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Omicidio Arcangelo Correra, il vescovo Battaglia ai funerali: basta con la morte dei ragazzi

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Una folla di parenti, amici e comuni cittadini si è radunata nella Chiesa di Santa Caterina a Formiello per l’ultimo saluto ad Arcangelo Correra. Con un lunghissimo applauso e lancio di palloncini bianchi verso il cielo, in tanti hanno salutato Arcangelo all’ uscita, al termine della liturgia della parola. A celebrare l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia (concelebrante. il parroco Carmine Amore) che ha voluto i ragazzi, gli amici di Arcangelo davanti all’ altare, proprio vicino alla bara ”per poterli guardare negli occhi”. “Se davvero sono vere le nostre lacrime, non possiamo fingere perche’ altrimenti Arcangelo non merita la nostra attenzione. Non possiamo essere ipocriti, altrimenti stiamo facendo di nuovo morire Arcangelo. Se non siamo qui per gridare con tutto il cuore e con tutte le nostre forze basta a questa violenza, non faremo nulla per Arcangelo. Non faremo nulla!” ha detto Battaglia in un passaggio del discorso accolto da applausi.

“E’ Arcangelo che lo sta chiedendo. Basta con la morte dei ragazzi! Basta con ogni logica di violenza! Non possiamo fingere, ragazzi. E allora capite, tutto questo dipende anche da voi e da tutti noi” “Ve lo chiedo con tutto il cuore: non abbiate paura di avere paura e abbiate il coraggio di avere coraggio perché le cose possono cambiare. Ma dovete anche voi avere il coraggio di mettervi in gioco nel nome della verita’, nel nome, se siete credenti, del Vangelo, nel nome della vostra coscienza. Non mi stanchero’ mai di ripeterlo:Non date mai a nessuno in appalto la vostra coscienza ma difendete sempre la vostra liberta’ e dignita’. Questo è il modo vero e autentico che abbiamo per onorare Arcangelo”. All’ esterno della chiesa su un maxi schermo sono stati proiettate immagini con messaggi e pensieri di amici e parenti.

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La commovente foto del Papa al Gemelli: affronto un periodo di prova

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Il Papa senza zucchetto e con i paramenti per la messa, la stola viola che si indossa in Quaresima; seduto sulla sedia a rotelle, lo sguardo basso e assorto nella preghiera. E’ la prima immagine di Papa Francesco, diffusa dalla sala stampa della Santa Sede, da quando è stato ricoverato, lo scorso 14 febbraio. La foto arriva dopo il breve audio diffuso durante il rosario in piazza San Pietro il 6 marzo in cui ringraziava i fedeli. Nello scatto Francesco sembra essere libero dalle cannule dell’ossigeno ma la fotografia lo mostra solo di lato. Davanti a lui il piccolo altare per la messa e il crocifisso nella cappellina al decimo piano del Gemelli.

Sulla parete di lato le immagini delle stazioni della Via Crucis, la principale devozione di questo periodo liturgico. Si può immaginare, dietro questa foto, una situazione di sofferenza, quella che il Papa stesso ha descritto nell’Angelus di oggi, il quinto in forma solo scritta: “Sto affrontando un periodo di prova, e mi unisco a tanti fratelli e sorelle malati: fragili, in questo momento, come me. Il nostro fisico è debole ma, anche così, niente può impedirci di amare, di pregare, di donare noi stessi, di essere l’uno per l’altro, nella fede, segni luminosi di speranza”.

Sofferenza, dunque, ma anche speranza perché Dio non abbandona: “Quanta luce risplende, in questo senso, negli ospedali e nei luoghi di cura! Quanta attenzione amorevole rischiara le stanze, i corridoi, gli ambulatori, i posti dove si svolgono i servizi più umili! Perciò vorrei invitarvi, oggi, a dare con me lode al Signore, che mai ci abbandona – sottolinea Papa Francesco – e che nei momenti di dolore ci mette accanto persone che riflettono un raggio del suo amore”.

La situazione del Papa oggi è rimasta stabile: ha continuato la terapia farmacologica e la fisioterapia motoria e respiratoria, “traendone beneficio, soprattutto da quella motoria”, come ha sottolineato la sala stampa vaticana nel briefing pomeridiano con i giornalisti. Francesco ha appunto concelebrato la messa nella cappellina del decimo piano dell’ospedale, ha ripreso un po’ di lavoro, non ha ricevuto visite, riferisce la stessa sala stampa vaticana. Quindi a differenza delle due passate domeniche non ha visto i suoi due più stretti collaboratori, il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e il Sostituto mons. Edgar Pena Parra.

Stasera, come era previsto, non è stato diffuso un nuovo bollettino medico che arriverà tra martedì e mercoledì. Questa mattina a portare la “carezza simbolica” a Papa Francesco sono stati trecento bambini con i loro disegni e letterine. Nel testo dell’Angelus c’era per loro un ringraziamento: “Grazie, carissimi bambini! Il Papa vi vuole bene e aspetta sempre di incontrarvi”. Infine, sempre nell’Angelus scritto, l’appello per la pace: “Continuiamo a pregare per la pace, specialmente nei Paesi feriti dalla guerra: nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo”.

Nel pomeriggio il piazzale del Gemelli si è poi animato con una milonga all’aria aperta. Decine di coppie di ballerini di tango hanno danzato in onore del Papa argentino per fargli sentire la loro vicinanza. Francesco in più occasioni ha detto quanto lo appassioni questa danza, e la musica struggente che la accompagna, uno degli elementi più conosciuti al mondo della cultura argentina. Infine un pensiero ai tanti giovani che sono rimasti uccisi nell’incendio della discoteca nella Macedonia del Nord. Papa Francesco ha inviato un messaggio, attraverso un telegramma a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, esprimendo il suo “profondo cordoglio ai familiari delle vittime” e “la sua vicinanza spirituale ai feriti”.

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Sigfrido Ranucci e le elezioni dell’Ordine dei Giornalisti: polemica e reazioni

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Imbarazzo e sconcerto per le dichiarazioni rilasciate sui social dal vicedirettore Rai Sigfrido Ranucci (foto Imagoeconomica in evidenza) in merito alle elezioni dell’Ordine dei Giornalisti. A esprimere perplessità è il sindacato Unirai, liberi giornalisti Rai, che in una nota critica l’intervento del conduttore e volto noto della televisione pubblica.

LA POSIZIONE DI UNIRAI

Secondo Unirai, Ranucci sarebbe intervenuto “a gamba tesa” nella campagna elettorale dell’Ordine, con affermazioni che violerebbero la legge ordinistica e i principi deontologici della categoria. Il sindacato solleva inoltre interrogativi sulla compatibilità di tali dichiarazioni con il codice etico della Rai, sottolineando che in casi simili l’azienda ha avviato procedimenti disciplinari.

L’INTERVENTO DI RANUCCI E LE SUE MOTIVAZIONI

Ranucci, attraverso un post su Facebook, ha preso una posizione netta, sostenendo la Lista Controcorrente e motivando la sua scelta con un quadro critico dell’attuale condizione del giornalismo in Italia. Il conduttore di Report ha parlato di “leggi bavaglio”, dell’aumento di denunce contro i giornalisti e di pressioni da parte di apparati segreti.

In particolare, Ranucci ha lanciato accuse dirette nei confronti di un candidato, definendolo un “personaggio oscuro” che avrebbe utilizzato la stampa come un “manganello” e diffuso dossier falsi su di lui e sulla sua trasmissione. Il giornalista ha espresso preoccupazione per un metodo che, a suo avviso, potrebbe minare la libertà di stampa.

UN DIBATTITO CHE DIVIDE

L’intervento di Ranucci ha generato forti reazioni all’interno del mondo dell’informazione, con alcuni che ne difendono il diritto di esprimere un’opinione, mentre altri evidenziano la delicatezza del suo ruolo all’interno della Rai, che impone una particolare equidistanza nelle dinamiche elettorali di categoria.

La vicenda pone una questione più ampia: fino a che punto un giornalista di servizio pubblico può esporsi in ambito politico o associativo? Un dibattito che, con le elezioni dell’Ordine dei Giornalisti alle porte, appare destinato a proseguire.

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Non ce la fa operaio ustionato, morto dopo sei giorni

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Ha lottato per quasi sei giorni contro le gravissime ustioni subite, ma non ce l’ha fatto Sanderson Mendoza, l’operaio di 26 anni dipendente della Tapojärvi coinvolto il 10 marzo in un incidente sul lavoro avvenuto nel parco scorie all’interno dell’area del polo siderurgico di Ast a Terni. E’ morto nel pomeriggio di domenica al centro grandi ustionati del Sant’Eugenio di Roma. La notizia si è subito diffusa negli ambienti sindacali ed ha poi trovato conferma da quelle sanitarie. La Tapojärvi Italia è una società specializzata nella movimentazione di materiali utilizzati nell’industria siderurgica. Per questa lavorava il giovane operaio, ternano a tutti gli effetti anche se con origini sudamericane.

“Siamo profondamente dispiaciuti e porgiamo le nostre sincere condoglianze alla famiglia e ai cari del dipendente scomparso” hanno affermato Mari Pilventö, acting ceo Tapojärvi group, e Martti Kaikkonen, ceo Tapojärvi Italia. “La nostra comunità – hanno annunciato – onorerà il nostro collega con un minuto di silenzio in tutte le sedi del Gruppo Tapojärvi lunedì 17 marzo alle 12”. “Profondo dolore” è stato espresso da Arvedi Ast . “In questo momento di immensa tristezza – dice Arvedi Ast – desideriamo esprimere la nostra vicinanza ed il nostro cordoglio di vero cuore alla famiglia, ai colleghi ed a tutte le persone a lui care”. Il sindaco di Terni Stefano Bandecchi ha sottolineato che “la morte del giovane operaio che lavorava all’interno di Ast “è una bruttissima notizia che colpisce tutti noi e tutta la città di Terni”.

Ha quindi riconfermato il suo impegno “affinché i luoghi di lavoro siano occasione di sviluppo, indipendenza economica, realizzazione professionale e personale e non certo di morte”. Cosa sia successo esattamente nella serata del 10 marzo è ancora al vaglio della Procura della Repubblica di Terni. Il ventiseienne era alla guida di un mezzo da lavoro, denominato Klingher, adibito al trasporto delle siviere e improvvisamente investito dalle fiamme. All’interno dei recipienti vengono infatti movimentare scorie d’acciaio, fuse ad altissime temperature.

Una delle ipotesi è che il metallo allo stato liquido si sia almeno in parte sversato e il contatto con il terreno abbia innescato il rogo. Il giovane era stato subito soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale di Terni e poi trasferito nella struttura sanitaria romana dove è morto. Il giorno dopo l’incidente otto ore di sciopero per tutti i turni di lavoro erano state proclamate per i lavoratori di Tapojärvi e per il personale diretto e delle ditte terze di Acciai speciali Terni e Tubificio dalle segreterie territoriali di Fim, Fiom e Uilm e le rsu di Tapojärvi e Ast. I sindacati avevano subito incontrato le direzioni aziendali, sottolineando “il fatto ripropone con forza il tema della sicurezza all’interno di tutti i luoghi di lavoro”.

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