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Esteri

Online l’archivio degli orrori russi

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Prima il lugubre suono delle sirene d’allarme e la scritta ‘Al di la’ del male, anche durante la guerra’. Poi le foto, tante, agghiaccianti, che documentano le torture e le atrocita’ della guerra. Non solo dei morti, ma anche delle donne e dei bambini sopravvissuti finora ai bombardamenti e immortalati mentre fuggono dalle bombe: le loro ferite guariranno, le cicatrici del conflitto rimarranno per sempre. E’ l’archivio online creato da Kiev per documentare ‘i crimini di guerra della Russia’ commessi in questi primi 45 giorni di conflitto attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, le ong presenti nel Paese e i reportage dei media internazionali. “Le prove raccolte delle atrocita’ commesse dall’esercito russo in Ucraina garantira’ che questi criminali di guerra non sfuggano alla giustizia”, scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, nell’annunciare la creazione del sito. L’archivio si divide in diverse sezioni: c’e’ quella dedicata alle vittime, alle torture e agli ostaggi, e quella sulla distruzione di numerose proprieta’ culturali, quest’ultime documentate dalle foto del ‘prima e dopo i bombardamenti’. Ma anche una pagina con il racconto dettagliato sugli stupri delle donne, alcune attraverso la loro stessa testimonianza, altre affidate ai social. “Le violentano di notte e di giorno, davanti ai figli, molto spesso dopo aver ucciso i mariti”, si legge sul sito. Poi ci sono i numeri: 1.563 morti, tra cui 167 bimbi, 4.820 crimini di guerra, 6.800 edifici distrutti, 439.420 civili deportati, di cui oltre 91mila bambini. Cifre che Kiev documenta con testimonianze dei sopravvissuti e dei giornalisti. Ma soprattutto con foto: dall’ospedale pediatrico bombardato di Mariupol e quelle del massacro di Bucha, dove il bilancio delle vittime e’ salito a 360, di cui 10 bambini. Le immagini che raccontano di questo massacro mostrano alcuni cadaveri con le mani legate, altri completamente carbonizzati. Il sito e’ aggiornato a ieri con l’attacco alla stazione di Kramatorsk che ha provocato oltre 50 morti. “Hai il coraggio di sentire come suonano le sirene in Ucraina in questo momento? Pensa alla loro disperazione ogni giorno quando sentono questo suono. Sanno che la distruzione e la morte stanno arrivando. Ma nella vita reale, gli ucraini non possono semplicemente disattivare quel suono. Puo’ costare loro la vita”, si legge sull’home page del sito. L’archivio ricorda che “molti decenni fa, la comunita’ internazionale decise di fermare le morti su larga scala di civili durante i conflitti armati. Furono cosi’ create le regole di guerra, che proibivano l’uccisione di civili, l’inflizione di danni e torture ai prigionieri e il lancio di armi letali negli insediamenti non protetti. Nonostante le regole di guerra siano state stabilite in trattati internazionali come le Convenzioni di Ginevra, lo Statuto di Roma e altre leggi e accordi internazionali, molti dei quali la Russia e’ firmataria, queste regole vengono ora violate cinicamente e senza scrupoli da migliaia di soldati russi inviati in Ucraina dal loro dittatore Putin”. Nell’ultima pagina dell’archivio si legge: “Si’, sara’ fatta giustizia (…). L’Ucraina non si arrendera’ finche’ tutti i colpevoli non saranno puniti. Stiamo raccogliendo prove e testimonianze, comprese foto e video shock, in modo che il tribunale possa condannare gli autori di questi crimini di guerra”.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Esteri

Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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