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Salute

Nuovo focolaio aviaria a Verona, 53 in Italia da ottobre

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Un nuovo focolaio di influenza aviaria è stato accertato nel fine settimana a Vigasio, in provincia di Verona, in un allevamento di 800mila galline ovaiole. Il nuovo episodio porta a 18 il numero di focolai sul territorio italiano dall’inizio dell’anno e a 53 dall’inizio della stagione influenza, a ottobre: 23 in Veneto, 22 in Lombardia, 6 in Emilia-Romagna, 2 in Friuli-Venezia Giulia. I dati, contenuti nell’ultimo bollettino redatto dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, sono stati presentati nel corso dell’incontro con le aziende avicole regionali convocato da Confagricoltura Veneto nella sede di Padova ad Albignasego. “Il virus si modifica, circola in nuove aree come il Trevigiano, finora poco a rischio, con nuovi uccelli volatili infetti che lo propagano, come gli ibis e gli aironi, riuscendo anche ad adattarsi ad ambienti diversi da quelli accertati finora, spiega Calogero Terregino, direttore del dipartimento di Scienze biomediche comparate dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie.

Questa situazione “pone un punto di domanda sulle misure di biosicurezza, che potrebbero non essere più sufficienti” e “rilancia l’opportunità dell’adozione di un vaccino”. Soluzione, questa, che tuttavia è molto complessa da mettere in atto e che rappresenta una “extrema ratio”, aggiunge l’esperto. Intanto si alza il livello di allerta anche negli Stati Uniti. Nel fine settimana il Dipartimento dell’Agricoltura della Georgia ha confermato un focolaio in un’azienda avicola situata nella contea di Elbert. Non è la prima volta che il virus colpisce gli allevamenti Usa. Dall’inizio della nuova epidemia, nel 2022, sono stati interessati quasi 650 aziende per un totale di circa 130 milioni di volatili. Tuttavia, salvo poche eccezioni, l’infezione finora aveva soltanto lambito gli Stati con una maggiore popolazione di pollame.

La Georgia, invece, con una popolazione di 1,3 miliardi di esemplari, è in testa alla classifica per la produzione di “pollo da carne” (i cosiddetto ‘broiler’). È inoltre tra i primi per galline ovaiole. Le autorità sanitarie hanno messo in quarantena tutte le aziende di pollame commerciale nel raggio di 10 chilometri. Sono state inoltre vietate fiere e mostre avicole in tutto lo stato. Non ci sono invece limitazioni alla commercializzazione e al consumo di carne e derivati. Il pollame, però, non è l’unica preoccupazione. Cresce l’attenzione anche per gli animali da compagnia, specie gatti e cani. La Food and Drug Administration ha invitato i produttori di alimenti per cani e gatti, che utilizzano materie prime crude o non pastorizzate derivate da pollame o bovini, a rinnovare i piani di sicurezza alimentare inserendo controlli indirizzati specificamente al virus dell’influenza aviaria, considerato ormai un “pericolo noto o ragionevolmente prevedibile”.

Nei giorni scorsi, poi, i Centers for Disease Control and Prevention hanno chiesto ai medici e ai laboratori di sottoporre a test i pazienti con sospetta influenza, accelerando gli approfondimenti diagnostici in caso di campioni positivi a virus di tipo A per verificare la presenza dell’agente dell’aviaria H5N1. Un processo che dovrebbe essere ancora più veloce e rigoroso in caso di pazienti ricoverati. Proprio dai test per l’influenza nella scorsa settimana è emerso un nuovo caso di aviaria in un bambino in California, che porta a 38 la conta dei contagi nello stato e a 67 quelli nazionali. Il virus A/H5N1, inoltre, continua a circolare nel mondo. In Cambogia si è registrato un nuovo decesso: un uomo di 28 anni che probabilmente ha contratto il virus nell’allevamento di pollame dove svolgeva attività di vigilanza.

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Filo interdentale almeno 1volta a settimana e rischio ictus cala

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L’uso del filo interdentale almeno una volta alla settimana potrebbe ridurre del 22% il rischio di ictus “ischemico”, evento causato da un coagulo che blocca il flusso sanguigno cerebrale e da battiti cardiaci irregolari; potrebbe ridurre inoltre il rischio di fibrillazione atriale del 12% e del 44% quello di ictus cardioembolico (coaguli di sangue provenienti dal cuore). Lo suggerisce uno studio preliminare che sarà presentato all’International Stroke Conference 2025 dell’American Stroke Association che si tiene fino a venerdì a Los Angeles. Un recente rapporto sulla salute globale ha rivelato che le malattie del cavo orale – come la carie non curata e le malattie gengivali quali gengivite e parodontite colpiscono 3,5 miliardi di persone (dati relativi al 2022), spiega l’autore principale dello studio Souvik Sen del Dipartimento di Neurologia, del Prisma Health Richland Hospital e della University of South Carolina School of Medicine di Columbia, South Carolina.

“Volevamo determinare quale aspetto dell’igiene orale – filo interdentale, spazzolino o visite regolari dal dentista – avesse il maggiore impatto sulla prevenzione dell’ictus”. Lo studio Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC) ha valutato l’uso domestico del filo interdentale attraverso un questionario proposto a oltre 6.000 persone. Tra coloro che hanno dichiarato di usare il filo interdentale, 4.092 non avevano avuto un ictus e a 4.050 non presentavano segni di aritmia, in particolare di fibrillazione atriale (AFib). I ricercatori hanno analizzato il campione sul fronte di diversi parametri importanti come pressione alta, diabete, colesterolo alto, fumo, indice di massa corporea, istruzione, uso regolare dello spazzolino e visite dal dentista.

Durante i 25 anni di follow-up, 434 partecipanti hanno avuto un ictus. Inoltre, in 1.291 partecipanti è stata rilevata la presenza di fibrillazione atriale. Ebbene, è emerso che l’uso del filo interdentale era associato a un rischio inferiore del 22% di ictus ischemico, del 44% di ictus cardioembolico e del 12% di fibrillazione atriale. La riduzione del rischio associata era indipendente dall’uso regolare dello spazzolino e dalle visite dentistiche di routine o da altri comportamenti di igiene orale. Aumentando la frequenza dell’uso del filo interdentale il rischio di ictus si riduce ulteriormente. L’uso del filo interdentale è stato anche associato a una minore probabilità di carie e di malattia parodontale.

Anche la riduzione del rischio di fibrillazione atriale è importante, infatti questa aritmia può portare a ictus, insufficienza cardiaca o altre complicazioni cardiovascolari. “I comportamenti di salute orale sono legati all’infiammazione e all’indurimento delle arterie. L’uso del filo interdentale può ridurre il rischio di ictus riducendo le infezioni e le infiammazioni orali”, sostiene Sen. “Molte persone ritengono che le cure dentistiche siano costose. Il filo interdentale è un’abitudine sana, facile da adottare, economica e accessibile ovunque”, conclude.

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Paolo Esposito eletto vicepresidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Fisioterapisti

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Paolo Esposito, Presidente dell’Ordine Interprovinciale dei Fisioterapisti di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta (OFI NA-AV-BN-CE), è stato eletto vicepresidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Fisioterapisti (FNOFI). La sua nomina, arrivata con voto unanime del Comitato Centrale, rappresenta un riconoscimento per il lavoro svolto in Campania e un passo importante per la professione a livello nazionale.

Una nomina di prestigio per Esposito

Accogliendo la nomina, Esposito ha espresso grande emozione e senso di responsabilità, sottolineando il proprio impegno a rafforzare il ruolo della fisioterapia all’interno del Servizio Sanitario Nazionale e a supportare il lavoro degli Ordini territoriali.

“È con emozione e grande senso di responsabilità che ho accolto la nomina a vicepresidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Fisioterapisti. Ringrazio il Presidente Piero Ferrante e tutto il Comitato Centrale per la fiducia accordatami e per avermi eletto all’unanimità.”

Il neopresidente ha poi ribadito l’importanza di proseguire il lavoro svolto finora dalla Federazione, con particolare attenzione alle sfide future che riguardano la professione.

Lotta all’abusivismo e valorizzazione della fisioterapia

Tra i temi centrali del nuovo incarico di Esposito, vi sarà la lotta all’abusivismo professionale, una problematica che nel nostro Paese rappresenta un serio rischio per la salute dei pazienti e per la credibilità della professione.

Esposito ha sottolineato come l’OFI NA-AV-BN-CE abbia già ottenuto importanti risultati in questa battaglia, contribuendo a una maggiore tutela del settore. Ora, con il nuovo ruolo nazionale, l’impegno sarà ancora più incisivo per garantire regole chiare e maggiore sicurezza per i cittadini.

Parallelamente, Esposito ha evidenziato la necessità di rafforzare il riconoscimento della fisioterapia nel Servizio Sanitario Nazionale, soprattutto considerando l’invecchiamento della popolazione e l’aumento della richiesta di cure riabilitative di qualità.

“Ci attendono sfide entusiasmanti che contribuiranno a trasformare ulteriormente la nostra professione, rafforzandone il prestigio ed il ruolo di pilastro della sanità nazionale e, in particolare, dell’assistenza territoriale.”

Un riconoscimento anche per l’OFI NA-AV-BN-CE

Esposito ha voluto condividere questo traguardo con il Consiglio direttivo dell’OFI NA-AV-BN-CE, sottolineando come il lavoro svolto sul territorio abbia contribuito al raggiungimento di questo risultato.

“La mia nomina a vicepresidente della FNOFI premia anche l’ottimo lavoro fatto fino ad oggi dal nostro Ordine territoriale.”

Con questa elezione, Paolo Esposito diventa una figura chiave nella definizione delle strategie future della fisioterapia in Italia, con l’obiettivo di migliorare il settore e garantire un maggiore riconoscimento del ruolo dei fisioterapisti nella sanità nazionale.

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In Italia oltre 3,7 milioni di persone vivono con un tumore

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In Italia sono in costante crescita le persone che vivono con una diagnosi di tumore e al momento ammontano a oltre 3,7 milioni. Nella lotta al cancro è determinante anche una corretta comunicazione dei risultati ottenuti dalla ricerca scientifica e dalle sperimentazioni cliniche. Vi è perciò l’esigenza di dare un’adeguata formazione a medici, psicologi, pazienti, infermieri, manager delle aziende del farmaco che devono comunicare il cancro, la medicina e la salute. E’ stato questo l’obiettivo della seconda edizione del corso di perfezionamento universitario promosso l’Università Politecnica delle Marche e la Clinica Oncologica Ospedali Riuniti di Ancona. E’ il primo del genere mai realizzato in Italia e ha visto il coinvolgimento di clinici, docenti, giornalisti. Si è celebrato ad Ancona l’evento conclusivo del corso. “Abbiamo deciso di rinnovare il nostro impegno per favorire una corretta comunicazione a 360 gradi su temi molto complessi come i tumori, l’oncologia e la salute – afferma Rossana Berardi, Ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche e Direttore della Clinica Oncologica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche -. La richiesta di questo genere di informazioni è crescente in quanto l’incidenza delle neoplasie è in aumento in quasi tutti i Paesi Occidentali. Inoltre, le novità diagnostiche e terapeutiche sono continue e vanno incessantemente comunicate anche al “grande pubblico”. Non possono rimanere ad appannaggio solo degli “addetti ai lavori” ma vanno promosse sui media nella più corretta modalità ed evitando i facili trionfalismi.

Il nostro corso è stato quindi progettato per formare gli operatori sanitari per comunicare in maniera efficace con pazienti e caregiver, i giornalisti e i professionisti sanitari e non, per comunicare in modo appropriato alla popolazione che deve recepire sempre e solo notizie corrette e comprensibili”. Si calcola che oltre il 90% dei pazienti oncologici utilizza il web per cercare informazioni sulla propria malattia. “Internet rimane di gran lunga il media più usato per reperire notizie – sottolinea Marcello D’Errico, Comitato ordinatore corso di perfezionamento, Ordinario di Igiene UNIVPM -. Più in generale sta crescendo anche tra i “giovani anziani” e adesso viene utilizzato da oltre il 38% degli uomini e donne d’età compresa tra i 65 e i 74 anni. E’ un dato che si triplicato negli ultimi dieci anni e quindi il web sta diventando una realtà quotidiana tra quasi tutti i cittadini. Si tratta perciò del “luogo” dove può avvenire sia la corretta che la scorretta informazione sulla salute e il benessere”. All’Università Politecnica delle Marche, alla conclusione della seconda edizione, sono consegnati gli attestati ai 24 professionisti che hanno superato il corso. L’evento si è concluso con la consegna del premio nazionale “Comunicare il cancro, la medicina e la salute”. Per il 2024 sono stati premiati Giovanni Leonardi (Direttore Dipartimento One Health Ministero della Salute), Manuela Correra (Giornalista redazione Sanità dell’ANSA), Giancarlo Laurenzi (Direttore Corriere Adriatico), Nicoletta Luppi (Presidente e AD MSD Italia) e Nicoletta Carbone (Giornalista Salute Radio 24 – Il Sole 24 Ore).

“Sul cancro circolano ancora troppe fake news soprattutto su alcuni portali on line e sui social media – conclude Mauro Boldrini, Giornalista scientifico e direttore comunicazione AIOM-Associazione Italiana di Oncologia Medica -. Al tempo stesso va aumentata la consapevolezza su un tema di salute pubblica rilevante e che presenta un impatto in costante crescita su tutta la Società. Per tutti questi motivi abbiamo promosso nuovamente un corso innovativo e che intende sviluppare competenze e tecniche inerenti la comunicazione efficace in ambito clinico, scientifico, formativo e organizzativo”.

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