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Mourinho gela la Roma, ‘Dybala non pronto per Budapest’

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Meno di una settimana alla finale di Europa League e le incognite con le quali ci arriva la Roma sono principalmente due: le condizioni di Paulo Dybala e il futuro di José Mourinho. E se quest’ultimo, secondo lo Special One, “è secondario davanti alla possibilità di giocare una finale”, sullo stato di forma dell’argentino spaventa i tifosi romanisti. “Purtroppo non sta nascosto ad allenarsi – comincia il portoghese – Semplicemente penso che non ci sarà a Budapest”. Gelo a Trigoria. Poi aggiunge: “Ho la speranza che almeno una panchina la possa fare, ragionando sul fatto che per lui sarà l’ultima partita dell’anno anche se dopo c’è lo Spezia. Se Paulo può stare in panchina e mi può dare 15-20 minuti del suo sforzo, io sarò contento”. Non le migliori prospettive in vista di una finale d’Europa League che vale una stagione perché vincendola garantirebbe l’accesso alla Champions, un obiettivo quasi impossibile da raggiungere attraverso il campionato.

Per questo la Roma sta facendo di tutto per cercare di recuperare l’argentino che, invece di svolgere lavoro personalizzato, prosegue con le terapie per cercare di arrivare all’inizio della prossima settimana con l’obiettivo di aumentare i carichi di lavoro. Ci aveva già provato nella rifinitura di domenica pre Salernitana, salvo poi il riacutizzarsi del dolore alla caviglia che lo ha costretto a sedersi in tribuna. Chi lo vive tutti i giorni, però, lo descrive come totalmente immerso nel recupero, a lavoro 24 ore su 24 come prima del Mondiale, quando la corsa contro il tempo sembrava impossibile, riuscendo poi a partecipare al torneo in Qatar. La speranza di Mou è la stessa, anche se fino a pochi giorni fa si augurava di potergli mettere già qualche minuto nelle gambe. Così non sarà e il 31 maggio dovrà accontentarsi di quello che l’argentino potrà mettere a disposizione. Diverso, invece, il discorso per Pellegrini, anche lui oggi insieme a Spinazzola, assente nell’allenamento aperto ai media.

Il capitano giallorosso era uscito già zoppicante contro il Bayer Leverkusen per un dolore alla caviglia destra e nel secondo tempo con la Salernitana ha preso un’altra botta nello stesso punto, per questo Mourinho lo lascerà sabato a riposo “ma in finale ci sarà senza problemi”. Una cosa, intanto, è certa: da oggi è partita la missione Budapest, perché dopo i due giorni di riposo concessi, la squadra si è ritrovata oggi a Trigoria per il primo allenamento. Poi il barbecue tutti insieme per fare gruppo e il piano di Mourinho per iniziare a calare la squadra in clima finale. Non a caso ha rimarcato più volte come il focus sia solo sulla sfida con il Siviglia e “poco sulla gara con la Fiorentina”. Anche perché lo Special One ha fatto all-in sull’Europa League “ma non mi piace parlare prima”, risponde a chi gli chiede se vincendo a Budapest coronerebbe la sua impresa più grande. “Mi piace giocare tanto – aggiunge – Anzi, è un peccato che non ci possa essere una finale a settimana”. Una mentalità che in venti anni di successi non è mai cambiata e che sta travolgendo una città come testimonia anche la campagna abbonamenti del prossimo anno, già a quota 18mila tessere senza sapere se il portoghese ci sarà o meno.

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Il Torino dilaga in contropiede, Spezia nei guai

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Il Torino non si ferma più, vince la quarta trasferta consecutiva con ampio punteggio e inguaia lo Spezia che ora rischia il sorpasso al quartultimo posto da parte del Verona che domani ospita l’Empoli. Al Picco finisce 0-4 per i granata, cinici nel trovare il vantaggio nel primo tempo su un episodio e capaci poi di dilagare nella ripresa nel momento di maggiore sforzo dei padroni di casa. Squadra di Juric comunque pericolosa per tutta la partita, in cui annovera anche una traversa e un palo. A fine partita Semplici raccoglie la squadra in cerchio a centrocampo e poi sotto la curva, ma ora la salvezza non dipende più dai suoi. Il Torino continua la corsa verso l’ottavo posto che potrebbe valere l’Europa. Juric sceglie una formazione offensiva con Rodriguez nel terzetto difensivo e Vojvoda esterno di sinistra, in avanti Miranchuk e Vlasic a supporto di Sanabria.

Lo Spezia si presenta invece con lo stesso undici che ha battuto il Milan due settimane fa: Amian quinto di destra e Gyasi al fianco di Nzola, premiato a inizio partita per le 100 partite con la maglia bianca. La prima emozione è targata Torino con un tiro di Miranchuk dalla distanza che centra la traversa (14′) dopo la deviazione di Ampadu. Si gioca al primo vero caldo estivo dell’anno: gli ospiti tengono un po’ più il pallone, lo Spezia si affida soprattutto ai lanci lunghi. Serve un episodio per sbloccarla e questo lo propizia Singo, che al 24′ con il piatto anticipa Reca su calcio d’angolo e trova una sfortunata deviazione di Wisniewski che indirizza la palla all’angolo alla sinistra di Dragowski.

Al minuto 36 il Var cancella un rigore per lo Spezia per un tocco di mano di Gyasi. Gli animi si fanno tesi sugli spalti e Juric richiama il direttore di gara per denunciare gli insulti ricevuti dal settore distinti. Partita interrotta per un paio di minuti. Semplici ripresenta lo Spezia in campo con due nuove mezzali, Zurkowski e Agudelo, ma è il Torino ad andare subito vicino al raddoppio con Vojvoda che centra il palo con un tiro da fuori (47′) su cui Dragowski non sarebbe arrivato. Il Torino difende bene e allora Semplici vara il 4-3-3 con Verde al posto di Ampadu. Il risultato però è che la squadra si allunga e lascia molti spazi, in cui Ricci (72′) e Ilic (76′) si insinuano per chiudere i conti. Nzola segna il gol della bandiera a sette dalla fine, ma la rete viene annullata dal Var per un fuorigioco di Esposito. Regolare invece quello di Karamoh in pieno recupero.

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Festa Salernitana dopo vittoria contro l’Udinese, Sousa: questa è la strada giusta

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Mentre i tifosi della Salernitana fanno festa all’Arechi per la vittoria dei granata in rimonta per 3-2 sull’Udinese, i due allenatori analizzano la partita. Due punti di vista differenti: soddisfazione, già con un occhio alla prossima stagione, da parte di Paulo Sousa; delusione per Andrea Sottil. Lo stadio, intanto, “celebra” la salvezza con tutti i protagonisti rimasti in campo: i giocatori con indosso la maglia “Avanti Bersagliera”, il presidente Iervolino, l’ad Maurizio Milan, il ds Morgan De Santis e tutto lo staff tecnico. L’analisi del match dei due allenatori lascia molto spazio alla proiezione verso la prossima stagione. “E’ stato un primo tempo molto difficile – commenta l’allenatore portoghese ai microfoni di Dazn – perché l’Udinese, che è una squadra dotata di grandi individualità tecniche ci ha messo in difficoltà. Nella prima frazione abbiamo concesso troppi spazi e i loro giocatori di qualità ci hanno creato problemi”.

“Nel secondo tempo – aggiunge Sousa – abbiamo pressato più avanti ed abbiamo avuto più palloni da giocare. Poi c’è stato un finale straordinario. A questo proposito voglio sottolineare la prova di Troost-Ekong, un giocatore che quando sono arrivato era infortunato e che dopo la guarigione ha saputo aspettare con pazienza e con professionalità il suo momento”. “Quella mostrata oggi – conclude il tecnico della Salernitana – è la strada da seguire. Dobbiamo dare stabilità a questa rosa che sappiamo che cosa ci può dare e cercare di aggiungere altri giocatori in alcuni reparti oer poter continuare competere a viso aperto con tutte le squadre sia in casa che fuori Abbiamo un tifo straordinario anche fuori casa. Questa è la passione e la mentalità dei nostri tifosi e e questa vicinanza ci spinge a ottenere risultati come quello di oggi”.

Per il tecnico dei friulani, Andrea Sottil, “è difficile commentare questa sconfitta, anche se bisogna accettarla”. “Quella di oggi – sottolinea l’allenatore dell’Udinese – è stata la più bella partita giocata fuori casa nell’ultimo periodo. Nel primo tempo abbiamo dominato ma nella ripresa siamo calati e la Salernitana è uscita fuori. Purtroppo avevo una rosa ridottissima e sono stato costretto a mandare in campo anche ragazzi della Primavera che non si sono mai allenati con noi”. “Hanno fatto quello che hanno potuto – conclude Sottil – e so che diventeranno tutti ottimi calciatori, ma al momento non sono ancora pronti. Proprio per questo la sconfitta è difficile da accettare”.

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Radrizzani offre 100 milioni per prendere la Samp

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Subito 100 milioni: così il finanziere Andrea Radrizzani e il socio Matteo Manfredi hanno messo le mani sulla Sampdoria. L’offerta ha già avuto il via libera del Consiglio di amministrazione blucerchiato che ha preferito la proposta del patron del Leeds rispetto a quella del finanziere romano Alessandro Barnaba, proprietario del Lille. Adesso manca l’ultimo tassello per completare il mosaico, trovare l’intesa con il Trust che custodisce le azioni della Samp, cioè Massimo Ferrero: con 32 milioni il manager potrebbe raggiungere l’accordo, sono soldi che serviranno per soddisfare i concordati che riguardano l’imprenditore romano. L’imprenditore romano si troverebbe così a cedere il club per una trentina di milioni dopo aver rifiutato nel 2019 ben 83 milioni offerti dagli imprenditori statunitensi Dinan e Knaster che avevano scelto come uomo immagine del progetto Gianluca Vialli.

L’offerta di Radrizzani e Manfredi prevede anche 35 milioni per mettere in sicurezza le casse del club ed altri 30-35 per pagare una prima parte di debiti, debiti che saranno spalmati negli anni futuri grazie a una rinegoziazione con le banche da parte dell’attuale Cda (il debito ammonterebbe a oltre 100 milioni). Così si arriva intorno ai 100 milioni che evitano il fallimento del club, ma entro lunedì serve la firma ufficiale sui contratti da parte di Ferrero. Il Cda (Lanna, Panconi, Bosco e Romei) è ottimista. Se tutto andrà a buon fine la Sampdoria potrà ripartire dalla serie B scongiurando il fallimento. Lunedì si attende la fumata bianca in occasione dell’assemblea degli azionisti in agenda alle 18.30 nella sede di Corte Lambruschini. Il tempo stringe il giorno successivo il club deve saldare tre mesi di stipendio di calciatori e staff tecnico: oltre 10 milioni per evitare di partire con una penalizzazione di 4 punti nel prossimo campionato.

Con il sì di Ferrero inizierà l’era di Radrizzani che potrebbe poi avere l’appoggio del fondo qatariota proprietario del PSG diventando azionista di minoranza. A Radrizzani, che si appresta a vendere il Leeds acquistato nel 2017, arriveranno, a mitigare in parte l’investimento, i 25 milioni della Lega di Serie A come ‘paracadute’ per quelle società retrocesse dopo anni di massima serie. Finisce un anno di attesa visto che lo scorso giugno sembrava fatta per l’arrivo del fondo Cerberus. Radrizzani sembra arrivato a ‘conquistare’ il calcio italiano dopo vari tentativi con Salernitana, Fiorentina, Genoa e voci anche sull’Inter. “Adoro le cose che portano adrenalina, il calcio è una di queste”, ripete spesso. Entro metà giugno quando bisognerà formalizzare l’iscrizione al prossimo campionato di serie B il finanziere dovrà scegliere l’allenatore e il direttore sportivo: per questo non è escluso un profilo straniero.

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