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Cronache

Omicidio ultras Diabolik, funerali al Divino Amore con non piú di 100 persone

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Dieci giorni dopo l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, l’ultras della Lazio ucciso il 7 agosto con un colpo di pistola alla testa nel parco degli Acquedotti, é stato trovato un accordo tra la sua famiglia e la Questura di Roma per svolgere i funerali: si terranno al santuario del Divino Amore. Ma ad una condizione, potranno partecipare – a quanto si e’ appreso dalla Questura – soltanto 100 persone per evitare che ci possano essere problemi di ordine pubblico. Probabilmente le esequie saranno fissate per l’inizio della prossima settimana. L’accordo é stato raggiunto stasera dopo un ultimo incontro in Questura con i familiari di Piscitelli, piu’ volte ricevuti in questi giorni, dopo che era saltata martedi’ scorso la funzione in forma privata fissata dalla questura all’alba al cimitero Flaminio. La proposta di celebrare le esequie al Divino Amore era stata avanzata dalla sorella di Piscitelli ieri in una lettera alle istituzioni. Il braccio di ferro era cominciato dopo la decisione del questore di Roma di vietare i funerali in forma pubblica per “motivi di ordine e sicurezza”. Cosi’ la famiglia di Fabrizio Piscitelli, l’ex capo ultras degli Irriducibili della Lazio, ha ingaggiato una battaglia per “garantirgli l’addio che merita”. La moglie, Rita Corazza, e’ anche ricorsa al Tar perche’ riteneva il provvedimento del Questore di Roma “anticostituzionale”.

In un primo momento la famiglia avrebbe voluto allestire la camera ardente nella sede degli Irriducibili di via Amulio “perche’ per lui – aveva detto la vedova – e’ stata una seconda casa”. E anche la sorella di Diabolik, Angela Piscitelli, in una lettera fiume indirizzata al questore, al prefetto e al ministro dell’Interno e diffusa sulle pagine social dei tifosi biancocelesti, aveva ribadito “l’intenzione di celebrare liberamente il funerale” del fratello “usando tutti gli strumenti legali a disposizione in un paese democratico”. Ma il Tar ha respinto il ricorso della famiglia dell’ex capo degli Irriducibili ed i parenti hanno cosi’ deciso di disertare la funzione imposta alle 6 del mattino al Cimitero Flaminio dalla Questura, che dunque non si e’ celebrata mancando il mulla osta della famiglia. Alla fine la famiglia ha chiesto di celebrare i funerali al Santuario del Divino Amore, proposta accettata dalla Questura ma con una partecipazione contingentata.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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