Il pm Gerardina Cozzolino della procura di Santa Maria Capua Vetere ha iscritto i primi tre nomi nel registro degli indagati per l’omicidio di Romina del Gaudio. È un passo che riaccende i riflettori su una storia mai chiarita, l’assassinio di Romina, la giovane promoter napoletana della Wind che sparì ad Aversa (nel Casertano) il 4 giugno del 2004. Poi il suo corpo, quello che rimaneva, fu ritrovato nel bosco di Carditello, quattro mesi più tardi. Proprio di fronte ad una delle dimore reali che andava in malore. C’erano poche ossa, gli indumenti che indossava e la cartellina con le offerte promozionali. Materiale trovato in quel boschetto. E, invece, non fu fatto. In questi 15 anni il suo assassino o i suoi assassino l’hanno fatta franca. Eppure, sembra che la riapertura delle indagini per questa morte sia una iniziativa nuova e seria dettata dal collegamento tra l’omicidio di Romina Del Gaudio e il delitto di Cinzia Santulli, ammazzata con 41 coltellate ad Aversa il 24 novembre del 1994. Figlia di una famiglia della borghesia di Aversa, Cinzia fu ritrovata morta dai fratelli 25 anni fa.
L’unico imputato di quel delitto fu assolto dalla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere e poi dalla Corte di Assise di Appello di Napoli. In sede civile, caso più unico che raro, fu invece condannato al risarcimento di un centesimo nel 2002. Ebbene, l’auto intravista da alcuni testimoni ad Aversa accanto a Romina Del Gaudio prima della sua scomparsa pare sia intestata al padre dell’imputato assolto per la morte di Cinzia Santulli. La circostanza è confermata solo da indagini difensive svolte da un investigatore privato. Da qui parte la coraggiosa pm Gerarda Cozzolino che potrebbe recuperare ottimi spunti dalla lettura del fascicolo dell’investigatore. Quando si cerca la verità, una verità su due delitti terribili, due donne uccise in maniera orribile, ogni pista calda deve essere battuta.
Ecco la storia dell’assassinio di Romina del Gaudio con tutti i misteri che la accompagnano dal 4 giugno del 2004 raccontata in un gruppo Facebook
Il 4 giugno 2004 è partita da Napoli per Aversa (Caserta dove doveva vendere porta a porta contratti telefonici per uno dei principali operatori italiani. Insieme a lei il capogruppo e tre colleghe. Alle 10,30, assegnate le zone e fatta una consumazione in un bar di piazza Municipio, il gruppo si è diviso e si dato appuntamento per le 13,30 – 14. Ma Romina Del Gaudio non è tornata e non ha più risposto al cellulare. Tra le 20 e le 20,30 il suo datore di lavoro l’ha cercata a casa due volte, ma lei non era tornata nemmeno lì. I colleghi di Romina Del Gaudio non si erano allarmati quando lei non si era presentata all’appuntamento per la pausa pranzo, credendo che avesse preferito continuare il suo giro di vendite.
Hanno cominciato a preoccuparsi quando è mancata anche alle 18, quando il suo gruppo doveva rientrare a Napoli, avvertendo la madre intorno alle 20. Il giorno della scomparsa ad Aversa era stato assegnato alla ragazza il settore che parte da via Garibaldi, prosegue per via Andreozzi e arriva all’incrocio di via Roma, dove era previsto l’appuntamento di metà giornata. Le testimonianze dei negozianti sono contraddittorie circa l’orario e la direzione che Romina Del Gaudio avrebbe preso, ma concordano sul fatto che nessuno l’avrebbe vista dopo le 13, quando gli esercizi commerciali chiudono e le strade restano deserte. Lungo un possibile tragitto potrebbe essere passata dall’ex campo profughi, oggi parco Pozzi, una zona che si presta ad aggressioni, considerata pericolosa dagli abitanti del posto. L’11 giugno scorso, su richiesta dei familiari, sono intervenuti i “Rangers d’Italia”, un gruppo di volontari patrocinato dal Ministro dell’ambiente e dalla provincia che opera in collaborazione con le forze dell’ordine, che ha effettuato ricerche in tutto l’agro aversano. Mentre si susseguono le manifestazioni pubbliche di solidarietà con la famiglia, sono arrivate due segnalazioni contrapposte.
Un negoziante di Aversa, che aveva ricevuto la sua visita alle 11, avrebbe rivisto Romina Del Gaudio verso le 14, seduta su un marciapiede di piazza Magenta. Intorno alla stessa ora una donna avrebbe notato un’auto scura lunga seguire la ragazza in via Andreozzi verso il parco Pozzi, ex campo profughi. In quel momento della giornata, tra le 13 e le 16, gli abitanti della zona considerano pericoloso frequentare il parco. “Io sono convinta che mia figlia è stata rapita”. Questa convinzione della madre di Romina Del Gaudio trova forse fondamento nella vicenda giudiziaria nella quale è coinvolto come testimone, suo malgrado, l’ex marito e padre della ragazza scomparsa, che vive a Francoforte (Germania). Si è appreso intanto di un misterioso tentativo di rapimento avvenuto il 3 giugno scorso a Parete, a pochi chilometri da Avesa, ai danni di una ragazza molto somigliante a Romina Del Gaudio e che fa il suo stesso lavoro. Protagonisti, secondo i testimoni del fatto, un uomo corpulento e uno più longilineo che avrebbero agito con fredda determinazione, attesi da un terzo complice alla guida di un’auto monovolume di colore grigio chiaro. Il 21 luglio scorso ai Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) è stata segnalata la presenza di un cadavere a San Tammaro, in località Carditello, in un bosco alle spalle della vecchia reggia borbonica. Sul posto sono stati trovati uno slip da donna, un giubbino di pelle nero, un fermaglio per capelli, un pacchetto di sigarette con un portaspiccioli, un paio di scarpe da ginnastica, un reggiseno strappato e una maglietta. In un cespuglio i resti di una donna sopra un jeans chiaro.
Gli indumenti e gli oggetti erano quelli della ragazza scomparsa, il cui cartellino identificativo è stato poi rinvenuto in mezzo a moduli per contratti telefonici sparsi nei pressi. Il 1 settembre successivo l’esame del Dna ha confermato che il corpo era quello di Romina Del Gaudio, assassinata nelle ore immediatamente successive alla sua scomparsa con due colpi di pistola calibro 22 alla tempia, probabilmente dopo aver subito una violenza sessuale. La madre di Romina Del Gaudio, distrutta dal dolore, ha rivolto un appello affinché si collabori alla cattura degli assassini. Il 2 settembre scorso i familiari di Romina Del Gaudio hanno ricevuto una telefonata anonima da un telefono pubblico nei pressi della stazione di Aversa. Un uomo chiedeva perdono alla madre, annunciando che sarebbe andato a costituirsi. Ma finora nessuno si è consegnato alle forze dell’ordine. E’ indagato invece l’autore di un’altra telefonata, arrivata alla trasmissione il 7 giugno scorso, dopo il primo appello di ricerca. Si tratta di un vicino di casa che aveva segnalato Romina Del Gaudio alla stazione di Caserta il giorno della scomparsa. Dopo il ritrovamento del cadavere l’uomo è stato ascoltato dagli inquirenti e non è riuscito a ricostruire i suoi movimenti tra la notte del 3 giugno e il pomeriggio del 4 giugno scorsi, rilasciando dichiarazioni confuse e contraddittorie.
Risulta indagato anche un amico che l’uomo ha citato per un possibile alibi. A quest’ultimo il 27 luglio sono state sequestrate due auto per sottoporle alle analisi del RACIS dei Carabinieri di Roma, che il 15 settembre ha prelevato campioni del Dna dei due uomini per effettuare confronti con tracce organiche rilevate. I due indagati sono stati scagionati dall’esame del DNA rilevato sulle tracce organiche trovate nell’auto di uno di loro. E’ stato reso noto il contenuto della telefonata anonima fatta da un uomo il 2 settembre 2004 alla madre di Romina Del Gaudio e registrata nella segreteria telefonica: “Sono colui che ha…, le chiedo perdono, di quello che ho commesso… su vostra figlia. Mi costituirò al più presto. Le chiedo perdono di nuovo”. L’assassino è stato invitato a trovare il coraggio di costituirsi, dal momento che si dice sofferente e pentito. La mamma della ragazza ha dichiarato di non riconoscere la voce e ha lanciato un appello affinché chi conosce la verità si faccia avanti.