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Napoli

Napoli arrembante, Atalanta sepolta sotto una valanga di gol

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Napoli-Atalanta  é il match più difficile per gli azzurri. La squadra di Gasperini é stata devastante in avvio di campionato, ha schiacciato ogni squadra che ha incontrato e l’ha sepolta sotto valanghe di gol. Il Napoli ha giocato sempre bene, ha sempre vinto e non ha mai subito gol.

Ma il Napoli arriva all’incontro dopo due settimane di polemiche e con quel 3 a 0 a tavolino con la Juventus che ancora suscita e susciterà polemiche. Il Napoli senza Insigne schiera in attacco Politano, Lozano, Mertens e Osimhen. Con un centrocampo tostissimo e molto tecnico: Fabián Ruiz con Bakayoko accanto rende il doppio. Il primo tempo si conclude con un 4-0 che forse dice poco rispetto al gioco bellissimo espresso dagli azzurri.

Decidono il parziale la doppietta di Lozano (23′ e 27′), primo gol di rapina in aria, seconda rete un tiro a giro da fuori imparabile per Sportiello.  Il gol di Politano (30′) é una pennellata dall’angolo destro dell’area orobica che assomiglia ad un colpo di precisione con una mazza da golf.

Poi c’è il gol di Osimhen (43′), un piccolo capolavoro di forza e tecnica che al centro dell’area dell’Atalanta si arrampica in aria, arpiona un pallone, lo mette a terra, guarda Sportiello e piazza la palla nell’angolino destro del portiere. Anche il quarto gol é imparabile. Primo tempo, Napoli 4 e Atalanta zero. Migliore in campo Sportiello per i gol che ha sventato e per non essere riuscito a fermare gli attaccanti azzurri andati in gol.  Ospina del Napoli mai chiamato in causa. Secondo tempo del Napoli che gioca facile e non affonda. Atalanta ancora in bambola. Papu Gómez sostituito quasi subito con Lammers. Al 62 minuto altra occasione da rete di Dries Mertens che con un gran tiro da fuori costringe Sportiello ad un miracolo per evitare la cinquina. Gasperini non sa come cambiare il corso del match. Tira fuori anche uno spento Ilicic per Malinvovsky ma nulla cambia. É sempre il Napoli a fare la partita e l’Atalanta annichilita assiste. Al 69 minut0 Lammers va in gol e riduce le distanze. Al 75 Gattuso sostituisce Mertens e Bakayoko con Lobotka e Malcuit. Il Napoli va in controllo. Risparmia energie. Al minuto 88 ancora Lozano si libera in area e batte a rete. Sportiello riesce a deviare in angolo. La partita é finita anche se l’arbitro assegna 4 minuti di recupero. Ma il recupero é impossibile.

 

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Spalletti è diventato napoletano: cittadinanza onoraria dal sindaco Manfredi al coach dello scudetto

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“Da questo momento sono un official scugnizzo”: ed è così che Luciano Spalletti è diventato un cittadino napoletano: il sindaco Gaetano Manfredi gli ha conferito la cittadinanza onoraria in una cerimonia al Maschio Angioino. Così l’uomo che ha riportato il Napoli a vincere uno scudetto dopo 33 anni e che se lo è tatuato sul braccio, è ormai napoletano.

“La cittadinanza ha un significato enorme, ha detto Spalletti, me ne sono andato per preservare la bellezza che avevo nel cuore”.  In prima fila, un sorridente Aurelio De Laurentiis che già in precedenza aveva abbracciato l’ex allenatore del Napoli dello scudetto e ne aveva tessuto le lodi, nonostante il contenzioso che è derivato dal passaggio del coach alla Nazionale.

Selfie, foto, applausi per Spalletti, qualche battuta a margine con i giornalisti anche del presidente del Napoli che, ha scritto Repubblica, ha spiegato che “I napoletani sono perdenti perchè non sono mai contenti. Pensa che io vengo con sette zii di cui quattro napoletani e una zia tra loro è fortunatamente ancora viva a novantatré anni e sono degli scassacaxxo a cavallo”.

Tante le personalità presenti sugli scranni, folla di telecamere con qualche problema per la concomitanza con la conferenza stampa di Mazzarri prima dell apartenza per Torino ma è stata una bella cerimonia.

La laudatio è stata affidata dal sindaco Manfredi al professore Bruno Siciliano, illustre scienziato, pure lui professore universitario come il primo cittadino.

Il professor Bruno Siciliano

Dopo la cerimonia pranzo organizzato dal Sindaco da Cicciotto a Marechiaro, tra le personalità che hanno partecipato alla cerimonia prima e al successivo pranzo il direttore Generale del Comune di Napoli, Pasquale Granata, il Professor Antonio Giordano e Giancarlo Arra presidente e vice della Sbarro Health Research Organization, i calciatori Fabio e Paolo Cannavaro, l’Assessore Edoardo Cosenza e Gianluca Capuano, proprietario del ristorante Cicciotto.

Antonio Giordano, Luciano Spalletti, Gaetano Manfredi

 

 

LAUDATIO A LUCIANO SPALLETTI

Grazie Sindaco, mio carissimo amico e collega di lunga data. Assolutamente onorato della tua richiesta. Sono un napoletano profondamente radicato a Napoli, eternamente grato alla città, ai napoletani, alla Federico II. Tifoso assiduo, alterno gli impegni internazionali di lavoro con le partite. Sono appena rientrato da Doha dove ero per un convegno internazionale e un incontro con il ns. Ambasciatore per promuovere programmi di cooperazione bilaterale fra Italia e Qatar.
Abbonato storico dal 1966, da piccolo in Tribuna con mio padre e mio zio. Quindi gli anni giovanili della Curva e delle prime trasferte con gli amici. Prima la B e poi la A negli anni a cavallo dei due scudetti. Da circa 15 anni nei Distinti, spaccato vivo delle classi sociali come brillantemente descritto nel capitolo “L’elogio dei distinti” del libro “Il resto della settimana” dell’amico Maurizio De Giovanni.
Unico anno saltato quello trascorso nel 1985/86 al Georgia Tech ad Atlanta durante il dottorato di ricerca. A seguire cattedre rifiutate in prestigiose università americane per amore di Diego Armando Maradona e del Napoli. Venendo al passato recente, solo tre trasferte perse il primo anno di Spalletti nel quale avevamo già potuto apprezzare la sua impronta. L’anno scorso tutte le 38 partite di campionato compreso le trasferte vietate + le trasferte di Champions (meno una a Liverpool) per l’apoteosi, decine di migliaia di chilometri macinati in aereo, treno e auto. E, come me, tanti altri tifosi appassionati del nostro amato Napoli che fanno sacrifici per seguirlo ovunque. Idealmente, oggi ho l’onore di rappresentarli tutti.

Più che un sogno, è stato un risveglio fragoroso e allo stesso tempo dolcissimo dopo un letargo durato 33 lunghi anni ed essersi destati solo in un paio di occasioni per averlo appena sfiorato. Finalmente lo scudetto. Bramavo di viverlo con i miei figli, che oggi sono qui in sala, dopo aver mostrato loro le videocassette e i filmati su YouTube del Napoli del D10S. Piansi di gioia con loro in quel di Udine alle 22:37 dello scorso 4 maggio, pur avendo la consapevolezza di poterlo vincere oramai già da qualche settimana. Uno scudetto che non è motivo di rivalsa calcistica, sociale, economica, ma piuttosto un dato “scientifico” servito a dimostrare che Napoli può tutto quando vuole. Questo è lo spirito che anima tanti professionisti napoletani di nascita e di adozione, e che ha animato Mister Spalletti in questi due anni.

Spalletti ha saputo cogliere e interpretare in pieno quel legame indissolubile fra squadra e città, fra tifosi e cittadini. Si dice Napoli per indicare la città e la squadra, si dice Napoletani per indicare i cittadini e i tifosi. E lo ha fatto in maniera decisa, una vera e propria “full immersion”, ma altrettanto si è fatto trovare pronto per ricevere tanto da Napoli, dai suoi uomini, dai tifosi, dalle persone comuni che ha incontrato. Nei suoi incontri con la città, ha sempre messo in luce l’importanza di trasmettere dei valori ai nostri giovani, quelli più esposti al nulla, che vivono e replicano il disagio conosciuto nelle famiglie senza possibilità di riscatto. Perché il calcio e in particolare il modo in cui lo si interpreta, possono essere d’ispirazione e guida per qualcuno.

Uomini forti destini forti! Dal punto di vista sportivo, Luciano Spalletti ha saputo recepire al meglio la sfida in questi due anni col suo carettere protettivo. Al di là degli obiettivi, del superamento degli ostacoli (infortuni, arbitraggi, polemiche mediatiche, etc), ha sempre dato l’esempio a tutti, addetti ai lavori e non. Non un Deus ex machina, ha amato e creduto profondamente di poter vincere con i giovani a disposizione, argutamente riconoscendo il loro valore e ricordandoglielo nei momenti topici. E, una volta vinto, questi giovani hanno avuto tutti la consapevolezza di essere cresciuti e cambiati per sempre.

Riprendendo una sua citazione, la partita è una scatola da riempire con tante cose in funzione degli uomini a disposizione e delle loro doti. Uno Zielo come uomo-esca a portare via un centrale e creare un buco per le incursioni del Di Lorenzo di turno, un Marittiello regista aggiunto all’occorrenza con la copertura di un concentratissimo Kim, un Lobo alto ad accorciare invece che restare basso davanti alla difesa, un tattico Politano a tutta fascia nel primo tempo e il Chucky a spaccare avversari sfiancati nel secondo, un Kvara libero di svariare su tutto il fronte d’attacco. Uscita veloce, uscita lenta, palleggio, costruzione delle trame di gioco e poi verticalizzazioni improvvise per il giaguaro Victor. Un gioco armonioso, effervescente, moderno, europeo, talvolta anche spensierato, che in definitiva corrisponde al nuovo volto della città e che si innesta perfettamente nelle tradizioni e nelle radici partenopee. Una reazione chimica esplosiva, frutto di una simbiosi unica fra ironia fiorentina e spirito napoletano sulla base di una grossa professionalità e dedizione al lavoro e al sacrificio.

A proposito di Napoli e della napoletanità, mi piace riprendere le citazioni di due napoletani illustri. La prima è di un collega mio e di Gaetano, Luciano De Crescenzo “Napoli per me non è la città di Napoli ma solo una componente dell’animo umano che so di poter trovare in tutte le persone, siano esse napoletane o no. A volte penso addirittura che Napoli possa essere ancora l’ultima speranza che resta alla razza umana”. Spalletti ha fatto nascere e nutrito quella componente nel suo animo in maniera virtuosa.

La seconda citazione è dello scrittore Erri De Luca “Napoli è una città che brulica di vita e di storia, ha avuto un passato grandioso e ha energie non solo per partecipare a un futuro, ma anche per precederlo. Il popolo napoletano con le sue mille risorse, la sua capacità di adattamento e il suo ingegno ha dato prova di saper affrontare qualsiasi avversità e di saper costruire un futuro”. Spalletti si è perfettamente calato nello spirito napoletano utilizzando al meglio le risorse messegli a disposizione dalla Società e dal Presidente più glorioso della nostra storia quasi centenaria, e ha lasciato una grossa eredità per il futuro, non fosse altro per il valore della rosa dei nostri giocatori.

In maniera sommessa rispetto a due giganti come De Crescenzo e De Luca, in un mio TEDx talk di qualche anno orsono su Robotica e Napoli, definii Napoli una città che allena alla complessità e ispira la creatività di coloro che sono nati qui e di coloro che vengono adottati da Napoli. Spalletti ha allenato un gruppo multietnico di giovani talentuosi ma non ancora affermati, di 17 nazionalità diverse alcune con poca tradizione nel calcio, che tutti assieme hanno valorizzato la loro professione sotto la guida creativa di un grande motivatore e uno stratega esperto come pochi.

Pensando di interpretare il sentimento comune di tutti i napoletani, tifosi e non, desidero abbracciare Luciano Spalletti come segno di fratellanza e appartenenza che va al di là della cittadinanza onoraria che gli viene conferita oggi. D’altro canto, il ns concittadino Luciano –con oggi, mi permetto di chiamarlo semplicemente per nome (potrei dire fratm’ alla napoletana), essendo entrambi nati nello stesso anno, il 1959 che poi è l’anno in cui fu realizzato il primo robot dell’era moderna e fu inaugurato lo Stadio San Paolo (oggi Maradona)– dicevo Luciano ha rispettato un fioretto che aveva fatto tatuandosi –lui che non aveva alcun tatuaggio– sul braccio sx lo scudetto con la N del Napoli e sul dx i nomi dei suoi tre figli (numero perfetto si dice, tre come gli scudetti del Napoli e tre anche come i miei figli, altrettanto due maschi e una femmina). Bellissimo che, attraverso questi tatuaggi, il Napoli e l’esperienza di vita vissuta a Napoli rappresentino una cicatrice che porterà orgogliosamente per sempre sulla sua pelle, a cominciare dall’avventura del Paradiso della Nazionale come da lui stessa definita qualche giorno orsono.

Grazie di cuore, carissimo Luciano a nome di tutti noi napoletani. Ti saremo grati per sempre e ogni volta che vorrai tornare troverai la Napoli che tanto ami pronta ad accogliere e abbracciare te, i tuoi parenti, i tuoi amici. Napoli sarà sempre la tua seconda famiglia. Una Napoli che vuole proiettarsi verso il futuro, anche auspicabilmente attraverso nuove intese con una Società calcistica moderna, finanziariamente solida che ci ha reso orgogliosi in Italia e in Europa.
Tu non hai insegnato solo calcio in questa città. Hai insegnato amore in questa città. Hai insegnato amore PER questa città: “Tutto per lei”. È questo l’insegnamento che hai lasciato a questa città, la tua eredità, il tuo regalo più bello, più dello stesso scudetto. Tutto per lei. Anche ora che non siedi più sulla nostra panchina, tutti noi napoletani dobbiamo tenerlo ben presente: dobbiamo vivere ogni giorno cercando di dare tutto per lei. Tutto per questa città. E siamo sicuri che, anche grazie a questa tua lezione, Napoli sarà una città ancora migliore.

 

 

 

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Cronache

Udine prima, Napoli fra le ultime: ma quali indicatori sceglie il Sole 24 Ore?

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Sono stata nel maggio scorso qualche giorno a Udine, che secondo la classifica del Sole24 Ore è al primo posto in Italia per vivibilità. Senza nulla togliere agli amici udinesi, ho dei cugini che vivono pochi chilometri da lì, sinceramente non riesco davvero a capire quali indicatori abbiano mai potuto scegliere. Sicuramente l’occupazione. Forse l’ordine, uffici molto larghi ed efficienti, qualche vespasiano in giro per la città? Bus che funzionano? Mah…
Ho fatto una bella passeggiata in centro, dove ho acquistato i famosi asparagi bianchi e quando ho visto dei baretti carini e curati, pieni di piante in fiore, ho chiesto a chi mi accompagnava se la sera ci fosse molta confusione…mi hanno quasi riso in faccia: al tramonto qui è tutto chiuso, mi hanno spiegato. Ovviamente mi son stupita, poi ho pensato forse non aprono d’inverno perché fa freddo…No, no: mi hanno detto che anche d’estate qui, di sera, è un mortorio. Non volevo crederci. Un po’ triste per la verità.

La sera, dopo la partita che ha finalmente assegnato lo scudetto al Napoli, con amici abbiamo cercato un posto dove mangiare qualcosa. E dopo un lungo giro e molte telefonate ai locali trovati su Internet, abbiamo finalmente trovato un pub pizzeria. Fuori, il delirio: nonostante ci fossero alcune migliaia di persone in cerca di un tavolo, era l’unico aperto. Riusciamo ad entrare e al tavolo vicino c’erano due giovani tifosi udinesi, uno con la maglia della squadra. Mi fermano e mi dicono: “avete vinto ma non è troppo festeggiare tanto, esser così felici?” Ho detto loro che il Napoli e Napoli per noi coincidono, c’è un senso di appartenenza e di gioia che si trasmette anche ai turisti che amano il nostro modo di vivere e ci premiano con la loro presenza (anche questo fine settimana sold out presso ‘largo Maradona’ e a vedere il ‘Cristo velato”). E loro mi hanno risposto: “lo vedete, noi abbiamo solo questo, sono tutti chiusi a quest’ora…”
Allora io mi chiedo: esimi analisti del Sole24Ore ma che cosa avete analizzato? Sicuramente i problemi della criminalità, simili in tutte le grandi città, i trasporti, ma spesso sfugge un particolare: Napoli è una ‘casa di vetro’ dove quello che accade è sempre sotto gli occhi di tutti. Non è così in molti luoghi dove i tappeto sotto il quale nascondere il malcostume, il disagio, la criminalità peggiore, quella economica, è ben ampio ed ancorato saldamente al suolo. Di certo non è stata presa in esame la gioia di vivere, non la percezione di felicità, e nemmeno la soddisfazione dei turisti e pure dei cittadini. E neppure la qualità del cibo, il fatto che ci sia possibilità per tutte le tasche. O il piacere di accontentarsi anche di un panorama, di uno scorcio di cielo o di mare che più azzurro non si può.

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Cronache

Mezzo miliardo di euro per rinascita edifici storici a Napoli

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Ristrutturazione e trasformazione di edifici storici a Napoli e nella provincia per 554 milioni di euro già finanziati e altri 254 milioni in arrivo. E’ questa la base da cui parte a Napoli l’approfondimento del lavoro che il Comune di Napoli e la Città Metropolitana stanno attuando in piena sinergia con l’Agenzia del Demanio che oggi ha tenuto un forum sul tema “La città in movimento” all’Acen di Napoli.

La nuova Agenzia del Demanio lavora in contatto diretto su razionalizzazione degli spazi urbani, sulla valorizzazione degli immobili e sugli investimenti da fare in base a piani verso il futuro, tra cui la rigenerazione urbana, la mitigazione del rischio sismico e l’efficientamento energetico. A Napoli sono 30 gli immobili del Comune entrati nel piano di investimenti edilizi, a cui si aggiungono 3 edifici della provincia. In prima fila i lavori già avviati e finanziati dal Demanio a partire dall’ex caserma Boscariello a Miano, che diventerà il nuovo Polo di Polizia con la Cittadella della Sicurezza.

Il progetto è alla verifica definitiva ed è al 40% del totale progetto già finanziato per 300 milioni di euro. Altro intervento è alla Caserma Cavalleri a San Giorgio a Cremano, già finanziata con i 90 milioni necessari per trasformarla nella riallocazione dei reparti della Guardia di Finanza e la realizzazione di un polo concorsuale e di preparazione dei piani logistici. Allo stato attuale è nelle indagini conoscitive, al 20% dell’avanzamento del progetto che porterà a un azzeramento dei costi pubblici di gestione del luogo, con un risparmio di 1,3 milioni l’anno. Integralmente finanziati anche i 12 milioni necessari per i lavori a Villa Favorita, edificio storico di Ercolano che sarà restaurata e risanata per la valorizzazione di un bene di alta valenza culturale nel Miglio d’oro, in cui ci sarà la valorizzazione del paesaggio e l’integrazione in maniera sostenibile di diverse funzioni.

Stanziati i finanziamenti di 6,7 milioni di euro per i lavori alla Procura della Repubblica a Napoli per la ristrutturazione con la realizzazione dell’edificio che porterà a risparmio energetico e la costruzione di un collegamento pedonale di 40 metri di lunghezza sospeso tra Procura e Palazzo di Giustizia, attualmente separati e che hanno bisogno di essere uniti. Stanziati anche i 27 milioni per il completo rifacimento interno di Palazzo Fondi a via Medina, che è al via con i lavori, mentre Castel Capuano ha già avuto l’approvazione del progetto di restauro e rifunzionalizzazione del vecchio tribunale di Napoli, che ha ottenuto l’ok al finanziamento di 72 miloni di euro. Tra i progetti che restano in attesa di finanziamenti in arrivo ci sono lo Stabilimento Militare Spolette a Torre Annunziata, l’ex Cantiere Pattison a Gianturco, l’ex Caserma Cesare Battisti a Bagnoli, l’ex Monastero Trinità delle Monache a Napoli, l’ex Caserma Garibaldi in via Foria.

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