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Morto l’artigiano mantovano in coma alle Barbados

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Quella appena trascorsa per i familiari e’ stata la notte del dolore e dei dubbi all’ospedale Queen Elizabeth di Bridgtown, Barbados, dove ieri e’ deceduto Cristian Di Marco, il 43enne artigiano di San Giorgio vittima di un malore, di cui ancora si ignora l’origine, che lo aveva colpito subito dopo l’arrivo con la famiglia, il 18 dicembre scorso, sull’isola caraibica per una vacanza. Al suo capezzale sono stati fino all’ultimo i genitori Tiziano e Graziella, arrivati a Bridgetown prima di Natale appena saputo delle gravi condizioni del figlio, e ora molto provati. La moglie Federica e i due figli di 16 e 19 anni sono invece in Italia da ieri, rientrati dopo giorni estenuanti trascorsi accanto al marito e padre. Ad assistere la famiglia Di Marco sin dal primo momento il console onorario Paola Baldi, inviata dalla Farnesina per qualsiasi necessita’. Dopo la speranza dei giorni scorsi alternata a momenti di sconforto, la tragedia consumata impone di organizzare il rientro della salma che dovrebbe avvenire, tra molte difficolta’ di carattere burocratico, nel giro di un paio di giorni. Ieri era gia’ pronta l’aeroambulanza di Europ assistance, pagata da amici e parenti con una colletta al termine di una commovente gara di solidarieta’ (Cristian non era assicurato per i rischi durante il viaggio), per trasportarlo in Martinica dove si sarebbe tentato un disperato intervento al cervello. Secondo i familiari, al loro congiunto nel paese caraibico non e’ stata assicurata tutta l’assistenza medica necessaria; per questo chiedono di vederci chiaro su quanto e’ successo. Per questo hanno chiesto l’autopsia, ma per un caso di morte naturale come e’ stata archiviata dai medici locali quella di Cristian, per le autorita’ del posto non e’ necessaria. “La faremo in Italia” ribattono. Cristian, secondo le testimonianze degli amici, era partito dall’Italia gia’ con male alla testa, alla schiena e ad un orecchio. Una volta arrivato a Barbados le sue condizioni si sarebbero aggravate nonostante avesse tentato di curarsi assumendo antinfiammatori. Tra il 22 e il 23 dicembre scorso si era rivolto al locale pronto soccorso dove, secondo i familiari, appena ricevuta una dose di cortisone, e’ entrato in coma. Due giorni dopo i medici decretavano la morte cerebrale, “ma senza effettuare una tac – accusano i familiari – e solamente in base ad una visita neurologica e agli esami del sangue”. Nella cartella clinica, ottenuta dopo varie peripezie e grazie all’intervento di un medico mantovano, si avanzano due ipotesi all’origine del malore dell’artigiano: meningite o cocktail di farmaci. Ritenuto trasportabile, per Cristian scattava la gara di solidarieta’ per superare anche l’altro problema che, nel frattempo, si era sovrapposto, quello delle ingenti spese per il trasferimento sanitario in Italia a bordo di una aeroambulanza, non coperte da alcuna polizza assicurativa. In un giorno gli amici sono riusciti a raccogliere 125mila euro, la somma sufficiente per organizzare il rientro, poi trasformato nella tappa intermedia in Martinica. Ma il cuore di Cristian si e’ fermato ieri alle 15.20 ora locale (le 20.20 in Italia). Il viaggio della speranza avrebbe dovuto decollare alle 20.

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Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

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La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

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Indagini sulla moglie, Sanchez valuta le dimissioni

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E’ un leader abituato alla resilienza, rimasto al timone nelle condizioni più avverse. Ma per Pedro Sanchez ha avuto l’effetto di una bomba di profondità la notizia, anticipata da El Confidencial, di un’indagine aperta dal Tribunale di Madrid nei confronti di sua moglie, Begona Gomez, sulla base di un esposto presentato dal sindacato di estrema destra Manos Limpias, che ipotizza presunti reati di abuso di informazione privilegiata e corruzione. Tanto che il premier, pur confidando nella giustizia, sta valutando l’ipotesi di dimettersi: una decisione sarà presa lunedì.

L’attività professionale della primera dama all’African Center dell’Istituto di Impresa privato IE University e all’Università Complutense, e sui presunti rapporti con alcune imprese destinatarie di appalti e fondi pubblici, da settimane era al centro di una campagna mediatica, cavalcata dal Partito Popolare e dall’ultradestra Vox, che hanno minacciato di citare Begogna Gomez anche nella commissione parlamentare d’inchiesta sulle presunte tangenti sulle forniture di materiale sanitario durante la pandemia, che scuote l’esecutivo socialista.

“In un giorno come oggi, e dopo le notizie che ho conosciuto, nonostante tutto, continuo a credere nella giustizia del mio paese”, aveva affermato, scuro in volto e in tono grave Pedro Sanchez stamattina durante il question time alla Camera, senza fare riferimento diretto all’inchiesta. Poi, in serata, ha rotto il silenzio, in una lettera di 4 pagine alla cittadinanza su X, in cui ha annunciato di aver “cancellato l’agenda” per un “periodo di riflessione” in cui rifletterà “se valga la pena” restare alla guida del governo, davanti “alla campagna di intimidazione e demolizione” mossa dal Partito Popolare e dall’ultradestra Vox nei confronti della moglie, che sta soffrendo assieme alla sua famiglia. Si tratta, scrive il premier, che cita di nuovo “la macchina del fango”, “di attacchi senza precedenti” per “tentare di abbattermi politicamente e personalmente attaccando mia moglie”.

“Arrivati a questo punto, la domanda che mi pongo legittimamente è: vale la pena tutto questo?”, si chiede il capo dell’esecutivo. L’esposto di Manos Limpias – che si autodefinisce un sindacato, fondato nel 1995 da Miguel Bernard, ex responsabile del gruppo di estrema destra Forza Nuova – è l’ultimo di una lunga serie di denunce presentate contro il governo e la sinistra e spesso finite nel nulla. L’ultima si basa su una serie di articoli pubblicati da quella che Sanchez chiama “una costellazione di testate dell’ultradestra” ed è relativo a presunte riunioni avute nel 2020 da Begona Gomez con i responsabili di Globalia, proprietaria della compagnia aerea Air Europa.

Poi destinataria di un finanziamento 475 milioni da parte dell’esecutivo spagnolo mediante il fondo creato durante la pandemia per il salvataggio di imprese strategiche. Gli inquirenti stanno anche esaminando due lettere di raccomandazioni che Gomez avrebbe fornito per una joint venture per un appalto pubblico, secondo El Confidencial. Il principale azionista della joint venture era il consulente Carlos Barrabes, che ha legami con il dipartimento gestito da Gomez all’Università Complutense di Madrid ed ha vinto il contatto, battendo altri 20 rivali, per 10,2 milioni di euro. L’indagine preliminare, aperta il 16 aprile dal tribunale madrileno, è stata secretata dal giudice che ha citato a dichiarare vari testimoni, fra i quali due giornalisti. Non è stata citata per ora la moglie del premier, ma lo sarà.

“Abbiamo smentito queste falsità mentre Begogna ha intrapreso azioni legali”, spiega il premier nella missiva. “Begogna collaborerà con la giustizia e difenderà la sua onorabilità”, assicura. Ma “sono state superate tutte le linee rosse” ed è necessaria “una riflessione”. Il partito popolare per bocca della vicesegretaria nazionale Ester Munuz, ha chiesto a Sanchez di dare spiegazioni. E la segretaria del partito ha accusato il premier di “vittimismo e di sparire per 5 giorni invece di dare conto”. In difesa del premier e della moglie è invece intervenuta la sua vice, Maria Jesus Montero: “Non permetteremo che queste pratiche trumpiane per coprire la corruzione nel Pp minino la democrazia spagnola”. I quotidiani della costellazione dell’estrema destra da settimane danno Pedro Sanchez in partenza per Bruxelles in vista di un ruolo di primo piano nelle nuove istituzioni comunitarie dopo il voto di giugno.

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Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

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