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Cronache

Morto sul lavoro a 19 anni, storia di Samuel Cuffaro: un ragazzo che “amava la vita”

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Da un anno lavorava con un contratto a chiamata Samuel Cuffaro, 19 anni, morto ieri nell’esplosione che a Gubbio ha devastato una palazzina dove aveva sede un laboratorio per la lavorazione della cannabis light. In quei locali sembra che si sia trovato fortuitamente in quanto il suo ruolo era nel lavaggio della canapa al piano sottostante, rimasto quasi indenne. Amava il mare, la musica e gli amici, “Samuel amava semplicemente la vita”, racconta Francesca, una delle amiche, in lacrime davanti al luogo della tragedia. E come “una forza della natura” viene descritta Elisabetta D’Innocenti, 52 anni, l’altra vittima, che aveva collaborato con l’hotel Ai Cappuccini di Gubbio, lasciando quel lavoro in seguito alla crisi per il Covid. “Era generosa con i colleghi, amata e stimata” racconta Maria Carmela Colaiacovo che la conosceva molto bene. “Era felice del nuovo impiego – aggiunge – ma agli ex colleghi aveva assicurato: ‘se c’e’ bisogno torno a dare una mano'”. L’area dove si trova lo stabile e’ stata posta sotto sequestro dal sostituto procuratore di Perugia Gemma Miliani che ha aperto un fascicolo – per disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose – nel quale figurerebbero gia’ i nomi dei primi indagati. La ditta per la quale lavoravano le due vittime e i tre feriti aveva preso in affitto un terreno agricolo nel quale viene coltivata la canapa poi sottoposta a trattamenti per abbattere il principio attivo e arrivare alla cannabis light. Processi e autorizzazione ora al vaglio degli inquirenti. Sembra che Samuel si sia recato nei locali interessati dall’esplosione per sistemare delle scaffalature, ma anche questo e’ uno degli aspetti che deve chiarire l’indagine. Cosi’ come cosa e perche’ abbia provocato la deflagrazione. L’attenzione della squadra investigativa dei vigili del fuoco e’ concentrata sui solventi, alcuni altamente infiammabili, usati nella lavorazione. Samuel Cuffaro proprio domani, nell’ambito della manifestazione “Della stessa sostanza dei sogni”, promossa dal Teatro della fama, avrebbe dovuto leggere alcune righe che ora suonano ancora piu’ strazianti. “Comunque io sto bene – aveva scritto Samuel – non mi e’ mancato mai nulla nella vita. Anche se potevo avere molto di piu’ non mi lamento perche’ c’e’ tanta gente che soffre e che ha sofferto molto piu’ di me. Mi piace essere empatico, vedo e sento tante persone tristi e non sono contento per questo. Cerchiamo di unire tutti le nostre energie in un canale positivo, vedrete che ne varra’ la pena”. “Si, era empatico, gentile e adesso non posso pensare che non ci sia piu'”, dice Francesca dentro un pianto a dirotto. Rannicchiata in una tuta da ginnastica nera, e’ arrivata fin davanti alla casa esplosa, chiede notizie sulle cause della tragedia e se il “suo” Samuel abbia sofferto. C’e’ poi la famiglia “straziata dal dolore”. “Gaetano e Fiorella, i genitori, assieme alle due sorelle non se la sentono di parlare in questo momento”, spiega l’avvocato Ubaldo Minelli. Intanto qualcuno ha portato anche un lumino e una rosa lungo la stradina sterrata che porta alla casa. Ma il ricordo corre anche sui social. E sul profilo Instagram di Samuel un ragazzo scrive: “Non si puo’ morire sul posto di lavoro”.

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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