Il 7 dicembre del 2011 veniva assicurato alla Giustizia l’ex primula rossa dei casalesi Michele Zagaria dopo 15 anni di dorata latitanza. Nel frattempo la magistratura ha fatto piazza pulita del patrimonio immobiliare ed aziendale riconducibile al ras Zagaria e ai suoi sodali. E chi oggi gestisce una delle aziende riconducibile a “Capastorta” ha pensato di organizzareuna mostra di operedi autori napoletani della scuola caravaggesca in un bene appartenuto a Michele Zagaria. Non in un immobile come tanti sottratti ai mafiosi del famigerato clan dei casalesi nelle numerose operazioni di polizia degli ultimi anni. No, in un centro commerciale oggi saldamente nelle mani dello Stato. Il Jambo di Trentola Ducenta, nel cuore pulsante dell’Agro Aversano. In occasione delle feste natalizie l’amministratore unico Salvatore Scarpa di concerto con il presidente della Fondazione Meeting del Mare don Gianni Citro, curatore della mostra e del catalogo,hanno deciso di “donare” la bellezza del Barocco napoletano alle migliaia di fruitori del Centro Commerciale Jambo.
La mostra fa parte di quella rivoluzione in atto nel bene aziendale appartenuto all’ex primula rossa di Casapesenna Michele Zagaria. Un cambio di passo rispetto ad un passato di complicità e collusioni che sta iniziando, a tre anni dal sequestro, a portare i primi frutti.
Dopo il buio, la notte di un passato di collusioni e interazioni con la criminalità organizzata, a tre anni esatti dal sequestro, la mostra di pittura “Oltre la notte” è il giorno. Il coronamento dello straordinario lavoro di dialogo inter istituzionale tra organi dello Stato che quando vuole riesce a mostrare i muscoli.
Di quella simbiotica collaborazione tra l’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) e la Magistratura che hanno avviato il radicale risanamento etico, morale, organizzativo, gestionale e commerciale del Jambo. Uomini delle Istituzioni impegnati, ormai senza sosta, nel ripristino della legalità, dello sviluppo e dell’etica economica, finanziaria e culturale nella gestione del Centro Commerciale. Il Jambo, per conto economico, gestione e sviluppo aziendale, continua ad essere un modello all’avanguardia e riferimento nazionale nel settore della gestione dei beni confiscati e sequestrati alle mafie.
“Oltre la notte” – così come concepita dallo stesso curatore, don Gianni Citro presidente della Fondazione Meeting del Mare C.R.E.A. – è un percorso, un viaggio, un itinerario in cui il visitatore-protagonista, attraverso l’arte, si allontana gradatamente dalla sponda della notte per raggiungere un definitivo, seppur personale, approdo di luce.
Le opere – collocate storicamente nell’arco temporale che va dalla seconda metà del ‘500 ai primi decenni del ‘700 e, pertanto, espressione del barocco di scuola napoletana – sono tutte intessute di quella sottile armonia tra opposti (tormento-beatitudine, profano-sacro, nero-bianco, male-bene, tenebre-luce) sul cui confine si colloca la verità. In questo percorso ideale e reale, le opere pittoriche non sono localizzate, attraverso un’anchilosata logica museale, secondo cui l’arte è accessibile ai pochi, bensì son poste con l’intento, che l’arte sia per i molti.
Infatti, il visitatore reale non è solo (ed esclusivamente) l’intellettuale, ma anche l’uomo della strada, la massaia, i bambini, i giovani e gli anziani. Semplicemente la famiglia. Mai prima d’ora nell’Italia Meridionale, in un urban market, ai fruitori e clienti era stata data l’occasione di poter “incontrare”, passeggiando,i dipinti, l’arte della pittura di Francesco Curia, di Teodoro d’Errico, di Santafede, di Filippo Vitale e di Assereto, di Falcone, di Massimo Stanzione e, infine, di Francesco Solimena.
Uno dei primi a visitare la galleria d’arte aperta e accessibile gratuitamente sino al 5 febbraio 2019 è stato Nicola Morra, presidente pentastellato della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia: “La sfida ai clan in questa terra difficile passa per la cultura, e voi ne siete la riprova”.
Sembrava uno scherzo, ma “Oltre la notte” è stata una scommessa degli organizzatori che hanno già vinto.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella è giunto in mattinata a Napoli e, dopo aver deposto una corona al monumento degli scugnizzi, ha raggiunto la basilica di San Giovanni Maggiore dove ha presenziato ai lavori di un convegno sulle Quattro giornate di Napoli, promosso dal Comune a ottanta anni dalla rivolta popolare contro il nazifascismo.
A piazza della Repubblica il Presidente della Repubblica ha incontrato Francesco Amoretti, figlio di Antonio Amoretti, ultimo partigiano di Napoli, scomparso all’età di 95 anni nel dicembre 2022: “Ho detto al Presidente Mattarella che mio padre quotidianamente ha lavorato soprattutto presso le scuole e con gli studenti a difesa della Costituzione. Chi meglio del Presidente può capire il senso e il significato di quell’impegno”.
La prossima asta di novembre di Christie’s dedicata all’arte di fine Ottocento offrirà al miglior offerente non uno, ma tre dipinti di Paul Cézanne che da 90 anni non erano apparsi sul mercato. Le tre opere vengono dal museo Langmatt di Baden, in Svizzera, e verranno presentate una dopo l’altra il 9 novembre in uno sforzo del museo di raccogliere 45 milioni di dollari per assicurarsi un futuro.
Star tra i tre quadri è Fruits et Pot de Gingembre, all’asta con una stima tra 35 e 55 milioni di dollari. Realizzato tra 1890 e 1893, fa parte di un periodo d’oro in cui Cézanne creò le sue opere più elaborate, tra cui i Giocatori di Carte, dipinto nello stesso studio che il pittore teneva della casa dei genitori, ma anche il panoramico La Montagne Sainte-Victoire della collezione del co-fondatore di Microsoft Paul Allen venduto l’anno scorso, sempre da Christie’s, per 138 milioni di dollari. Il secondo quadro, Quatre Pommes et un Couteau, ha al centro la mela, uno dei soggetti quotidiani preferiti di Cezanne: la stima è tra sette e dieci milioni di dollari, mentre per La Mer à l’Estaque del 1878-1879 – l’unico dipinto del gruppo che non è una natura morta ma una veduta sul Mediterraneo e un pittoresco villaggio di pescatori – le previsioni sono tra i 3 e i 5 milioni.
“Le vendite di opere di musei sono una questione delicata. Siamo colpiti dall’attenzione e dalla cura con cui il Langmatt ha scelto cosa mettere in vendita”, ha detto Dirk Boll, vicepresidente di Christie’s per l’arte moderna e contemporanea. Il formato dell’asta è inconsueto: Christie’s, su istruzioni del museo, venderà i tre quadri in sequenza finché non verrà raggiunto o superato il target dei 45 milioni richiesti. a quel punto, se resterà qualcosa di invenduto, sarà restituito al Langmatt. Cézanne non fu mai veramente apprezzato in vita, ma già al tempo della morte era considerato un precursore dell’arte moderna e negli anni a seguire la maggior parte dei suoi capolavori finirono in mano private, tra cui i tre ora in vendita, acquistati nel 1933 dal collezionista anglo-svizzero Sidney Brown e dalla moglie Jenny. Il museo Langmatt ha sede nella villa di famiglia dei Brown, lasciata in eredità assieme alla vasta collezione alla città di Baden dal figlio della coppia, John Alfred Brown, nel 1987. Da allora il Langmatt è entrato in crisi finanziaria in parte a causa degli altissimi costi di manutenzione dell’edificio disegnato dall’architetto svizzero Karl Moser nel 1900: nel 2017 era stata lanciata cosi una campagna raccogli fondi per assicurare la futura operatività del museo.
Melania Mazzucco è la vincitrice del premio Matilde Serao: la scrittrice lo riceverà il prossimo 5 ottobre in una cerimonia che si svolgerà nel Palazzo Reale di Napoli, nell’ambito del Campania libri festival. Un premio organizzato da Il Mattino dedicato alla sua cofondatrice. E al Mattino Melania Mazzucco, scrittrice amatissima, vincitrice di numerosi premio, spiega che quello che più l’ha colpita “è la capacità di stare nel proprio tempo”, e questo, spiega, è evidente fin dal 1886.
Il bacio della Medusa (Rizzoli 1996) a Vita (Einaudi, premio Strega 2003) a La lunga attesa dell’angelo (Einaudi 2008) , L’architettrice (Einaudi 2019): sono i grandi successi di Melania Mazzucco, libri che hanno richiesto anche un gran studio, un lavoro che si avverte pagina dopo pagina. Vita, per esempio: una storia di immigrazione dove la scrittrice ha avuto come punto di partenza i racconti di famiglia ma man mano che andava avanti nelle ricerche per scrivere il suo romanzo ha scoperto che verità e raconto non sempre coincidevano così quello è diventato, come ha detto al Mattino, “il mio libro più libero”