Oltre mille Paracadutisti della Folgore con unità specialistiche ed operative dei Carabinieri Paracadutisti del Reggimento Tuscania, specialisti delle trasmissioni e della guerra elettronica, nuclei cinofili, assetti dell’Aeronautica Militare, ed unità di Paracadutisti Statunitensi, hanno concluso con successo l’ esercitazione multinazionale ed interforze Mangusta 2018 che si è svolta nelle aree addestrative della Toscana. La ‘Mangusta’, la tradizionale esercitazione della Brigata Paracadutisti Folgore, ha previsto la contrapposizione sul campo di due unità avversarie per testare le capacità acquisite dai propri paracadutisti nella concezione e nella conduzione delle operazioni, a seguito di aviolancio, in ambienti operativi non permissivi per la conquista e la tenuta di posizioni strategiche e per consentire l’afflusso delle Forze Alleate in uno scenario di crisi.
L’esercitazione ha simulato l’immediato intervento della Folgore con l’invio di un contingente multinazionale che ha conquistato l’aeroporto occupato da forze ostili con l’aviolancio di una prima aliquota impegnata in una ”Forcible Entry Operation”, ovvero un’operazione Avioportata che ha lo scopo di ”preparare il terreno” per l’entrata in Teatro dei successivi scaglioni di forze. Questa fase dell’esercitazione ha visto mettere in campo tutte le risorse sia in termini di attività difensive che offensive, anche tramite l’impiego delle unità specialistiche del Reggimento Paracadutisti Genio guastatori, nonché nelle più tipiche delle attività della Folgore ovvero l’ interdizione e la contro-interdizione d’area mirate al massimo controllo del territorio. L’infiltrazione dei Paracadutisti della Folgore, è avvenuto tramite aviolanci con la tecnica della caduta libera e della navigazione aerea a paracadute aperto e mediante l’impiego di battelli per le infiltrazioni via mare. Durante l’intera esercitazione si sono susseguite attività di aviolancio di CDS (Container Delivery System) per rifornire e per consegnare equipaggiamenti alle truppe dispiegate sul terreno tramite l’impiego di velivoli sia ad ala fissa che ad ala rotante dell’ Aviazione dell’ Esercito e dell’ Aeronautica Militare volte ad implementare la capacità di proiezione dall’ aria delle Forze Armate italiane.
Di fondamentale importanza il ruolo svolto dalle unità dei nuclei cinofili impiegati con i propri cani per il controllo del territorio, nonché dagli assetti delle trasmissioni e della guerra elettronica che hanno giocato un ruolo fondamentale anche con le attività di ”ingaggio radar” verso gli assetti di volo sia italiani che statunitensi. L’esercitazione rappresenta un’eccellente opportunità e un significativo ritorno per la Difesa in termini di interoperabilità e integrazione con le Forze Armate straniere e di massimizzazione del valore addestrativo per via del realismo dello scenario e per l’impiego dei vari assetti specialistici nazionali ed internazionali nonché per l’aggiornamento delle capacità professionali, tecniche e tattiche del personale delle Forze Armate appartenente alle diverse specialità. Oltre ai reparti della Brigata Paracadutisti Folgore hanno partecipato all’Esercitazione: l’ Aeronautica Militare con la 46° Brigata Aerea, l’ Arma dei Carabinieri con 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti ” Tuscania” ed il nucleo cinofili di Firenze, l’ Aviazione leggera del’ Esercito con 7° Reggimento Vega e 1° Reggimento Antares, il Reggimento Granatieri di Sardegna, 33° Reggimento Guerra Elettronica, 13° Battaglione Aquileia, Centro Militare di Veterinaria, 11° Reggimento Trasmissioni, 16° Airwing, 121° Reggimento Artiglieria Controaerei, e le unità Statunitensi della 1-91 CAV, US AIR National Guard.
“Comprendere le specificità di ogni singolo territorio e di ogni stagione, evitando di riproporre schemi e visioni che mal si attaglierebbero a una realtà come quella napoletana” ed, evitando di fare “tabula rasa del passato”, “comprendere e governare la complessità, estirpando attraverso un lavoro certosino e chirurgico le sacche di malaffare e delinquenza che ancora impediscono ai cittadini l’esercizio di tutti i loro diritti costituzionalmente garantiti”. E’ quanto la Camera Penale di Napoli chiede al neo procuratore Nicola Gratteri attraverso una nota nella quale viene anche ricordato “l’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni dai suoi predecessori: il procuratore Giovanni Melillo e la facente funzioni di procuratore Rosa Volpe”.
“Non ci sfugge ovviamente – scrive la Camera Penale in una nota – e sarebbe ipocrita da parte nostra non farne cenno, che la storia e soprattutto talune dichiarazioni pubbliche del neo-procuratore destano qualche perplessità, poiché in taluni casi agli antipodi con quell’idea di diritto penale liberale e democratico di cui i penalisti (e soprattutto le camere penali) sono da sempre strenui sostenitori”. La Giunta della Camera Penale di Napoli, nella nota, ricorda, anche, “il rapporto sovente turbolento che il neo-procuratore ha avuto con gli avvocati calabresi” i quali “in più di un’occasione, sono stati costretti a dar vita a condivisibili iniziative di protesta e di denunzia finalizzate a portare a conoscenza dell’opinione pubblica alcune innegabili torsioni avvenute, specie nei processi di criminalità organizzata, nei vari Tribunali della Calabria”.
“Vogliamo essere onesti fino in fondo, – dicono i penalisti napoletani – avremmo preferito un profilo diverso alla guida della Procura napoletana” ma “al di là dei nostri desiderata, – spiegano i penalisti – crediamo che, pur nella profonda differenza di vedute e di orientamenti culturali che certamente permarranno e con i diversi ruoli e responsabilità di cui ciascuno è portatore, il dott. Gratteri possa, abbandonando auspicabilmente alcune posture del recente passato non del tutto in linea con il ruolo di ‘capo’ della prima Procura italiana, svolgere egregiamente il suo difficile compito nell’interesse di tutti i cittadini. Noi penalisti – come sempre – vigileremo e ci impegneremo fattivamente perché ciò accada”, concludono i penalisti.
Un bus è precipitato dal cavalcavia Vempa a Mestre in provincia di Venezia. Ci sono molte vittime, morti e feriti, secondo i primi soccorritori arrivati sul posto. Il sindaco di Venezia Brugnaro ha parlato di “almeno 20 morti”, oltre ai feriti, molti dei quali gravi. Brugnaro ha anche parlato di “immane tragedia” per la comunità e disposto il lutto cittadino. E’ stata interrotta, sempre dalle prime informazioni, anche la linea ferroviaria. Il bus sarebbe dell’azienda di trasporti Actv e si è incendiato dopo l’impatto. Sono stati mobilitati tutti gli ospedali della zona.
Nascondevano la marijuana nel camino, 15 chili da una parte e 9 dall’altra. La Polizia di Stato di Caserta ha arrestato tre persone per il reato di detenzione ai fini di spaccio di circa 24 chili marijuana.
Un’operazione congiunta tra Squadra Mobile della Questura di Caserta e Commissariato di P.S. di Santa Maria Capua Vetere, finalizzata al contrasto dello spaccio di stupefacenti, ha permesso di effettuare perquisizioni in un’azienda del Comune di San Tammaro, al cui interno vi era il sospetto vi fosse conservata una grossa quantità di sostanza stupefacente.
In particolare, durante le ricerche, all’interno di un camino di un locale adibito a cucina, gli investigatori hanno trovato nascoste 15 grandi buste con all’interno marijuana, del peso di 15 chili. L’attività di ricerca ha inoltre consentito di trovare, in un capannone adiacente, 5 ventilatori, utilizzati per disperdere il forte odore prodotto dalla sostanza stupefacente durante l’essiccazione.
Il gestore dell’azienda agricola, un quarantenne della provincia di Caserta con precedenti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è stato arrestato per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza psicotropa ed è stato associato alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere.
Ulteriori perquisizioni sono state effettuate presso l’abitazione di due coniugi di nazionalità albanese di 35 e 29 anni, residenti in San Tammaro, ove sono stati ritrovati circa 9 chili di marjuana nascosti nel camino dell’abitazione. I coniugi sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e l’uomo è stato associato alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, mentre la donna agli arresti domiciliari.