Scoperto il ruolo chiave di una proteina nella regolazione della pressione arteriosa grazie ad una ricerca del Neuromed di Pozzilli in collaborazione con altri centri di ricerca e università italiane.
Si tratta di una ricerca su modelli animali permette di compiere un passo in avanti verso la comprensione di nuovi meccanismi alla base dell’ipertensione. Un nuovo meccanismo di regolazione della pressione arteriosa, scoperto su modelli animali, potrebbe aprire la strada ad una più ampia comprensione delle cause dell’ipertensione. È una prospettiva nuova su un problema globale di salute, legato a patologie gravi come infarto, ictus e decadimento cognitivo.
La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Circulation Research, è nata da uno stretto lavoro di squadra di diversi laboratori dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS) in collaborazione con Università e Centri di Ricerca italiani. Al centro dello studio la proteina Dickkopf-3 (Dkk3), conosciuta per essere coinvolta in diverse funzioni, dalla rigenerazione dei tessuti all’angiogenesi (formazione di nuovi vasi sanguigni) alla risposta allo stress ossidativo.
Ciò che i ricercatori hanno scoperto ora è che la proteina Dkk3 è implicata anche nella regolazione della pressione arteriosa. “Lo studio – dice la dottoressa Carla Letizia Busceti, del laboratorio di Neurobiologia dei Disturbi del Movimento, Dipartimento di Patologia Molecolare dell’I.R.C.C.S. Neuromed – è stato prima condotto in topi privi del gene che codifica per la proteina Dickkopf-3, nei quali la pressione arteriosa è risultata più elevata del normale. Abbiamo visto che, ripristinando la presenza di Dkk3 a livello periferico o cerebrale, la pressione si normalizzava. Successivamente ci siamo spostati su altri modelli animali, in particolare alcuni ratti che tendono spontaneamente ad essere ipertesi e vulnerabili all’insorgenza di ictus. In essi, l’induzione di un aumento di espressione della proteina Dkk3 si è dimostrato anche in questo caso capace di abbassare la pressione arteriosa, mentre allo stesso tempo abbiamo visto che veniva nettamente ritardata la comparsa di ictus”.
Dkk3 agirebbe regolando l’attività del Fattore di Crescita dell’Endotelio Vascolare (VEGF), una proteina coinvolta in una varietà di funzioni sia fisiologiche che patologiche, principalmente correlate alla formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi). Farmaci anti-VEGF sono attualmente in uso per alcune patologie della retina e per alcuni tipi di tumore. È da sottolineare come proprio uno degli effetti collaterali di questo trattamento sia l’innalzamento della pressione arteriosa.
“Dickkopf-3 – commenta il professor Carmine Vecchione, Professore Ordinario di Cardiologia, Università degli Studi di Salerno, e Responsabile del Laboratorio di ricerca di Fisiopatologia Vascolare dell’I.R.C.C.S. Neuromed – è una proteina ancora poco conosciuta, e pensiamo che la nostra ricerca apra prospettive interessanti in questo campo. Il suo coinvolgimento nella regolazione della pressione arteriosa potrebbe infatti offrire nuovi spunti verso la comprensione dei meccanismi alla base di questa insidiosa patologia. Ovviamente siamo in una fase molto precoce, e saranno necessari altri studi per approfondire il ruolo di Dkk3 ed iniziare a ipotizzare come queste conoscenze potranno essere applicate per prospettive di prevenzione e terapia negli esseri umani”.
“Lo studio – sottolinea la professoressa Speranza Rubattu, Professore Ordinario di Scienze Tecniche Mediche Applicate, Università degli Studi “Sapienza” di Roma e Responsabile dell’Unità Basi Sperimentali della Patologia Cardiovascolare presso l’I.R.C.C.S. Neuromed – offre anche una chiara dimostrazione della rilevanza della ricerca sperimentale, condotta in appropriati modelli animali, per l’approfondimento delle nostre conoscenze in medicina. Infatti, sia il modello del topo che quello del ratto iperteso sono stati di fondamentale importanza per la scoperta e la caratterizzazione della funzione di Dkk-3 nella regolazione della pressione arteriosa. Sulla base delle precedenti evidenze della traslazionalità alla malattia umana di dati ottenuti nel modello del ratto iperteso, ci aspettiamo che il ruolo di Dkk-3 venga confermato anche nell’uomo”.
La complessità dello studio, e gli sforzi congiunti che vi hanno contribuito, sono un esempio chiaro del carattere interdisciplinare che caratterizza gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico come il Neuromed. Lo studio ha visto infatti il coinvolgimento delle seguenti strutture di ricerca dell’Istituto di Pozzilli: il Laboratorio di Neurofarmacologia, l’Unità di Neurobiologia e dei Disturbi del Movimento, il Laboratorio di Fisiopatologia Vascolare e il Laboratorio di Basi Sperimentali della Patologia Cardiovascolare.
“Questa ricerca – commenta al riguardo Ferdinando Nicoletti, Professore Ordinario di Farmacologia, Università “Sapienza” di Roma e Responsabile del Laboratorio di Neurofarmacologia presso l’I.R.C.C.S. Neuromed – ci fa vedere come il nostro I.R.C.C.S., orientato alle Neuroscienze, ospiti anche alcuni dei migliori gruppi di ricerca specializzati nello studio delle patologie cardiovascolari. Si tratta di campi di ricerca che si intersecano e che aprono la strada a nuove strategie terapeutiche”.
Busceti CL, Carrizzo A, Bianchi F, De Lucia M, Damato A, Cazzin C, Venturini E, Di Pietro P, Ginerete RP, Di Menna L, Cotugno M, Stanzione R, Marchitti S, Migliarino S, Ciccarelli M, Sciarretta S, Bruno V, Battaglia G, Fornai F, Volpe M, Rubattu S, Nicoletti F, Vecchione C. Role of Dickkopf-3 in Blood Pressure Regulation in Mice and Hypertensive Rats. Circ Res. 2023 May 26;132(11):1489-1504.
L’IRCCS Neuromed L’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Neuromed di Pozzilli (IS) rappresenta un punto di riferimento a livello italiano ed internazionale per la ricerca e la terapia nel campo delle malattie che colpiscono il sistema nervoso. Un centro in cui i medici, i ricercatori, il personale e gli stessi pazienti formano una alleanza rivolta a garantire il miglior livello di assistenza possibile e cure all’avanguardia, guidate dagli sviluppi scientifici più avanzati.
Monete da 2 euro false, vendute sui canali telegram e pagate in bitcoin, ma i Carabinieri del Nucleo Antifalsificazione Monetaria hanno sgominato la banda di falsari. Nelle prime ore di questa mattina, a conclusione di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto e finalizzata al contrasto della produzione e distribuzione di monete false e al riciclaggio dei proventi illeciti, i militari del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, con il supporto del Comando Provinciale Carabinieri di Taranto; hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto nei confronti di quattro degli indagati, ritenuti gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla fabbricazione e distribuzione di monete false e di riciclaggio realizzato su canali on line mediante l’uso di criptovalute (artt. 416, 453 e 648-bis C.P.).; in particolare, è stata applicata la custodia cautelare in carcere nei confronti di uno degli indagati e la misura degli arresti domiciliari nei confronti di altri tre.
L’indagine. articolatasi inizialmente su due filoni investigativi, ha avuto origine dal sequestro di nr. 668 monete da 2 euro false, operato il 10 aprile 2021 dai militari della Compagnia Carabinieri di Montegiorgio(FM), nei confronti di due giovani del posto; le successive attività sviluppate dai militari del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, anche attraverso analisi tecniche eseguite dal C.N.A.C (Coin National Analysis Centre) della Zecca dello Stato, hanno consentito di inquadrare le monete nell’ambito di una nuova ed insidiosissima classe di contraffazione originata in Italia, caratterizzata dalla coniazione di diverse facce nazionali, da un’ottima qualità realizzativa e dalla presenza del magnetismo, tutti elementi che le rendevano difficilmente distinguibili da quelle genuine. Gli elementi preliminarmente acquisiti orientavano le indagini nei confronti di una filiera distributiva realizzata da un “vendor” -ovvero un soggetto che curava la distribuzione sul mercato on line- che, utilizzando il nickname “@Gymmay”, gestiva un canale Telegram dedicato alla vendita delle monete false.
In particolare, emergeva che gli acquirenti, accedendo al canale Telegram, dopo aver pagato in Bitcoin
le monete contraffatte, per un corrispettivo corrispondente al 50% del valore nominale, ricevevano plichi
postali spediti con vettori privati operanti a Massafra (TA). Le attività investigative consentivano di
focalizzare un gruppo criminale radicatoin quell’area della provinciajonica, dedito alla gestione di una zecca clandestina, realizzata all’interno di un fondo commerciale insistente nel centro cittadino, norché alle complesse attività di vendita online e spedizione delle monete contraffatte ivi prodotte.
Nel prosieguo delle indagini, la PG del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria (1^ Sezione Operativa Roma eSezione Criptovalute), supportata da Europol, nonostante sulle spedizioni risultassero indicati nominativi di fittizi mittenti, riusciva a “de-anonimizzare* i soggetti coinvolti: in tal modo.
coniugando l’uso di particolari tecniche investigative, tra cui l’analisi delle transazioni effettuate sulla blockchain, alle tradizionali attività d’indagine, si perveniva all’individuazione di un gruppo criminale i cui componenti, avvalendosi delle capacità tecnico-metallurgiche di alcuni (due sodali risultano impiegati nell’indotto metallurgico locale) e delle notevoli competenze tecnico-telematiche di altri. riuscivano a realizzare un complesso sistema finalizzato all’anonimizzazione delle transazioni, alla ricezione dei pagamenti in criptovalute ed alla successiva trasformazione dellestesse in moneta corrente. Gli accertamenti svolti hanno complessivamente consentito di ricondurre al sodalizio criminale la realizzazione di n. 60 spedizioni di monete false in Italia e all’estero (Svizzera e Francia), per un totale di circa 90.780 Kg, ovvero nr. 102.000monete da 2 euro.
Le indagini hanno, altresi, consentito di ricostruire analiticamente l’intera filiera di approvvigionamento dei particolari materiali metallici utilizzati per la collazione della moneta bimetallica da2 euro (piattelli ottonati- oring), risalendo a inconsapevoli ditte metallurgicheoperanti nelle aree di Arezzo. Brugherio (MB) e Modena, che avevano rifornito il gruppo di un quantitativo di materiale complessivamente compatibile con il peso dellespedizioni effettuate.
Si individuavano, inoltre, altri due soggetti, localizzati a Gubbio (PG) e Guidonia Montecelio (RM). partecipi del medesimo gruppo criminale e dediti alla gestione del “secondo anello distributivo” di
monete false realizzato su propri canali Telegram dedicati. utilizzando i rispettivi nickname
“@Hey/SIDE”‘ e “@,HeyCLEOPATRA”.
Si acclarava che l’ambiente virtuale sul quale venivano effettuati gli scambi era proprio la piattaforma
di messaggistica Telegram, diventata la nuova frontiera per i cybercriminali che la utilizzano, spesso preferendola al Darkweh per la sua agevole fruibilità e “impermeabilità”, per la commissione dei più
svariati crimini.
Gli approfondimenti investigativi operati su tale piattaforma, hanno consentito di riscontrare che le transazioni illecite venivano frequentemente effettuate mediante un servizio di escrow e pagate in criptovalute. Questa modalità di scambio, che prevede un intermediario (l’Eserow) tra venditore e acquirente. si è rivelata una tecnica sofisticata per mantenere l’anonimato delle parti coinvolte.
E’ stato cosi possibile risalire, mediante l’analisi dei waller Bitcoin utilizzati dall’Excron e il monitoraggio di numerosi canali Telegram ealtri Social Network, come Facebook, Instagram e TikTok.
quale soggetto che svolgeva il ruolo di intermediario-garante della transazione e che, oltre ad operare per il gruppo di Massafra, si rivelava essere uno dei più attivi nel panorama Telegram italiano; emergeva che il citato Escrow, identificato in un soggetto operante in Ginosa Marina (TA), nel complesso. si era reso garante di operazioni di all’identificazione dell’Eserow @Saulgoodmanreal, compravendita per oltre / milione di euro, realizzando un compenso oscillante tra il 2% e il 4% rispetto all’ammontare della transazione.
Contestualmente all’esecuzione della misura cautelare personale, nei confronti del soggetto identificato quale “Escrow”, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di criptovalute riconducibili al profitto del reato di riciclaggio fino all’importo di bitvcoin 2,19588495, corrispondente alla somma di euro 74.819.29.
Non può non sottolinearsi la peculiarità dell’indagine anche sotto il profilo dellanovità delle tecniche investigative utilizzate le quali hanno consentito di disvelare come, attraverso il ruolo cruciale svolto dall’Escrow nei trasferimenti illeciti di valuta virtuale su Telegram, si realizzi un sofisticato sistema di
riciclaggio di denaro all’interno di un mercato parallelooperante nel web.
Va, infine. precisato che nei confronti di tutti i soggetti indagati vale la presunzione di innocenza finoa sentenza definitiva di condanna.
Il miglioramento dei servizi passa attraverso la digitalizzazione delle procedure in cooperazione con tutte le realtà – dalle imprese ai cittadini, dai consulenti del lavoro ai patronati – che forniscono e ottengono dati dalle piattaforme dell’Inps. Che promette per il futuro anche l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per intercettare le esigenze e fornire risposte ad hoc alle esigenze di cittadini e imprese. Così, con un focus sulla ‘interoperatività’ dei servizi pubblici, l’Inps ha festeggiato i suoi 125 anni chiamando ad un confronto con i vertici delle proprie direzioni anche gli attori della digitalizzazione del Paese. Che hanno delineato le novità in arrivo. Come il Wallet, una sorta di portadocumenti elettronico.
“A gennaio-febbraio – ha detto Vincenzo Fortunato che guida il comitato interministeriale per la transizione digitale – sarà pronto e pubblicizzato il wallet. Avrà all’interno la Carta di Identità elettronica ma anche la tessera sanitaria digitale, licenza di guida, carta europea della disabilità”. E sarà un esempio di interoperabilità nel quale, ad uno strumento unico, contribuiranno più amministrazioni. L’Inps ha raccontato il suo impegno. “Il 2020 ha cambiato il paradigma – ha detto Massimiliano D’Angelo, direttore tecnologie informatica e innovazione dell’Inps – è cambiato l’utente, che rimanendo chiuso in casa è diventato esigente in tema di fruibilità di servizi. Da lì una riorganizzazione interna e una interlocuzione costante con gli stakeholder, anche per eliminare il tabù del si è sempre fatto così. L’Istituto non è più erogatore di servizi, ma ente in grado di mettere il proprio patrimonio di dati al servizio anche di altre Amministrazioni per consentire loro di erogare servizi”.
Un concetto che è stato calato nella concretezza dal direttore delle Entrate Inps Antonio Pone e dalla direttrice degli ammortizzatori sociali, Maria Sciarrino. La qualità dei dati che vengono scambiati e diventano servizi condivisi con le altre amministrazioni e realtà che si interfacciano lasciano ora intravedere anche una nuova sfida. Quella dell’intelligenza artificiale alla quale l’Inps sta lavorando. La logica è quella della proattività: “Non pensiamo solo all’intelligenza generativa, al deep learning, ma anche al cognitive, su cui bisogna lavorare – è stato spiegato – Il consulente digitale delle pensioni è il punto di sintesi tra un approccio proattivo e un modello interattivo basato sull’intelligenza artificiale. Come si fa? Andando ad analizzare la storia dell’utente attraverso algoritmi dell’intelligenza artificiale”. Il tema dell’intelligenza artificiale sarà sul tappeto della presidenza italiana del G7 il prossimo anno e ora è sul tavolo del confronto europeo per definire regole.
Un tema che sarà traattato anche dal piano triennale sul quale sta lavorando l’Agid, l’Agenzia italiana per il digitale. E l’Italia, ha ricordato Fortunato, spesso è avanti agli altri. Ad esempio gli obiettivi del Pnrr sulla sostenibilità digitale, tanto che a fine anno l’Italia sarà pronta dovendo rispettare le scadenze del piano, mentre gli altri Paesi, che non hanno questo obbligo non saranno in grado di ‘interagire’ con le innovazioni introdotte. Certo non sono tutte rose e fiori: se l’Inps si pone all’avanguardia sulle scelte e sulle innovazioni – ha spiegato Enrica Massella di Agid, sottolineando l’importanza delle indicazioni contenute nel piano triennale – ci sono ancora amministrazioni che fanno resistenza, anche alla condivisione dei dati. Ma il futuro sembra comunque tracciato, tanto da pensare ed ipotizzare che l’intelligenza artificiale, se basata su dati ‘corretti e reali’ non sia solo in grado di intercettare i nostri bisogni, ma anche di ricordarci come beneficiare e quali sono i nostri diritti.
La proroga del mercato tutelato dell’energia non sarà possibile. L’Unione europea spegne gli ardori dell’opposizione e della Lega e limita nettamente un eventuale intervento correttivo del governo per ovviare al liberi tutti sulle bollette elettriche. Il tema è che la graduale liberalizzazione del mercato dell’energia è un obiettivo che l’Italia stessa ha messo nero su bianco nel Pnrr. Non solo. E’ incluso nella terza rata, per la quale Bruxelles ha già erogato, lo scorso ottobre, i 18,5 miliardi previsti. Un cambio in corsa, sebbene la Commissione abbia dimostrato in più occasioni di venire incontro alle esigenze del governo, questa volta è quasi impossibile.
C’è un dato, inoltre, sul quale l’Ue la vede in maniera nettamente diversa da una parte della maggioranza: il mercato libero dell’energia, non è così dannoso. “La graduale eliminazione dei prezzi regolamentati dell’energia elettrica, che mira ad aumentare la concorrenza sul mercato, è una pietra miliare che fa parte del più ampio pacchetto di leggi sulla concorrenza incluso nel Pnrr”, ha spiegato una portavoce della Commissione, secondo la quale inoltre “i prezzi dell’elettricità sul mercato libero sono significativamente più bassi rispetto al mercato regolamentato, a vantaggio dei consumatori e delle imprese”.
La posizione dell’esecutivo europeo non è arrivata come un fulmine a ciel sereno a Roma. A Palazzo Chigi erano consapevoli di quanto previsto, peraltro già dal governo Draghi, nel Piano di Ripresa e Resilienza. “Il governo si farà comunque carico della tutela dei soggetti vulnerabili garantendo che il passaggio al mercato libero preveda comunque le opportune cautele”, ha spiegato il senatore di Fdi Andrea De Priamo. Uno spazio di manovra i Paesi membri ce l’avrebbero, ma solo per le aziende. Solo pochi giorni fa la Commissione, dopo aver consultato i 27, ha approvato una proroga di sei mesi del Quadro temporaneo di aiuti di Stato, per consentire agli Stati membri Ue di continuare a concedere aiuti limitati contro gli elevati prezzi dell’energia. In via generale tuttavia, per le categorie cosiddette non vulnerabili si va verso il mercato libero.
“La nostra idea, dati alla mano, è che la liberalizzazione farà diminuire i prezzi. Mi pare che il ministro Pichetto abbia lavorato bene. Poi bisogna rispettare gli impegni presi con l’Europa, con il Pnrr”, ha spiegato il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani poco prima che si pronunciasse Palazzo Berlaymont. I contatti tra Bruxelles e Roma in queste ore non sono mancati. E non mancheranno neppure nei prossimi giorni. Ma che la via ormai sia strettissima lo si capisce dalle parole di chi aveva gridato battaglia contro la liberalizzazione. “Il portavoce della Commissione evidentemente non conosce la materia e neanche il Pnrr”, ha tuonato Massimiliano Donà, dell’Unione Nazionale Consumatori. “Lavori in corso, lavori in corso. È un momento di difficoltà economica per tante famiglie”, ha invece spiegato Matteo Salvini puntando il dito sugli esecutivi precedenti a quello Meloni: sull’energia elettrica è stata “una scelta, ahimè, fatta da governi di sinistra precedenti a cui stiamo cercando di porre rimedio”. E anche nell’opposizione l’intervento di Bruxelles è arrivato come una doccia fredda. “nel caso delle bollette la responsabilità è del M5S”, ha attaccato Carlo Calenda.