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Milano non si ferma: folla in giro, imbecilli ai Navigili, pochi senza mascherina, code in pasticceria

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A passeggio. In bicicletta. A fare la corsetta. Da soli. In compagnia. In troppi. Con e senza le mascherine.  Sembrano questi gli hobby dei milanesi nel primo week end della fase 2 dopo l’emergenza sanitaria del Coronavirus. Per carità, ci sono ancora troppi morti e troppi contagi a Milano. Ma pare che non se ne siano accorti.  In molti a Milano hanno passeggiato o pedalato tra le vie della citta’ o nei parchi, in questa domenica di sole in cui il cielo si e’ fatto scuro solo all’orario dell’aperitivo, quasi a scongiurare gli assembramenti che hanno portato a tante polemiche i giorni scorsi. Il mattino e’ iniziato con lunghe code davanti alle pasticcerie e ai fiorai per prendere i regali di una festa della mamma davvero atipica. Al pomeriggio lungo i Navigli e in Darsena erano in molti a godersi una passeggiata. C’erano sempre i soliti imbecilli  con bicchieri e aperol spritz in mano. C’erano i soliti che si appoggiavano alle balaustre davanti ai locali che vendono cocktail d’asporto. E c’erano anche, per fortuna, Polizia Locale e Carabinieri che percorrevano a passo d’uomo i canali e per quanto possibile hanno impedito di violare le leggi.

“Non potete stare fermi qui, dovete muovervi”, dicevano gli agenti. C’erano quelli senza mascherine,  quelli che le tengono abbassate sotto il mento o alzate sopra la testa. C’erano gruppi di amici che passeggiavano non esattamente a distanza di sicurezza. Alla Biblioteca degli Alberi, area verde tra Gae Aulenti e il Bosco Verticale, presa d’assalto nelle ore di sole, per far mantenere il distanziamento la Fondazione Catella ha pensato di disegnare cerchi rossi e distanziati con pittura ecosostenibile sul prato: un’idea che e’ piaciuta a chi sedeva nel prato, quasi tutti coppie, famiglie o piccoli gruppi di amici difficili da separare o far alzare secondo l’unica pattuglia che vigilava sulla zona. Anche al Parco Sempione in tanti hanno sfruttato la giornata calda e quasi estiva: si pedala, si corre, si giocare a pallone o con il frisbee o ma soprattutto si rimane stesi a rilassarsi sul prato o leggere un libro. La distanza di sicurezza non è facile farla mantenere. All’idroscalo, invece, che proprio oggi ha riaperto due ingressi e controlla le entrate con termoscanner e contapersone, sono tornati anche canoisti e pescatori, ma nonostante i grandi spazi intorno al ‘mare di Milano’, la sicurezza e i City Angels hanno fatto alzare chiunque tentasse di stendere asciugamani e teli per pic nic o per prendere il sole.

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Camorra: clan minorenni in Quartieri Spagnoli Napoli, 3 arresti

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Un vero mini-clan, con tanto di summit e azioni intimidatorie. Tutto formato da minorenni dei Quartieri spagnoli di Napoli. E’ la scoperta di una indagine dela polizia che ha portato a una misura di custodia cautelare del gip partenopeo con il carcere nei confronti di tre ragazzi, ritenuti vicini ai Di Biasi, meglio conosciuti come Faiano, e indagati, a vario titolo, di lesioni personali, porto e detenzione di armi da fuoco, violenza privata, rapina, reati tutti aggravati anche dalle modalita’ mafiose. Il provvedimento nasce dalle indagini sul ferimento a colpi d’arma da fuoco di Vincenzo Masiello il 5 novembre 2022.

L’agguato e’ da ricondurre alla mira espansionistica di un gruppo di giovanissimi ambiziosi che volevano ritagliarsi il loro spazio all’interno delle dinamiche criminali dei Quartieri Spagnoli. La vittima, attualmente detenuta, e’ da considerarsi elemento di spicco della camorra del quartiere. Durante le indagini e’ emerso che il nascente gruppo criminale e’ dedito a reati contro il patrimonio, ha un’ampia disponibilita’ di armi, ha stabilito la sua base operativa in vico Lungo San Matteo che e’ controllato militarmente. Gli indagati costantemente armati di pistola, per evitare attacchi da componenti di altri gruppi antagonisti, hanno in piu’ occasioni perquisito le persone che, in particolare nelle ore notturne, transitavano nella loro zona di influenza.

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Pizzaiolo ucciso: risate e gesti a fine udienza tra gli imputati

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Risate e gesti anche quello delle manette, a fine udienza, tra gli imputati al processo in corso a NAPOLI sull’omicidio di Francesco Pio Maimone, l’aspirante pizzaiolo ucciso nelle prime ore del 20 marzo 2023 sul lungomare di NAPOLI da un proiettile vagante esploso al culmine di una lite scoppiata solo per un pestone su un paio di scarpe griffate a cui la vittima era estranee. Il comportamento di alcuni degli accusati – collegati in video conferenza dalle carceri dove sono detenuti – non è passato inosservato in aula, quando ormai l’udienza, particolarmente importante quella di oggi, si era ormai conclusa. Oggi, infatti, per la prima volta uno dei testimoni, un amico della vittima, che era lì e nelle cui braccia Maimone è spirato, ha indicato colui che ha sparato, puntando il dito verso il riquadro del monitor in cui c’era Francesco Pio Valda.

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Terra dei Fuochi: M5s, fare luce su restituzione beni ai Pellini

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“I fratelli Pellini, condannati definitivamente per traffico illecito di rifiuti, sono responsabili di aver avvelenato la Terra dei Fuochi seppellendo e spargendo nelle campagne di Acerra rifiuti speciali e pericolosi. Era stata disposta la confisca del loro patrimonio per ben 222 milioni, quei soldi dovevano essere destinati alle bonifiche.

Invece, la Cassazione glieli ha restituiti perchè la Corte d’Appello di Napoli si sarebbe attivata oltre i termini previsti. Ministro, per rispetto verso tutti i cittadini e per affermare i valori della Giustizia, chiediamo che si accerti, anche tramite ispezioni, cosa è realmente successo negli uffici giudiziari di Napoli e che si faccia tutto il possibile per recuperare quei soldi alla causa collettiva. Questa non può essere solo una battaglia del Movimento 5 Stelle, deve essere un impegno di tutte le forze politiche”.

Lo ha detto il deputato M5S Sergio Costa, vice presidente della Camera, illustrando un’interrogazione al ministro Nordio. Nella replica, la deputata M5S Carmela Auriemma, prima firmataria dell’atto, ha osservato come “non sia sufficiente la risposta del ministro. 222 milioni di euro sono stati restituiti a dei delinquenti per un vizio procedurale, è doveroso che si faccia la massima chiarezza su quello che è accaduto, lo Stato lo deve a tutti i cittadini cresciuti nella Terra dei Fuochi e alle troppe famiglie che piangono le vittime di quell’inquinamento criminale. Lo Stato non può perdere così davanti agli eco-delinquenti, deve essere forte e inflessibile con questa gente. Bisogna tutelare il lavoro svolto per 15 anni dai magistrati di ben tre procure della Repubblica”.

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