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Cronache

Nuova vita Giani, da ombra Papa a guida delle Misericordie

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Domenico Giani, è il nuovo presidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia. E’ stato eletto con un grande consenso, l’85% dei voti dell’assemblea. Volta pagina dunque l’ex capo della sicurezza – l’ ‘ombra’ – del Papa, la persona che ha guidato per anni gli ‘angeli custodi’ del Pontefice, in Vaticano e all’estero, dalle parrocchie di Roma alle zone travagliate del Pianeta, e che ha dovuto adeguare la rete di protezione al Papa dei fuoriprogramma, che ha messo piede in un’auto blindata solo nell’ultimo viaggio in Iraq, che si esponeva senza paura anche nei mesi delle minacce dell’Isis, al Pontefice argentino che comunque voleva una sicurezza ‘leggera’, discreta, che non gli impedisse la vicinanza, anche fisica, con la gente. Era il 14 ottobre 2019 quando in Vaticano, dopo circa vent’anni, fini’ l’era Giani perche’ in qualche modo inciampo’ nell’affaire del palazzo di Londra; pago’ per la vicenda della pubblicazione sulla stampa della “disposizione di servizio” corredata di foto segnaletiche con cui erano stati sospesi dal loro incarico cinque funzionari vaticani, interessati da accertamenti su operazioni finanziarie, in particolare l’acquisto di quell’immobile a Sloane Avenue per il quale, a distanza di tre anni, e’ ancora atteso l’avvio di un processo in Vaticano. L’uscita sui media dell’avviso firmato da Giani aveva fortemente irritato il Papa, che aveva ritenuto l’accaduto grave poiche’ “lesivo della dignita’ delle persone e del principio della presunzione di innocenza”. Giani, pur non avendo responsabilita’ oggettive, si dimise e Francesco dopo 24 ore lo sostitui’. Poi il Pontefice lo ando’ anche a trovare a casa per salutare lui e la sua famiglia, come segno di riconoscenza della dedizione sempre mostrata dal capo della Gendarmeria. In Vaticano Giani aveva diversi nemici e nei corridoi si parlava del carattere del Comandante talvolta ruvido e autoritario. Ma molti invece lo ricordano per avere fatto da ‘ponte’ a molte iniziative di solidarieta’. Sulla nuova nomina a capo delle Misericordie, una realta’ di volontariato impegnata dal servizio delle ambulanze al sostegno dei piu’ fragili, Giani ha detto: “La mia candidatura e’ stato soprattutto un mettersi a servizio perche’ sono consapevole che da soli non si va da nessuna parte. Il mio impegno sara’ ancora piu’ importante in questo momento post pandemico in cui tutti siamo chiamati a ricostruire il nostro Paese”. Nato ad Arezzo nel 1962, sposato, due figli, e’ un Fratello della Misericordia di Arezzo dal 1976. Laureato in Pedagogia all’Universita’ degli Studi di Siena e in Scienze della Sicurezza Economico-Finanziaria all’Universita’ di Roma Tor Vergata, Giani ha prestato servizio nella Guardia di Finanza e negli Organismi di Informazione e Sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Poi dal 1999 e’ stato nel Corpo della Gendarmeria vaticano, dove e’ stato appunto fino al 2019. Dal 2020 e’ presidente di Eni Foundation.

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Sangue infetto, la famiglia di un militare napoletano morto nel 2005 sarà risarcita con un milione di euro

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Dopo quasi vent’anni di battaglie legali, la Corte di Cassazione ha riconosciuto il diritto al risarcimento per i familiari di un militare napoletano, deceduto nel 2005 a seguito di complicazioni derivanti da una trasfusione di sangue infetto. La sentenza storica condanna l’ospedale Piemonte e Regina Margherita di Messina, stabilendo un risarcimento di oltre un milione di euro ai familiari del defunto.

Il militare, trasferitosi da Napoli a Sicilia per lavoro, subì un grave incidente durante il servizio che necessitò un intervento chirurgico d’urgenza e la trasfusione di quattro sacche di sangue. Anni dopo l’intervento, si scoprì che il sangue trasfuso era infetto dall’epatite C, portando alla morte del militare per cirrosi epatica. La complicazione si manifestò vent’anni dopo la trasfusione, rendendo il caso particolarmente complesso a livello legale.

In primo e secondo grado, i tribunali di Palermo e la Corte d’Appello avevano respinto le richieste di risarcimento della famiglia, giudicando prescritto il diritto al risarcimento. Tuttavia, la decisione della Corte di Cassazione ha ribaltato questi verdetti, affermando che la prescrizione del diritto al risarcimento non decorre dal momento del fatto lesivo ma dal momento in cui si manifesta la patologia collegata al fatto illecito.

Questa sentenza non solo porta giustizia alla vittima e ai suoi cari ma stabilisce anche un importante precedente per la tutela dei diritti dei pazienti e la responsabilizzazione delle strutture sanitarie. Gli avvocati della famiglia hanno sottolineato l’importanza della decisione, che apre nuove prospettive nel campo della giustizia sanitaria e sottolinea l’obbligo delle strutture ospedaliere di rispettare protocolli medici dettagliati, anche in situazioni di urgenza.

Il caso di Antonio (nome di fantasia) sottolinea la necessità di garantire la sicurezza nelle procedure mediche e di monitorare con rigore le condizioni di sicurezza del sangue donato, indipendentemente dalle circostanze. La sentenza rappresenta un passo significativo verso una maggiore giustizia e sicurezza nel sistema sanitario italiano, ribadendo che nessuna circostanza può esimere dal rispetto delle norme di sicurezza e prudenza necessarie per proteggere la salute dei pazienti.

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Addio a Italo Ormanni, magistrato e gentiluomo napoletano

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Italo Ormanni, magistrato, è scomparso all’età di 88 anni. Dopo una vita dedicata alla giustizia e alla lotta contro la criminalità organizzata, Ormanni ci lascia ricordi indelebili di un uomo che ha saputo coniugare serietà professionale e un vivace senso dell’umorismo. È deceduto ieri a Roma, nella clinica Quisisana, dove era ricoverato e aveva subito un’angioplastica.

La carriera di Ormanni, iniziata nella magistratura nel 1961, è stata lunga e fruttuosa, con servizio attivo fino al 2010. Tra i casi più noti che ha seguito, ci sono stati quelli che hanno toccato i vertici della camorra a Napoli, sua città natale, e importanti inchieste su eventi di cronaca nazionale, come il rapimento di Emanuela Orlandi e l’omicidio di Simonetta Cesaroni. Anche nel suo ruolo di procuratore aggiunto a Roma, Ormanni ha gestito casi di grande risonanza, contribuendo significativamente alla sicurezza e alla giustizia in Italia.

Oltre al suo impegno nel campo giudiziario, Ormanni ha avuto anche una breve ma memorabile carriera televisiva come giudice-arbitro nella trasmissione “Forum”, dove ha lasciato il segno con la sua capacità di gestire le controversie con saggezza e empatia.

Amante delle arti e della cultura, Ormanni ha sempre cercato di bilanciare la durezza del suo lavoro con le sue passioni personali, dimostrando che dietro la toga c’era un uomo completo e poliedrico. I suoi funerali si terranno a Roma, nel primo pomeriggio di lunedì, dove amici, familiari e colleghi avranno l’occasione di rendere omaggio a una delle figure più influenti e rispettate del panorama giudiziario italiano.

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Falso terapista accusato di stupro, vittima minorenne

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Accoglieva le sue pazienti all’interno di un finto studio allestito in una palestra di Fondi e, una volta solo con loro nelle stanze della struttura, le molestava nel corso di presunti trattamenti di fisioterapia, crioterapia e pressoterapia, facendo leva sulle loro fragilità psicologiche e fisiche affinché non raccontassero nulla. Dolori e piccoli problemi fisici che spingevano ciascuna delle vittime, tra cui anche una minorenne, a recarsi da lui per sottoporsi alle sedute, completamente all’oscuro del fatto che l’uomo non possedesse alcun titolo di studio professionale, né tanto meno la prevista abilitazione, e che non fosse neanche iscritto all’albo. È finito agli arresti domiciliari il finto fisioterapista trentenne di Fondi, per il quale è scattato anche il braccialetto elettronico, accusato di aver commesso atti di violenza sessuale su diverse donne, tra cui una ragazza di neanche 18 anni, e di aver esercitato abusivamente la professione.

Un’ordinanza, quella emessa dal giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina ed eseguita nella giornata di oggi dagli agenti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, arrivata al termine di un’indagine di polizia giudiziaria svolta su delega della Procura di Latina. Durata all’incirca un anno, quest’ultima ha permesso di svelare, attraverso le indagini condotte anche con accertamenti tecnici, acquisizioni di dichiarazioni ed esami documentali, i numerosi atti di violenza da parte dell’uomo nei confronti delle pazienti del finto studio da lui gestito. Tutto accadeva all’interno di un'”Associazione sportiva dilettantistica” adibita a palestra nella città di Fondi, nel sud della provincia di Latina: quella che il trentenne spacciava per il suo studio, sequestrata in queste ore dalle fiamme gialle quale soggetto giuridico formale nella cui veste è stata esercitata l’attività professionale, in assenza dei prescritti titoli di studio, della prevista abilitazione e della necessaria iscrizione all’albo, nonché dei locali, attrezzature e impianti utilizzati. Un’altra storia di abusi a Lodi.

Vittima una ragazza siriana di 17 anni arrivata in Italia per sfuggire alla guerra e al sisma del 2023: finita nelle mani dei trafficanti è stata sottoposta a violenze e maltrattamenti e poi abbandonata. La Polizia, coordinata dalla Procura di Lodi e dalla Procura presso la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, ha arrestato i due aguzzini.

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