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Cronache

Nel cuore del Molise il ‘paese dei bitcoin’

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Conta circa 1800 abitanti e una trentina di attività commerciali e tutte, da circa una settimana, accettano pagamenti anche tramite Bitcoin. E’ Fornelli, paese nel cuore del Molise, in provincia di Isernia da cui dista una ventina di minuti. Membro dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio e da qualche anno inserito tra i “Borghi più belli d’Italia”, Fornelli ospita il primo monumento in Italia dedicato al fondatore di Bitcoin, Satoshi Nakamoto, e ha l’ambizione di diventare il “paese dei bitcoin”. A spiegare perché e come è il crypto-artist Mattia Pannoni, fornellese doc, autore della statua inaugurata una settimana fa sul belvedere. “Tutto è nato da una mia idea condivisa con il sindaco, Giovanni Tedeschi, da lui subito apprezzata e sostenuta – racconta Pannoni – Oltre a essere un crypto-artist sono anche un bitcoiner e volevo che questa tecnologia potesse raggiungere quante più persone possibile. E ho iniziato dal mio paese, per dimostrare che può nascere dappertutto”.

In Italia anche Rovereto (Trento) ha abbracciato la tecnologia Bitcoin, ma “Fornelli – precisa Pannoni – ha il tasso di adozioni più alto al mondo nel rapporto con il numero di abitanti. L’aspetto più bello è che non abbiamo dovuto convincere gli esercenti, abbiamo fatto divulgazione e loro hanno compreso la rivoluzione Bitcoin, la facilità di accesso, per cui basta solo una connessione a Internet e, soprattutto, le grandi potenzialità e i benefici economici”. La statua di Mattia Pannoni, che fa bella mostra di sé e incuriosisce sul belvedere del borgo, è il terzo monumento al mondo dedicato a Satoshi Nakamoto. L’opera di Pannoni è in acciaio inox e poggia su un basamento di travertino e marmo. “La posa della statua – spiega l’artista – è un omaggio al Salvador Mundi di Leonardo da Vinci perché vedo Satoshi come il nostro salvatore: fix the money, fix the word. Credo che Satoshi abbia creato il primo denaro puro al mondo”.

Dopo aver frequentato il Liceo Artistico ‘Manuppella’ di Isernia, Pannoni si era iscritto a un’Accademia per lasciare tutto poco dopo e formarsi da autodidatta. Oggi, con i suoi 24 anni, vanta installazioni anche negli Stati Uniti e a Dubai. “Se si guarda la statua frontalmente, essa sembra scomparire. E’ un effetto che ho voluto creare – spiega – perché anche Satoshi è scomparso nel nulla, tanti anni fa, e non nessuno conosce la sua vera identità”. “Ora ci aspettiamo che tutti gli appassionati di Bitcoin e i curiosi possano avvicinarsi a Fornelli e conoscere il paese e questa tecnologia perché, purtroppo, c’è molta ignoranza e la criptovaluta Bitcoin è percepita in maniera malevola” osserva Pannoni. Intanto, ad affacciarsi al belvedere e a spasso per il borgo molisano già sono arrivati alcuni turisti, anche da Spagna e Svizzera, e hanno pagato in bitcoin. “E’ una risposta importante – commenta Pannoni – E non dimentichiamo che i canali social di Fornelli negli ultimi giorni hanno avuto milioni di visualizzazioni”.

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Cronache

Femminicidio di Correggio: confessa l’ex compagno

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Un altro femminicidio scuote l’Italia: a Prato di Correggio, in provincia di Reggio Emilia, Daniela Coman, 47 anni, è stata uccisa dal suo ex compagno Peter Pancaldi, 45 anni. L’uomo ha confessato di averla soffocata nell’abitazione dove si erano incontrati con la scusa di recuperare oggetti personali. Secondo il racconto fornito alla Procura di Reggio Emilia, Pancaldi ha attirato Daniela una seconda volta con il pretesto di restituirle foto del figlio, per poi ucciderla.

Daniela non si è presentata a scuola a prendere il figlio undicenne: a lanciare l’allarme sono stati l’ex marito e la sorella. Pancaldi, che ha problemi di dipendenze e non ha un impiego, ha raccontato di aver agito per vendetta, accusando la vittima di avergli fatto lasciare una precedente compagna che lo aiutava economicamente. L’uomo è ora in carcere, con l’accusa di omicidio premeditato aggravato, poiché commesso su una donna già vittima di atti persecutori.

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Cronache

Omicidio di Fregene, fermata la nuora: è indiziata del delitto ma si proclama innocente

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Nella villetta sul litorale di Fregene dove viveva Stefania Camboni, 58 anni, si consuma un delitto brutale. La donna viene trovata senza vita dal figlio, rientrato dal lavoro alle 7 del mattino. Il corpo è riverso sul letto, colpito da 15 coltellate, per lo più all’addome e una alla gola. La villetta, che la vittima condivideva con il figlio e la nuora Giada Crescenzi, mostra segni di una presunta effrazione: inferriata divelta, porta aperta, portafoglio in strada.

Ma qualcosa nei racconti dei due giovani non torna. Le discrepanze nelle loro versioni, soprattutto riguardo alla presenza di sangue, e alcune ricerche fatte su internet dal cellulare di Giada Crescenzi – come “come togliere il sangue dal materasso” e “come avvelenare una persona” – hanno portato la Procura di Civitavecchia a disporre il fermo per la trentenne, che oggi si dichiara innocente.

“È molto provata ma determinata a confermare la sua estraneità davanti al giudice”, afferma la sua legale, l’avvocata Anna Maria Anselmi. La difesa sostiene che la donna, dopo aver cenato con la suocera e il compagno, era andata a dormire indossando i tappi per le orecchie, come ogni sera. Quanto alle ricerche su internet, l’avvocato spiega che erano legate a mestruazioni e a metodi per eliminare piante infestanti in giardino. Gli inquirenti ipotizzano anche la simulazione di una rapina e stanno vagliando messaggi social in cui Giada cercava una nuova sistemazione abitativa per sé e il compagno, segno possibile di un clima familiare teso.

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Cronache

‘Chi meritava di morire?’.Sondaggio choc sui femminicidi

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Il sondaggio choc in un gruppo whatsapp di una scuola superiore di Bassano del Grappa (Vicenza) propone di “votare” quale vittima di femminicidio “meritasse di più” di morire, tra Giulia Tramontano, Mariella Anastasi e Giulia Cecchettin. A scoprirlo è stata l’emittente Rete Veneta, e la schermata della chat è stata diffusa dall’associazione Women For Freedom provocando un mare di indignazione, dolore e interrogativi sui social e non solo. Qualche studente avrebbe partecipato al sondaggio, qualche altro avrebbe fatto lo screenshot.

Il giovane autore, resosi conto della gravità del gesto, ha diffuso una lettera attraverso l’avvocato Aldo Benato nella quale chiede scusa per quello che ha scritto. “Capisco il dolore, la rabbia e l’indignazione che ho provocato e, purtroppo, non ho giustificazioni né spiegazioni. Mi ci sono voluti pochi secondi per capire la gravità delle mie parole – si legge nella missiva – ma quando i miei genitori hanno appreso il fatto e ho visto l’espressione sconcertata sui loro visi, ho compreso la vera portata di ciò che avevo scritto: ho pensato a come avrebbero potuto sentirsi i genitori di quelle donne, i loro familiari e i loro amici, leggendo un simile messaggio scritto da qualcuno che nemmeno le conosceva e mi si è gelato il sangue nelle vene. Sono mortificato”.

Il ragazzo, spiega il suo avvocato, al momento si trova “al centro di un’ondata di denigrazione e odio online che potrebbe metterlo in serio pericolo”. Sulla vicenda sono intervenuti il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e la sottosegretaria Paola Frassinetti, per i quali quanto scritto nella chat non solo “è agghiacciante”, ma “lascia molta amarezza e dimostra un alto grado di immaturità e di insensibilità. La scuola – dice il ministro – saprà prendere i provvedimenti opportuni non solo per sanzionare comportamenti così gravi, ma anche per richiamare alla cultura del rispetto”. Il sondaggio, evidenzia anche la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella “sorprende e addolora. Perché arrivare a scherzare su tragedie del genere senza percepire istintivamente il senso del limite e la consapevolezza dell’orrore dà l’idea di un’assuefazione radicata che bisogna invece sradicare”.

Parole di sdegno e di preoccupazione sono state espresse dal governatore del Veneto Luca Zaia e dagli esponenti di tutti i partiti politici. “Non serve solo la rabbia – scrive Women for Freedom che ha reso noto la chat – serve anche il coraggio di guardarci dentro. Di chiederci come mai un adolescente oggi si sente legittimato a scherzare su un femminicidio. Cosa non stiamo insegnando, trasmettendo, proteggendo? si chiede Luisa Rizzon, presidente dell’associazione.

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