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Cronache

Omicidio tifoso interista Belardinelli, i pm di Milano chiedono il rito immediato per Piovella, Ciccarelli, Da Ros ed altri 3 ultras indagati

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L’omicidio di Daniele Belardinelli, l’ultras interista morto negli scontri che organizzò assieme ad altri l’agguato ai tifosi del Napoli il 26 dicembre del 2018,  sarà discusso presto in un’aula di giustizia. I magistrati inquirenti di Milano Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri, coordinati dall’aggiunto Letizia Mannella, hanno chiesto il processo con rito immediato per i primi 6 arrestati con l’accusa principale di rissa aggravata nell’inchiesta sugli scontri del 26 dicembre prima della partita Inter-Napoli nei quali e’ morto, dopo essere stato investito, l’ultra’ Daniele Belardinelli.

La richiesta di immediato, che riguarda, tra gli altri, il presunto capo dei Boys nerazzurri Marco Piovella detto ‘il Rosso’ e lo storico capo dei Viking interisti Nino Ciccarelli, dovrà essere valutata dal gip Guido Salvini e, se verrà accolta, permetterà di saltare la fase dell’udienza preliminare.

Nel caso, poi, le difese avranno 15 giorni di tempo per chiedere riti alternativi, come l’abbreviato. Nel frattempo, e’ emerso un nuovo video, realizzato da una persona che riprese gli scontri e mandato in onda dalla trasmissione ‘Quarto grado’, che riprende le fasi in cui Belardinelli ferito veniva trascinato via dalla strada. I magistrati puntano ad acquisirlo agli atti. La richiesta di giudizio immediato, in particolare, riguarda i tre ultras Luca Da Ros, Francesco Baj e Simone Tira che vennero arrestati il 28 dicembre, due giorni dopo la guerriglia in via Novara poco distante dallo stadio Meazza. E poi ancora Piovella che fini’ in carcere il 31 dicembre, anche a seguito delle dichiarazioni davanti al gip di Da Ros, che ha collaborato poi anche coi pm ed e’ stato scarcerato, ottenendo i domiciliari. Sempre grazie ai verbali di Da Ros, oltre che alle immagini acquisite e visionate dalla Digos, e’ finito in carcere, lo scorso 17 gennaio, anche Ciccarelli assieme all’ultra’ del gruppo di estrema destra ‘Blood and Honor’ della curva varesina Alessandro Martinoli. Anche per loro due i pm hanno chiesto l’immediato. Dall’ultima ordinanza cautelare era emerso che il giorno di Natale ci sarebbe stato un vertice tra ultras interisti e varesini ‘gemellati’ per preparare gli scontri di Santo Stefano coi napoletani e si sarebbe tenuto proprio a casa di Belardinelli. Ciccarelli, tra l’altro, difeso dal legale Mirko Perlino, aveva ammesso davanti al gip la sua partecipazione agli scontri, cosi’ come Martinoli. Da Ros, dal canto suo, davanti ai magistrati aveva anche raccontato di aver visto Belardinelli “soccorso e trasportato dai tifosi napoletani che lo hanno spostato dalla carreggiata e portato verso un parchetto” e consegnato agli ultras interisti. Su queste fasi, alla fine degli scontri, il nuovo video potrebbe fornire elementi utili e i magistrati lo acquisiranno nelle prossime ore. Intanto, i legali di alcuni indagati napoletani (iscritti anche per omicidio volontario come gli oltre 30 indagati dell’inchiesta) hanno chiesto al gip di svolgere in incidente probatorio le analisi scientifiche sulle auto sequestrate a Napoli nelle ultime settimane.

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Garlasco, nuove indagini sul delitto: interrogati Stasi, Sempio e il fratello di Chiara Poggi

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Proseguono le nuove indagini della Procura di Pavia sul delitto di Garlasco. Martedì saranno interrogati Andrea Sempio e Alberto Stasi, già condannato nel 2015 a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, sua fidanzata all’epoca dei fatti. Entrambi saranno ascoltati a Pavia.

Marco Poggi sentito come testimone

A Venezia, invece, sarà sentito come testimone Marco Poggi, fratello della vittima, trovata morta nella sua abitazione il 13 agosto 2007. Secondo quanto riportato dal Tg1, la sua audizione è ritenuta rilevante per ricostruire le abitudini e i rapporti del gruppo di amici, in cui era inserito anche lo stesso Sempio, figura su cui si sono riaccesi i riflettori investigativi.

Un’indagine ancora aperta

Nonostante la condanna definitiva di Stasi, la Procura ha riaperto l’indagine valutando nuovi elementi e movimenti sospetti. L’interrogatorio di Sempio, già coinvolto in ipotesi alternative di colpevolezza, rientra in questa nuova fase investigativa. Gli inquirenti sembrano voler approfondire eventuali incongruenze o omissioni nel racconto dei protagonisti dell’epoca.

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Per amore finito vuole lanciarsi nel vuoto, salvato dai carabinieri

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Era lì, a cavalcioni sul guardrail che costeggia un tratto della strada tra Bisceglie e Trani. Un attimo dopo era a un passo da uno strapiombo. E lui, un carabiniere libero dal servizio che era in auto con sua moglie non ci ha pensato due volte: ha raggiunto quel ragazzo, uno studente meno che trentenne, che evidentemente voleva farla finita. Gli ha parlato per pochi minuti poi è riuscito a tirarlo a sé, immobilizzarlo e salvarlo.

È quanto vissuto, qualche giorno fa, dall’appuntato scelto qualifica speciale Francesco Marcone, in servizio nella tenenza di Bisceglie. Il militare, che ha 50 anni ed è molto stimato in città, era fuori servizio e mentre era in auto, all’altezza del Ponte Lama Torre della Guardia ha notato il giovane. Lo ha raggiunto, cercando di dissuaderlo e lo studente gli ha spiegato che a causa di un amore giunto al capolino, preferiva farla finita. Il carabiniere ha continuato a parargli e approfittando di un momento di distrazione lo ha afferrato, allontanato dallo strapiombo e salvato grazie anche all’aiuto di un passante. Il giovane è stato poi soccorso dal personale del 118 che lo ha portato in ospedale a Barletta per le cure del caso.

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Sassi dal cavalcavia a Viterbo, nei guai gruppo di minorenni

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Un gruppo di minorenni è stato individuato dalla polizia dopo che ieri pomeriggio, sulla superstrada che collega Viterbo a Terni, un automobilista che stava viaggiando in direzione Orte, mentre passava sotto un cavalcavia in prossimità del quartiere viterbese Santa Barbara, ha sentito un forte colpo sul parabrezza che, subito dopo si è spaccato. L’uomo, d’istinto, ha alzato la testa e ha visto dei ragazzini che sostavano con il motorino sul ponte sotto cui era appena passato. Subito dopo si è fermato nella prima stazione di rifornimento, dove si è reso conto che il vetro della macchina era stato colpito da un sasso di grosse dimensioni, probabilmente lanciato dal cavalcavia. La polizia, avvertita dal guidatore, ha setacciato la zona e nel giro di pochissimo tempo ha rintracciato il gruppo di minorenni responsabili del lancio del sasso.

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