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Cronache

Milano, tensioni al Corvetto: polemiche su Sala e il fallimento della Milano multietnica

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Dopo tre notti di rivolte, vandalismi e roghi nel quartiere Corvetto, periferia sud di Milano, la situazione sembra essere tornata alla calma nelle ultime 12 ore. Tuttavia, le tensioni esplose in seguito alla morte del 19enne Ramy Elgaml (nella foto sotto), deceduto in un incidente stradale durante un inseguimento con i carabinieri, hanno scatenato un’ondata di critiche e polemiche contro il sindaco Giuseppe Sala e la sua gestione della città.

I fatti e l’indagine sull’incidente

Ramy Elgaml, passeggero su uno scooter guidato da un 22enne tunisino, è morto nella notte tra sabato e domenica mentre cercava di sfuggire a un controllo delle forze dell’ordine. L’autista, ora piantonato in ospedale, è stato arrestato e indagato, insieme al carabiniere alla guida della vettura coinvolta nell’inseguimento.

L’incidente ha innescato una serie di proteste violente, con almeno 100 rivoltosi che hanno dato vita a scontri, roghi e atti vandalici, costringendo le forze dell’ordine a un imponente spiegamento di agenti per presidiare le strade di piazza Gabriele Rosa e dintorni.

Corvetto e le “banlieue” milanesi

Il quartiere Corvetto è da anni simbolo del fallimento della Milano multietnica, una zona dove degrado, abusivismo e povertà si intrecciano con una forte presenza di comunità straniere, spesso lasciate ai margini. Gli episodi di violenza e le rivolte hanno riacceso il dibattito sulla gestione delle periferie milanesi, paragonate alle banlieue francesi, note per essere teatri di scontri sociali e disordini.

Critiche particolarmente dure sono state rivolte al sindaco Giuseppe Sala, accusato di non aver saputo gestire l’integrazione e il disagio sociale nelle periferie. In alcuni ambienti, il sindaco è stato persino ribattezzato “Salah”, un’allusione polemica alla predominanza di comunità arabe in quartieri come Corvetto e San Siro, dove la polizia fatica sempre più a operare a causa delle crescenti tensioni.

Indagini in corso e nuovi sviluppi

Le autorità continuano a indagare sui responsabili delle rivolte, con il 21enne montenegrino – irregolare e già noto alle forze dell’ordine – tra i principali sospettati. Le telecamere di sicurezza stanno aiutando a identificare altri partecipanti agli scontri, mentre oggi si attende l’interrogatorio di garanzia del giovane arrestato.

Parallelamente, il quartiere San Siro, spesso definito “la casbah di Milano”, rimane al centro dell’attenzione per il rischio di ulteriori disordini legati alla stessa rete di violenti.

Le critiche alla gestione della città

Le tensioni hanno messo in evidenza un problema strutturale nella gestione delle periferie di Milano, aggravato dal mancato controllo del degrado urbano e dall’assenza di politiche efficaci per l’integrazione delle comunità straniere. Gli oppositori accusano Sala di aver fallito nella creazione di un modello multietnico inclusivo e sicuro, lasciando che quartieri come Corvetto e San Siro si trasformassero in zone ad alto rischio.

Gli episodi di Corvetto rappresentano un campanello d’allarme per Milano, una città che aspira a essere modello di modernità e inclusività ma che fatica a gestire il disagio delle sue periferie. Le polemiche sul sindaco Sala e il paragone con le banlieue francesi sottolineano la necessità di interventi urgenti per affrontare una situazione che rischia di esplodere nuovamente.

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Carabiniere eroe salva una donna dal suicidio a Sassari

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L’ha vista scavalcare la ringhiera del ponte di Rosello, a Sassari, ha fatto uno scatto e l’ha afferrata prima che si lanciasse nel vuoto. Gesto eroico di un carabiniere della centrale operativa di Sassari, che oggi ha salvato una giovane dal suicidio. Il militare, vice brigadiere Andrea Torru, era fuori servizio e quando ha visto la donna oltrepassare la ringhiera di quello che a Sassari è noto come “il ponte dei suicidi”, non ci ha pensato un attimo. Dopo averla salvata e riportata al sicuro, l’ha tranquillizzata e ha chiamato i soccorsi. Un’equipe del 118 si è presa cura della donna e l’ha accompagnata al Pronto soccorso del Santissima Annunziata. “Un gesto davvero straordinario quello del vice brigadiere Torru Andrea, che dimostra non solo il coraggio, ma anche l’umanità e la dedizione al servizio che caratterizzano i carabinieri.

La prontezza con cui ha agito per salvare la vita di una donna in un momento di estrema disperazione è un chiaro esempio di come il senso del dovere possa andare oltre il semplice adempimento delle proprie mansioni. La reazione tempestiva e la capacità di mantenere la calma di fronte a una situazione così critica non solo hanno evitato una tragedia, ma hanno anche messo in luce il profondo impegno dei militari nel garantire la sicurezza e il benessere della comunità”, sottolineano il segretario generale per la Sardegna dell’Unione sindacale italiana (Usic) Salvatore Floris e il segretario provinciale Massimo Deriu.

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13enne morta dopo schianto, famiglia sporge denuncia

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Su mandato del papà di Jennifer Alcani, la ragazzina di 13 anni morta dopo sei giorni di agonia seguito dell’incidente stradale avvenuto venerdì 10 gennaio ad Abbadia Lariana (Lecco), l’avvocato Marcello Perillo ha depositato una querela in Procura a Lecco nei confronti del 22enne che era alla guida dell’auto: un atto deciso per chiedere esplicitamente giustizia per la figlia, anche se i magistrati procedono d’ufficio. Diversi gli aspetti su cui si stanno concentrando le indagini: accertamenti cinematici per accertare la velocità, le analisi delle immagini pubblicate sui social e poi cancellate, gli accertamenti sui telefoni cellulari, ma soprattutto gli esiti degli esami tossicologici disposti sul giovane al volante. L’auto guidata dal giovane, e con un altro amico a bordo, era finita contro un muretto. Ad avere la peggio era stata la tredicenne. Sulla base degli esiti delle indagini, potrebbero scattare misure restrittive nei confronti del conducente.

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Scatta pulsante emergenza,stop metro Roma per oltre un’ora

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Un pulsante di emergenza, scattato nel pomeriggio, ha fermato per più un’ora un’intera linea della metropolitana a Roma. Lo stop sulla linea B/B1 si è verificato poco prima delle 17.30, in un orario di punta con tantissimi passeggeri in attesa sulle banchine delle stazioni. Atac ha attivato le navette sostitutive per coprire la tratta mentre i tecnici si sono messi subito al lavoro per individuare e risolvere il problema. Hanno riscontrato un “intervento dei pulsanti di emergenza e hanno immediatamente attivato i controlli in linea necessari per isolare la tratta interessata” ha reso noto l’azienda capitolina che gestisce il trasporto pubblico nella Capitale. Intanto quando i treni si sono fermati si è provveduto a evacuare e chiudere tutte le stazioni della metro B.

I tanti passeggeri, tra studenti, lavoratori e turisti, sono stati fatti uscire all’esterno dove hanno letteralmente preso d’assalto le fermate degli autobus e le navette sostitutive messe a disposizione da Atac. Dopo più di un’ora, intorno alle 19, sono terminate le verifiche tecniche sul sistema di emergenza elettrica e la circolazione è tornata regolare. Resta da chiarire cosa abbia azionato uno dei pulsanti d’emergenza che sono diffusi su tutta la linea, nelle stazioni e lungo le gallerie. In particolare, se possa essere scattato a causa di uno sbalzo elettrico o, al contrario, se sia stato premuto da qualcuno. Solo qualche giorno fa, il 12 gennaio, è stato necessario chiudere per una ventina di minuti la metro Repubblica, sulla linea A, dopo che è stato azionato il sistema di allarme. Erano da poco passate le 16 e, a quanto ricostruito, qualcuno aveva azionato “indebitamente” il pulsante di emergenza facendo scattare l’allarme. Anche in quel caso i tecnici si sono messi subito al lavoro e poco dopo la stazione è stata riaperta.

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