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Moira, 30 anni: morta al rave party nell’ex fabbrica con 1.500 persone

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Morta. La causa dovrà accertarla l’autopsia. Forse per un mix di alcol e droga. Forse durante un rave party proibito. Forse nel capannone di una ex fabbrica alla periferia di Livorno. Ci sono troppi forse e troppe ombre nella morte di Moira Piermarini, 30 anni, figlia di un ex poliziotto, parrucchiera di origini romane segnalata per assunzione di droga che da qualche anno abitava con la sorella a Vecchiano, nel Pisano. Moira potrebbe essere la vittima di un rave party senza alcun permesso in un capannone obsoleto a rischio crollo che in tanti avevano denunciato per la sua pericolosità. Tra questi anche il sindaco di Livorno, Luca Salvetti. Un giornalista di un’emittente televisiva ha tentato di raccontare l’accaduto ma è stato aggredito da alcuni dei partecipanti: più di 1.500 i giovani che nel weekend si sono dati appuntamento nell’ex fabbrica. E allora come è morta Moira? In attesa di risposte scientifiche ( l’autopsia), gli investigatori seguono una pista: abuso di alcol e droga assunti probabilmente durante il rave iniziato venerdì scorso.


Anche sull’ora della morte si possono fare solo ipotesi. Un primo accertamento del medico legale ipotizza dopo le 4 del mattino di ieri. Accanto alla ragazza non sono state trovate droghe. Alcuni amici di Moira hanno poi raccontato agli uomini della squadra mobile di Livorno di non averla vista assumere droga. E allora tocca aspettare l’autopsia. Così si saprà perchè è morta. E poi si potrà lavorare meglio su chi l’ha fatta morire o l’ha uccisa.

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Copernicus, è certo che il 2024 sarà anno più caldo di sempre

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È ormai certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato e il primo a superare la soglia di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali stabilita dall’Accordo di Parigi: lo ha confermato oggi l’osservatorio europeo Copernicus, che già il mese scorso aveva fatto questa previsione. Dopo il secondo novembre più caldo mai registrato, “è di fatto certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato” e che la temperatura media dell’anno “supererà il livello pre-industriale di 1,5 gradi”, scrive il Servizio per il cambiamento climatico (C3S) di Copernicus nel suo bollettino mensile. Il sette novembre il servizio meteo della Ue aveva annunciato che quest’anno la temperatura media globale supererà probabilmente 1,55 gradi.

– Il novembre del 2024 sarà il secondo novembre più caldo della storia, dopo quello del 2023, con una temperatura media sulla superficie di 14,10 gradi, 0,73 gradi sopra la media di novembre del trentennio di riferimento 1991-2020. La temperatura media del novembre di quest’anno è stata 1,62 gradi sopra i livelli pre-industriali.

Novembre 2024 è stato il 16esimo mese di fila su di un periodo di 17 mesi in cui la temperatura globale della superficie terrestre ha superato 1,5 gradi dai livelli pre-industriali (1850-1900). La temperatura media da gennaio a novembre 2024 è stata di 0,72 gradi sopra la media 1991-2020, la più alta mai registrata per questo periodo, e 0,14 gradi sopra quella dello stesso periodo del 2023. A questo punto, commenta Copernicus, è certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato da quando ci sono rilevazioni scientifiche (dalla seconda metà dell’800), e più caldo di più di 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali.

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Presto autopsia sul corpo di Valerio, al vaglio le chat

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Le motivazioni del gesto di Valerio nascoste nelle chat del suo cellulare mentre nuova luce su quanto accaduto potrebbe arrivare anche dall’autopsia prevista la prossima settimana. È la speranza degli investigatori che indagano sulla vicenda della morte del dodicenne che a Roma, nel quartiere Collatino, è precipitato dal decimo piano del palazzo in cui abitava. Per gli inquirenti il ragazzo non sarebbe caduto da quella finestra accidentalmente, ma si sarebbe trattato di un gesto volontario, al momento non ancora riconducibile a motivazioni specifiche. La Procura ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio e sulla vicenda indagano gli agenti della Squadra mobile di Roma coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini.

Tra le ipotesi non si possono escludere quella di un rimprovero a scuola, i timori per un voto inaspettato che potrebbe aver turbato il giovane oppure una lite o ancora una delusione. L’istituto scolastico intanto esclude che l’episodio sia legato a fenomeni di bullismo. Nelle prossime ore gli investigatori passeranno al setaccio lo smartphone del dodicenne per accertare i suoi contatti e ricostruire le sue ultime settimane. In queste ore sono stati ascoltati i genitori del ragazzo, gli amici come anche vicini e testimoni, compreso il personale della scuola del quartiere Nomentano frequentata da Valerio. “Forse aveva portato a scuola qualcosa che non doveva ed era stato scoperto. Forse si era agitato”, racconta una compagna di classe. Genitori e insegnanti sono ancora increduli per l’accaduto.

“Non è una scuola dove ci sono episodi di bullismo. Mi sento di escluderlo – ha sottolineato il direttore della scuola svizzera Jonathan Rosa -. Valerio era ben integrato nella classe. Non ci sono state avvisaglie di nessun tipo, c’è incredulità”. Ma c’è chi racconta che ultimamente nell’istituto si erano verificati alcuni episodi sospetti: alcuni degli alunni avevano infastidito quelli dell’istituto confinante, il San Leone Magno. Da qui il sospetto che qualcuno potrebbe aver minacciato il dodicenne, un ragazzino – raccontano tutti – sorridente e gentile, che divideva le sue giornate tra la scuola e la pallanuoto. Poi lo choc della sua morte, quando il corpo di Valerio agonizzante – che era da solo nella sua cameretta mentre nelle altre stanze c’erano il papà che lavorava in smart working, la babysitter e la sorellina – è stato trovato ai piedi del palazzo, tra le foglie. Intorno a lui oltre al padre c’erano, attoniti, anche i vicini e i condomini del palazzo, che fino a poche ore prima avevano incrociato quel ragazzino solo apparentemente sereno.

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Papa,domani nuovi cardinali, gli ‘elettori’ diventano 140: c’è anche Mimmo Battaglia

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Un plotone di nuovi cardinali, ventuno in tutto, di cui venti ‘elettori’ e un ultra-ottantenne. È quello che uscirà dal Concistoro ordinario pubblico che, domani pomeriggio alle 16.00, papa Francesco presiederà nella Basilica di San Pietro, il decimo del suo pontificato. Con questo Concistoro il Collegio cardinalizio risulta costituito da 253 cardinali, di cui 140 elettori in un futuro Conclave e 113 non elettori. Colpisce il numero particolarmente alto cui arrivano i possibili elettori, appunto 140, ben oltre la soglia massima si 120 stabilita da Paolo VI e confermata da Giovanni Paolo II. È come se papa Francesco – che compirà 88 anni dieci giorni dopo il Concistoro, cioè il 17 dicembre prossimo – volesse costituire una ‘riserva’ stabile, una sorta di soglia di tranquillità nel caso si presentasse la necessità di eleggere un nuovo Pontefice.

Francesco supera anche i Concistori indetti da Giovanni Paolo II, che ne tenne nove. Ad oggi i cardinali viventi creati da papa Bergoglio sono 149. Di questi, 110 sono gli ‘elettori’, un numero che costituisce la stragrande maggioranza di quelli abilitati a entrare in Conclave (24 quelli creati da Benedetto XVI, orami solo sei quelli nominati da papa Woytila), anche se non si può dire che si tratti di un gruppo omogeneo, men che meno monolitico dal punto di vista della visione sulle questioni che riguardano la vita e il governo della Chiesa. Quello che sicuramente ha realizzato papa Francesco con il complesso delle sue nomine, comprese queste ultime, è una Chiesa sempre meno eurocentrica, sempre meno a trazione italiana e occidentale, con uno sguardo attento e puntiglioso alle periferie e alle Chiese ‘di frontiera’ in tutto il pianeta.

Ora l’Europa avrà 115 cardinali, l’Asia 37, l’America del Sud 32, l’Africa 29, l’America del Nord 28, l’America Centrale 8, l’Oceania 4. Nuovi Paesi che entrano nel Sacro Collegio sono Algeria, Australia, Ecuador, Iran, Serbia. Ecco quindi la lista dei neo-porporati: Carlos Castillo Mattasoglio, arcivescovo di Lima; Vicente Bokalic Iglic, arcivescovo di Santiago del Estero (Argentina); Luis Gerardo Cabrera Herrera, arcivescovo di Guayaquil (Ecuador); Fernando Natalio Chomalí Garib, arcivescovo di Santiago del Cile; Tarcisius Isao Kikuchi, arcivescovo di Tokyo; Pablo Virgilio Siongco David, vescovo di Kalookan (Filippine); Ladislav Német, arcivescovo di Belgrado, primo cardinale della Serbia; Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre (Brasile); Ignace Bessi Dogbo, arcivescovo di Abidjan (Costa d’Avorio); Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri; Dominique Joseph Mathieu, arcivescovo di Teheran-Ispahan; Roberto Repole, arcivescovo di Torino; Baldassare Reina, vicario generale per la diocesi di Roma; Francis Leo, arcivescovo di Toronto; Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della basilica di Santa Maria Maggiore; Mykola Byčok, eparca di Melbourne degli Ucraini (Australia); Timothy Radcliffe, già maestro generale dell’Ordine dei predicatori, teologo; Fabio Baggio, sottosegretario per la sezione migranti e rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale; George Jacob Koovakad, organizzatore dei viaggi papali; Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli. Il cardinale non elettore è Angelo Acerbi, prelato emerito del Sovrano Militare Ordine di Malta. Cinque in totale gli italiani: Repole, Reina, Baggio, Battaglia e Acerbi. Il Papa aveva annunciato anche la creazione a cardinale di mons. Paskalis Bruno Syukur, vescovo di Bogor (Indonesia), che però ha poi chiesto e ottenuto la dispensa dalla nomina, sostituito quindi con Battaglia. In questo Concistoro verrà creato il cardinale più anziano di sempre al momento della nomina nella storia della Chiesa cattolica: Angelo Acerbi (99 anni e 75 giorni).

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