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Nel Pd lite sul voto, Schlein rinvia il viaggio in Ue

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La sconfitta c’è e nessuno la nega. Ma orientarsi fra le responsabilità diventa già più difficile. Il giorno dopo il voto alle amministrative, il Pd fa i conti con il 5 a 2 per il centrodestra ai ballottaggi nei capoluoghi. A poche ore dal voto, Elly Schlein ha convocato la segreteria, poi ha annullato il viaggio a Bruxelles: in programma aveva incontri con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e con S&D. A ribollire è soprattutto la componente riformista del partito, quella che finora ha colto le occasioni per criticare la segretaria. Però, nello scambio che ha fatto più rumore, ci sono stati i lettiani. Che non hanno gradito un certo tipo di valutazione.

Come quella del capogruppo al Senato, Francesco Boccia: “Ieri la Schlein si è assunta la responsabilità” ha detto, ma “sforziamoci di fare un’analisi onesta. Le amministrative dipendono dai candidati, dalle alleanze, dalla capacità dei candidati sindaci che ringrazio. Le alleanze sono state fatte dal gruppo dirigente precedente. Ricordo che l’anno scorso nel giugno del 2022 abbiamo vinto quasi ovunque e poi abbiamo perso le politiche. Le elezioni amministrative scontano più fattori”. Constatazioni che a qualcuno sono suonate come accuse al segretario uscente, Enrico Letta.

“Lo scaricabarile, vi prego, no – ha scritto su Twitter la sua portavoce, Monica Nardi – Enrico Letta le amministrative le ha stravinte e per 2 anni di seguito: 5-0 nel 2021 e vittoria ‘a valanga’ a giugno 2022. Poco dopo ha perso (male) le politiche. Ma non ha cercato alibi e non ha mai sparato contro nessuno del Pd”. E poi, nei corridoi del Parlamento, c’è chi ha ricordato il ruolo di Boccia nella segreteria Letta: “Quelle vittorie del 2021 e 2022 sono anche merito suo, ora queste parole suonano come un’autoimputazione”. Il malumore nell’area riformista è rimasto più sottotraccia. A caldo, l’ex capogruppo al Senato, Simona Malpezzi, ha chiesto un confronto nel partito: “Penso che sia importante e urgente fare il punto nelle sedi opportune. Non ho dubbi che ne discuteremo presto perché ogni sconfitta esige una riflessione”.

Il giorno dopo, le riflessioni guardano al 2024. Il segnale è arrivato – è il ragionamento che facevano alcuni riformisti in Transatlantico – ma la vera sfida sarà quella delle Europee, e fin là è meglio tenere i toni bassi, però qualcosa deve cambiare, la segretaria deve confrontarsi di più, sulle alleanze come sui temi di dibattito quotidiano, dalla tassazione delle rendite al commissario in Emilia Romagna ai temi etici. Un messaggio in bottiglia a Schlein è arrivato con la firma di diversi esponenti Pd – come l’ex ministro Valeria Fedeli, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, l’ex ministro Vannino Chiti, Goffredo Bettini e Pierluigi Castagnetti – alla petizione della rete NoGpa contro la maternità surrogata, tema che agita la componente cattolica del partito.

Il momento di riflessione sulla sconfitta alle amministrative dovrebbe esserci in una direzione del partito, la prossima settimana. Mentre per questa sono attese le riunioni dei gruppi di Camera e Senato per completare gli uffici di presidenza, dopo le elezioni dei capigruppo a Palazzo Madama, Boccia, e a Montecitorio, Chiara Braga. Resta il nodo Piero De Luca, col Nazareno che frena l’ipotesi di confermarlo vicecapogruppo alla Camera, anche se sarebbe vicina una soluzione: gli verrebbe affidato un diverso ruolo nel gruppo. Chiusa, invece, la questione del capodelegazione eruopeo. Con Schlein videocollegata dal Nazareno, a Bruxelles il gruppo ha confermato all’unanimità Brando Benifei: “La destra si è dimostrata forte e radicata nel Paese – ha commentato – e per questo abbiamo bisogno di costruire al più presto un’alternativa più solida di quanto siamo riusciti a fare finora”.

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De Luca, in questi anni lavoro immane come nessuno in Italia

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“In questi anni abbiamo fatto un lavoro immane. In alcuni settori, siamo partiti da zero. Nel settore dell’ambiente, ci siamo liberati dell’onta dell’emergenza rifiuti. Abbiamo bonificato le discariche. Stiamo smaltendo le ecoballe che erano lì da decenni grazie ai nuovi impianti di Giugliano e Caivano. Entro l’anno sarà eliminata la sanzione europea che abbiamo dovuto pagare per l’emergenza rifiuti”. Lo scrive sui social il presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, a due giorni dai duri attacchi rivolti al Pd nell’ultima giornata della Festa dell’Unità di Napoli.

“E poi la cultura. Le politiche sociali. Abbiamo aiutato la povera gente. Finanziamo l’apertura pomeridiana e serale di oltre 450 istituti scolastici. Col piano per il lavoro abbiamo dato un posto a tempo indeterminato a 3mila giovani. Si può fare sempre meglio, sempre di più, ma bisogna essere veramente dei farabutti per non avere rispetto per questo lavoro che non ha fatto nessuno in Italia”, conclude De Luca.

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Ustica: Amato ascoltato in audizione dal Copasir

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L’ex premier Giuliano è stato ascoltato oggi dal Copasir. L’audizione è durata due ore. Al centro della convocazione il caso Ustica, dopo l’intervista di un mese fa in cui Amato aveva accreditato la pista francese per l’abbattimento del Dc9.

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Meloni “basita” da Catania, scontro con la magistratura

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E’ di nuovo scontro aperto fra Palazzo Chigi e i magistrati. Questa volta Giorgia Meloni affida ai social, anziché alle “fonti” anonime che tante critiche hanno sollevato a inizio estate, la sua irritazione davanti alla sentenza di Catania con cui la giudice Iolanda Apostolico non ha convalidato il trattenimento di tre tunisini ritenendo le nuove regole, appena varate dal governo, in contrasto con la normativa europea. Ma di fronte alle parole della premier, “basita” per la sentenza dalle motivazioni “incredibili”, prima l’Anm e poi 10 togati del Csm si schierano a difesa della collega, finita nel mirino anche di tutto il centrodestra che vuole portare il caso in Parlamento.

Mentre le opposizioni condannano l’ennesimo “scontro istituzionale”, oramai, secondo i Dem, “anticamera dell’eversione”. Accanto alla giudice si schiera fin da subito l’Associazione nazionale magistrati di Catania (cui si affianca anche l’Anm di Milano), che definisce Apostolico “persona perbene” e osserva che “il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario andrebbe improntato a ben altre modalità”. Mentre la stessa giudice si chiama fuori dalle “polemiche” perché la questione è giuridica, e “impugnabile” e non deve essere trasformata in una “questione personale”. Si tratta di una “grave delegittimazione professionale” fanno intanto quadrato i consiglieri del Csm che hanno avviato una raccolta di firme a tutela della giudice di Catania, che secondo la premier si è “scagliata” contro un provvedimento del governo “democraticamente eletto”. Non si ferma lì, Meloni, che torna a puntare il dito contro quel “pezzo di Italia”, non meglio identificato, che “fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza”.

Senza contare gli “altri Stati” che “lavorano nella direzione diametralmente opposta” a quella del governo italiano, impegnato a fronteggiare gli sbarchi illegali. La premier, che finora non si era espressa sulla vicenda, scrive su tutti i suoi social di primo mattino. Mentre a Pozzallo il Cpr si sta svuotando proprio in conseguenza di quella sentenza. E ad alimentare la reazione muscolare di governo e maggioranza – mentre al ministero dell’Interno stanno studiando gli estremi per il ricorso in Cassazione – contribuisce anche la ricostruzione del Giornale di alcuni post contro Matteo Salvinicondivisi sulla bacheca Fb della giudice che avrebbe poi cancellato il suo profilo. Una chiusura “a orologeria”, attacca la responsabile migranti di Fdi Sara Kelany, preannunciando una iniziativa (ancora si sta valutando tra gli strumenti a disposizione dei parlamentari se procedere con una interrogazione, una interpellanza urgente o altro) per capire “se siano stati travalicati i limiti” fissati dalla Costituzione che “impone che ogni processo si svolga di fronte ad un giudice terzo ed imparziale”.

La Lega annuncia intanto una “interrogazione al ministro della Giustizia” Carlo Nordio, “alla luce di quanto letto sui giornali”. “Meloni la smetta di alimentare lo scontro istituzionale che danneggia il Paese”, risponde a caldo Elly Schlein, additando il governo di cercare “un nemico al giorno per nascondere le proprie responsabilità”. E le sue parole, le fa eco il capogruppo al Senato Francesco Boccia, “fanno il paio con quelle di Salvini di ieri che dice interverremo sulla magistratura. Questo è l’anticamera dell’eversione”. E’ “così, scagliandosi contro migranti e giudici, che Polonia e Ungheria si sono poste fuori dallo Stato di diritto”, incalzano anche da +Europa, mentre Giuseppe Conte sottolinea i “bluff” della premier che di fatto ha “fallito” sulle politiche migratorie.

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