Collegati con noi

Cronache

Omicidio del povero Salvatore Giordano, ucciso dai calcinacci della Galleria Umberto I: lettera del legale al Presidente Mattarella per impedire la prescrizione

Pubblicato

del

Quella che leggete di seguito è la lettera che l’avvocato Sergio Pisani, legale della famiglia Giordano, ha scritto al Capo dello Stato, affinché adoperi la sua moral suasion per impedire che il processo per l’omicidio del 15enne Salvatore Giordano (nella foto), ucciso da una caduta di calcinacci dalla Galleria Umberto I di Napoli finisca sul binario morto della prescrizione.  

Sono passati ormai 5 anni dalla tragica morte del piccolo Salvatore Giordano, ucciso dallo stato di gravissima incuria in cui versava la Galleria Umberto di Napoli e di cui era ben informato il Comune grazie anche alle numerose interrogazioni degli stessi consiglieri comunali che purtroppo rimasero del tutto inascoltate.

Sergio Pisani. L’avvocato della famiglia Giordano

Una morte annunciata quindi, cui non si è posto rimedio in alcun modo. Anzi, a cinque anni di distanza dal tragico evento, nonostante la chiara evidenza delle responsabilità per quanto accaduto, la tragedia di Salvatore grida giustizia ogni giorno, in quanto i familiari sono ancora vittime del pretestuoso rimpallo di responsabilità tra i due colossi assicurativi  Unipol, compagnia  del Comune di Napoli ed  Axa, Compagnia del comdominio, che continuano a negare il dovuto risarcimento per le negligenze dei propri assicurati.
Il processo penale, che in fase di indagini ha visto l’archiviazione di numerose posizioni eccellenti contro la famiglia si è invano opposta con tutti gli strumenti legali, rischia ora addirittura di prescriversi se non si cadenzeranno (come gia è stato inutilmente richiesto) udienze straordinarie con cadenza settimanale.
Salvatore probabilmente non faceva comodo a nessuno, ecco perchè nessuno alza la voce per lui, Salvatore era “solo” un ragazzino amato dalla sua famiglia e dai suoi amici.
E allora abbiamo il dovere di farlo noi. Illustre Presidente Mattarella non permetta che venga negata giustizia ad un minore vittima di una Napoli che non fa onore a nessuno, chiediamo che su questa vicenda lei intervenga per accelerare i tempi della giustizia. Far prescrivere questo processo significa uccidere una seconda volta quel ragazzino che ha come unica colpa quella di aver passeggiato per strada ed è stato investito da calcinacci caduti da un monumento. La Galleria oltre ad essere un complesso condominiale è un importante monumento, addirittura sito Unesco.  Salvatore, poco più di un bambino quando è stato ucciso, è vittima dell’incuria istituzionale e di colossi assicurativi indifferenti ai diritti dei suoi familiari.

Avvocato Sergio Pisani (legale della famiglia Giordano)

 

Advertisement

Cronache

Maresciallo arrestato lascia carcere militare e va a domiciliari

Pubblicato

del

Lascia il carcere militare e va agli arresti domiciliari il comandante Davide Oddicini, il maresciallo finito in cella per corruzione, concussione, accesso abusivo ad atti coperti da segreto e falso. Il militare era stato arrestato dai colleghi del nucleo investigativo di Genova e sospeso dal servizio.

Il giudice ha accolto la richiesta dell’avvocato Andrea Testasecca. Per il gip sussistono i gravi indizi ma i domiciliari appaiono adesso una misura adeguata. Nel frattempo proseguono gli accertamenti degli investigatori, coordinati dalla pm Gabriella Dotto e dall’aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. Sotto la lente sono finiti anche due arresti “dubbi”.

Gli investigatori hanno deciso di approfondire questi due episodi anche dopo le audizioni, come persone informate dei fatti, dei colleghi sottoposti al maresciallo. I carabinieri sentiti hanno spiegato che in alcuni casi era lo stesso Oddicini a redigere personalmente i documenti, pur non avendo assistito alle operazioni, facendoli allontanare dall’ufficio. L’ex comandante, tra le varie contestazioni, ha anche quella di avere falsificato i verbali di arresto di uno straniero.

L’uomo, infatti, era stato accusato di rapina impropria sulla base di verbali che, per l’accusa, sarebbero stati “aggiustati” dal carabiniere. Oddicini si è difeso dicendo di essersi basato sulla testimonianza dei presenti (in quel caso una delle testimoni era la fidanzata). Anche per gli accessi al sistema ha dato una sua spiegazione: la maggior parte erano connessi ad attività di indagine, mentre alcuni li ha fatti perché glielo hanno chiesto alcuni amici.

Continua a leggere

Cronache

Fa segnale d’aiuto ai carabinieri per strada e si salva da strupro, arrestato 38enne

Pubblicato

del

Fermato dai carabinieri della compagnia di Roma Centro un cittadino tunisino di 38 anni per violenza sessuale ai danni di una donna 39enne. I militari sono intervenuti dopo aver notato camminare sul marciapiede di via Einaudi una strana coppia per cui l’uomo teneva stretta per mano la donna che, nell’incontrare la pattuglia di militari ha attirato con lo sguardo la loro attenzione, portando la mano libera dietro la schiena per fare il gesto convenzionale antiviolenza ‘Signal for help’ che è stato subito riconosciuto dai militari.

Chiesti i loro documenti, l’uomo ha subito tentato di scappare ma è stato inseguito e fermato dopo circa 200 metri da uno dei militari. La donna ha denunciato di essere stata avvicinata poco prima nell’area cantiere di piazza dei Cinquecento dall’uomo che, dopo averle offerto e fatto consumare del crack, le aveva chiesto in cambio un rapporto sessuale e al suo rifiuto ha iniziato a molestarla, minacciandola di farle del male se non avesse ceduto alla sua richiesta. Così la donna ha finto di accettare convincendolo a spostarsi in una strada vistasi in estremo pericolo, gli aveva fatto credere di accettare, convincendolo a spostarsi nella strada più trafficata.

Continua a leggere

Cronache

Cadavere riemerge dal fiume a Rimini, ipotesi di omicidio

Pubblicato

del

Cadavere riemerge dal fiume Uso, è un omicidio. Lo confermerebbe l’autopsia disposta dalla Procura della Repubblica sul corpo ritrovato il 29 ottobre: l’uomo, Abderrahman Hamdane, 48 anni, cittadino marocchino, è stato ritrovato senza vita galleggiare lungo il fiume, nel tratto compreso tra il comune di Bellaria Igea Marina e quello di San Mauro Pascoli. Aveva in tasca cellulare e documenti, oltre a pochi euro in contanti, ed è stato subito identificato come regolare sul territorio. Lunedì infatti avrebbe dovuto firmare il contratto di lavoro come bracciante e invece giovedì scorso il suo corpo è stato notato da alcuni addetti allo sfalcio che operavano sulla stradina di ghiaia lungo il canale. Il cadavere era riverso a faccia in giù in acqua. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Bellaria Igea Marina, i vigili del fuoco e la polizia municipale. Indagano ora i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Rimini coordinati dal sostituto procuratore Alessia Mussi. L’ipotesi è quella di omicidio volontario.

La morte risalirebbe a poche ore prima del ritrovamento, al momento si ipotizza uno strangolamento o lesioni interne successive ad un’aggressione. Sicuramente quando il 48enne è entrato nel fiume era già morto, perché l’autopsia ha rivelato che non c’era acqua nei polmoni. La salma era stata recuperata dalla squadra di soccorso acquatico dei vigili del fuoco. Hamdane era arrivato in aereo dal Marocco con un volo su Bologna e aveva preso alloggio a casa dei familiari. Ad aspettarlo in Italia infatti c’erano i cognati mentre la moglie era rimasta in Marocco. Probabilmente l’intenzione era di rimanere in Italia per pochi mesi e poi tornare a casa. Il suo corpo è stato quindi ripescato a circa 300 metri dalla casa che condivide con i parenti a Bellaria Igea Marina. Un uomo dal passato specchiato, così come quello dei familiari che sono tutti lavoratori, nei campi e come muratori, e che non hanno alcun precedente.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto