Collegati con noi

Esteri

Ocean Viking in Francia,scendono tutti dalla Geo Barents

Pubblicato

del

C’è chi tocca finalmente il suolo italiano e chi invece è ancora in mare, diretto però verso la Francia. Si definiscono i destini dei migranti salvati dalle Ong e la premier Giorgia Meloni rivendica la linea tenuta in questi giorni dall’esecutivo: “in tema di sicurezza e contrasto all’immigrazione illegale, gli italiani si sono espressi alle urne, scegliendo il nostro programma e la nostra visione. I cittadini ci hanno chiesto di difendere i confini italiani e questo governo non tradirà la parola data”. La Ocean Viking – ‘respinta’ dall’Italia – è in navigazione verso Marsiglia; la Rise Above ha invece sbarcato a Reggio Calabria tutti i suoi 89 ‘ospiti’ ed è subito ripartita ed anche per le altre due navi nel porto di Catania c’è finalmente la soluzione: la Geo Barents ha avuto l’ok a far scendere il suo “carico residuale”, cioè le persone che non erano state considerate vulnerabili dopo la prima ispezione dei medici dell’Usmaf. Un iter analogo che si profila anche per la Humanity One. E mentre la Commissione europea ricorda all’Italia che ha il dovere di garantire ai migranti l’accesso alle procedure per l’asilo, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, respinge con nettezza gli attacchi: “non accettiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani”. Matteo Salviniper una volta non replica ma si limita ad esultare per la partenza della Ocean Viking verso la Francia: “bene così. L’aria è cambiata”. Ma la partita politica non è chiusa, con il Pd che chiede a Piantedosi di riferire in Aula Senato su quanto sta accadendo ed il segretario Enrico Letta che definisce “la selezione dei disperati una aberrazione e uno schiaffo alla civiltà e allo Stato di diritto”. Una nave se ne va, dunque. La Ocean Viking – bandiera norvegese, della ong francese Sos Mediterranee – è diretta a Marsiglia. La decisione di Parigi di accoglierla arriva dopo un colloquio ieri sera tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed il capo dello Stato francese, Emmanuel Macron. Secondo quanto riferito all’ANSA da una fonte del ministero dell’Interno francese, l’Italia è “rimasta ferma sulle sue posizioni” e così è stato anche “oggi pomeriggio in un ultimo contatto telefonico fra i ministri Matteo Piantedosi e Gérald Darmanin”. La Francia ha dunque accettato di farsi carico dei 234 migranti soccorsi dalla Ocean Viking, che è una delle più grandi ed efficienti navi umanitarie. Il lungo viaggio verso Marsiglia la terrà per diversi giorni lontana dall’area di ricerca e soccorso al largo della Libia e questo non può che rallegrare il Governo di centrodestra, che punta a responsabilizzare i Paesi di bandiera della navi o delle ong che le gestiscono. Differente il caso della tedesca Rise Above, nave piccola, con bassa capienza e inadatta a stare lunghi giorni in mare con tante persone vulnerabili. ha svolto l’intervento di soccorso sotto il coordinamento delle autorità italiane,non ha tentato di forzare il blocco ed è stata dunque ‘premiata’ con l’assegnazione del ‘pos’ a Reggio Calabria. Non c’è stata inoltre la selezione tra i vulnerabili da far scendere e gli altri da tenere a bordo. Sono sbarcati tutti e 89. Il braccio di ferro è proseguito per tutta la giornata, invece, a Catania, con la Geo Barents e la Humanity One. La svolta quando ispettori del ministero della Salute sono nuovamente saliti a bordo della prima per rivalutare la situazione, dopo che Medici senza frontiere aveva segnalato le difficili condizioni dei 212 migranti rimasti sulla nave. Al termine si è deciso che il loro stato di salute era incompatibile con la permanenza a bordo e sono stati fatti scendere tutti. Notizia accolta con grande gioia e pianti d’esultanza per la fine di una lunga attesa. “Torneremo subito in mare a salvare vite”, annuncia il capo delegazione Juan Matias Gil. Il team medico in serata si è trasferito sulla Humanity 1 per svolgere le stesse visite a chi è rimasto a bordo. Sul tema migranti si è espressa oggi il presidente del Consiglio. “Negli ultimi anni – ha ricordato – abbiamo assistito a una gestione inadeguata del fenomeno, che ha prodotto grandi ed evidenti disagi: hotspot al collasso, sbarchi aumentati, Forze dell’Ordine allo stremo. E il tutto ha portato a un crescente clima di insicurezza generale. Il nostro obiettivo – ha sottolineato – è difendere la legalità, la sicurezza e la dignità di ogni persona. Per questo vogliamo mettere un freno all’immigrazione clandestina, evitare nuove morti in mare e combattere i trafficanti di esseri umani. Piantedosi, la cui direttiva dello scorso 25 settembre ha dato il via all’offensiva anti-ong del Governo, è finito prevedibilmente nel mirino: c’è chi ha definito incostituzionale il suo provvedimento e chi lo ha attaccato per la frase sul “carico residuale”. Lui non ci sta. “Se vi volete fermare all’esegesi delle espressioni burocratiche – si accende, rispondendo ai giornalisti – fate pure, ma non accettiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani”. Il titolare del Viminale sottolinea anche i migranti a Catania “non sono in mare, sono al sicuro”. Quanto alla selezione tra i “vulnerabili”, scesi e gli altri, tenuti sulle navi, ricorda che “ci sono ricorsi in atto, si deciderà nelle sedi competenti”.

Advertisement
Continua a leggere

Esteri

Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

Pubblicato

del

La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

Continua a leggere

Esteri

Indagini sulla moglie, Sanchez valuta le dimissioni

Pubblicato

del

E’ un leader abituato alla resilienza, rimasto al timone nelle condizioni più avverse. Ma per Pedro Sanchez ha avuto l’effetto di una bomba di profondità la notizia, anticipata da El Confidencial, di un’indagine aperta dal Tribunale di Madrid nei confronti di sua moglie, Begona Gomez, sulla base di un esposto presentato dal sindacato di estrema destra Manos Limpias, che ipotizza presunti reati di abuso di informazione privilegiata e corruzione. Tanto che il premier, pur confidando nella giustizia, sta valutando l’ipotesi di dimettersi: una decisione sarà presa lunedì.

L’attività professionale della primera dama all’African Center dell’Istituto di Impresa privato IE University e all’Università Complutense, e sui presunti rapporti con alcune imprese destinatarie di appalti e fondi pubblici, da settimane era al centro di una campagna mediatica, cavalcata dal Partito Popolare e dall’ultradestra Vox, che hanno minacciato di citare Begogna Gomez anche nella commissione parlamentare d’inchiesta sulle presunte tangenti sulle forniture di materiale sanitario durante la pandemia, che scuote l’esecutivo socialista.

“In un giorno come oggi, e dopo le notizie che ho conosciuto, nonostante tutto, continuo a credere nella giustizia del mio paese”, aveva affermato, scuro in volto e in tono grave Pedro Sanchez stamattina durante il question time alla Camera, senza fare riferimento diretto all’inchiesta. Poi, in serata, ha rotto il silenzio, in una lettera di 4 pagine alla cittadinanza su X, in cui ha annunciato di aver “cancellato l’agenda” per un “periodo di riflessione” in cui rifletterà “se valga la pena” restare alla guida del governo, davanti “alla campagna di intimidazione e demolizione” mossa dal Partito Popolare e dall’ultradestra Vox nei confronti della moglie, che sta soffrendo assieme alla sua famiglia. Si tratta, scrive il premier, che cita di nuovo “la macchina del fango”, “di attacchi senza precedenti” per “tentare di abbattermi politicamente e personalmente attaccando mia moglie”.

“Arrivati a questo punto, la domanda che mi pongo legittimamente è: vale la pena tutto questo?”, si chiede il capo dell’esecutivo. L’esposto di Manos Limpias – che si autodefinisce un sindacato, fondato nel 1995 da Miguel Bernard, ex responsabile del gruppo di estrema destra Forza Nuova – è l’ultimo di una lunga serie di denunce presentate contro il governo e la sinistra e spesso finite nel nulla. L’ultima si basa su una serie di articoli pubblicati da quella che Sanchez chiama “una costellazione di testate dell’ultradestra” ed è relativo a presunte riunioni avute nel 2020 da Begona Gomez con i responsabili di Globalia, proprietaria della compagnia aerea Air Europa.

Poi destinataria di un finanziamento 475 milioni da parte dell’esecutivo spagnolo mediante il fondo creato durante la pandemia per il salvataggio di imprese strategiche. Gli inquirenti stanno anche esaminando due lettere di raccomandazioni che Gomez avrebbe fornito per una joint venture per un appalto pubblico, secondo El Confidencial. Il principale azionista della joint venture era il consulente Carlos Barrabes, che ha legami con il dipartimento gestito da Gomez all’Università Complutense di Madrid ed ha vinto il contatto, battendo altri 20 rivali, per 10,2 milioni di euro. L’indagine preliminare, aperta il 16 aprile dal tribunale madrileno, è stata secretata dal giudice che ha citato a dichiarare vari testimoni, fra i quali due giornalisti. Non è stata citata per ora la moglie del premier, ma lo sarà.

“Abbiamo smentito queste falsità mentre Begogna ha intrapreso azioni legali”, spiega il premier nella missiva. “Begogna collaborerà con la giustizia e difenderà la sua onorabilità”, assicura. Ma “sono state superate tutte le linee rosse” ed è necessaria “una riflessione”. Il partito popolare per bocca della vicesegretaria nazionale Ester Munuz, ha chiesto a Sanchez di dare spiegazioni. E la segretaria del partito ha accusato il premier di “vittimismo e di sparire per 5 giorni invece di dare conto”. In difesa del premier e della moglie è invece intervenuta la sua vice, Maria Jesus Montero: “Non permetteremo che queste pratiche trumpiane per coprire la corruzione nel Pp minino la democrazia spagnola”. I quotidiani della costellazione dell’estrema destra da settimane danno Pedro Sanchez in partenza per Bruxelles in vista di un ruolo di primo piano nelle nuove istituzioni comunitarie dopo il voto di giugno.

Continua a leggere

Esteri

Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

Pubblicato

del

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto