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Cinema

Mostra del Cinema di Venezia, ecco i diciotto film stranieri che contenderanno il Leone d’oro ai tre film italiani

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Sono diciotto i film in corsa per il Leone d’oro in questa 76/ma edizione che inizia mercoledi’ e che si scontreranno con il tris italiano:

  • IL SINDACO DEL RIONE SANITÀ di Mario Martone;
  • MARTIN EDEN di Pietro Marcello;
  • LA MAFIA NON È PIÙ QUELLA DI UNA VOLTA di Franco Maresco.

Temi prevalenti di questa edizione, quello delle donne, in tutte le declinazioni, e la storia, la rivisitazione attenta del passato. Ecco in estrema sintesi i diciotto film ‘contro’.

  1. LA VERITE’ di Kore-eda Hirokazu racconta di Fabienne (Catherine Deneuve), star del cinema francese. L’incontro con la figlia Lumir (Juliette Binoche) tornata a Parigi da New York con marito (Ethan Hawke) e figlia sara’ un modo di fare i conti.
  2. THE PAINTED BIRD di Vaclav Marhoul racconta la storia di un giovane ebreo, spedito dai genitori in Europa orientale per evitare le persecuzioni naziste. Morta la zia che l’accompagna si ritrovera’ a dover contare solo su stesso.
  3. WAITING FOR THE BARBARIANS di Ciro Guerra con Mark Rylance, Johnny Depp, Robert Pattinson e Greta Scacchi. Basato sul romanzo omonimo del Premio Nobel J. M. Coetzee, che ne firma anche la sceneggiatura, il film racconta la storia della crisi di coscienza di un magistrato che si ribella al regime in uno sperduto avamposto sul confine desertico di un impero senza nome.
  4. BABYTEETH dell’australiano Shannon Murphy mette in scena amore e malattia. La tranquilla vita di Henry e Anna Finlay viene sconvolta quando la giovane figlia ammalata Milla si innamora di Moses, piccolo spacciatore di quartiere.
  5. SATURDAY FICTION di Lou Ye con Gong Li e’ ambientato nella Shanghai del 1941. Un’attrice che lavora sotto copertura per gli Alleati, scopre i piani degli invasori giapponesi per attaccare Pearl Harbor.
  6. THE LAUNDROMAT di Steven Soderbergh racconta dei Panama Papers. Ovvero degli oltre 11 milioni di documenti che dimostravano come dagli anni 70 al 2015 capi di governo, politici e potenti del mondo avessero dirottato le proprie ricchezze spostandole nel paradiso fiscale di Panama.
  7. J’ACCUSE di Roman Polanski ci porta al 5 gennaio 1895 quando il capitano alsaziano di origine ebraica Alfred Dreyfus viene accusato di essere spia della Germania e condannato all’ergastolo. Quanto peso’ l’antisemitismo su questa sua ingiusta condanna che ha riempito migliaia di pagine?
  8. JOKER di Todd Phillips con Joaquin Phoenix riporta sul grande schermo la maschera da villain per antonomasia. Siamo nella citta’ immaginaria di Ghotam City qui un comico fallito ed emarginato dalla societa’, un uomo ai margini trovera’ il suo riscatto indossando un costume da clown dallo spaventoso sorriso.
  9. GLORIA MUNDI di Robert Gue’diguian e’ ambientato a Marsiglia. Qui, dopo aver una lunga condanna, Daniel torna a casa. Sylvie, sua ex moglie, l’ha avvertito che e’ diventato nonno: Mathilda, la loro figlia, ha infatti dato alla luce Gloria.
  10. ABOUT ENDLESSNESS, salvo sorprese, dovrebbe rinnovare la capacita’ dello svedese Roy Andersson di fare sincopati teatrini filosofici. In questo caso un’ode all’esistenza umana attraverso la voce di una moderna Sherazad.
  11. MARRIAGE STORY di Noah Baumbach con Scarlett Johansson, Adam Driver e Laura Dern. Un regista e sua moglie attrice in lotta in un faticoso divorzio in atto tra New York e Los Angeles.
  12. AD ASTRA di James Gray con Brad Pitt, Tommy Lee Jones Liv Tyler e Donald Sutherland si muove tra spazi siderali e paternita’. L’astronauta Roy McBride parte per una missione impossibile verso Nettuno per ritrovare il padre disperso e per svelare un mistero.
  13. GUEST OF HONOUR di Atom Egoyan. Veronica, giovane insegnante, e’ accusata di molestie sessuali su uno studente minorenne. Nonostante le accuse siano false, Veronica continua a respingere i tentativi del padre, ispettore sanitario, di organizzare il suo rilascio, forse per pagare una colpa del passato.
  14. In A HERDADE del portoghese Tiago Guedes, il racconto di una famiglia che possiede una delle piu’ grandi tenute sulla riva sud del fiume Tagus. Attraverso la storia della loro fattoria, si racconta la vita politica, economica e sociale del Portogallo dagli anni ’40 fino ai giorni nostri.
  15. EMA del cileno Pablo Larrain con Mariana Di Girolamo e Gael Garcia Bernal e’ la storia di una coppia che si ritrova a dover affrontare le conseguenze di un’adozione andata male, che rischia di mandare la loro famiglia in frantumi.
  16. NO. 7 CHERRY LANE di Yonfan e’ un film di animazione sul triangolo amoroso tra uno studente universitario, una madre single e la giovane figlia di quest’ultima. Sullo sfondo la Hong Kong del 1967.
  17. THE PERFECT CANDIDATE di Haifaa Al-Mansour, prima regista donna dell’Arabia Saudita ha come protagonista Maryam, giovane dottoressa saudita, pronta per una vacanza a Dubai, che viene rimbalzata ai controlli dell’aeroporto di Riad perche’ il permesso rilasciato dal padre, suo tutore maschile come vuole la legge, non e’ stato rinnovato. Scoprira’ la politica.
  18. WASP NETWORK di Olivier Assayas racconta un pezzo di storia degli anni Novanta quando in Florida gruppi anticastristi tentano con ogni mezzo di rovesciare il regime cubano. I cubani rispondono creando il Wasp Network, un gruppo di spie con il compito di infiltrarsi e boicottarli.

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Trudie Styler: Napoli una rivelazione, ora caffè-dipendente

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“La scoperta di Napoli è stata per me una rivelazione. Non ho solo realizzato un film, ma me ne sono innamorata”. Lo ha detto Trudie Styler, regista, attrice e produttrice britannica, in occasione della proiezione del suo documentario ‘Posso entrare? An Ode to Naples’ all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, città in cui vive il suo direttore della fotografia, il due volte candidato all’Oscar Dante Spinotti: “Ci conosciamo dal 1987. Avere lui dietro la camera è stato un regalo”, ha confidato la regista, con il maestro italiano seduto al suo fianco.

“Non conoscevo affatto la città – ammette Styler – Ho lavorato a Roma; ho partorito uno dei miei quattro figli a Pisa (Eliot Sumner, nel 1990); io e Sting (suo compagno da oltre 40 anni, sposato nel 1992) abbiamo una casa in Toscana e produciamo vino. Sono stata spesso nella costiera amalfitana. Ma perché non mi ero mai fermata a Napoli?”. Da lì è nata la decisione di accettare la proposta di Rai Cinema e Mad Entertainment: “Mi hanno dato carta bianca, e così mi sentivo: come davanti a una tela immacolata, con solo il desiderio di capire questa città complessa e vitale”.

Il titolo, quella domanda che chiede il permesso per osservare e mettersi in ascolto, nasce da tutte le volte in cui la regista si ritrova a bussare a porte e finestre nei vicoli, nei bassi, nei palazzi e nelle sagrestie. “Mi sentivo sempre rispondere: ‘Sì, entra, vieni’. Era un modo per aprire uno spazio di fiducia, per parlare del proprio rione, dei bisogni, dei sogni. Così la frase è diventata il cuore del film”. Le voci che compongono il documentario sono molteplici: dalla casalinga o dalla guantaia che ha perso la figlia, a Norma, ex campionessa di nuoto oggi ultra novantenne, che ricorda la visita di Hitler a Napoli e la guerra.

Ci sono poi volti noti della lotta alla camorra e “del rinascimento civile” sotto al Vesuvio: Padre Antonio Loffredo, il parroco che ha rivoluzionato il Rione Sanità, Roberto Saviano, Alessandra Clemente, la consigliera comunale la cui madre è stata uccisa da una pallottola vagante durante una sparatoria di camorra o le attiviste contro la violenza domestica di Forti Guerriere. Il documentario, prodotto da Big Sur, Mad Entertainment con Rai Cinema e Luce Cinecittà, è stato presentato due anni fa alla Festa del cinema di Roma e nel 2024 al Moma di New York. La sequenza d’apertura è del rapper Clementino, che riassume in un brano di 3 minuti 3000 anni di storia partenopea. “Non volevo fare una lezione di storia, ma mi dicevano: devi raccontare le nostre radici. Sotto la doccia ho avuto l’idea di farlo con un rap”. Un altro momento musicale d’eccezione arriva con un cameo molto toccante di Sting, che imbraccia una chitarra costruita con il legno recuperato dai barconi dei migranti e la suona sotto alle finestre sbarrate del carcere di Secondigliano.

“Non è stato difficile convincerlo, anzi”, confida la moglie e compagna di tante campagne umanitarie. Styler, che nella sua lunga carriera ha lavorato come attrice teatrale, produttrice indipendente e regista impegnata (tra i suoi film, ‘Freak Show’, incentrato su un adolescente queer), sorride ricordando la quotidianità sul set: “Non ho mai bevuto tanto caffè nella mia vita. Ogni ora un espresso. Ho sviluppato una specie di dipendenza”.

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Benvenuti al Sud 3, Siani conferma il ritorno della saga comica

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Alessandro Siani ha confermato che il terzo capitolo della saga “Benvenuti al Sud” è in lavorazione. L’annuncio è arrivato durante il Festival del Cinema di Taormina, dove l’attore e regista napoletano ha dichiarato: «Sto lavorando al progetto con Claudio Bisio e il resto del cast, speriamo di riuscire a realizzare il film al più presto».

Un successo da quasi 60 milioni al botteghino

Il primo film, diretto da Luca Miniero nel 2010, era il remake italiano del francese “Bienvenue chez les Ch’tis” e ha totalizzato un incasso record di 29,9 milioni di euro, classificandosi al 15º posto tra i maggiori successi nella storia del box office italiano. Nel cast, oltre a Siani e Bisio, anche Angela Finocchiaro e Valentina Lodovini.

Il sequel e ora il grande ritorno

Due anni dopo, nel 2012, è arrivato “Benvenuti al Nord”, sempre diretto da Miniero, che ha sfiorato i 27 milioni di euro al botteghino. Il ritorno con un terzo capitolo potrebbe riportare sullo schermo i personaggi amati dal pubblico, mescolando di nuovo umorismo e temi legati alle differenze culturali tra Nord e Sud Italia.

Attesa e curiosità tra i fan

Non sono stati ancora svelati né la trama né una data ufficiale di uscita, ma l’annuncio ha già acceso l’entusiasmo tra i fan della saga. L’attesa è alta per scoprire in quale direzione si muoverà questa nuova avventura.

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Serena Rossi tra palco, famiglia e impegno sociale: «Il mio lavoro non è la mia vita»

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Serena Rossi compirà 40 anni il 31 agosto, ma non sarà su un palcoscenico: «Il mio lavoro, che pure amo, non è la mia vita», ha dichiarato in una intervista al Corriere della Sera. Con il marito Davide Devenuto e il figlio Diego sogna di passare la notte in una casa ristrutturata nel Sud Sardegna, a Capo Teulada, dove va da anni.

Tra cinema, teatro e famiglia

In queste settimane l’attrice è impegnata tra Torino, per un film, e i teatri italiani con SereNata a Napoli, spettacolo scritto con il marito come dichiarazione d’amore alla sua città. Nelle pause, trova sempre il tempo per la famiglia: «Vado a prendere Diego da un amico, a Roma».

Il Napoli, la scaramanzia e l’amore per il pubblico

Ha tifato Napoli da un pub di Torino, e conserva con affetto una maglia di Maradona regalatale da Massimo Mauro. Prima di ogni spettacolo segue un preciso rituale: trucco alle 20, riscaldamento vocale, microfonatura, “merda” gridato in coro e un “andiamo a fare l’amore” come augurio di scena. «Lo spettacolo è come far l’amore col pubblico».

Diego tra gelosie e canzoni

Il figlio Diego è spesso geloso: si imbarazza quando la vede cantare e si infastidisce per le scene in tv con colleghi troppo vicini. Ma conosce a memoria tutte le canzoni dello spettacolo. «A volte si tappa le orecchie, ma poi le canticchia sottovoce».

Un matrimonio intimo e senza competizione

Serena e Davide si sono sposati nel 2022 alle Terme di Caracalla, in intimità. Nessuna competizione tra loro: «Zero proprio. Lui è un uomo risolto». Condividono anche progetti di produzione, come Mina Settembre, fiction a cui Serena è molto legata.

I ruoli, le sfide, la libertà

Ha interpretato donne dolci e streghe cattive, come in Underbois, ma cerca sempre l’umanità nei personaggi. Per Mia Martini ha dimenticato sé stessa: «Parlavo, camminavo e ridevo come lei». Non sente l’urgenza di fare la regista, ma tutti glielo prospettano.

Politically correct, Sanremo e intrattenimento

Non si offende per la parola “madrina” alla Mostra di Venezia, ruolo che ha ricoperto nel 2021. Sanremo? «Ogni anno spunta il mio nome, ma non da noi». Non esclude un ritorno in tv, ma solo in contesti dove può portare il suo valore aggiunto.

Impegno sociale: dalla “spesa sospesa” al Sudan

Dalla pandemia porta avanti l’iniziativa Spesa sospesa. Ora collabora con il World Food Programme per il Sudan. «Nei miei spettacoli ci sono volontari e andrò anche nei corridoi umanitari».

Gratteri e Gomorra: no alla censura

Sul tema dell’influenza delle serie tv sui giovani, Serena Rossi risponde con fermezza: «Gomorra racconta una Napoli che esiste. Una serie non trasforma bambini in delinquenti».

I femminicidi e l’educazione sentimentale

Da madre è spaventata dagli omicidi commessi da ragazzi: «In casa bisogna parlare di emozioni, non essere iperprotettivi».

Niente nudo, ma per Sorrentino…

Tra le scene più pericolose fatte senza controfigura, ricorda un fiume gelido in piena notte. «Per contratto chiedo sempre controfigura nelle scene di sesso. Ma se mi chiama Sorrentino… poi se ne parla».

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