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Nuovo Decreto anti-Covid allo studio, chiusura alle 23 dei locali e coprifuoco per far rispettare le nuove regole. L’Esercito in campo

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Il virus non si ferma. Il numero dei nuovi contagi aumenta. Siamo quasi alle cifre di positivi del mese di marzo, anche se il numero dei morti è moto più basso. Il premier Giuseppe Conte domani riunirà i ministri per valutare come inasprire le misure di contenimento del contagio. Allo studio un nuovo Decreto che prevede nuove regole a partire da martedì o mercoldì. Ecco alcuni provvedimenti per riportare sotto controllo la situazione ed evitare che le sale di terapie intensive degli ospedali italiani, al momento affollate ma in una situazione ancora sotto controllo, non tornino ad essere luoghi di emergenza grave.

Al ministero della Salute, gli scienziati del Cts (Comitato tecnico scientifico) prevedono che la curva salirà ancora nelle prossime settimane. Da qui  dunque nuova stretta, ma anche la decisione di chiedere al Parlamento di prorogare lo stato di emergenza al 31 gennaio. Sono misure già previste. Troveranno collocazione in un nuovo decreto.

Sarà confermato l’obbligo di mascherina nei luoghi chiusi e anche all’aperto per tutto il giorno. Confermate tutte le misure di precauzione come il lavaggio frequente delle mani, la distanza di sicurezza e il divieto di assembramento. Ma si è deciso di potenziare la vigilanza. Gli ordini del Governo e delle Regioni saranno garantiti e fatti rispettare con il massiccio impiego dei militari dell’Esercito. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, di concerto col ministro della Difesa Lorenzo Guerini, hanno previsto l’impiego dei soldati impegnati nell’operazione “Strade sicure”.

La novità più importante è l’obbligo di mascherina all’aperto su tutto il territorio nazionale. La riflessione è aperta, ma il ministro della Salute, Roberto Speranza, dall’inizio della crisi è per la linea dura e nel governo l’orientamento è favorevole. I presidenti di Regione spingono in questa direzione. Anzi molti di loro, il primo è stato Vincenzo De Luca (Regione Campania) hanno già emesso ordinanze in tal senso. Nelle prossime ore i cittadini avranno l’obbligo di coprire naso e bocca anche in strada, dovranno evitare i contatti tra ragazzi all’uscita delle scuole e la sera nei luoghi di ritrovo saranno controllati in maniera asfissiante gli assembramenti che oggi si fa fatica a disperdere. Il governo potrebbe seguire la linea del Lazio con multe per i trasgressori dai 500 ai 3.000 euro. Possibile anche una stretta sugli orari di aperta e chiusa dei locali. Con eventuale misura del coprifuoco dopo una certa ora. Le sanzioni saranno pesanti. Multe salate e fino al carcere. Almeno stando a quel  che si apprende da ambienti degni di fede del Ministero della Salute.

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Covid: tra Natale e Capodanno scendono casi, stabili le morti (31)

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In Italia scendono i contagi mentre i decessi restano sostanzialmente stabili nella settimana tra Natale e Capodanno: dal 26 dicembre all’1 gennaio sono stati registrati 1.559 nuovi positivi, in calo rispetto ai 1.707 del periodo 19-25 dicembre, mentre le morti sono state 31 rispetto ai 29 casi nei 7 giorni precedenti. E’ quanto si legge nel bollettino settimanale sul sito del ministero della Salute. Lombardia e Lazio, seguite dalla Toscana, sono le regioni che hanno riportato più casi. Le Marche registrano il tasso di positività più alto (11,4%). Ancora una riduzione del numero di coloro che si sottopongono a tamponi: scendono da 44.125 a 34.532 e il tasso di positività cresce dal 3,9% al 4,5%.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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