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Cronache

Muore a 13 anni su un campetto di calcio di Palazzo Fuga, forse una aritmia cardiaca. Aperta un’inchiesta

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Aveva 13 anni. Il suo cuore di ragazzo forte si è fermato su un campo di calcio. Siamo in piazza Carlo III. A.L. giocava assieme ai suoi amici quando si è fermato. Si è accasciato al suolo. E non ha più ripreso conoscenza. Il ragazzino è stato raccolto da una ambulanza del 118 arrivata nella serata di ieri sui campetti sportivi di calcio della Kodokan, all’interno del Real Albergo dei Poveri, Palazzo Fuga. Quando sono arrivati i soccorritori sul posto c’era già chi praticava il massaggio cardiaco.  Quando il ragazzino è arrivato nel vicinissimo ospedale  San Giovanni Bosco era ancora vivo sebbene in condizioni disperate, con un arresto cardiocircolatorio superato grazie al massaggio cardiaco. A.L. sul lettino del pronto soccorso aveva ancora il completino da calcio. I medici le hanno provate tutte in rianimazione: ma non sono riusciti a salvarlo anche con rupetute manovre cardiopolmonari. A quel punto non  hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Per le cause occorrerà attendere la perizia disposta dal magistrato di turno in procura. Forse una  aritmia, ma la perizia necroscopica dirà tutto.

La polizia di Stato ha già ascoltato alcune persone che hanno allertato i soccorsi e provato a rianimare il bambino. Hanno sentito i titolari-gestori della struttura sportiva Kodokan. Oggi sentiranno in audizione protetta in commissariato anche altri ragazzini. Per ora la notizia che nessuno vorrebbe dare è che un ragazzino di 13 anni è morto giocando a calcio. Sul dolore indicibile della famiglia, degli amici della vittima c’è poco da raccontare. Impossibile per una mamma e un papà superare un dolore del genere.

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Cronache

Il sindaco di Sorrento Massimo Coppola tace, parla il suo collaboratore Francesco Di Maio

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Arrivano le prime ammissioni di responsabilità dall’inchiesta sulle presunte irregolarità nell’assegnazione degli appalti al Comune di Sorrento, che nei giorni scorsi hanno portato in una cella del carcere di Poggioreale il sindaco Massimo Coppola e un suo collaboratore, Francesco Di Maio.

I due, entrambi arrestati in flagranza di reato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Torre Annunziata, si sono trovati oggi davanti al gip Emanuela Cozzitorto accompagnati, rispettivamente, dagli avvocati di fiducia Giovanbattista Pane e Alessandro Orsi: il sindco ha accusato un lieve malore e ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, mentre Di Maio, secondo quanto si è appreso, avrebbe fornito delle conferme agli investigatori circa la natura di quei seimila euro che un imprenditore avrebbe consegnato ai due durante una cena, sostengono gli investigatori, era stata appositamente organizzata.

Soldi che per l’accusa sarebbero parte di una “mazzetta” versata per un appalto finito nelle mani dell’imprenditore in questione. E mentre le indagini proseguono, emergono nuovi particolari sugli arresti in flagranza avvenuti la sera di martedì, il 20 maggio: le banconote trovate addosso al sindaco e al suo collaboratore – il primo aveva 4.500 euro, il secondo 1.500 – erano state fotocopiate dai finanziari (per registrane i numeri di serie) prima della consegna. Inoltre, sotto il tavolo dove i tre si sono accomodati per la cena, quella sera, era stata preventivamente sistemata dagli investigatori una microspia che ha captato le parole dei commensali.

Seduti ai tavoli vicini, poi, non c’erano dei normali clienti ma dei finanzieri in borghese. Infine, nei bagni del ristorante, erano state nascoste delle telecamere grazie alle quali gli inquirenti hanno potuto vedere e registrare Di Maio mentre contava il denaro appena ricevuto dalle mani dell’imprenditore. L’inchiesta della Procura di Torre Annunziata (sostituti procuratori Schioppi e De Micheli, procuratore Nunzio Fragliasso) vede indagate ventidue persone, tra cui il sindaco, dirigenti e funzionari comunali di Sorrento, collaboratori del primo cittadino e imprenditori, nei confronti dei quali vengono ipotizzati, a vario titolo, i reati di induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione, turbativa d’asta e peculato.

Tra gli iscritti anche Giuseppe Razzano, assistente territoriale di Pina Picierno e rappresentante legale della società Comunicando, che nel 2021 si è aggiudicato l’appalto per la promozione del “Brand Sorrento”, uno di quelli finiti nel mirino degli investigatori. “Non ho subìto alcuna perquisizione e non mi è stato notificato alcun provvedimento. Sono pronto a tutelare la mia immagine e professionalità in tutte le sedi opportune”, ha detto Razzano. I fatti menzionati nell’inchiesta inoltre risalgono al periodo 2021-2022, mentre “la collaborazione con Picierno inizia a ottobre 2024”, ha aggiunto Razzano.

In quell’occasione, a quanto si apprende, il diretto interessato – come avviene di prassi all’Eurocamera – ha fornito il casellario giudiziario e dei carichi pendenti, che risultavano privi di notizie di reato. Indagato anche il presunto “sensitivo” e cartomante Raffaele Guida, definito dalla procura di Torre Annunziata e dai finanzieri, fiduciario e referente del sindaco di Sorrento, conosciuto come “Lello il sensitivo”. Durante le perquisizioni disposte dagli investigatori, il cash dog Gringo delle fiamme gialle ha trovato 167mila euro nell’incavo del suo tavolo da biliardo.

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Cade dal tetto di un capannone a Poggioreale: muore fabbro 62enne

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Tragedia nel pomeriggio di oggi nel quartiere Poggioreale, a Napoli, dove un uomo è morto dopo essere precipitato dal tetto di un capannone. I carabinieri sono intervenuti in via Fontanelle al Trivio su segnalazione del 118, allertato per una persona deceduta sul posto.

La vittima era un fabbro di 62 anni, titolare di un’azienda

Secondo una prima ricostruzione ancora in fase di verifica, la vittima – un uomo di 62 anni, fabbro e titolare di una ditta specializzata in lavorazioni in ferro con sede a Casoria – stava effettuando un sopralluogo tecnico sul tetto di una struttura industriale. Durante l’ispezione sarebbe precipitato nel vuoto da un’altezza compresa tra i 4 e i 5 metri.

L’impatto è stato fatale

Nonostante l’immediato intervento dei sanitari, per il 62enne non c’è stato nulla da fare. L’uomo è morto sul colpo a causa delle gravi lesioni riportate nella caduta. I carabinieri della compagnia competente stanno conducendo le indagini per chiarire l’esatta dinamica dell’incidente e verificare il rispetto delle misure di sicurezza sul lavoro.

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Lo scudetto e l’asino: tra festeggiamenti fai-da-te, tuning da incubo e carabine in libera uscita

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A Napoli, si sa, quando c’è da festeggiare lo scudetto, l’inventiva non manca. Ma c’è chi, forse per troppa euforia o per scarso buon senso, ha deciso di portarsi avanti con gli addobbi. E fin qui tutto bene, se non fosse che il festone stavolta era un asino. Letteralmente.

Sì, un asino vero, con tanto di decorazioni, scoperto dai carabinieri della compagnia Stella e dai Forestali, con il supporto dei veterinari dell’Asl, in uno stabile abbandonato a Forcella. L’animale, probabilmente eletto “mascotte tricolore” da qualche mente creativa del quartiere, era lì pronto — si presume — a sfilare nel corteo dei campioni, con una dignità che manco Buffon nel 2006.

L’asino, che non aveva chiesto nulla a nessuno, è stato liberato dall’onere del suo incarico e affidato a personale specializzato, che l’ha trasferito in una località più adatta. Magari lontano da cori, motorini impennati e selfie con bandiere cucite in casa.

A Scampia invece, la Formula Uno del fai-da-te ha fatto tappa in via Ernesto Rossi, dove i carabinieri hanno trovato un’auto modificata stile Fast & Furious versione “Cupa e’ mamma”. La carrozzeria sembrava progettata da un artista post-moderno in preda alla nostalgia per le auto anni ’90, e neanche Vin Diesel avrebbe avuto il coraggio di salirci sopra. L’auto, manco a dirlo, è stata sequestrata per confisca. Un vero peccato: poteva fare la sua bella figura nel cortile del Museo del Tuning Impossibile.

Ma non finisce qui, perché in un circolo ricreativo di via Marrazzo — che più che ricreativo sembrava il saloon di un film western — è stata trovata una carabina senza indicazione Joule e priva del tappo rosso, cioè la versione urbana del “peggior regalo di Natale”. Il possessore? Un 20enne incensurato, ora denunciato e con una carriera da cecchino rimandata a data da destinarsi.

Mentre la città si prepara all’ennesimo evento serale, forse legato allo scudetto o forse solo al solito lunedì movimentato, restano alcune certezze: a Napoli l’entusiasmo può diventare grottesco, l’estro si trasforma in cronaca, e gli asini, poveretti, vorrebbero solo pascolare in pace.

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