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Occhiuto domina grazie ai voti moderati: Forza Italia prima forza, FdI e Lega inseguono

Roberto Occhiuto trionfa in Calabria sostenuto da un’ondata di voti moderati. Forza Italia prima forza al 18%, FdI al 10%, Lega al 9%. Il centrosinistra fermo: Pd al 13%, M5s al 6,5%.

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Una marea di voti moderati spinge Roberto Occhiuto verso una vittoria netta in Calabria, confermando la solidità del centrodestra e la forza di Forza Italia, che si attesta come primo partito con il 18%. Secondo il sondaggista Antonio Noto, «tra il 60 e il 65% dei voti ottenuti da Occhiuto arrivano dall’area moderata», un bacino che ha garantito la spinta decisiva al governatore.

Il presidente uscente consolida così il suo consenso personale, mentre l’affluenza, ferma al 43,14%, segna il minimo storico per la regione.

Forza Italia guida la coalizione

Il risultato di Forza Italia è il migliore dal 2021 e conferma la leadership del partito di Antonio Tajani nel Mezzogiorno. Subito dietro si piazza la lista del presidente Occhiuto con quasi il 13%, seguita da Fratelli d’Italia, che si ferma al 10-11%, e dalla Lega al 9%.

Una coalizione in equilibrio, ma con una chiara egemonia centrista. «Si vince al centro», aveva sottolineato Tajani commentando il voto. Anche Noi Moderati, con il 4,5%, rafforza l’asse centrista del centrodestra.

FdI e Lega crescono ma non sfondano

Per Fratelli d’Italia, pur in crescita rispetto all’8,7% delle regionali 2021, il risultato resta inferiore rispetto al 20,5% ottenuto alle europee, una frenata che il sondaggista Lorenzo Pregliasco attribuisce al peso della lista del presidente, capace di catalizzare il voto d’opinione.

La Lega si conferma in linea con i risultati precedenti, attorno al 9%, un dato che soddisfa il partito di Matteo Salvini, stabile nella regione.

Centrosinistra fermo: Pd e M5s non decollano

Sul fronte opposto, la coalizione guidata da Pasquale Tridico non riesce a impensierire il centrodestra. Il Partito Democratico resta fermo al 13%, praticamente lo stesso dato del 2021, mentre il Movimento 5 Stelle si ferma al 6,5%, identico a quattro anni fa, nonostante l’impegno diretto di Giuseppe Conte in campagna elettorale.

La lista civica Tridico supera invece il 7%, segno che parte del consenso si è spostato sul nome del candidato piuttosto che sui simboli dei partiti. L’alleanza Verdi-Sinistra, invece, resta sotto il 4% e rischia di restare fuori dal Consiglio regionale.

Il bilancio politico

Secondo YouTrend, con la sconfitta calabrese il binomio Pd-M5s registra l’undicesima perdita su quattordici elezioni regionali in cui si è presentato unito. L’esperimento del campo largo, ancora una volta, non convince l’elettorato.

Per Occhiuto, invece, si profila una riconferma con tre punti in più rispetto al 2021, segno che la strategia moderata e il radicamento personale restano la chiave vincente del centrodestra in Calabria.

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Esteri

Cena di gala alla Casa Bianca: Musk e Ronaldo tra gli ospiti di Trump e del principe saudita Mohammed bin Salman

Elon Musk e Cristiano Ronaldo tra i cento ospiti della cena di gala organizzata da Donald Trump alla Casa Bianca in onore del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Presenti anche Infantino, Tim Cook e David Ellison.

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Elon Musk e Cristiano Ronaldo figurano nella lista dei cento ospiti selezionati per la cena di gala organizzata alla Casa Bianca dal presidente statunitense Donald Trump in onore del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Un evento di grande visibilità politica e mediatica che ha riunito alcune delle figure più influenti del mondo dello sport, della tecnologia e dell’economia globale.

La presenza dei big della tecnologia e dell’economia

Tra gli invitati anche David Ellison, nuovo presidente della Paramount, e Tim Cook, amministratore delegato di Apple. La loro partecipazione testimonia l’interesse delle grandi corporation statunitensi nei rapporti tra Washington e Riyad, soprattutto sul fronte tecnologico e delle produzioni industriali.

Sport e diplomazia nella stessa sala

Accanto ai magnati della Silicon Valley e ai vertici dell’industria americana erano presenti anche personalità di primo piano dello sport mondiale. Oltre a Cristiano Ronaldo, ha preso parte alla cena Gianni Infantino, presidente della FIFA, in un momento di intensi rapporti tra Arabia Saudita e mondo del calcio internazionale.

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Esteri

Trump annuncia: “L’Arabia Saudita sarà maggior alleato non-Nato degli Stati Uniti”

Durante una cena di gala alla Casa Bianca, Donald Trump annuncia che gli Stati Uniti designeranno l’Arabia Saudita come “maggior alleato non-Nato”, un titolo concesso finora a soli 19 Paesi.

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Durante una cena di gala alla Casa Bianca organizzata per il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che Washington designerà l’Arabia Saudita come “maggior alleato non appartenente alla Nato”, uno status particolare previsto dalla legislazione americana e concesso finora solo a 19 Paesi.

Un titolo che rafforza la cooperazione tra Washington e Riad

Trump ha spiegato che la decisione punta a portare “la cooperazione militare a livelli ancora più elevati”, riconoscendo all’Arabia Saudita un ruolo strategico nei rapporti di sicurezza regionali e nel quadro della politica estera statunitense.
La designazione garantisce al Paese benefici specifici in termini di cooperazione militare, accesso a tecnologie e programmi di difesa, pur non implicando alcun obbligo di difesa automatica come previsto invece per gli alleati Nato.

Le parole del presidente americano

“Stasera sono lieto di annunciare che porteremo la nostra cooperazione militare a livelli ancora più elevati designando formalmente l’Arabia Saudita come maggior alleato non appartenente alla Nato”, ha dichiarato Trump.
Il presidente ha inoltre sottolineato che l’annuncio era stato mantenuto “segreto” fino alla serata: “Ve lo dico solo ora per la prima volta, perché volevano mantenere un piccolo segreto per stasera”.

Il contesto diplomatico

La scelta arriva in un momento di consolidamento dei rapporti tra Stati Uniti e Arabia Saudita, con focus su sicurezza regionale, cooperazione energetica e gestione dei dossier mediorientali.
La presenza di Mohammed bin Salman alla Casa Bianca conferma il ruolo centrale della monarchia del Golfo nelle strategie statunitensi.

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Esteri

Argentina, confermati i capi d’accusa per l’ex presidente Alberto Fernández

La Corte federale d’appello argentina conferma i capi d’accusa per Alberto Fernández, accusato di negoziazioni incompatibili con la funzione pubblica nella gestione delle polizze del settore pubblico. Embargo da 10 milioni di dollari e divieto di espatrio.

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La Corte federale di appello argentina ha confermato i capi d’accusa nei confronti dell’ex presidente Alberto Fernández, lasciandolo di fatto a un passo dal processo. Il provvedimento riguarda il presunto sistema di gestione irregolare dei contratti assicurativi del settore pubblico durante il suo mandato, tra il 2019 e il 2023.
La Corte ha convalidato il rinvio a giudizio senza detenzione preventiva per il reato di negoziazioni incompatibili con la funzione pubblica, fattispecie che prevede pene da uno a sei anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

L’embargo sui beni e le misure restrittive

I giudici hanno disposto un embargo fino a 10 milioni di dollari sui beni dell’ex capo di Stato e il divieto di lasciare il Paese senza autorizzazione. Misure che rispondono ai ricorsi presentati dalla difesa di Fernández e di oltre venti tra ex funzionari e imprenditori coinvolti nella stessa vicenda giudiziaria.

Il meccanismo contestato nella gestione delle polizze pubbliche

L’indagine riguarda un decreto firmato da Fernández nel dicembre 2021, che obbligava tutte le amministrazioni pubbliche a stipulare polizze assicurative esclusivamente tramite la compagnia statale Nación Seguros. La norma permetteva però anche l’intervento di assicurazioni private in regime di coassicurazione, con la possibilità di assegnare quote dei contratti a intermediari scelti senza gare pubbliche.
Secondo i magistrati, questo sistema avrebbe favorito un circuito di assegnazioni arbitrarie e commissioni elevate, al quale avrebbero preso parte intermediari indicati come vicini al vertice della struttura presidenziale.

Il ruolo di Héctor Martínez Sosa e le accuse sui flussi economici

Tra i principali beneficiari individuati dagli inquirenti figura Héctor Martínez Sosa, marito della segretaria privata dell’ex presidente. È accusato di aver ricevuto circa il 60% delle commissioni generate dal sistema di intermediazione.
Per la Corte, vi sono elementi che indicano una “partecipazione diretta” di Fernández nel meccanismo, motivo per cui autorizza il giudice federale Sebastián Casanello a proseguire verso il dibattimento, con ulteriori approfondimenti richiesti sui flussi di denaro.

Gli sviluppi giudiziari e le altre accuse pendenti

L’ex presidente, che finora non ha commentato la decisione, è imputato anche in un altro procedimento riguardante minacce e lesioni nei confronti dell’ex compagna Fabiola Yáñez. Con la conferma dei capi d’accusa nel caso Nación Seguros, il quadro giudiziario che coinvolge Fernández si fa ora più complesso e potrebbe sfociare in un processo nei prossimi mesi.

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