’ingenuità di Butez, che butta giù Gatti. La squadra di Thiago Motta non splende, ma per la prima volta da fine novembre mette in fila due vittorie consecutive. E quelli strappati agli uomini di Fabregas sono punti pesanti in chiave Champions League, con un nuovo sorpasso sulla Fiorentina al quarto posto. In un Sinigaglia da tutto esaurito, parte meglio il Como, che prende subito in mano il pallino del gioco. E a tenere in equilibrio la gara in avvio è un super Di Gregorio, che con un gran tuffo nega il vantaggio agli uomini di Fabregas su un destro dal limite di Nico Paz.
La Juventus è abbastanza impalpabile, lascia fare la partita ai padroni di casa, ma appena trova in spazio in contropiede va in porta: una rapida ripartenza porta Kolo Muani a puntare Dossena, finta e destro secco sotto la traversa su cui Butez non può nulla. Il Como però è in partita e reagisce subito. Nico Paz ci prova di testa, ma il pallone si spegne alto. Praticamente allo scadere del primo tempo, però, è Cutrone a vestirsi da leader: il capitano dei lariani dopo un corner strappa la palla dai piedi di Koopmeiners e crossa per Diao che da solo a due passi dalla porta impatta il risultato di testa. La ripresa si apre con l’esordio di Kelly tra i bianconeri per l’ammonito Savona, ma è ancora il Como che parte in avanti.
E serve ancora Di Gregorio a fermare Nico Paz, sul cui mancino il portiere juventino si supera con un gran riflesso di piede. Il numero uno è chiamato ancora in causa poco dopo, su una conclusione potente di Strefezza che respinge coi pugni. Thiago Motta prova a scuotere i suoi inserendo la coppia Thuram-Douglas Luiz in mediana e Mbangula sulla sinistra, con la Juventus che a poco a poco alza il baricentro. Fabregas, invece, risponde facendo esordire in riva al lago l’ex Fiorentina Ikoné e il greco Douvikas. Il primo tiro verso la porta dei bianconeri nella ripresa arriva dopo 25′, con un mancino largo di Nico Gonzalez.
Lo stesso argentino non centra lo specchio poco dopo con una conclusione potente. Quando il pareggio sembra quasi segnato, una ingenuità di Butez che esce in ritardo e colpisce in pieno Gatti regala un calcio di rigore alla Juventus. Dal dischetto si presenta Kolo Muani, che spiazza il portiere del Como confermandosi sempre più trascinatore, con un impatto devastante visto il suo quinto gol nelle prime tre partite in Serie A. I bianconeri tremano ancora, con Dossena che di testa scheggia la traversa su corner, ma è l’ultima emozione: i tre punti sono della Juventus, che si prepara al meglio alla sfida d’andata dei playoff di Champions League di martedì contro il PSV Eindhoven.