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Guerra Ucraina

Mosca, ‘abbattuto missile ucraino sulla regione di Rostov’

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“Il sistema di difesa aerea russo è entrato in azione vicino a Morozovsk”, nella regione russa di Rostov, “abbattendo un missile ucraino. I militari stanno svolgendo il loro lavoro”. Lo sostiene citato dalla Tass il governatore della regione meridionale della Russia, Vasily Golubev, su Telegram, esortando la popolazione a mantenere la calma. La regione di Rostov confina con le autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, nel Donbass.

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Guerra Ucraina

La Cina gela Kiev, ‘le regioni annesse restino a Mosca’

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Al Vaticano, alla Cina e infine al presidente brasiliano Lula, Mosca ribadisce di essere aperta a negoziati per arrivare alla pace in Ucraina. Ma nel concreto non si vedono veri spiragli, almeno al momento. A confermarlo sono indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal, secondo le quali il tanto atteso piano di pace della Cina consisterebbe in nient’altro che nel proporre a Kiev un cessate il fuoco con la cessione alla Russia delle parti del territorio ucraino che ha occupato. Una resa, in sostanza. La posizione di Pechino, secondo la ricostruzione del Wsj, sarebbe stata trasmessa agli europei dall’inviato cinese per l’Ucraina Li Hui, che oggi era a Mosca dopo la tappa di ieri a Bruxelles a conclusione di un tour che lo ha portato anche a Kiev. Dalla Cina non è arrivata alcuna conferma delle indiscrezioni, ma neanche una smentita.

Non stupisce il rifiuto di Kiev: “Qualsiasi scenario di compromesso che preveda la non liberazione di tutti i territori dell’Ucraina” equivarrebbe ad “ammettere la sconfitta della democrazia”, ha tuonato il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak. La controproposta ucraina, avanzata dal capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak, è un “vertice per la pace”, da tenere magari a luglio, che dovrebbe partire dal piano a suo tempo avanzato da Kiev, con il ritiro totale delle truppe russe. Tra queste posizioni inconciliabili si muove anche l’iniziativa di pace del Vaticano, affidata al presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, che intende incontrare di persona i due presidenti, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Mosca, ha fatto sapere il ministero degli Esteri, “valuta positivamente” l’iniziativa del Papa, di cui riconosce “il sincero desiderio di promuovere il processo di pace”.
Anche se il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, riconosce le difficoltà dell’impresa sottolineando che, come annunciato da Papa Francesco nel viaggio di ritorno dalla visita in Ungheria, quella in cantiere è una “missione di pace” che “non ha come scopo immediato la mediazione ma di creare un clima favorevole e aiutare ad andare verso una soluzione pacifica”. Lo stesso Pontefice, del resto, è tornato oggi sul rifiuto di una mediazione vaticana espresso da Zelensky nel loro incontro del 13 maggio. “Loro non sognano tanto le mediazioni – ha osservato Francesco in un’intervista a Telemundo – perché il blocco ucraino è davvero molto forte. Tutta l’Europa, gli Stati Uniti. In altre parole, hanno una forza propria molto grande”. Fin dall’ottobre scorso, inoltre Zelensky ha firmato un decreto che vieta per legge negoziati con Putin. E una posizione speculare è stata assunta dall’ex presidente russo Dmitry Medvedev, secondo il quale “finché ci sarà l’attuale regime e il clown Zelensky al potere a Kiev, i colloqui saranno impossibili”. Ricevendo a Mosca l’inviato di Xi Jinping, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha addossato ancora una volta la colpa delle mancate trattative alla parte ucraina, che ha accusato di creare “seri ostacoli” insieme ai suoi “gestori occidentali”. Da parte sua la Russia continua a dire di essere aperta a negoziati.

Lo ha ribadito Lavrov, e lo ha ripetuto Putin in una conversazione telefonica con il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, partner di Mosca nell’organizzazione dei Paesi Brics insieme con Cina, India e Sudafrica, e che come loro non ha alcuna intenzione di schierarsi con il fronte occidentale. Da questa posizione Lula ha detto di aver manifestato “la disponibilità del Brasile, insieme a India, Indonesia e Cina, a dialogare con entrambe le parti in conflitto alla ricerca della pace”. Buoni propositi che per ora non sembrano potersi concretizzare. Mentre invece si alza il livello dello scontro tra Russia e Usa. Mosca ha detto oggi di non credere, giudicandole “ipocrite e false”, le assicurazioni degli Stati Uniti di non volere incoraggiare gli attacchi ucraini sul territorio russo, specie con le armi fornite dalla stessa America. Le relazioni tra Russia e Usa sono in una “crisi profonda e pericolosa” che rischia di portare a “conseguenze imprevedibili”, ha avvertito il ministero degli Esteri di Mosca.

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Esteri

Nord Stream, ‘sempre più indizi portano a Kiev’

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Le indagini sono avvolte da un alone di mistero, ma der Spiegel rivela adesso che nell’inchiesta sugli attacchi ai gasdotti Nord Stream aumentano gli indizi che porterebbero all’Ucraina. In un’anticipazione del numero in uscita il prossimo weekend, il settimanale cita dettagli emersi dalle investigazioni dell’Anticrimine federale tedesco. Appena due giorni fa il capo dei servizi segreti della Repubblica federale Bruno Kahl aveva affermato che nessun servizio segreto del mondo è ancora in grado di attribuire con certezza gli attacchi ai gasdotti sostenendo che “gli indizi portano in direzioni diverse”. Tuttavia nei colloqui off the record, a Berlino, ci sono fonti che si espongono un po’ di più ammettendo di ritenere plausibile una mano ucraina dietro le esplosioni del 26 settembre, che hanno danneggiato irreparabilmente Nord Stream 1 e 2. I russi non avrebbero avuto alcun interesse a compiere un gesto simile, mentre gli ucraini lo avrebbero fatto per colpire la Germania e renderle impossibile, anche in futuro, l’approvvigionamento di gas dalla Russia bypassando il loro Paese, è il ragionamento a registratori spenti. Solo speculazioni, per ora, si sottolinea sempre. Secondo Spiegel, invece, dalle indagini dell’anticrimine federale sarebbe emerso che i metadati di una e-mail inviata al momento del noleggio della barca a vela “Andromeda”, presumibilmente utilizzata per trasportare gli esplosivi, indicherebbero prove della responsabilità ucraina.ù

Nella cabina della imbarcazione, partita da Rostock, sono stati trovati resti di un esplosivo subacqueo distribuiti su un’ampia superficie, scrive il magazine. E si aggiungono anche indiscrezioni sulla sostanza: si tratterebbe di ottogene, ampiamente utilizzato in Occidente come nell’ex blocco orientale. “Le tracce trovate dall’Ufficio Federale di Polizia criminale coincidono con le valutazioni di diversi servizi di intelligence, secondo i quali gli autori sarebbero da localizzare in Ucraina”, si legge ancora nel settimanale, che poi aggiunge: “Nel frattempo, ci si chiede se il crimine possa essere attribuibile a un commando incontrollato o ai servizi segreti ucraini, e in che misura eventualmente parti del governo di Kiev possano essere state coinvolte”. Ulteriori indizi che puntano in direzione dell’Ucraina sarebbero i proprietari ucraini di una società polacca che pare fosse coinvolta nel noleggio della barca. Inoltre, c’è una foto su documenti presumibilmente falsificati che porta a un profilo ucraino sui social media. Persone che hanno familiarità con la questione hanno recentemente espresso dubbi interni sul fatto che questa prova debba essere considerata una pista calda, rammenta ancora Spiegel. Nessun commento dalla Procura federale né dal governo tedesco, per ora.

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Esteri

007 Kiev, russi preparano una provocazione a Zaporizhzhia

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 La Russia “sta preparando una provocazione su larga scala alla centrale nucleare di Zaporizhzhia con una simulazione di incidente”. Lo ha riferito l’intelligence militare ucraina, riporta Ukrinform. “A tal fine, verrà effettuato un attacco direttamente sul territorio dell’impianto nucleare. Successivamente, sarà annunciata una fuga di emergenza di sostanze radioattive. L’Ucraina sarà come sempre incolpata dell’incidente”, ha affermato il Gur, secondo cui l’obiettivo dei russi far scattare “un’indagine dettagliata durante la quale tutte le ostilità saranno interrotte”, in modo da avere tempo per “riorganizzarsi”.

Secondo l’intelligence di Kiev, per nascondere il più possibile le loro azioni, gli occupanti hanno interrotto la rotazione del personale della missione di monitoraggio permanente dell’Aiea. “Lo scopo di questa azione è spingere la comunità internazionale a condurre un’indagine dettagliata, durante la quale tutte le ostilità saranno interrotte. In questo modo, i Rashisti sperano di ottenere la tanto attesa pausa, che servirà a riorganizzare il contingente di occupazione e fermare la controffensiva ucraina”, afferma la direzione principale dell’intelligence e il ministero della Difesa dell’Ucraina.

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