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Mutazioni Omicron e reinfezioni, in Italia ci sono oltre un milione di positivi

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In Italia sono ancora oltre un milione gli attualmente positivi al Covid-19, anche se in lieve decrescita giornaliera, per un totale, nelle ultime 24 ore, in base al bollettino del ministero della Salute, di 1.119.914, con un calo di 11.450 casi. Da inizio pandemia i contagiati a livello nazionale hanno raggiunto i 16.798.998 mentre i decessi sono 164.489 (oggi in calo con 72 rispetto ai 113 di ieri). I dimessi e i guariti sono 15.514.595, con un incremento di 42.603. Scende ancora la pressione sugli ospedali con le terapie intensive stabili rispetto a ieri (356 pazienti, uno in piu’) e -160 ricoveri nei reparti ordinari per un totale di 8.655. Il tasso di positivita’ risale al 15,1% rispetto al 13,2% di ieri e 30.804 nuovi casi (ieri 40.522) anche se i dati risentono del week end e di un calo di tamponi (molecolari e antigenici): 203.454 nelle ultime 24 ore contro i 305.563 di ieri. Un quadro in miglioramento ma gli esperti non si sbilanciano. E cosi’ sottovarianti di Omicron (BA.2 prevalente in Italia, e BA.4 e 5) e reinfezioni, salite al 5% in Italia (quasi 400mila da inizio pandemia e spinte da Omicron), senza aumento dei ricoveri, rappresentano un campanello d’allarme soprattutto per il dopo estate. Anche se in autunno e’ atteso il nuovo vaccino adattato a Omicron. Al momento, dice all’ANSA il direttore dell’Unita’ di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma, Massimo Ciccozzi, “viaggiamo ancora sui 40-50 mila casi al giorno ma c’e’ un 10-20 per cento che sfugge ai test, come accade nella sorveglianza epidemiologica”. E’ urgente invece rafforzare la sorveglianza genomica e fare sequenze per poter prospettare scenari di evoluzione dell’andamento pandemico in riferimento alla diffusione delle sottovarianti di Omicron e delle ricombinanti”. La diffusione di Omicron 1 e Omicron 2 in Italia e in Europa, riferisce Ciccozzi “sta portando a una sorta di immunita’ naturale che potrebbe fare da scudo e rendere vita difficile alle nuove sottovarianti BA.4 e 5 che invece stanno imperversando in Sudafrica pesando per il 75% sui contagi”. E se avremo anche noi un picco “non sara’ come quello del Sudafrica”, e neanche “come il primo di Omicron in Italia”. In Sudafrica, inoltre, spiega Ciccozzi, le due sottovarianti 4 e 5 “sembrerebbero spinte da una loro mutazione importante, la F486V che sembra essere implicata nell’eludere gli anticorpi e quindi favorire i contagi”. Sul fattore reinfezioni “chi ha preso la Omicron 1 puo’ reinfettarsi con la Omicron 2 ma poi non puo’ contagiarsi di nuovo con la 1”, afferma Ciccozzi. Dall’ultima indagine rapida sulla prevalenza e distribuzione delle varianti di Sars-CoV-2 condotta dall’Istituto superiore di Sanita’ e dal ministero della Salute con i laboratori regionali e la Fondazione Bruno Kessler, il 4 aprile scorso la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 100%, con la sottovariante BA.2 prevalente e la presenza di alcuni casi di variante ‘ricombinante’ della stessa Omicron. “Con tutte queste mutazioni in autunno si rischia una nuova ondata e la crescita delle reinfezioni, con i 397mila casi da agosto, puo’ sembrare marginale in questa fase ma e’ un campanello d’allarme e prova che la pandemia non e’ finita e che dopo l’estate potrebbe tornare preoccupante”, dice il direttore sanitario dell’Ircss Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco sottolineando che “la forza del Sars-CoV-2 e’ l’instabilita’, dovuta a mutazioni anche minime, per cui la vaccinazione e la guarigione non sono garanzie di immunita’”. Il rischio attuale, prosegue, “e’ la perdita di percezione dei rischi e presintomatici, asintomatici e paucisintomatici senza protezioni adeguate saranno i cavalli di Troia con cui il Sars-CoV-2 portera’ avanti l’infezione”.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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