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Napoli troppo forte per il Salisburgo, al San Paolo finisce con un secco 3 a 0

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Brutta bestia da domare il Salisburgo, ma Carlo Ancelotti al San Paolo vuole acquisire un bel margine di vantaggio in modo da poter controllare la partita al ritorno in Austria. Riposa Insigne, in attacco Callejon, Milik e Mertens. Centrocampo con un Allan in forma strepitosa, Fabian Ruiz sempre più negli schemi. In porta Meret.

Difesa sempre con Koulibaky a fare da regista arretrato. Napoli subito padrone del campo anche se nei primi tre minuti il Salisburgo batte due volte verso Meret, senza impensierirlo. Al minuto 10 primo gol del Napoli. Mertens smarca in area Milik che non perdona, scarta anche il portiere in  uscita e insacca. Pochi minuti e con un Napoli padrone del campo, al minuto 17 è Fabian Ruiz a raddoppiare.

Callejon in aerea gli alza una palla respinta dalla difesa, lui si coordina e batte a rete. Il gol è da applausi. Il San Paolo gradisce, i 35 mila si spellano le mani. Primo tempo finito senza patemi per il Napoli. Gli azzurri sempre in controllo della gara. Nel secondo tempo Salisburgo molto aggressivo ma poco concludente. In una sola occasione, al 47 minuto Meret viene impegnato in una bella parata su tiro ravvicinato di Dabbour. Passano pochi minuti e al 52 minuto grande parata di Walke su turo di Dries Mertens. Al 58 minuto arriva il terzo gol. Bel traversone dalla fatica sinistra di Mario Ruiz, incornata bellissima ma nella porta sbagliata di Ongènè. Al minuto 68 grande azione sulla destra di Mertens, traversone perfetto per Callejon che mette un pallone in porta con una coordinazione perfetta ma un difensore austriaco, Ramalho, con la testa sventa il pericolo. Mertens lascia il campo al 70, entra Insigne. Al 74 minuto ennesimo errore in fase difensiva di Ramalho, Milik intuisce il passaggio all’indietro e per poco non infila il quarto gol. Al minuto 83 grande parata di Meret. Al 90 minuto ancora una parata strepitosa di Meret che toglie la gioia al Salisburgo del gol della bandiera e la possibilità di recuperare al ritorno. Il Napoli vince bene ma andrà a Salisburgo senza la difesa titolare grazie ai cartellini gialli distribuiti in maniera selettiva dall’arbitro: Koulibaly e Maksimovic. In pratica i due diffidati che salteranno il ritorno.

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Il caso Matilda De Angelis-Elodie scuote i Nastri d’Argento: “Condividere il premio è irrispettoso”

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Scoppia il caso Matilda De Angelis (foto Imagoeconomica) ai Nastri d’Argento, a poche ore dalla cerimonia in cui l’attrice ha ritirato, insieme a Elodie, il premio come miglior attrice non protagonista per il film Fuori di Mario Martone. La polemica è esplosa dopo un’intervista rilasciata da De Angelis al Fatto Quotidiano, dove ha dichiarato: «Trovo irrispettoso dover condividere il Nastro con Elodie».

La sorpresa di Laura Delli Colli

A restare sorpresa dalle parole dell’attrice è stata Laura Delli Colli, presidente dei Nastri: «Quando ho letto l’intervista pensavo stesse ancora sognando», ha commentato. «La sera prima, sul palco, c’erano sorrisi, abbracci, dichiarazioni d’amore tra le attrici. Nessun segnale di disagio, anzi: sembrava tutto molto felice e naturale».

Delli Colli sottolinea che si trattava di una candidatura congiunta, non di un ex aequo: «Il premio lo hanno vinto entrambe, non devono dividerlo. Quando il lavoro di due interpreti è così intrecciato, la nostra prassi è candidarli insieme. È accaduto anche con Jasmine Trinca e Valeria Bruni Tedeschi, che furono felicissime».

Una polemica evitabile?

La presidente aggiunge: «Se davvero si sentiva disturbata, avrebbe potuto rifiutare la candidatura in coppia settimane fa. Invece è venuta a ritirare il premio, ha fatto le foto con Elodie… Ora questa uscita stona e lascia perplessi».

L’ipotesi che la polemica nasca da una presunta gerarchia tra attrice e cantante — con Elodie vista come “meno titolata” — viene respinta: «Anche altri artisti non nati attori hanno vinto il Nastro. Non c’è mai stata discriminazione di questo tipo».

La replica silenziosa di Matilda

Nel pomeriggio, De Angelis ha pubblicato su Instagram una foto della cerimonia in cui sorride accanto a Elodie, entrambe sul tappeto rosso, mano nella mano. Il commento? Solo due parole: «Questo è».

Un tentativo di smorzare i toni, forse, o un modo per chiudere la vicenda. Ma la frattura, dopo l’intervista, è ormai evidente. E in un’edizione che celebrava la sorellanza tra donne nel cinema, il contrasto appare ancora più paradossale.

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Economia

Mediobanca e Generali al lavoro su partnership strategiche dopo il rinvio dell’assemblea

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Dopo il rinvio al 25 settembre dell’assemblea che avrebbe dovuto decidere sull’offerta pubblica di scambio (Ops) di Mediobanca su Banca Generali, sono partiti i primi tavoli di confronto tra Milano e Trieste. L’obiettivo è accelerare il negoziato per definire l’architettura di nuove partnership commerciali e strategiche tra Mediobanca e Assicurazioni Generali.

Il nodo della compensazione per Generali

Uno degli aspetti chiave è il perimetro delle intese da condividere con gli azionisti, soprattutto con Caltagirone, da sempre contrario all’operazione, e con Delfin, la holding di Francesco Milleri, che aveva manifestato apertura ma si è astenuta in assenza di dettagli concreti.

L’uscita di Banca Generali dal perimetro del Leone di Trieste genererebbe una perdita di utile tra il 4% e il 5%, pertanto sarà necessario trovare un meccanismo di compensazione adeguato per soddisfare gli azionisti e assicurare la sostenibilità finanziaria di Generali.

Pressione di mercato e passivity rule

Intanto Banca Generali continua a perdere valore in Borsa, con un calo del 2,09% nella seduta di ieri, mentre Generali ha ceduto l’1,21%. L’Ops ha generato incertezze che il mercato continua a monitorare con attenzione. L’operazione, infatti, potrebbe restare sospesa per altri tre mesi, in attesa della conclusione del periodo previsto dalla passivity rule, che impone il congelamento delle difese da parte della società bersaglio.

Le valutazioni legali: “Nessuna criticità nel rinvio”

Il professore Filippo Annunziata, docente di Diritto dei mercati finanziari alla Bocconi, ha affermato che il rinvio dell’assemblea non costituisce un vizio procedurale, ma rientra nei poteri delle parti coinvolte. L’articolo 104 del Tufregola la convocazione dell’assemblea per superare la passivity rule, ma la validità dell’operazione resta solida, secondo Annunziata, anche con la nuova calendarizzazione.

Mediobanca prosegue gli acquisti e stringe i tempi

Nel frattempo Mediobanca ha acquistato 376.000 azioni proprie per un valore di 7,2 milioni di euro, confermando la volontà di mantenere il controllo sul dossier e rafforzare il proprio posizionamento. I prossimi mesi saranno determinanti per la definizione dell’operazione, che dovrebbe completarsi tra settembre e ottobre, salvo ulteriori sviluppi.

Il dialogo tra Piazzetta Cuccia, Trieste e Banca Generali sarà fondamentale per la riuscita dell’Ops e per offrire agli investitori un quadro chiaro e credibile.

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Economia

Operazione Unicredit-Banco Bpm Golden power, il governo difende la sua legittimità: “Serve a proteggere la sicurezza nazionale”

Il Mef risponde all’Ue sul caso Unicredit-Banco Bpm: “Interessi finanziari dei risparmiatori sono sicurezza nazionale”. Orcel: “Senza chiarezza, niente OPS”.

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Il Golden power italiano è legittimo e rientra pienamente nella tutela della sicurezza nazionale, anche quando riguarda gli interessi economici e finanziari dei cittadini. È questo il punto chiave della risposta del Ministero dell’Economia(Mef) alla Commissione Europea, in particolare alla Direzione Generale Concorrenza (Dg Comp), che aveva chiesto chiarimenti in merito all’applicazione dei poteri speciali nell’operazione Unicredit-Banco Bpm.

La posizione del governo: “Intervento necessario per tutelare i risparmiatori”

Il governo italiano ha spiegato che l’autorizzazione all’operazione tra i due istituti bancari è accompagnata da prescrizioni considerate “legittime” e “fattibili”. Al centro della risposta c’è la difesa dell’interesse strategico rappresentato dalla massa di risparmio e depositi da centinaia di miliardi, che fa parte della sicurezza economica nazionale.

Un altro nodo centrale è il disimpegno di Unicredit dalla Russia entro il 18 gennaio, indicato come condizione fondamentale nel contesto della posizione italiana sulla guerra in Ucraina.

La questione della natura “italiana” dell’operazione

Bruxelles ha anche sollevato dubbi legati al fatto che l’operazione riguarda due soggetti italiani. Ma il Mef ha chiarito che oltre il 60% del capitale di Unicredit è detenuto da investitori extra-UE, con una forte presenza statunitense e un 20% proveniente dal Regno Unito, Paese ormai fuori dall’Unione.

Questo, però, secondo fonti vicine al dossier, è un aspetto marginale: la vera priorità resta la protezione della sicurezza economica nazionale e l’allineamento con le posizioni euro-atlantiche.

Il quadro normativo e l’autonomia degli Stati

Il Ministero dell’Economia ha ribadito che il regolamento europeo sulle concentrazioni riconosce ai singoli Stati una competenza esclusiva sulla sicurezza nazionale, senza che questa interferisca con le competenze della Commissione Ue, della Bce, della Banca d’Italia o della Consob.

Orcel (Unicredit): “Così non possiamo procedere”

Sulla vicenda è intervenuto anche Andrea Orcel, ceo di Unicredit, durante l’11ª CEO Conference di Mediobanca. Il banchiere ha dichiarato che senza una definizione chiara delle prescrizioni imposte dal Golden power, l’operazione pubblica di scambio (OPS) su Banco Bpm non potrà andare avanti. “Nessun azionista vorrebbe che proseguissi senza chiarezza. Da italiano, mi dispiace che siamo l’unica banca a cui è stato applicato”, ha aggiunto.

Orcel ha inoltre annunciato che Unicredit ridurrà progressivamente l’investimento in Generali, ponendo fine alle speculazioni su possibili alleanze. Nessuna indicazione invece sul 1,9% detenuto in Mediobanca. Quanto alla probabilità di completare l’OPS, il ceo è stato chiaro: “Siamo ben sotto il 50%”.

Prossime tappe: Antitrust e Tar

Domani è attesa la valutazione dell’Antitrust sull’OPS. Il Tar del Lazio, invece, dovrebbe pronunciarsi dopo l’udienza del 9 luglio sul ricorso relativo al Golden power, che resta uno dei punti più delicati dell’intera operazione.

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