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Spettacoli

Mina Settembre, la fiction di successo su Rai 1 chiude volando: si guarda al sequel

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Mina Settembre, la serie tv molto liberamente ispirata ai romanzi di Maurizio de Giovanni con protagonista Serena Rossi, Giuseppe Zeno e Giorgio Pasotti, con la regia di Tiziana Aristarco, si e’ conclusa trionfando negli ascolti anche negli ultimi due episodi, con un finale aperto, anche per permettere al pubblico di continuare a seguire le avventure di una donna forte e con il sorriso, che guarda a una seconda stagione. Sono stati infatti 6.546.000 gli spettatori incollati davanti a Rai1 nella sera di San Valentino, pari al 26.4% di share. Una fiction che ha dominato la prima serata sulla rete ammiraglia dalla prima all’ultima puntata. A mandare in estasi i fan dell’attrice partenopea e chi ha seguito la serie con apprensione, il messaggio pubblicato da Serena Rossi sui social: “E ora si va avanti”, con un emoticon col cuore rosso e l’hashtag #minasettembre. Serena Rossi, che nella fiction interpreta l’assistente sociale psicologa che si aggira tra i vicoli del Rione Sanita’ a Napoli per aiutare le persone in difficolta’ senza mai risparmiarsi, cosi’ ha salutato il pubblico sui suoi canali social all’indomani dell’ultima puntata della serie che la conferma ancora una volta beniamina dell’Auditel.

I fan lo chiedono a gran voce, del resto la prima a dire che ci sarebbe stata una seconda parte era stata la regista gia’ durante la conferenza stampa di presentazione: “Tutti noi saremmo felicissimi di poter iniziare a girare una seconda serie, anche in tempi brevi, lo speriamo tutti” aveva detto Tiziana Aristarco. E ora? Serena Rossi e’ attesa a breve ne La Canzone Segreta, il nuovo show di Rai1, in collaborazione con Blu Yazmine, per cinque prime serate a meta’ strada fra la musica e l’emozione, un genere definito emotainment, in cui a far da filo conduttore sara’ la canzone. Parole di soddisfazione intanto per Mina Settembre da Fulvio e Paola Lucisano che con IIF hanno prodotto la serie in collaborazione con Rai Fiction. “Siamo felici di questo successo – ha sottolineato in particolare Paola Lucisano – che ci ripaga dagli sforzi fatti in questo periodo di pandemia. Ringrazio Napoli e la Campania e soprattutto Rai Fiction per aver creduto nel progetto”. Assistente sociale alla continua ricerca di una soluzione ai problemi degli altri, Mina Settembre e’ divisa tra l’ex marito (Giorgio Pasotti) che vuole riconquistarla dopo un tradimento e l’affascinante ginecologo del consultorio interpretato da Giuseppe Zeno. E’ sempre alle prese con una mamma ingombrante interpretata dalla straordinaria Marina Confalone che nell’ultima puntata, dopo che la figlia ha scoperto l’identita’ dell’amante del padre, avra’ la forza di alzarsi dalla sedia a rotelle e addirittura farsi una passeggiata con il vicino di casa ormai suo corteggiatore, l’ex odiato generale.

Scritta da Fabrizio Cestaro, Doriana Leondeff, Fabrizia Midulla e Marco Videtta, la prima stagione di Mina Settembre e’ stata liberamente tratta dai racconti di Maurizio de Giovanni “Un giorno di Settembre a Natale” e “Un telegramma da Settembre”. Mina, ha detto Serena Rossi parlando del suo personaggio, “e’ sicura nel lavoro, meno nella vita privata: separata da poco dal marito (Pasotti) e frequenta il ginecologo del consultorio in cui lavora (Zeno). E’ tornata a casa della madre Olga (Confalone), signora altoborghese dalla battuta tagliente. Fa i conti con un mistero legato al passato del padre, scomparso da poco: chi e’ la donna ritratta nella foto custodita nella cassaforte? ‘Mina e’ speciale, e’ unica, capisce gli altri e’ dedita all’ascolto, ma se si tratta della propria vita sono un disastro. Cerca di vedere il buono anche quando non esiste”.

Nella stagione appena conclusa dopo la disperazione per aver saputo che l’amante del padre, deceduto, e’ stata la sua migliore amica Irene (Christiane Filangieri), Mina ha appreso anche che il figlio di Irene (interpretato da Francesco Di Napoli) in realta’ e’ il suo fratellastro. Quello che accade avra’ forti ripercussioni su Mina Settembre. E adesso che la sua vita e’ tutta da rifare, un’altra volta, chi scegliera’ tra Claudio e Domenico, entrambi pronti a starle accanto? Finale aperto, si diceva. Chi avesse perso l’ultima puntata puo’ rivederla in replica su Rai Premium domani sera, alle 21.20. Verranno trasmessi l’episodio 11 e l’episodio 12. In alternativa tutti gli episodi sono in streaming su Rai Play.

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Alessandro Gervasi, il piccolo talento del pianoforte protagonista a Sanremo

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Nella sua camera d’albergo a Sanremo, il piccolo Alessandro Gervasi, 6 anni, guarda un cartone animato con protagonista una scimmietta, la stessa a cui è ispirato il peluche che ha portato con sé dal suo paese natale, Buseto Palizzolo, in provincia di Trapani. Un oggetto a cui è molto legato perché, come racconta lui stesso, “dorme ogni notte con me”.

Nel corso della seconda serata del Festival di Sanremo 2025, Alessandro è salito sul palco dell’Ariston per presentare, insieme alla regista Cinzia TH Torrini, la fiction “Champagne”, dedicata alla vita del grande Peppino Di Capri e in onda su Rai 1 dal 24 marzo. Nella serie, il bambino interpreta Peppino Di Capri da piccolo.

Un talento precoce per la musica

Nonostante l’importante palcoscenico, Alessandro confessa di non essere emozionato: “Mi sto divertendo tanto qui”, dice con la spontaneità che lo contraddistingue. Suo padre, metalmeccanico, è rimasto a casa con la sorellina di quattro anni, mentre lui si gode l’esperienza sanremese assieme a mammà.

Dotato di orecchio assoluto, Alessandro è in grado di riprodurre qualsiasi melodia al pianoforte. Tra le sue preferite spiccano “Libertango” di Astor Piazzolla, ma ama anche la musica dei Queen e dei Beatles.

L’amore per il pianoforte nato durante la pandemia

La sua passione per la musica è sbocciata in modo del tutto naturale durante la pandemia. La madre racconta che il marito, pianista per diletto, suonava spesso in casa. Alessandro, incuriosito, lo osservava attentamente. Un giorno, un parente gli ha regalato una tastiera e poco dopo è avvenuto un episodio sorprendente: “Ero sola in casa e ho sentito le note dell’Inno di Mameli al pianoforte. Sono corsa a vedere e ho trovato Alessandro che lo suonava con il suo ditino”.

Da allora, il suo legame con il pianoforte è diventato viscerale: “Basta che c’è, io sto bene”, dice.

Un futuro tra musica e recitazione

Quando gli si chiede cosa voglia fare da grande, la risposta arriva chiara e sicura: “Il musicista e l’attore”. La madre però è cauta: “Se così sarà, e solo se lui lo vorrà, dovrà studiare sodo. Noi lo sosterremo in ogni scelta, senza alcuna costrizione”.

Sul set della fiction “Champagne”, Alessandro è diventato la mascotte della troupe, divertendosi e suonando il pianoforte tra una ripresa e l’altra. Il piccolo prodigio della musica sembra già pronto a realizzare i suoi sogni.

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Damiano: grazie Lucio per aver guardato vita in modo profondo

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“Grazie Lucio. Grazie per essere riuscito a guardare la vita in un modo così profondo. La felicità non è mai un sentimento definitivo, ma è nascosta in una serie di momenti che si alternano tra le gioie e le difficoltà delle nostre vite, non è un concetto astratto o inarrivabile, è alla portata di tutti noi, basta accettarne la precarietà. Non cerchiamo troppo lontano, quello che, in realtà è già vicino”.

Lo scrive Damiano David su X, dopo l’omaggio a Lucio Dalla che ha portato sul palco dell’Ariston, al festival di Sanremo. “Grazie Alessandro Borghi per aver condiviso questo momento con me, grazie per la tua sensibilità – ha aggiunto -. Grazie al piccolo Vittorio, nessuno tocchi la tua di felicità, il futuro è nelle tue mani. Grazie Carlo Conti a per questo invito e per avermi dato l’opportunità di tornare nel posto che più mi sta a cuore”.

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Achille Lauro: le canzoni a volte non sono solo canzoni

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“Cari giornalisti, le canzoni a volte non sono solo semplici canzoni”: lo scrive Achille Lauro in una lettera ai giornalisti in cui parla del senso di Incoscienti Giovani, il suo brano in gara al festival di Sanremo. “Sono la nostra storia – aggiunge – questa è Incoscienti Giovani raccontata da chi l’ha vissuta, stasera da mia Madre”. Segue questo testo: “Lauro ha sempre avuto una fissazione per la scrittura. La mattina, quando mi svegliavo, entravo in camera sua e lo trovavo ancora sveglio a scrivere. Lo sgridavo perché non dormiva mai. Aveva solo 11 anni. Si imbarazzava, nascondeva i fogli.

Non ha mai detto ‘scrivo canzoni’ o ‘voglio fare il cantante’, ma ho capito presto che per lui scrivere era un modo per superare momenti difficili. In mezzo a tutto quello che abbiamo vissuto, ho sempre cercato di insegnargli cosa fosse l’amore, convinta che chi impara a seguire quel faro, presto o tardi, riconosca la strada. E così è stato”, scrive la mamma. “Lauro è cresciuto in casa con ragazzi che non erano miei figli, ma che ho accolto come tali. Figli di storie difficili e case famiglia dove io facevo volontariato. È cresciuto insieme alle ragazze di strada, ricordo quando andavo di notte sui marciapiedi con Don Giovanni a convincerle a scappare da quella vita e a trovare un posto sicuro, e molte volte, restavano a casa nostra. È cresciuto con i suoi amici, ragazzi con famiglie inesistenti, errori alle spalle, rabbia dentro. Li conosco tutti. Sono stati come figli anche per me. Giovani incoscienti – conclude – ma con un grande cuore”.

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