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Cronache

Nuovo Codice Strada, Brugnaro, Venezia avrà il ‘barcavelox’

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Come per le auto sulle strade, anche Venezia avrà uno strumento omologato, il ‘barcavelox’, per sanzionare gli eccessi di velocità di motoscafi e barchini in Canal Grande e nei rii interni. Lo strumento, fortemente richiesto dal Comune di Venezia, è entrato a far parte del nuovo Codice della Strada, approvato oggi in Senato. “Come avevo preannunciato agli Stati generali del traffico acqueo e del moto ondoso – dice il sindaco Luigi Brugnaro – abbiamo lavorato per inserire un apposito emendamento al Codice della Strada per l’ omologazione del sistema barcavelox, che oggi è diventato legge”.

Il sindaco annuncia quindi che “verranno avviate immediatamente le interlocuzioni con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la predisposizione dell’istanza per l’entrata in vigore e per l’omologazione del sistema”. “È un’azione fondamentale per la riduzione della velocità ed il contrasto al moto ondoso – conclude Brugnaro – , che introdurremo attraverso una fase transitoria condivisa con categorie, associazioni, società remiere ed operatori”. Come per i velox stradali, anche per il barcavelox il regolamento prevede venga applicata una riduzione percentuale – con minimo di 2 chilometri orari – alla velocità rilevata, per considerare la tolleranza strumentale.

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Pane e olio per alunni morosi, la sindaca di Montevarchi: è il regolamento

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“Non c’è alcuna novità: viene applicato, come è doveroso fare, ogni anno il regolamento. Il vecchio regolamento addirittura prevedeva l’interruzione immediata della somministrazione del pasto in caso di morosità. La sua mancata applicazione aveva portato ad ereditare un buco di bilancio di 500.000 euro a danno della collettività, generando una situazione in cui chi pagava veniva considerato poco furbo perché, tanto, il Comune non controllava. A quanto pare per il Pd è cosa normale fare un danno economico ad un ente e non far rispettare le regole. Per me no”. Lo afferma il sindaco Silvia Chiassai Martini (nella foto) di Montevarchi (Arezzo) rispetto al menù ridotto a pane e olio nelle mense scolastiche per gli alunni le cui famiglie sono morose nel pagare la tariffa del servizio mensa. Chiassai replica con una nota ai commenti del Pd regionale della Toscana e dell’assessore toscano all’Istruzione Alessandra Nardini accusando quest’ultima di “fare propaganda politica sui bambini”.

“Otto anni fa siamo intervenuti e abbiamo introdotto un sistema attraverso il quale le famiglie hanno un mese di comporto durante il quale il Comune garantisce comunque il pasto anche se il genitore è moroso – spiega Chiassai Martini – In questo periodo la famiglia riceve sollecitazioni continue da parte dell’ente tramite telefonate, e-mail e messaggi dove si invita a regolarizzare il pagamento del servizio mensa, altrimenti come da regolamento, al 31/o giorno di morosità si passa al pasto sostitutivo, deciso dalla dietista”.

Rispetto alle accuse di Nardini a Piantedosi, per la sindaca di Montevarchi “è estremamente grave tirare in ballo il ministro in una vicenda che assolutamente non lo riguarda ed associandolo al concetto di umiliazione per gli studenti” mentre invece “se c’è qualcosa di inaccettabile e grave è che dei genitori che hanno le possibilità economiche per pagare il pasto, vogliano fare i furbi gravando due volte su quei cittadini onesti e magari che, con grandi difficoltà non avendo un’Isee abbastanza basso per essere aiutati, comunque in maniera responsabile assolvono al loro dovere. Sono famiglie oneste che casomai fanno salti mortali per arrivare a fine mese ma che non mancano di pagare i servizi richiesti. Sono queste persone in una condizione di fragilità che hanno il diritto di essere ascoltate”.

“L’assessore Nardini – conclude Silvia Chiassai Martini -dovrebbe sapere bene che i genitori che hanno difficoltà economica sono pienamente e doverosamente sostenuti economicamente dai servizi sociali e che la richiesta legittima da parte dell’ente sul pagamento della mensa viene fatta a quei genitori che possono e che devono pagare e che invece cercano di fare i furbi sperando che il Comune non controlli. Quest’anno abbiamo aspettato cinque mesi da inizio dell’anno scolastico per essere elastici, ma si è giunti ad un’insolvenza di 85.000 euro, che in prospettiva avrebbe raggiunto una cifra ancora più critica”. (

“Siamo quindi intervenuti sollecitando le famiglie al pagamento e questo ha portato ad una riduzione immediata dell’insolvenza, che da 85.000 euro è scesa a 6000 euro, con 13 genitori ancora non paganti – prosegue il sindaco di Montevarchi (Arezzo), Silvia Chiassai Martini, nello stesso comunicato – Tra i morosi c’è chi ha accumulato debiti addirittura per 2 o 3.000 euro e ricordo che diamo la possibilità di rateizzare” i pagamenti.

“Resto sconcertata dal fatto che ci siano genitori incuranti di provvedere al costo dei pasti dei propri figli, nonostante le sollecitazioni effettuate dal Comune nel mese di comporto, mentre credo che nessuno resti 30 giorni senza ricaricare il proprio telefonino – aggiunge – Sono fiduciosa che i morosi provvederanno quanto prima a regolarizzare le loro posizioni nel rispetto di tutte le altre famiglie e dei loro figli, che non hanno alcuna colpa”. “Invito chi contesta la norma del regolamento vigente a proporre un’alternativa attuabile ed efficace – conclude Silvia Chiassai Martini – Devo constatare che ad oggi nessuno ha avanzato una procedura diversa e non si è andati oltre la propaganda, neanche lei assessore Nardini”, “sarei lieta di sentire che soluzione propone”.

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Agguato nell’agrigentino, ucciso un giovane

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È un tunisino di 30 anni la vittima di un agguato avvenuto questa sera nel centro di Ribera (Agrigento), tra corso Umberto e via Buoni Amici, proprio di fronte il palazzo comunale. Secondo una prima ricostruzione il giovane si trovava insieme ad alcuni connazionali davanti all’ingresso di un bar, molto frequentato da extracomunitari quando, dall’interno di un’auto in transito, sono stati esplosi contro di lui almeno due colpi d’arma da fuoco. Dopo gli spari la vettura si è allontanata.

Sul posto sono giunti i carabinieri della locale stazione. Il giovane straniero non è morto sul colpo ma all’ospedale riberese “Fratelli Parlapiano”, dove è stato trasportato in ambulanza. Anche il magistrato di turno della procura della Repubblica di Sciacca ha raggiunto il luogo dell’omicidio. Gli investigatori stanno sentendo in caserma alcune delle persone presenti al momento dell’agguato. Sono in corso anche le ricerche della vettura da cui sono stati sparati i colpi di pistola. Il pm ha già disposto l’acquisizione dei filmati registrati dal sistema di videosorveglianza che si trova all’esterno dell’ingresso del palazzo comunale. La zona dove si è verificato l’agguato è densamente abitata da nordafricani. Diversi di loro in questo periodo sono impegnati nelle campagne, per la raccolta delle arance. Stando a quanto si apprende, comunque, l’area in questione è da tempo sottoposta a controlli specifici da parte delle forze dell’ordine perché ritenuta crocevia dello spaccio di stupefacenti sul territorio riberese.

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Tragedia a Cremona: studente 14enne muore durante l’ora di educazione fisica

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Un dramma ha colpito una scuola di Cremona questa mattina, dove un ragazzo di 14 anni è morto a seguito di un malore improvviso mentre partecipava all’ora di educazione fisica. Il giovane, studente di un istituto tecnico della città, si trovava in una palestra di appoggio di un altro istituto, insieme ai suoi compagni di classe, quando si è accasciato a terra senza preavviso.

I soccorsi immediati e il decesso in ospedale

L’insegnante e il personale scolastico hanno subito attivato i soccorsi: uno dei docenti ha preso immediatamente il defibrillatore, mentre veniva allertato il 118, che è arrivato in tempi rapidissimi. Nonostante gli sforzi del personale sanitario, il ragazzo è deceduto durante il trasporto in ospedale.

Lo sgomento della scuola e delle famiglie

La tragedia ha lasciato sotto shock la scuola e tutta la comunità. La preside dell’istituto ha raccontato la drammatica sequenza degli eventi:
“Stavano facendo corsa a staffetta in palestra, nulla di particolare. A un certo punto si è accasciato. Abbiamo fatto tutto il possibile: il defibrillatore è stato preso subito e i soccorsi sono stati tempestivi. È stata una scena interminabile e scioccante. Non ci rendiamo ancora conto di quanto accaduto”.

Anche la famiglia dello studente è stata colpita da un dolore devastante. La madre, giunta immediatamente a scuola insieme al padre, è stata colta da malore per lo shock ed è stata trasportata in ospedale.

Nessuna segnalazione di problemi di salute

Le autorità hanno avviato le indagini di rito, come sempre accade in circostanze simili. Dai primi accertamenti è emerso che non risultavano patologie pregresse per il ragazzo: la scuola non aveva ricevuto alcun certificato medico che sconsigliasse l’attività sportiva o richiedesse particolari precauzioni.

Comunità scolastica in lutto

L’episodio ha lasciato un segno profondo nella scuola e nella città di Cremona. La comunità scolastica si stringe attorno alla famiglia del ragazzo, mentre si cerca di comprendere le cause di un evento così improvviso e drammatico.

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