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Esteri

Nuovo scandalo privacy per Facebook, la società di Zuckerberg affonda in Borsa

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Facebook finisce ancora nel mirino per la gestione della privacy e il titolo della società crolla in Borsa arrivando a cedere oltre il 7%. Il social network negli anni ha stretto una serie di accordi con le più grandi compagnie tecnologiche – da Apple a Microsoft, da Netflix a Spotify – dando loro un accesso speciale, più intrusivo, ai dati personali degli utenti. A puntare il dito e’ una nuova inchiesta del New York Times che descrive un sistema di vantaggi reciproci sulle spalle di cittadini ignari. Facebook ammette le intese ma assicura la tutela della privacy, ribadita anche dalle societa’ coinvolte. L’inchiesta del Nyt e’ solo una delle tante grane che pesano su Facebook e che hanno portato gli investitori, e da ultimo anche le associazioni per i diritti civili, a chiedere le dimissioni di Mark Zuckerberg da presidente del consiglio di amministrazione. A partire dallo scandalo Cambridge Analytica, in cui sono stati coinvolti i profili di 87 milioni di utenti. Una vicenda che in queste ore ha spinto il procuratore di Washington DC a far causa al social network per non aver protetto i suoi iscritti. Mentre solo qualche giorno fa la compagnia ha reso nota una vulnerabilita’ che ha esposto le foto non condivise di potenziali 6,8 milioni di profili. Ma soprattutto dal 2016, periodo delle presidenziali Usa, e’ impegnata a gestire il problema dell’interferenza russa nelle elezioni americane. Interferenza, come hanno mostrato due rapporti presentati poche ore fa al Senato Usa, giocata sui social e i siti web a colpi di profili falsi, post, pubblicita’ e fake news. Stando al New York Times, che ha scandagliato 150 accordi emersi da centinaia di pagine di documenti interni e da una cinquantina di interviste ad ex impiegati di Facebook, le partnership in essere tra il 2010 e il 2017 con i colossi tecnologici hanno portato al social piu’ utenti ed entrate pubblicitarie, mentre le altre aziende hi-tech si sono arricchite di funzioni per rendere i loro prodotti più attraenti. Nel dettaglio, Facebook avrebbe consentito a Netflix, Spotify e Royal Bank of Canada di leggere i messaggi privati degli utenti. La società di Zuckerberg avrebbe inoltre dato a Apple l’accesso a numeri di contatto e calendario degli utenti, ad Amazon e a Microsoft la possibilita’ di ottenere l’indirizzo e-mail di un utente attraverso i suoi amici sul social. Facebook in una nota ha ammesso gli accordi, che tuttavia “non hanno mai dato alle aziende l’accesso alle informazioni senza il permesso degli utenti”. Amazon, Microsoft e Yahoo hanno fatto sapere di aver usato i dati in modo appropriato, mentre Apple ha affermato di non essere a conoscenza di privilegi e ha rimarcato che i dati degli utenti restano sui loro dispositivi e non sono disponibili ad altri. Smentite di usi scorretti delle informazioni degli utenti arrivano anche da parte di Spotify, della banca canadese e di Netflix, la quale ha puntualizzato di non aver mai avuto accesso ai messaggi privati.

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Musk deride Zelensky, ‘non chiedi aiuti da 5 minuti’

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Incontenibile Elon Musk. Non pago di aver rivoluzionato finora il settore delle auto elettriche, aperto la strada ai chip nel cervello e inventato il turismo spaziale, l’uomo più ricco del mondo ha deciso di scendere sulla terra per occuparsi, a modo suo, delle principali questioni d’attualità: dall’Ucraina alla crisi dei migranti negli Usa e in Europa fino al sempre verde tema del vaccino contro il Covid. L’ultimo affondo, sul social media acquistato per 44 miliardi di dollari, ha preso di mira il presidente ucraino Volodymyr Zelensky subito dopo il passaggio al Congresso americano di una legge di bilancio provvisoria che prevede un taglio ai fondi a Kiev. “Quando sono passati cinque minuti e non hai chiesto aiuti per l’Ucraina”, ha scritto Musk ripostando su X una versione del famoso meme del ‘viso in tensione’ (‘strained face meme’) con il volto del leader ucraino al posto di quello dello studente protagonista della foto originale che risale a dieci anni fa.

Immediata la reazione irritata dell’Ucraina che, usando la stessa immagine ma con la faccia del miliardario, ha ribattuto sull’account del parlamento: “Quando sono passati cinque minuti e non hai diffuso propaganda russa”. In quasi due anni l’atteggiamento del patron di Tesla sulla guerra lanciata da Mosca è stato piuttosto ambiguo. Da una parte il controverso imprenditore, forse anche su pressione del Pentagono, ha subito messo a disposizione di Kiev i suoi satelliti Starlink per facilitare le comunicazioni militari e civili degli ucraini. Dall’altra alcune sue dichiarazioni sul conflitto (“tanti morti per nulla”) e il sospetto che l’anno scorso abbia ordinato di spegnere gli stessi satelliti per evitare un attacco contro la flotta russa hanno suscitato dubbi e preoccupazione in Occidente.

Per non parlare dei suoi rapporti sospetti con Vladimir Putin e le continue incursioni in Cina, accompagnate da frequenti sortite anti-Taiwan. L’attacco contro Kiev arriva peraltro alla fine di una settimana abbastanza dinamica per il Musk opinionista che, in pochi giorni, è passato da una visita a sorpresa al confine tra Messico e Texas ad una polemica contro la Germania sulla gestione della crisi dei migranti. Su X è diventato virale il suo video a Eagle Pass, una delle città di transito dei flussi migratori, con il cappello da cowboy e gli occhiali a specchio mentre dispensa consigli su come risolvere una delle più grandi piaghe degli Stati Uniti. Stessi suggerimenti, non richiesti, che ha dato al governo di Berlino, accusato dal miliardario di lavarsi le mani dal problema a scapito dell’Italia.

E per non farsi mancare nulla, è entrato a gamba tesa anche sul vaccino contro il Covid, nei giorni in cui l’amministrazione di Joe Biden ha rilanciato la campagna per invitare gli americani a sottoporsi alla nuove versione. “Immagina un vaccino così sicuro che ti devono minacciare per fartelo. E immagina un virus così mortale che devi fare il test per scoprire di averlo”, ha scritto su X il miliardario che nell’aprile del 2021 assicurava di “essere favorevole a tutti i vaccini e a quello contro il Covid in particolare. I dati scientifici sono inequivocabili”. Una delle tante giravolte che fanno pensare che Musk sia sempre più vicino alle teorie cospirazioniste dell’estrema destra.

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‘Usa preoccupati da corruzione in Ucraina, può minare la fiducia’

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 L’amministrazione Biden è molto più preoccupata della corruzione in Ucraina di quanto nom ammetta in pubblico. E’ quanto emerge da un documento riservato sulla strategia americana per Kiev che delinea – riporta Politico – le numerose iniziative di Washington per sradicare la corruzione in Ucraina. “La percezione di un elevato livello di corruzione” potrebbe “mettere in pericolo la fiducia del pubblico e dei leader stranieri nel governo in tempo di guerra”, afferma il documento, che include dettagli sugli obiettivi americani in Ucraina, dalla privatizzazione delle banche all’insegnamento dell’inglese a scuola e all’incoraggiare le forze armate di ad adottare i protocolli della Nato.

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‘Mosca ha concentrato oltre 10.000 soldati a Bakhmut’

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Ancora Bakhmut. Nel precario equilibrio della linea del fronte est in Ucraina, l’insediamento del Donetsk ormai ridotto a un cumulo di macerie resta una preoccupazione per Kiev: secondo il Gruppo orientale delle Forze armate ucraine, la Russia infatti non ha alcuna intenzione di perdere la città e vi ha concentrato più di 10.000 militari effettivi, con reggimenti di carri armati, gruppi motorizzati e aviotrasportati. “Ci sono pesanti battaglie”, ha affermato il portavoce del gruppo Ilya Yevlash, secondo cui l’assalto a Bakhmut sarebbe un prezzo molto alto da pagare e l’Ucraina non può permettersi di perdere così tante persone. Quindi, fino a quando l’operazione non sarà perfettamente pianificata e non saranno sgomberati tutti i campi minati, i soldati ucraini non saranno mandati avanti.

Kiev preferisce spingere a sud nella controffensiva mentre prova a tenere sul fianco orientale, con la guerra che si avvicina a grandi passi verso il triste traguardo dei 600 giorni di ostilità. E che la Russia è pronta a combattere per anni, secondo l’analisi dell’intelligence britannica. A suggerire le conclusioni degli 007 di Londra è la decisione di Mosca di aumentare del 70% il budget alla difesa per il 2024, portandolo a circa il 6% del Pil anche a discapito degli altri settori. Una decisione preoccupante per il governo ucraino di Volodymyr Zelensky, ancor più perché tra gli alleati occidentali sembra che il vento stia cambiando e che le certezze sul sostegno militare occidentale a Kiev non sia più solido come un anno fa. Una buona notizia per Kiev sembrava arrivare invece dal Regno Unito, con il ministro della Difesa Grant Shapps aperto alla possibilità di schierare addestratori britannici in Ucraina. In un’intervista al Telegraph, il funzionario ha detto di averne già parlato con il capo di stato maggiore Patrick Sanders. Ma Rishi Sunak ha frenato subito: “Credo che ci siano state notizie errate al riguardo”, ha specificato il primo ministro britannico, sottolineando che quanto detto da Shapps riguarda “il lungo termine, non il presente”.

Finora infatti nessuno dei Paesi Nato ha attuato misure del genere, preferendo addestrare i militari di Kiev fuori dall’Ucraina per ridurre al minimo i rischi per i soldati occidentali, la cui eventuale morte potrebbe diventare motivo di escalation. Da Mosca intanto è giunto il commento tagliente di Dmitry Medvedev: se andranno in Ucraina, i britannici “saranno spietatamente distrutti”, sono state le parole del superfalco di Putin. Tra le incognite e i dubbi sul futuro della guerra, l’unica certezza è che milioni di ucraini si preparano ad affrontare un altro difficile inverno di attacchi alle infrastrutture critiche, che porteranno blackout e freddo in tutto il Paese. Nell’ultima giornata, gli attacchi russi sono continuati su Kherson, Kharkiv, Zaporizhzhia e in altre regioni del Paese. Le autorità ucraine hanno denunciato che un massiccio raid con droni è stato lanciato nella notte sulla regione di Cherkasy, in Ucraina centrale, e sono state colpite strutture dove viene immagazzinato il grano: le esplosioni hanno provocato incendi di vaste proporzioni. Dall’altra parte del confine, il media indipendente bielorusso Netxa ha riferito invece che un drone avrebbe colpito una fabbrica di aerei nella regione russa di Smolensk, senza tuttavia trovare conferme dalle autorità russe o quelle ucraine. Secondo una fonte dell’intelligence di Kiev citata dall’Ukrainska Pravda, un drone ucraino avrebbe colpito anche una base per elicotteri a Sochi.

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