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Cronache

Motivi di sicurezza, per “Diabolik” funerali privati come per Riina e Provenzano

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Gravi pregiudizi per l’ordine e la sicurezza pubblica. E cosi’ il funerale di Fabrizio Piscitelli dovra’ essere celebrato in forma strettamente privata. In sostanza, ha deciso il questore di Roma, no ad un rito che potrebbe trasformarsi in un problema di ordine pubblico visto che Diabolik era un “esponente di rilievo” della tifoseria della Lazio, “fondatore” del gruppo degli Irriducibili. Per il questore della capitale, Carmine Esposito, infatti, “il rito funebre celebrato in forma pubblica, con grande risalto mediatico, potrebbe determinare gravi pregiudizi per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Ma la famiglia non ci sta e annuncia il ricorso al Tar per ottenere un funerale pubblico. Allo stato il rito funebre e’ previsto per le sei di mattina del 13 agosto all’interno del cimitero Flaminio.

“Proveremo a ottenere i funerali anche a settembre, anche perche’ a parte Riina e Provenzano non ricordo provvedimenti simili per altre persone”, ha detto il legale della famiglia di Diabolik, Marco Marronaro. Intanto sul fronte delle indagini potrebbero arrivare dai tre telefoni cellulari che aveva con se Piscitelli il pomeriggio in cui e’ stato ucciso con un colpo alla nuca in un parco di Roma, elementi determinanti per indirizzare una ipotesi investigativa piuttosto che un’altra. E’ la speranza, l’obiettivo degli investigatori che sono al lavoro su tre smartphone per cercare di ricostruire le ore precedenti all’omicidio. Tra i contatti, nelle chat, potrebbe infatti esserci il nome della persona che diede appuntamento a Diabolik. Un accordo per vedersi nel tardo pomeriggio del 7 agosto alla panchina del parco degli Acquedotti, poi rivelatosi una trappola per l’ex storico capo ultras della Lazio. “Era una figura centrale nell’attivita’ di spaccio di cocaina su larga scala a Roma”, ribadiscono i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di piazzale Clodio parlando di Piscitelli che risultava iscritto nel registro degli indagati in una indagine sul traffico di sostanze stupefacenti. Accordi che Piscitelli aveva allacciato da anni con vari gruppi criminali che volevano espandere l’attivita’ di spaccio soprattutto nell’area Nord della Capitale.

Gruppi organizzati che fanno capo alla camorra, col boss Michele Senese ma anche agli albanesi, cosi’ come compare nelle carte di Mafia Capitale relativamente alla “Batteria di Ponte Milvio”, di cui, secondo gli inquirenti, Piscitelli era punto di riferimento. Anche oggi sono proseguite le audizioni di testimoni. Tra le persone ascoltate anche la moglie e la sorella di “Diabo”. Al momento pero’ dalla cerchia dei familiari e amici piu’ stretti non sarebbe arrivato alcun elemento utile alle indagini. “Piscitelli a detta dei testimoni non ha ricevuto alcuna minaccia di morte”, aggiungono gli inquirenti e questo sarebbe avvalorato dal fatto che non ultimi giorni Diabolik non ha mutato le sue abitudini. Ascoltato piu’ volte dagli uomini della Squadra mobile il cittadino cubano che da circa dieci giorni accompagnava Piscitelli come autista. Diabolik non poteva guidare l’auto perche’ sottoposto in passato a misura di prevenzione. L’uomo ha fornito una ricostruzione di quanto avvenuto. Secondo quanto accertato il killer, in tenuta da runner per non dare nell’occhio, ha compiuto una azione da “professionista”. Il colpo di pistola alla nuca, l’unico esploso, e’ stato sparato a bruciapelo: una azione fulminea messa in atto in pochi instanti prima di far perdere le proprie tracce a piedi, di corsa, forse verso qualcuno che lo stava attendendo in moto.

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Pugno in campo in 1a categoria, ‘mi ha rivolto insulti razzisti’

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Ha sferrato un pugno ad un avversario, accusandolo di avergli rivolto insulti razzisti. L’episodio è accaduto ieri pomeriggio a Barco di Bibbiano, nel Reggiano, durante la partita di calcio dilettanti Boca Barco-Rubierese, valida per il campionato di Prima categoria (Girone C). A riportare la notizia è il Resto del Carlino di Reggio Emilia. A metà del secondo tempo, il difensore della Rubierese, Afzaz Ilyas, 25 anni, è stato espulso dall’arbitro dopo aver sferrato un pugno al volto all’attaccante avversario Simone Costa, 24 anni.

Quest’ultimo è stato portato poi all’ospedale Maggiore di Parma, ricoverato nel reparto maxillo-facciale. Afzaz, italiano e nato da genitori marocchini a Pavullo nel Frignano (nel modenese), lo accusa: “Per tutta la partita mi ha chiamato ‘scimmia’ e negro di m… – ha raccontato – Io e i miei compagni lo abbiamo fatto presente all’arbitro e all’allenatore avversario. Ma nessuno ha fatto niente. Non mi sono sentito tutelato. All’ennesimo insulto, sono impazzito e l’ho colpito”. Ma si è pentito: “Ho reagito nella maniera più sbagliata possibile. Non sono un violento, non sono mai stato espulso in carriera. Ma la situazione era diventata pesante e ho perso la testa. Negli spogliatoi ho pianto, sono pronto a chiedergli scusa e lo chiamerò a telefono. Ma il razzismo nel calcio non deve esistere e vorrei si scusasse anche lui”.

Il presidente del Boca Barco, Enzo Guerri ha replicato: “Io non ho sentito questi insulti così come nessuno li ha sentiti. Se ci sono stati non è bello ed è sicuramente un fatto da condannare. Ma niente può giustificare ciò che ha fatto, dando un pugno al nostro ragazzo. Questa violenza è inaccettabile”.

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Spara a familiari dell’ex compagno, sfregia al volto ragazzo

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Avrebbe esploso almeno un colpo di pistola contro dei familiari del suo ex compagno, ma il proiettile ha ferito al volto, sfregiandolo in maniera permanente, un ragazzo, estraneo alla vicenda, che stava passando per strada a bordo del suo scooter. E’ l’accusa della Procura di Catania contestata a una 32enne che è stata arrestata e posta ai domiciliari per tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e di offesa di persona diversa da quella alla quale era diretta. All’indagata, già sottoposta alla misura dell’affidamento in prova ai servizi sociali nell’ambito di altro procedimento penale, è stato notificata ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip.

Le indagini sono state avviate dalla squadra mobile della Questura dopo il ferimento il 3 febbraio del 2024, in via Zirilli nello storico rione San Cristoforo, di un ragazzo catanese incensurato che si era presentato al pronto soccorso dell’ospedale San Marco ferito con un colpo di arma da fuoco al volto. La vittima, poi giudicata guaribile in 30 giorni, ha riportato uno sfregio permanente al volto e ha corso un grave pericolo di vita scongiurato dal fatto che la forza penetrativa del proiettile era stata smorzata dal paravento dello scooter su cui si trovava.

Gli approfondimenti delegati dalla Procura alla sezione specializzata in materia di ‘reati contro la persona, in pregiudizio di minorenni e reati sessuali’ ha permesso di accertare, anche grazie a intercettazioni e all’analisi del telefono cellulare dell’indiziata, che il ferito non fosse il diretto destinatario del colpo esploso, ma verosimilmente una vittima casuale. Il colpo invece sarebbe stato esploso per attriti tra l’indagata e la famiglia del suo ex compagno. In una chat di messaggi, visionata dalla squadra madre e agli atti dell’inchiesta, una persona le scrive “hai preso in faccia un bambino” e lei risponde “a me hanno detto un tunisino, non un bambino, me l’hanno detto loro, quindi non so se sia vero”. La 32enne, anche in considerazione del suo stato di madre di un bambino di tre anni, è stata posta agli arresti domiciliari, convalidati poi dal gip.

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Incidente stradale nel Modenese: morti 18enne e 24enne, altri tre giovani feriti gravi

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Incidente mortale domenica sera a Vignola, in provincia di Modena, un’auto con a bordo cinque giovani e’ uscita di strada, schiantandosi contro un muretto e capovolgersi. Il bilancio: due ragazzi morti, di 18 e 24 anni, e tre feriti. Lo riporta la Gazzetta di Modena. Secondo una prima ricostruzione della dinamica dell’incidente non ci sarebbero altri veicoli coinvolti, l’auto su cui viaggiavano i cinque giovani sarebbe uscita dalla carreggiata prima di schiantarsi contro un muretto. Immediato l’intervento dei soccorsi, con 118 e vigili del fuoco. Per il 18enne e il 24enne non c’e’ stato nulla da fare. Un altro giovane è stato trasportato in condizioni gravissime all’ospedale dall’elisoccorso, feriti anche gli altri due occupanti della vettura.

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