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Cronache

Nella guerra dei dazi, “La Cucina Italiana” sbarca in Usa

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Non bastava l’OMS e la guerra a colpi di bollini a olio d’oliva, prosciutto e parmigiano. Con la scure dei dazi Usa sull’agroalimentare italiano, una proposta di comunicazione in difesa del settore arriva in America. Per festeggiare i suoi primi 90 anni, “La Cucina Italiana” lancia domani a New York la sua nuova edizione internazionale. In copertina c’e un tiramisu’ molto speciale, a base di zucca e marron glace’: in tempo per la stagione delle feste, l’edizione americana della rivista fondata 90 anni fa a Milano sara’ tenuta a battesimo da Eataly Flatiron. La testata ha stabilito una collaborazione esclusiva con la catena di Oscar Farinetti che ai sei punti di vendita gia’ aperti negli Usa ne aggiungera’ altri cinque nei prossimi due anni. “E’ la prima volta che il gruppo editoriale americano Condè nast esporta in patria un brand non Usa”, spiega la direttrice Maddalena Fossati presentando il primo numero, ricco di ricette (oltre cento), ma non solo. Il Dna e’ quello di sempre: la rivista fondata il 15 dicembre 1929 dal giornalista e letterato Umberto Notari e dalla moglie Delia Pavoni, da 90 anni garantisce a lettori e lettrici consigli utili a cosa portare in tavola. L’esperienza, aggiornata al 2019 e tradotta per il mercato Usa, e’ a tutto campo, tra lifestyle, viaggi, ristoranti e un focus su tradizioni italiane tipiche, dall’aperitivo all’amaro. Poca carne, tanta verdura, dolci diversi. Per il primo numero la Fossati ha invitato tre “nonne” a raccontare saperi e sapori tramandati nel tempo, mentre grandi famiglie come i Borromeo o i Ferragamo aprono alla Cucina Italiana le loro case e le loro cucine. Il tutto all’insegna dell’autenticita’ – gli ingredienti veri, non l’Italian sounding – e dell’affidabilita’: “Vogliamo raccontare l’Italia vera agli americani” e soprattutto ispirare tutti a mangiar sano: porzioni piu’ piccole e dunque e ricette “light”, spiega la Fossati. L’edizione internazionale della Cucina Italiana uscira’ negli Usa trimestralmente, mentre il sito web ha debuttato il 23 settembre con 25 mila ricette senza firewall. Dopo gli Usa si parla di Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna. “E’ estremamente gratificante esportare il nostro modello di coinvivialita’ nel mondo sempre agganciato alla realta’ e alle news”, spiega la direttrice, portando ad esempio un servizio uscito a luglio sulla “Cucina” in edizione italiana: un “picnic lunare” per festeggiare i 50 anni dallo sbarco dell’Apollo.

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Crollo della Galleria Umberto e morte del 14enne Salvatore Giordano: 3 condanne e 2 assoluzioni in appello

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Si chiude con tre condanne e due assoluzioni il processo di appello per la tragica morte di Salvatore Giordano (foto in evidenza), il 14enne colpito da un fregio caduto dal frontone della Galleria Umberto I, mentre passeggiava con gli amici lungo via Toledo nel luglio 2014. La sentenza della prima Corte di Appello del Tribunale di Napoli conferma alcune responsabilità, ma assolve due dei cinque imputati condannati in primo grado.

Gli assolti: due imputati fuori dall’accusa

La Corte ha assolto Franco Annunziata, dipendente del servizio idrogeologico del Comune di Napoli, e Marco Fresa, ultimo amministratore di condominio prima del tragico crollo. Entrambi erano stati condannati in primo grado ma sono stati scagionati in appello grazie al lavoro delle loro difese legali.

Le condanne: responsabilità confermate

Confermate invece le condanne per Bruno Mariano, amministratore di condominio, e Elio Notarbartolo, direttore dei lavori, entrambi condannati a due anni di reclusione con sospensione della pena. Diversa la posizione di Giovanni Spagnuolo, dirigente del servizio difesa del territorio del Comune di Napoli: la Corte ha dichiarato prescritta l’accusa di omicidio colposo, ma ha confermato la condanna a un anno e quattro mesi per altre responsabilità.

Gli allarmi inascoltati e la mancanza di manutenzione

Il processo ha evidenziato come la tragedia sia il risultato di un sistema di manutenzione inefficace e di allarmi inascoltati. Prima del crollo fatale, si erano verificati altri episodi simili lungo la facciata della Galleria Umberto. All’epoca, l’allora consigliere comunale Vincenzo Moretto aveva sollecitato interventi tramite un’interrogazione consiliare, ma le azioni intraprese furono insufficienti. La responsabilità era condivisa tra pubblico e privato, con il Comune e i condòmini incapaci di trovare un accordo operativo per garantire la sicurezza della struttura.

La delusione della famiglia di Salvatore Giordano

I genitori di Salvatore, assistiti dall’avvocato Sergio Pisani, si sono costituiti parte civile nel processo, ma il verdetto lascia spazio a molteplici amarezze. «Siamo delusi, molto delusi – ha dichiarato Pisani – perché ci aspettavamo che la Corte inviasse gli atti alla Procura nei confronti del Comune di Napoli, che riteniamo il principale responsabile della morte di Salvatore».

Un verdetto che lascia aperte questioni

La sentenza di appello traccia un quadro di responsabilità più chiaro, ma non privo di polemiche. La mancata iscrizione degli ex vertici del Comune nel registro degli indagati e l’assenza di ulteriori richieste da parte della Corte per approfondire le responsabilità del Comune alimentano il dibattito su una tragedia che avrebbe potuto essere evitata.

In attesa di un possibile ricorso in Cassazione da parte dei legali, resta il dolore per una comunità che ancora si interroga sulle cause di una morte che ha segnato profondamente la città.

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Insulti omofobi sui social al sindaco di San Giorgio a Cremano Zinno per non aver chiuso le scuole

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Una nuova ondata di odio sui social ha travolto il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, bersaglio di insulti, minacce e ingiurie omofobe per aver deciso di mantenere le scuole aperte nonostante il maltempo. Stavolta, però, il primo cittadino ha deciso di non lasciar correre e di denunciare pubblicamente e alle autorità quanto accaduto.

La decisione e gli attacchi social

Domenica sera Zinno, dopo essersi consultato con gli altri sindaci dell’area vesuviana, ha comunicato su Facebook che le scuole sarebbero rimaste regolarmente aperte il giorno successivo. In risposta, sono piovuti insulti e minacce sui social, provenienti perlopiù da ragazzi tra i 12 e i 17 anni. Molti messaggi provenivano da profili fake, poi identificati come riconducibili a studenti che non volevano andare a scuola.

«Sono perlopiù minorenni non controllati dai genitori», ha scritto Zinno in una denuncia pubblica. Il sindaco ha spiegato che trasmetterà gli screenshot dei messaggi ai dirigenti scolastici per facilitare l’identificazione degli autori e organizzare lezioni di educazione civica. «È nostro dovere dare un segnale educativo – ha aggiunto Zinno – e far capire che la violenza e la sopraffazione non valgono più di un ragionamento».

Denunce e solidarietà

Zinno ha informato la polizia postale e le forze dell’ordine, sottolineando che è essenziale intervenire per contrastare una pericolosa deriva culturale. «Se non ci occupiamo di questi giovani, continueranno a credere che la loro opinione personale valga più di quella di un esperto», ha dichiarato. Ha inoltre ribadito la necessità di educare i ragazzi ai valori della non violenza e del rispetto, coinvolgendo famiglie, scuole e istituzioni.

A Zinno è giunta la solidarietà di numerosi esponenti istituzionali, tra cui il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, che ha definito l’episodio «un campanello d’allarme». «Questi giovani devono imparare il rispetto, e la scuola è il luogo più adatto per farlo», ha affermato Buonajuto, auspicando provvedimenti educativi per sensibilizzare gli studenti alla gravità di tali comportamenti.

L’appello contro l’omotransfobia

Anche le associazioni locali, tra cui Antino Arcigay Napoli, l’Arci Napoli e l’Osservatorio regionale Lgbtqia+, hanno espresso solidarietà al sindaco. Antonello Sannino, presidente di Antino Arcigay Napoli, ha sottolineato l’urgenza di un piano strutturato di contrasto all’omotransfobia, a partire dalle scuole. «L’aumento delle aggressioni e dell’odio omotransfobico richiede una prevenzione culturale che parta dall’educazione», ha dichiarato.

Una sfida educativa e sociale

L’episodio solleva interrogativi sul ruolo dei social media e sull’educazione dei giovani. Il caso di San Giorgio a Cremano dimostra quanto sia necessario un lavoro condiviso tra istituzioni, famiglie e scuole per promuovere un uso responsabile dei social e contrastare fenomeni di odio e intolleranza, che rischiano di compromettere i valori fondamentali della convivenza civile.

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Tragico incidente a Santa Maria la Carità: Andrea, 17 anni, in coma colpito dalla caduta di un lampione

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Un incidente drammatico ha scosso ieri la comunità di Santa Maria la Carità. Andrea, un giovane di 17 anni che avrebbe compiuto 18 anni tra pochi giorni, è rimasto coinvolto in un grave incidente mentre tornava a casa da scuola. Ora si trova in coma nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale del Mare.

L’incidente: una dinamica ancora da chiarire

Erano le 14 quando Andrea, in sella alla sua moto nera e con il casco integrale, ha imboccato il sottopasso di via Dimitri, una scorciatoia abitualmente percorsa per raggiungere Santa Maria la Carità. Qualcosa, però, è andato storto. L’impatto violento contro un lampione ha fatto cadere la plafoniera, colpendolo, e la moto è finita fuori controllo, schizzando da una parte all’altra della carreggiata.

Sul posto sono intervenuti i vigili urbani, che hanno effettuato i rilievi necessari e inviato la documentazione alla Procura di Torre Annunziata, dove è stato aperto un fascicolo per chiarire la dinamica dell’incidente. Si indaga per capire se la caduta della plafoniera sia stata causata dall’urto della moto contro il palo o dal forte vento che ha interessato la zona negli ultimi giorni.

I testimoni e il dolore della scuola

Andrea non era solo. Con lui, altri studenti usciti dall’Iti Renato Elia, dove il ragazzo frequentava con ottimi risultati. Alcuni amici hanno raccontato ai soccorritori che la plafoniera si sarebbe staccata improvvisamente, cadendo addosso al giovane.

Il dolore ha colpito anche la dirigente scolastica Giovanna Giordano, visibilmente emozionata: «Aspettiamo di vederlo tornare. Sono nostri figli e siamo vicini alla famiglia». Dopo l’incidente, molti studenti sono tornati a scuola sotto choc, attendendo notizie del compagno ferito.

Ansia e preghiere per Andrea

Andrea, trasportato in codice rosso all’Ospedale del Mare (nella foto), è stato sottoposto a un intervento chirurgico nel pomeriggio. Attualmente è ricoverato in terapia intensiva, mentre la comunità scolastica e il sindaco Luigi Vicinanza restano in attesa di aggiornamenti. Il sindaco ha sottolineato che i lampioni nella zona sono nuovi e non rientrano nei lavori di ammodernamento dell’impianto di illuminazione in corso in città.

La speranza di una ripresa

La vicenda ha riacceso il dibattito sulla sicurezza stradale e sull’urgenza di verifiche tecniche accurate anche su impianti apparentemente nuovi. Per ora, però, la priorità resta la salute di Andrea, un giovane promettente e stimato da compagni e insegnanti. La speranza è che il casco integrale che indossava possa aver attutito l’impatto, contribuendo a salvargli la vita.

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