La fotografia che abbiamo sempre considerato lontana da Napoli
Dopo le prime due tappe nel mondo della fotografia napoletana, ci addentriamo oggi in alcuni settori che si è sempre pensato meno si addicessero al territorio napoletano, entriamo in settori che a volte in modo snobistico, ma forse anche con cattiveria, vengono definiti “commerciali”. Io preferisco definirli di comunicazione, fotografia applicata alla comunicazione, probabilmente i seguaci del pensiero di Baudelaire troveranno in questo settore la conferma delle loro teorie, ma forse, perché non hanno mai osservato il sacrificio, lo studio, la consapevolezza, gli sforzi che ci sono dietro alla produzione di immagini create per la “pubblicizzazione” di un prodotto industriale e non si addentrano nel pensiero e nelle dinamiche della creatività che dietro ognuna delle immagini create nasconde la personalità e la sensibilità di chi le ha pensate e costruite. Lungi da me il pensiero di accomunarmi al Divino Poeta, in questa tappa, mi avvarrò di un Virgilio (questo si veramente paragonabile al sommo Latino) d’eccezione, che molto mi accompagnerà in questi lidi. Sarà Ugo Pons Salabelle, il collega che mi indicherà la via. Salabelle, docente dell’istituto ILAS, istituzione cittadina per la formazione di fotografi per la comunicazione è sicuramente l’unico fotografo di comunicazione napoletano che vanta tutt’oggi in giro per il mondo campagne fotografiche che da anni sono rinverdite con creazioni nuove e nuove foto. Ugo Pons, ha spaziato dallo still-life alla moda, formatosi tra Roma e Milano, è rientrato a Napoli negli anni passati da dove è riuscito a primeggiare in campo nazionale e internazionale, anche se come tutti i suoi colleghi di settore si trovano ad operare, in carenza di committenza e mercato, ma anche con queste non rosee prerogative, uno degli ambiti, ed in particolare quello della moda e dello still-life, sono riusciti a far emergere nel corso degli anni professionisti di eccellenza che hanno prodotto producono i loro scatti per le piu importanti griffe nazionali. Non solo moda e still-life, ma anche la ritrattistica e quella che oggi è forse la piu’ interessante, perché specchio della società attuale e che è una delle sue maggiori industrie, la fotografia di cinema, dove i colleghi napoletani che sono tra i piu’ apprezzati nel mercato cinematografico internazionale.
A Napoli, terra dalle mille contradizioni, ma città che nell’eleganza, in special modo nella sartoria maschile, ha un suo glorioso passato ed eccellente presente, la fotografia di moda non è stata mai sospinta e sostenuta in modo appropriato, le maison hanno sempre privilegiato i grandi studi milanesi o romani per pubblicizzare e documentare le loro creazioni, ma proprio per questo, la caparbietà dei fotografi napoletani li ha portati, prima a lunghi apprendistato presso studi milanesi e poi al ritorno hanno affermato a livello nazionale la loro professionalità. E’ il caso di Fabrizio Lombardi una delle firme piu’ riconosciute nel panorama moda italiano. Fabrizio, ci ha lasciato 10 anni fa, con un archivio che ancora oggi spazia tra le sue creazioni “commerciali” e le sue visioni che facevano si che i suoi pensieri si trasformassero in fotografie, svelandoci una creatività oltre la professione, una creatività che entrava di diritto nel mondo artistico-autoriale mettendoci di fronte a scatti di rara bellezza e di una capacità sperimentativa che rivelava il suo grande sapere tecnico.
La Napoli fotografica è stata sempre all’avanguardia
Ma partiamo dagli inizi del ‘900, quando la fotografia cominciava a farsi conoscere anche come formidabile mezzo di comunicazione e si cominciavano a vedere le prime foto pubblicitarie, siano esse di moda con le sofisticate modelle del tempo che di still-life. Non si puo’ non cominciare questa tappa da Giulio Parisio, dello studio Parisio, oggi archivio, che spaziava con maestria in tantissimi campi della fotografia, moda, pubblicità, architettura, industriale e come abbiamo scritto nella prima tappa anche nel fotogiornalismo.
Foto di Moda, ma sono famose anche le foto degli studi Liquore Strega e del Caffe’ Cirio, oltre a vari bozzetti fotografici che altro non erano che lay-out di lavori che sarebbero stati prodotti in seguito. Giulio, il capostipite, seguito da Fabrizio che fu il primo e unico fotografo ufficiale dell’ILVA poi Italsider. Il movimento futurista del quale fu esponente proprio il Parisio padre, nella comunicazione e quindi anche in quella fotografica, oltre che alla pittorica fu conosciuta in città proprio con gli scatti dell’ecclettico fotografo che spaziò anche con successo nella moda.
I linguaggi fotografici si fondono e nascono nuove opportunità
Spostati gli assi poi a Firenze e Milano per questo settore fotografico, bisogna aspettare la seconda metà del ‘900 per ricominciare a parlare di fotografia pubblicitaria, certamente un pioniere in quegli anni fu Claudio Ottaviano e dopo di lui arrivarono i già citati Lombardi e Pons Salabelle e con gli anni ’90 tanti giovani di allora che dopo esperienze fotografiche anche diverse e disparate si attestarono in un mercato riscuotendo anche discreti successi e riuscendo ad esprimere al meglio la loro creatività. Ippolito Baly e i giovani Quaranta e Nasca, binomio fotografico uniti dall’amicizia e dallo stesso sentire, tre collaboratori fissi della rivista NapoliCity, Luigi Di Maggio, apprezzato nello still-life, e protagonista di una lunga, importantissima e fruttuosa gavetta, Alfonso Grotta, da sempre uno sperimentatore di linguaggi e inquadrature. In quegli anni e verso la fine degli anni ’90 il mercato, flessibile, molto poco rigido e ancora non settorializzato riusciva a creare commistioni e intrecciare vari linguaggi fotografici, con l’effetto che molti fotografi con esperienze e formazioni diverse, si cimentassero nei vari settori della fotografia di comunicazione per poi rimanervi con soddisfazioni professionali e sviluppando nuove tecniche e teorie, oppure, per chi fosse ritornato alla sua iniziale vocazione, si ritrovava accresciuto il suo bagaglio esperienzale e professionale. Oreste Lanzetta, oggi professore di fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, Roberto della Noce, attivo nel settore delle riprese d’arte e Toty Ruggieri, del quale abbiamo parlato nella prima tappa, fotogiornalista poi approdato nella moda, settore nel quale ha sviluppato la sua carriera con importanti campagne maturate su set nazionali e esteri ed oggi titolare di cattedra di fotografia di moda anche lui presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Poi Pino Guerra, anche lui dal fotogiornalismo e oggi girovago su set esteri per cataloghi e brochure di moda una particolare attenzione vorrei porre su Enzo Rando, fotografo ischitano che rispolverando l’antica arte delle fotografie per cartolina è riuscito, nel corso degli anni a far rileggere l’immagine dell’Isola Verde attraverso le sue cartoline e i suoi libri sull’isola, oltre a creare le giuste foto di comunicazione per tante attività turistiche del territorio.
Ma come si accennava prima, una fucina di formazione per fotografi della comunicazione è l’ILAS, istituto fondato da Angelo Scognamiglio, dal quale, sotto la guida dei docenti Ugo Pons Salabelle, Pierluigi de Simone fondatore di Fotografia Associati con Francesco Rotili e Fabio Chiaiese, sono usciti fotografi come Silvio Acocella, Alessandra di Ronza, Debora Palazzo , Alessandro Germanò, Alessandro Micillo, e tanti tanti altri, quasi tutti con esperienze milanesi in importanti studi pubblicitari o di fotografi di grido.
La fotografia comunica anche nuovi assetti
Molto nutrita anche la pattuglia femminile, fotografe attive nel settore comunicazione di importanti agenzie pubblicitarie e affermate free lance come Machi di Pace e Anna Abet, Maura Gravina e Iole Capasso, presente con una sua foto anche nella Metro d’Arte Napoletana. Ritornando agli anni ’90 uno dei punti di riferimento per le modelle e lo star sistem napoletano era sicuramente lo studio di Alessio Buccafusca al Parco Grifeo, Alessio, fotografo ritrattista e primo sperimentatore di fotografia di danza in studio, ancora oggi, ospita le stelle dei templi della danza. Sui suoi fondali hanno volato Vassiliev, Nureyev la Savignano, Carla Fracci, Marilena Riccio, prima ballerina del San Carlo e le étoile contemporanee Picone e Bolle e numerosi altri danzatori e danzatrici hanno attraversato le porte del suo studio, dove in quegli anni c’era anche Alfredo Carrino, ritrattista delle celebrità napoletane che venivano poi impresse sulle copertine dei giornali piu’ glamour del tempo. Piero Menditto, poi prima del suo rientro a Napoli si è introdotto nel settore con permanenze a Milano, New York e Rio, dove ha anche affinato il linguaggio video sempre indirizzato alla comunicazione. Paolo Pelli, con al suo attivo oltre ai cataloghi e le pubblicità con splendide modelle, anche pubblicazioni su aspetti di Napoli vista dai suoi quartieri. Salvio Parisi, con i suoi ritratti del jet-set napoletano, e poi un trio di fotografi Paolo Cappelli, Stefano Greco e il compianto Gigi Guarracino che formarono il gruppo Idra trasformatosi poi in StudioF64 insieme a Maurizio Criscuolo oggi attiva nelle riprese di architettura e di interior design. Poi Crescenzo Mazza con esperienze newyorkesi e sui maggiori set internazionali ha poi inaugurato a Napoli uno dei più importanti e attrezzati studi di ripresa del Sud Italia. Anni nei quali anche Vittorio Guida, prima di scegliere la Cina come sua base operativa spaziava tra riprese di moda e interni di imbarcazioni di lusso. Poi Pepe Russo, Massimiliano Ricci, e altri che possiamo definire gli ultimi fotografi della generazione di mezzo, prima di quella esclusivamente digitale di cui Gennaro Navarra, raffinato fotografo e pensatore ci parla ribadendo che oramai non c’è più la strada e la gavetta affrontata da tutti, con la conoscenza dell’analogico, ma si parte solo ed esclusivamente dal digitale e questo, che può sembrare un limite facendo storcere a molti il naso, questa “mancanza”, invece, a volte si rivela punto vincente, proprio per la determinazione concentrata solo sulla costruzione dell’immagine, scevri da passate esperienze basate sulla chimica. Ne sono prova con i loro lavori Carlo William Rossi e Anna Caruso, quest’ultima allieva dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, oramai di base a Milano dove è riuscita ad arrivare ai vertici della fotografia di moda per bambini lavorando con i maggiori marchi nazionale e esteri, costruendo sempre un rapporto speciale con i piccoli modelli. Dall’Accademia sono presenti sul mercato anche Giuseppe Barbato, Chiara Custagliola, Rosa Sorvillo, che alterna le foto al ruolo di modella, provando personalmente i due lati dell’obiettivo Altro settore della fotografia di comunicazione è quello della fotografia di scena per il cinema che come abbiamo scritto anche nella prima tappa è oramai industria fiorente in città con professionisti fotografi ai vertici delle classifiche nazionali e internazionali come il già citato Gianni Fiorito, fotografo del film premio Oscar “la Grande Bellezza” e poi Mario Spada, Edoardo Castaldo, Marcello Merenda specialista di ritratti da set e Anna Camerlingo, che spazia dal teatro al cinema alla televisione riprendendo le più importanti fiction RAI.
Anche al termine di questa terza tappa, si registra un dinamismo della fotografia napoletana in tutti i settori, in un territorio avaro di opportunità, la fotografia riesce a crearsi i propri spazi e perseguire i propri obiettivi ai massimi livelli, che poco hanno da invidiare ad altre realtà nazionali ben piu’ organizzate e coese.
ph.ANNA ABET
ph.ANNA ABET
ph.ANNA ABET
ph.ANNA ABET
ph.ANNA ABET
ph.ANNA ABET
PH. ANNA CARUSO
PH. ANNA CARUSO
PH. ANNA CARUSO
PH. ANNA CARUSO
PH. ANNA CARUSO
PH. MACHI DI PACE
PH. MACHI DI PACE
PH. MACHI DI PACE
PH. MACHI DI PACE
PH. MACHI DI PACE
PH. FABRIZIO LOMBARDI
PH. FABRIZIO LOMBARDI
PH. FABRIZIO LOMBARDI
PH. GENNARO NAVARRA
PH. GENNARO NAVARRA
PH. GENNARO NAVARRA
PH. GENNARO NAVARRA
PH. CARLO WILLIAM ROSSI
PH. CARLO WILLIAM ROSSI
PH. CARLO WILLIAM ROSSI
PH. CARLO WILLIAM ROSSI
Ph. ENZO RANDO
Ph. ENZO RANDO
Ph. ENZO RANDO
Ph. ENZO RANDO
Ph. ENZO RANDO
campagna stampa ed affissione Italia Francia Spagna Garofalo dal 2000 al 2018.PH. UGO PONS SALABELLE
calendario Trussardi 1990 Ed. Penthouse
PH. UGO PONS SALABELLE
campagna stampa Delta PenPH. UGO PONS SALABELLE
AFFISSIONE e stampa PER” IL GIORNALE”PH. UGO PONS SALABELLE
PH. TOTY RUGGIERI
PH. TOTY RUGGIERI
PH. TOTY RUGGIERI
PH. TOTY RUGGIERI
PH. TOTY RUGGIERI
PH IDRA CAPPELLI/GRECO
PH IDRA CAPPELLI/GRECO
PH IDRA CAPPELLI/GRECO
PH. STUDIO F64 CRISCUOLO/CAPPELLI
PH IDRA BRUNO/CAPPELLI
PH IPAOLO CAPPELLI
PH. CRESCENZO MAZZA
PH. CRESCENZO MAZZA
PH. CRESCENZO MAZZA
PH. CRESCENZO MAZZA
PH. CRESCENZO MAZZA
PH. ALESSIO BUCCAFUSCA
PH. ALESSIO BUCCAFUSCA
PH. ALESSIO BUCCAFUSCA
PH. ALESSIO BUCCAFUSCA
PH. ALESSIO BUCCAFUSCA
PH. ALESSIO BUCCAFUSCA
Luisa_Ranieri_teatro_fuoriscena_PH. ANNA CAMERLINGO
Bastardi di Pizzofalcone 2_fuoriscena_PH. ANNA CAMERLINGO
GIGI PROIETTI. PH. ANNA CAMERLINGO
IL COMMISSARIO RICCIARDI. PH ANNA CAMERLINGO
QUASI RICCHI. PH ANNA CAMERLINGO
capri revolution 2018
regia mario martone
indigoPH. MARIO SPADA
milano otobre 2016, un ragazzo mi mostra i suoi tatuaggi nella Chiesa evangelica “Ministero Sabaoth” di Milano, fondata dalla pastora di origini brasiliane Roselen Boerner FaccioPH. MARIO SPADA
PH. MARIO SPADA
Casal di Principe, 2005, interno della casa di Walter Schiavone. La casa fu costruita ispirandosi alla casa di Tony Montana in Scarface, nella camera da letto Walter si fece installare la famosa vasca da bagno che racconta anche Saviano in Gomorra. Quando la casa fu sconfiscata dalla magistratura, il clan ebbe tutto il tempo di svuotare la casa di mobili preziosi, degli infissi, dei marmi, dei lampadari, dell’impianto elettrico per poi appiccare un incendio. Lo scopo era rendere la casa inutilizzabile o almeno rendere il sequestro un danno a carico dello stato. La casa è stata ristrutturata per diventare un centro di recupero per bambini che hanno problemi motori. I lavori sono terminati due anni fa, ma il centro non è stato ancora aperto per problemi burocratrici legati alla comlicata legge sulla gestione dei beni confiscati alla mafia
PH. MARIO SPADA
PH. MARIO SPADA
Miss Trans Scampia 2012. Napoli, Italia.
A transexual in the audience, improvises a performance on the catwalk during the contest.
“Miss Trans” was held in Scampia, the largest drug market in Europe, land of the wars between organized crime gangs. It was the first and only edition of this contest, all the 15 participants were from Scampia. They crowded the only dressing room, dressing, putting make up on, smoking as they were about to run the catwalk made up with the tables of the restaurant they were in, while their relatives and friends were attending the show as they ate pizza and drank beer. During the show the crowd cheered and screamed while children fought and ran or were suddenly fascinated by the charming performing ladies or other transsexuals in an audience which was in a Dionysian delirium.which was in a Dionysian delirium.PH. MARIO SPADA
tango glaciale reloaded 2018
regia mario martonePH. MARIO SPADA
Foto Vincitrice del concorso “Premio pezzuti per l’arte”PH. IOLE CAPASSO
PH. IOLE CAPASSO
“Dietro le quinte”PH. IOLE CAPASSO
“Pomeriggio” Amarena Fabbri, foto elaborata su commissione dell’azienda Fabbri, per il Premio Fabbri per L’arte 2015. PH. IOLE CAPASSO
.Una giostra del parco Edenlandia chiuso al pubblico dopo 60 anni. PH. IOLE CAPASSO
PH. ORESTE LANZETTA
PH. ORESTE LANZETTA
PH. ORESTE LANZETTA
PH. ORESTE LANZETTA
PH. AUTORITRATTO FABRIZIO LOMBARDI CON ALESSANDRA D’ELIA
Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse,
Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES.
Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli.
Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli.
Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it
E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International.
Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.
Supercazzola, l’invenzione lessicale nata nel film di Mario Monicelli Amici miei del 1975 per indicare una ‘frase priva di senso pronunciata con convinzione al fine di confondere l’interlocutore’, conquista il linguaggio della politica. Potrà essere considerata dai puristi parola non adatta alle aule parlamentari, ma è diventata ormai celebre e di uso frequente anche in politica. A riconoscerle valore lessicale è ora il Vocabolario Treccani della Lingua italiana on line, con una voce del linguista Michele A. Cortelazzo, accademico ordinario della Crusca e collaboratore dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, nella rubrica Le parole della neopolitica, ospitata su Treccani.it.
“Non so cosa capiranno gli storici del futuro – si chiede Cortellazzo – quando cercheranno di interpretare la replica del senatore Matteo Renzi alla risposta del nuovo ministro della cultura Alessandro Giuli nel suo primo Question time del 10 ottobre 2024, secondo il quale “il punto politico […] è che sì, sicuramente, è stata ‘prematurata con scappellamento a destra come fosse antani’ la risposta monicelliana del ministro, ma il punto chiave è che lei non ha dato una risposta di politica culturale”, citando il noto tormentone di Amici miei. Renzi stesso però è stato ripetutamente vittima della supercazzola. ll 24 febbraio 2014 l’allora Presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni commentando il suo discorso programmatico di governo aveva dichiarato che “finora, in confronto al discorso di Renzi, la supercazzola del conte Mascetti era un serio programma di governo…”.
Matteo Salvini il 30 luglio 2020, intervenendo nel dibattito sull’autorizzazione a procedere nei suoi confronti, aveva dichiarato di preferire “”l bel tacer del MoVimento 5 Stelle alle gratuite supercazzole di Renzi e compagnia”, subendo in questo caso un rimbrotto dall’allora Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati: “la terminologia ‘supercazzola’, forse, è meglio tenerla da parte. Ci sono dei sinonimi più appropriati a questa Aula”. E, da una posizione opposta, anche Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista, il 18 luglio 2022 aveva giudicato una presa di posizione di Renzi sul problema dei profughi come “un’altra ‘supercazzola con scappellamento a destra’ per dirla con il celebre film del nostro compagno Mario Monicelli”. Insomma, secondo Cortelazzo grazie ai vocabolari l’allusione al film di Monicelli sarà palese anche in futuro.
Più di cinquanta capolavori di Giorgio Morandi (1890-1964), che attraversano sei decenni della carriera dell’artista e offrono uno sguardo approfondito sulla sua poetica silenziosa e raffinata, potranno essere ammirate a New York, alla David Zwirner Gallery, dal 16 gennaio al 22 febbraio. Curata dalla storica dell’arte Alice Ensabella, la mostra riunisce opere provenienti dalla collezione della Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano (Parma), una delle più importanti dedicate al maestro. Si tratta dell’esposizione maggiore dedicata a Morandi a New York dai tempi della retrospettiva del 2008 al Metropolitan Museum of Art. La collezione della Fondazione è il risultato di una profonda amicizia e collaborazione tra l’artista e il collezionista Luigi Magnani (1906-1984), musicologo e storico dell’arte. Magnani non solo acquisì molte opere direttamente da Morandi, ma ricevette dall’artista anche doni personali, creando un nucleo rappresentativo e unico.
Tra le opere in mostra spiccano l’Autoritratto (1925), uno dei rari autoritratti di Morandi, e la raffinata Natura morta metafisica (1918), testimonianza del periodo metafisico dell’artista. Ed ancora, la Natura morta (Strumenti musicali) (1941), commissionata da Magnani poco dopo il loro primo incontro. Sebbene Morandi non accettasse solitamente richieste su commissione, l’artista fece un’eccezione, come ricorda Magnani: “Me ne andai felice, ma inconsapevole del grande e generoso gesto che Morandi compiva accettando di dipingere il suo primo (e ultimo) quadro su commissione”.
La Fondazione Magnani-Rocca, situata nella Villa dei Capolavori, è una delle più importanti istituzioni culturali italiane e ospita una collezione che include opere di Monet, Renoir, Cézanne, Tiziano, Goya e de Chirico, oltre al nucleo più significativo di lavori di Morandi. L’amicizia tra Luigi Magnani e Giorgio Morandi rappresenta uno dei legami più significativi nella storia dell’arte italiana del Novecento. Iniziata nell’autunno 1940, quando il giovane musicologo e storico dell’arte incontrò per la prima volta l’artista bolognese, questa relazione si trasformò in un dialogo profondo e duraturo, alimentato da un’intesa silenziosa ma autentica.
Morandi, noto per la sua riservatezza e per il carattere schivo, trovò in Magnani un interlocutore sensibile, capace di comprendere pienamente la sua visione artistica e il suo mondo interiore. Questo legame permise a Magnani di raccogliere un nucleo di opere che riflette, con rara completezza, l’evoluzione poetica e tecnica dell’artista: una collezione non solo di dipinti, ma anche di significati e valori condivisi. La stima reciproca si tradusse in gesti di straordinaria unicità: Magnani fu tra i pochissimi a cui Morandi vendette direttamente le sue opere, spesso selezionando con cura dipinti che rappresentassero al meglio ogni fase della sua carriera.
L’Egitto ha annunciato nuove scoperte archeologiche, tra cui tombe di alti funzionari risalenti a 4.000 anni fa e reperti artistici dell’epoca della regina Hatshepsut, in un’antica necropoli della celebre città di Luxor. Gli artefatti, emersi durante una campagna di scavo durata tre anni, sono stati rinvenuti nella zona di Deir al-Bahari, nella necropoli di Tebe, sulla riva occidentale del Nilo, ha precisato in un comunicato l’egittologo-star Zahi Hawass, che ha guidato la missione in collaborazione con il Consiglio supremo delle antichità egiziane.
Le scoperte spaziano dalla XV dinastia (1650-1550 a.C.) fino alla potente XVIII (1550-1292 a.C.), che annoverava faraoni come la regina Hatshepsut e il re Tutankhamon. Il team ha rivelato una parte intatta delle fondamenta del tempio funerario della valle della regina Hatshepsut, oltre a opere d’arte, tra cui bassorilievi e iscrizioni dai colori vividi e straordinariamente ben conservati.
I 1.500 blocchi decorati rappresentano la regina e il suo successore, Thutmose III, mentre compiono rituali sacri. Sono “le scene più belle che abbia mai visto nella mia vita”, ha dichiarato Hawass, presentando queste scoperte. “È la prima volta che disponiamo di un set completo della decorazione di un tempio risalente alla XVIII dinastia”, ha aggiunto parlando a giornalisti. Sotto le fondamenta del tempio, gli archeologi hanno scoperto un deposito intatto di strumenti cerimoniali con l’iscrizione del nome della regina Hatshepsut. Tra le altre scoperte figurano tombe scavate nella roccia del Medio Regno appartenenti ad alti funzionari, oltre a una tomba del “sorvegliante del palazzo” della regina Tetisheri della XVII dinastia, nonna del re Ahmose, che espulse gli Hyksos dall’Egitto.