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Cronache

Morto in cella omicida del nonno. Due detenuti indagati

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Sarà un esame tossicologico ad aiutare a stabilire se il detenuto del carcere di Sanremo (Imperia) Luca Volpe, 31 anni, condannato a trent’anni per aver ucciso il nonno con diciannove coltellate, il 16 marzo 2018, a Cantù (Como), sia morto per le botte ricevute in cella da altri due detenuti, per l’assunzione eccessiva di sostanze come il metadone, che gli veniva somministrato in carcere, o per un malore. Oggi il medico legale Camilla Tettamanti dell’università di Genova ha effettuato l’autopsia sulla salma della vittima ma i risultati si sapranno tra diversi giorni. Per la morte di Volpe due compagni di cella sono stati indagati per omicidio preterintenzionale. Sono Simone Iussi, 21 anni, di Imperia, che si trova in carcere per furto, e Danyel Saba, 22 anni, di Savona, che è recluso per rapina e lesioni. I due si erano picchiati con Volpe in cella alcuni giorni prima della sua morte. L’uomo è stato trovato morto domenica all’alba in una cella di isolamento dov’era stato messo dopo il pestaggio. Dopo la rissa, era stato portato in ospedale per le cure e dopo le dimissioni era stato messo in isolamento con un altro detenuto che al momento risulta estraneo alla vicenda.

Nei giorni successivi aveva avuto problemi di salute, a quanto sembra dopo l’assunzione di metadone ed era stato nuovamente ricoverato in ospedale e poi di nuovo dimesso. Dall’esame autoptico sono emersi molteplici lividi sul corpo, soprattutto sulla parte frontale del tronco, compatibili con la rissa con i due detenuti indagati. Ma nella cella della vittima sono state trovate anche altre pastiglie che dovranno essere analizzate per capire se fanno parte della terapia o se si tratti di droghe. Se gli esami tossicologici dovessero risultare negativi, allora potrebbe risultare più attendibile l’ipotesi che sia morto per le percosse o che quest’ultime possano aver contribuito al decesso. All’epoca dell’omicidio del nonno, Volpe viveva nella sua casa. L’omicidio nacque da una lite che culminò con le coltellate all’anziano, lite generata da un rimprovero nei confronti del nipote scoperto in possesso di droga. Il corpo dell’anziano venne scoperto dal figlio che diede subito l’allarme. L’omicida, subito sospettato, fu rintracciato e fermato dalle forze dell’ordine in un motel di Novedrate.

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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