Video delle telecamere di sorveglianza della zona di Santa Lucia. Filmati raccolti sul web. Riprese fatte dalla polizia scientifica nel corso degli scontri. Scene di agguati che alcuni gruppetti di facinorosi hanno teso a chiunque avesse una divisa. Per picchiare duro chi indossa una divisa dello Stato. Poi ci sono le devastazioni.
L’arredo urbano distrutto. I cassonetti incendiati. Le mura imbrattate con scritte contro la polizia. Auto delle forze dell’ordine danneggiate o bruciate. Quindi c’è il capitolo altrettanto serio delle intimidazioni e delle violenze contro gli operatori dell’informazione. Non c’è un solo giornalista aggredito.
Non c’è una sola troupe spintonata. Nessun giornalista, nessun cameramen ha potuto documentare con serenità quel che accadeva. Perché c’era guerriglia. Perchè quelli che scatenavano la guerriglia non erano degli sprovveduti ma professionisti degli scontri di piazza. Perchè Napoli era già una polveriera prima dell’emergenza sanitaria. Basta guardare tutte le immagini che girano sul web per capire che quelli che hanno attaccato le forze dell’ordine sono dei criminali scesi in piazza solo per mettere a ferro e fuoco la città e creare disordini. È violenza di natura eversiva.
E allora è il caso di sgomberare subito la discussione dall’argomentazione dei disordini causati per il lockdown da commercianti e imprenditori. I primi ad essere danneggiati dalla notte di guerriglia scatenata dai criminali sono loro. Il messaggio che è passato da Napoli è quello della violenza, non le argomentazioni della protesta di chi ha paura del covid e ha il terrore di dover chiudere la sua attività e dichiarare fallimento. Queste persone, gli imprenditori, hanno protestato per giorni e mai c’è stato un solo momento di tensione. Dura contestazione alle scelte del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, voglia di protestare contro il cosiddetto coprifuoco notturno. Volontà di far capire che quelle scelte sarebbero ferali per le attività produttive. Insomma una protesta legittima che però viene sepolta da quelle immagini ignobili di violenza cieca e criminale della caccia al poliziotto o al carabiniere.
Ma a Napoli lo Stato a volte sonnecchia, a volte è lento, talvolta ha i riflessi appannati ma c’è e si farà sentire certamente. Se dietro le immagini di violenza e devastazioni che vi mostriamo c’è stata una regìa criminale, presto la magistratura napoletana la illuminerà e colpirà pesantemente. Se ci sono dei promotori della guerriglia, andranno in carcere anche con queste accuse eversive. Gli attori della piazza, intanto, già nelle prossime ore cominceranno a entrare nelle carceri della Campania. Per ora ci sono già due persone che sono state arrestate dalla Digos per gli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti che si sono verificati nella tarda serata di ieri. Si tratta di due persone, già note alle forze dell’ordine per reati connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere Vasto.
Al momento gli inquirenti della Procura sono impegnati a raccogliere informazioni sull’accaduto per delineare un quadro più chiaro di quanto accaduto in città, in particolare nelle immediate vicinanze della sede della Regione Campania, dove c’è stato un fitto lancio di oggetti che hanno colpito Polizia e Carabinieri.
Lungo il tragitto del corteo di protesta di qualche centinaia di facinorosi erano stati disseminati preventivamente oggetti atti ad offendere: mazze, pietre, bottiglie. Era tutto organizzato. Solo dopo che gli investigatori avranno visionato tutti i filmati delle telecamere di sorveglianza (prima, durante e dopo il corteo) attive lungo il percorso della manifestazione e nella zona degli scontri, sarà possibile identificare il maggior numero di coloro che hanno compiuto azioni violente. Questo lavoro, però, è reso difficile da cappucci e mascherine chirurgiche indossati da quasi tutti i partecipanti. Anche questo dettaglio non è neutro. Quella gente non indossa le mascherine. Ieri sera ne indossava più di una.
I gruppi violenti sono composti da persone che si sono infiltrate, ingrossandone le fila, in una manifestazione pacifica contro il coprifuoco che era stata annunciata due giorni fa da un gruppo di commercianti. Le azioni violente, però, erano state organizzate in anticipo, come conferma anche la tecnica dell’utilizzo di decine di scooter per ostacolare le forze dell’ordine: una “regia” sulla cui genesi si indaga già e che assomiglia ad altre scene di altri tempi in altri contesti emergenziali in città.
(L’intera foto gallery è della società Kontrolab che ha documentato con immagini bellissime l’intera manifestazione e ogni scena di violenza)
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