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Nel 2021-22 la più grande epidemia di aviaria in Ue

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 Quasi 2.500 focolai e 47,5 milioni di volatili abbattuti negli allevamenti, oltre 3.500 casi negli uccelli selvatici, dalla Norvegia al Portogallo. Sono i numeri dell’epidemia di influenza aviaria 2021-22 , la piu’ grande mai vista in Europa secondo l’Autorita’ europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). L’Italia e’ il secondo Paese per numero di focolai negli allevamenti (317) dopo la Francia (1.383). Una situazione che presenza alcune differenze, rispetto gli scorsi anni, legate al numero di rilevamenti del virus dell’aviaria ad alta patogenicita’ (Hpai), che nel periodo estivo e’ stato “senza precedenti”, osservano Efsa e Ecdc. Il rischio di trasmissione all’uomo esiste, ma e’ classificato dalle agenzie Ue a livello basso, e da basso a medio per i soggetti esposti per motivi professionali. Per Calogero Terregino, direttore del Laboratorio di referenza europeo per influenza aviaria dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, la situazione va monitorata con attenzione, “per capire se questi virus stanno acquisendo un potenziale piu’ pericoloso per l’uomo”. A preoccupare soprattutto i segnali che “mostrano come sia capace di passare dagli uccelli ai mammiferi animali, per ora carnivori che si nutrono di uccelli infetti”. Questo “indica che il virus e’ in grado di fare il salto di specie”, spiega l’esperto dello Istituto Zooprofilattico delle Venezie, secondo il quale vanno comunque evitati gli allarmismi: “In Italia e in Europa gli allevatori seguono regole stringenti” e “c’e’ un sistema di gestione dei focolai che prevede particolari accortezze”. L’efficacia di questo sistema ha consentito all’Italia di gestire in un periodo molto stretto i 317 focolai registrati lo scorso anno. A dirlo anche Lara Sanfrancesco, direttore di Unaitalia, associazione di rappresentanza delle imprese della filiera avicola italiana, che in Italia annovera 6700 allevamenti con un giro d’affari di circa 6 miliardi di euro e 80mila lavoratori tra addetti e occupati indiretti. Un comparto che a causa dell’aviaria “ha gia’ subito ingenti danni, oltre 100 milioni di euro solo per i danni diretti legati ad abbattimento e disinfezioni, e stiamo facendo di tutto perche’ l’emergenza non si ripeta”. “Le regole ci sono – conferma Sanfrancesco – e sono anche ben settate. Stiamo ragionando anche sulla necessita’ di vaccinare gli esemplari animali, una misura finora mai utilizzata. I trial sono in corso, anche per individuare quello piu’ adatto specie per specie”. Il direttore di Unaitalia rassicura i consumatori: “Il virus non arriva mai sugli scaffali di vendita perche’ si procede all’abbattimento di tutto. Nessun rischio e’ legato al consumo dei prodotti. Come ripete l’Efsa il contagio puo’ avvenire solo col contatto diretto con l’animale vivo e genera un rischio classificato basso”. Sul boom di casi di aviaria interviene anche il segretario nazionale della SIVeMP (Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica), Aldo Grasselli, che fa notare come, per restare efficace, il sistema di controllo e sorveglianza necessiti di personale qualificato. “Sottovalutare il lavoro dei servizi veterinari e depotenziare gli organici, come e’ accaduto negli anni scorsi, e’ un errore fatale che potrebbe costare carissimo”. “Le epidemie animali zoonotiche – conclude Grasselli – hanno il brutto vizio di dirci quanto siano state infettive e gravi solo dopo che hanno fatto la loro completa evoluzione. Agire secondo il principio di precauzione significa essere pronti ad affrontare forme altamente contagiose e gravi”.

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Esteri

Mosca, 2 morti per attacco ucraino con droni a Belgorod

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E’ di due morti il bilancio di un attacco ucraino con droni nella regione russa di Belgorod. Lo annuncia il governatore Vyacheslav Gladkov. – “In seguito al rilascio di due ordigni esplosivi, un edificio residenziale privato ha preso fuoco – ha scritto su Telegram il governatore Vyacheslav Gladkov -. Due civili sono morti, una donna che si stava riprendendo da una frattura al femore e un uomo che si prendeva cura di lei”.

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Cronache

Maxi incidente fra autotreni sulla A1, traffico bloccato, code fino a 18 km

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Uno scontro fra autotreni ha diviso l’Italia a metà per ore, con file di auto fino a venti chilometri. L’incidente sulla A1 Milano-Napoli, nel tratto compreso tra San Vittore e Caianello verso Napoli, all’altezza del km 691: quattro i mezzi pesanti coinvolti. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, i soccorsi sanitari e meccanici, le pattuglie della Polizia Stradale ed il personale della Direzione 6° Tronco di Cassino di Autostrade per l’Italia. Agli utenti in viaggio verso Napoli, è stato consigliato di uscire a Cassino e rientrare a Caianello dopo aver percorso la viabilità ordinaria: adesso l’incidente è stato risolto ma per chi sta tornando verso Napoli ci sono ancora più di 10 km di coda.

 

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Economia

Allarme Upb sul Superbonus, Parlamento studia deroghe

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La “generosità” dell’agevolazione, le ripetute proroghe, un sistema di controlli che ha favorito la “diffusione di comportamenti opportunistici e fraudolenti”, la concessione di deroghe. Nasce anche da qui il ‘vulnus’ con cui il Superbonus si è trasformato in una zavorra per i conti pubblici, lasciando “una pesante eredità sul futuro”. L’Ufficio parlamentare di Bilancio lancia l’allarme e invita a far tesoro di questa esperienza per ridisegnare le future agevolazioni. Il Parlamento intanto prepara nuove modifiche all’ultima stretta impressa dal governo, comprese nuove deroghe per altre aree colpite dal terremoto o il coinvolgimento dei Comuni nei controlli. E sul Superbonus si accende un faro anche oltreoceano, con il Fondo Monetario Internazionale che sprona l’Italia a ridurre il debito. La crescita, stimata allo 0,7% nel 2024 e 2025, è destinata a ridursi al lumicino nel 2026 (rivista al ribasso allo 0,2%) con il Superbonus e il Pnrr in via di esaurimento, avverte il Fondo.

Ma intervenire si può, ed è dal debito che bisogna partire: per ridurlo, bisogna partire dagli sgravi fiscali, “molti dei quali inefficienti” come il superbonus, suggerisce il Fmi, ed eliminare quelle “scappatoie” dal fisco e “numerosi programmi di sostegno anti-inflazione”. Il Superbonus, insieme al bonus facciate e, in misura minore, gli incentivi alle imprese Transizione 4.0 “hanno inciso marcatamente sui conti pubblici degli ultimi anni”, evidenzia l’Autorità dei conti pubblici in una memoria alla commissione Finanze del Senato che sta esaminando l’ultimo decreto sull’agevolazione. Superbonus e bonus facciate, in particolare, hanno avuto un impatto “rilevante e crescente” nel tempo: l’asticella del periodo 2020-23, secondo gli ultimi dati, è salita a circa 170 miliardi. Con un gap tra i risultati e le attese “macroscopica” nel caso del Superbonus, e che “non ha precedenti”, osserva l’Upb, che indica vari elementi che hanno contribuito a far lievitare la spesa: la generosità dello sconto e le modalità di fruizione, l’ampliamento degli obiettivi, proroghe e deroghe.

A farne le spese è il debito. Quanto rilevato in termini di competenza economica nel quadriennio 2020-23 inciderà soprattutto sul 2024-26, evidenzia l’Upb, che quantifica questa “pesante eredità”: un impatto in media annua pari allo 0,5% del Pil nel triennio 2021-23, che salirà a circa l’1,8% in quello successivo. Un’esperienza, quella del Superbonus, da cui “occorre trarre insegnamento per il disegno di future agevolazioni”, osserva l’Upb, che indica la rotta: selettività e stop agli automatismi. In prospettiva, dunque, la soluzione suggerita è “un trasferimento monetario” (un contributo diretto alla spesa), modulato in base alle condizioni economiche delle famiglie e alla classe energetica dell’edificio, sottoposto ad autorizzazioni preventive e soggetto a un limite di spesa, o con prestiti agevolati. E in vista delle prossime misure di sostegno per le case green, a mettere in guardia è anche la Banca d’Italia: le “criticità” emerse con il Superbonus sembrano “sconsigliare la riproposizione in futuro della cedibilità dei crediti”, se non in “forma limitata” e “circoscritta ad alcune categorie”.

Dopo l’ultima stretta sul Superbonus intanto, si studiano nuove deroghe. A proporle, per altre aree colpite dal sisma diverse da quelle per cui già si è fatta eccezione (a partire dall’Emilia Romagna) o dalle alluvioni e per il Terzo settore, sono sia la maggioranza che l’opposizione con diversi emendamenti al decreto Superbonus. Il termine per presentare le proposte di modifica è mercoledì 24 aprile, ma sul tavolo del relatore, Giorgio Salvitti, gli emendamenti cominciano ad arrivare. Si studia anche la possibilità di coinvolgere, su base volontaria, i Comuni nei controlli ai cantieri del Superbonus, garantendo loro un ritorno economico pari al 30% dell’eventuale recupero. Nulla sarebbe invece ancora arrivato sulla possibilità di allungare da 4 a 10 anni i tempi di utilizzo dei crediti del Superbonus. Ipotesi su cui però si è già detto favorevole il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E che, secondo i calcoli dell’Upb, consentirebbe al debito di restare abbondantemente sotto quota 140%.

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