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Cronache

Navi ong sempre senza porto ma il nuovo Governo dice basta approccio emergenziale

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In silenzio il neoministro dell’Interno Luciana Lamorgese (nella foto sotto) lavora al dossier immigrazione, riceve gli aggiornamenti sui soccorsi delle navi umanitarie – Ocean Viking e Alan Kurdi – ed evita di avvalersi dei poteri di blocco concessi al ministro dell’Interno dal decreto sicurezza bis firmato dal suo predecessore. In Parlamento, intanto, il premier Giuseppe Conte conferma che le cose sono cambiate: basta con gli approcci emergenziali, saranno eliminate le megamulte alle ong, in coerenza con le osservazioni del capo della Stato, Sergio Mattarella, elaborata “un’organica normativa” sul tema e chiesta “solidarieta’ effettiva” all’Ue. Ieri sera il soccorso della Ocean Viking al largo della Libia: 50 persone, tra le quali una donna incinta e 12 minorenni. Uno dei medici di bordo ha aggiornato sulle condizioni fisiche: “diversi soffrono di mal di mare, due casi di ipotermia ed evidenti segni fisici di violenze subite da queste persone nel loro periodo di detenzione in Libia”. La nave non ha diretto il timone a nord, verso Lampedusa, ma e’ rimasta in area Sar libica pronta ad eventuali altri interventi di salvataggio. Con la Guardia costiera libica ci sono stati scambi di email ma non richiesta di Pos (place of safety, un porto sicuro). L’altra nave umanitaria, la Alan Kurdi di Sea Eye, si trova sempre fuori dalla acque maltesi: 5 i migranti rimasti a bordo, dopo che tre minorenni sono stati evacuati per le condizioni di salute. “La situazione e’ preoccupante”, denuncia la ong. Nessun atto formale, per ora, da Lamorgese, che valuta la situazione in stretto coordinamento con Conte. Nel caso la Ocean Viking decidesse di dirigersi verso le acque italiane non si fara’ ricorso al potere di vietare l’ingresso attribuito al ministro dell’Interno. Si contattera’ Bruxelles per chiedere che organizzi la redistribuzione dei soccorsi tra i vari Paesi europei. Lo stesso premier e’ atteso dopodomani nella capitale belga dal presidente uscente della commissione Ue, Juncker.

I numeri di quest’anno smentiscono un’emergenza-sbarchi. Fino ad oggi si contano 5.728 arrivi nel 2019, contro i 20.322 del 2018 ed i 100.307 del 2017 nello stesso periodo. Con l’avvicinarsi dell’autunno e’ prevedibile che questo si confermera’ un anno record, ma in senso negativo, per migranti giunti via mare. Cosa che permettera’ di gestire il fenomeno come vuole Lamorgese, che oggi, intercettata in Transatlantico, ha risposto cosi’ ai cronisti che le chiedevano delle navi ong: “il ministro dell’Interno e’ sempre operativo, 24 ore su 24. Affronteremo anche questa emergenza se sara’ un’emergenza”. Un ‘se’ rivelatore: l’obiettivo e’ che i flussi non diventino un’emergenza e tale non si puo’ comunque definire l’arrivo di una nave con 50 persone soccorse. E Conte in Parlamento, tra le proteste della Lega (“i porti li chiudiamo noi, tutti insieme, perche’ in Italia non si entra senza permesso”, l’avvertimento di Salvini), ha spiegato che il fenomeno migratorio “va gestito con rigore e con responsabilita’” sulla base di “un approccio non piu’ emergenziale, ma strutturale, che affronti la questione nel suo complesso, anche attraverso la definizione di un’organica normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e l’immigrazione clandestina, ma che, nello stesso tempo, si dimostri capace di affrontare ben piu’ efficacemente i temi dell’integrazione per coloro che hanno diritto a rimanere e dei rimpatri per coloro che non hanno titolo per rimanere”. Ed in questo quadro, ha sottolineato, “non possiamo piu’ prescindere da un’effettiva solidarieta’ tra gli Stati membri dell’Unione europea. Questa solidarieta’ finora e’ stata affermata, anche in documenti ufficiali; e’ stata preannunciata nei fatti, ma non e’ stata ancora realizzata”. Nei prossimi vertici il tema sarà dunque posto con forza sui tavoli dell’Unione, sia da parte del premier che dai suoi ministri. Una delle soluzioni per uscire da “gestioni emergenziali” e’ quella di rafforzare i corridoi umanitari, ha aggiunto Conte.

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Cronache

Poliziotti aggrediti durante controllo antidroga a Roma

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Circondati da venti persone, ‘armate’ di spray urticante, arrivate per dare manforte a un pusher che tentava di sfuggire all’arresto. Poliziotti aggrediti ieri sera durante un controllo antidroga al Quarticciolo, quartiere alla periferia est di Roma dove il governo ha deciso di applicare il decreto Caivano. Tutto è nato quando un ragazzo di origini nordafricane, bloccato assieme a una donna italiana perché sorpresi a spacciare, ha opposto resistenza dando calci agli agenti per sfuggire all’arresto. A quel punto sono arrivate circa venti persone che hanno spruzzato spray al peperoncino contro i poliziotti, riuscendo così a far guadagnare la fuga allo spaciatore, poi rintracciato dalla polizia. L’ordine è stato ristabilito con l’arrivo sul posto di altri poliziotti inviati in supporto dalla Sala operativa della questura.

Gli agenti hanno bloccato undici persone, tra cui la donna arrestata e le hanno portate negli uffici di polizia. Al termine degli accertamenti di rito, in cinque sono risultati non in regola sul territorio nazionale e saranno collocati nel Cpr di Bari. Qualche ora più tardi gli investigatori del commissariato Prenestino hanno rintracciato il fuggitivo. Si tratta di un venticinquenne tunisino che è stato arrestato. La questura ha sottolineato che proseguiranno “con ancor maggiore incisività” i controlli nella zona del Quarticciolo per presidiare il territorio e contrastare ogni forma di criminalità. L’episodio ha suscitato diverse reazioni. “Esprimiamo piena solidarietà e vicinanza ai colleghi coinvolti, vittime di un vile attacco che testimonia la crescente difficoltà di operare in quartieri dove la legge sembra essere sostituita da dinamiche di criminalità organizzata e intimidazione collettiva”, ha sottolineato il sindacato di polizia Siulp, che plaude “al coraggio e alla determinazione dimostrata dai colleghi intervenuti, che nonostante le difficoltà hanno portato avanti con fermezza il loro dovere”.

Per il presidente della Regione, Francesco Rocca, che ha espresso solidarietà agli agenti, si è trattato di “un agguato inqualificabile e intollerabile”. “Dobbiamo riportare sicurezza e legalità non soltanto al Quarticciolo, ma anche negli altri quartieri più complicati di Roma – ha detto – coniugando sicurezza e recupero sociale. Il modello deve essere quello di Caivano, come già previsto dal Governo: presenza dello Stato, con il pieno coinvolgimento delle straordinarie energie della società e del Terzo Settore”. E’ intervenuto anche Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che ha espresso “forte e piena solidarietà ai poliziotti aggrediti. È l’ennesimo e vile attacco a danno dei nostri uomini e donne in divisa che ogni giorno mettono a rischio la propria vita per l’incolumità di tutti – ha affermato -. Appare sempre più necessario tutelare i nostri agenti, vista la loro crescente difficoltà nell’operare per garantire la presenza dello Stato e della legge anche lì dove sembra prevalgano intimidazioni e sopraffazioni”.

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Schianto di un bus con 7 italiani, muore la capogruppo

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E’ finita in tragedia la vacanza a Cuba di un gruppo di turisti italiani, coinvolti in un incidente stradale mentre si spostavano da L’Avana in direzione sud, verso le località più rinomate della provincia di Villa Clara. Nello schianto fatale contro una struttura di cemento sono morti sul colpo Patrizia Crisolini Malatesta, 67enne accompagnatrice del tour operator Avventure nel Mondo, e l’autista cubano del mezzo. Gli altri 6 passeggeri rimasti feriti sono stati tutti ricoverati presso l’ospedale provinciale Doctor Gustavo Aldereguía Lima, dove sono state fornite loro le cure necessarie.

La Farnesina ha fatto sapere che tre di loro si trovano in terapia intensiva, ma in condizioni stabili. In una dichiarazione all’agenzia di notizie cubana, il vice primario del reparto di chirurgia dell’ospedale Sergio Miguel Samon Matos ha dichiarato che due pazienti sono giunti in pronto soccorso in codice rosso, uno dei quali è stato sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza per poter ridurre un trauma addominale. Entrambi sono già considerati fuori pericolo. E’ andata meglio ad altri tre turisti che hanno riportato solo ferite lievi e qualche contusione. Medicati, sono stati dimessi poco dopo.

L’incidente è avvenuto nel tardo pomeriggio di giovedì lungo il tratto dell’autostrada nazionale nel comune di Aguada de Pasajeros, nella provincia di Cienfuegos. Secondo la ricostruzione preliminare fornita ai media ufficiali dal comandante dell’unità di investigazione incaricato del caso, tenente colonnello Yaser Moya, il veicolo della compagnia statale di trasporti Transtur su cui viaggiava la comitiva italiana si è scontrato con il parapetto di cemento di un ponte al chilometro 209 dell’autostrada, finendo di pochi metri fuori strada. Ancora in corso le indagini per cercare di risalire all’esatta dinamica dell’incidente e alle cause dell’impatto. Le autorità lavorano anche per verificare le prime testimonianze raccolte dai media locali che riportavano il coinvolgimento di un altro mezzo nell’incidente, proveniente dalla direzione opposta.

I connazionali sono assistiti da vicino dal personale dall’ambasciata d’Italia de L’Avana, che sin dai minuti successivi all’incidente lavora, in coordinamento con la Farnesina, a stretto contatto con le autorità locali per fornire supporto ai feriti e ai familiari della vittima. Anche l’ambasciatore Roberto Vellano si è recato personalmente a Cienfuegos. La tragedia ha trovato ampio spazio sulle pagine e i siti di cronaca locale che hanno denunciato come nei primi 16 giorni del 2025 si siano verificati sull’isola già numerosi gravi incidenti stradali, con un bilancio di sei morti e oltre 120 feriti.

Secondo il ministero dei Trasporti, citato dai media, i principali fattori che determinano la preoccupante frequenza degli incidenti sono le cattive condizioni delle strade e della pavimentazione, la carente segnaletica stradale e lo stato in cui versano il parco veicoli pubblico e privato. Auto, bus e camion in circolazione sull’isola hanno in media tra 40 e i 70 anni di utilizzo ininterrotto alle spalle, il che ne riduce significativamente gli standard di sicurezza.

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Tre scosse di terremoto ai Campi Flegrei: magnitudo fino a 3.0, nessun danno segnalato

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Nel tardo pomeriggio di oggi, i sismografi dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) hanno registrato tre scosse di terremoto nell’area dei Campi Flegrei, precisamente nella zona della Solfatara. La sequenza sismica è avvenuta tra le 17:53 e le 17:54.

La scossa più forte, di magnitudo 3.0, si è verificata a una profondità di 2 chilometri. Le altre due hanno avuto magnitudo di 1.6 e 1.7, entrambe con una profondità di 1 chilometro.

Segnalazioni dai comuni e quartieri dell’area

Le scosse sono state avvertite chiaramente dai cittadini residenti nei comuni flegrei e in diversi quartieri di Napoli, come Fuorigrotta, Bagnoli, Pianura e Agnano. Numerose le segnalazioni sui social, con i residenti che hanno raccontato di vibrazioni percepite distintamente e in alcuni casi di preoccupazione per l’intensità degli eventi.

Nessun danno secondo le prime verifiche

Secondo il Dipartimento della Protezione Civile, al momento non risultano danni a persone o strutture. Le autorità stanno comunque monitorando la situazione per valutare eventuali sviluppi, data la peculiarità del territorio flegreo, caratterizzato da un’attività vulcanica intensa e monitorata costantemente.

Attività sismica nell’area dei Campi Flegrei

L’area dei Campi Flegrei è nota per la sua intensa attività geotermica e sismica, legata alla presenza della caldera vulcanica. Fenomeni come lo sciame sismico odierno non sono inusuali, ma vengono osservati con particolare attenzione dagli esperti per valutare eventuali cambiamenti nello stato del vulcano.

Le autorità invitano i cittadini a mantenere la calma e a seguire le comunicazioni ufficiali per ulteriori aggiornamenti.

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