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Michel, sul Recovery Fund controllino i governi

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Soldi si’, ma a patto che gli altri Paesi dell’Ue possano ficcare un po’ il naso negli affari di casa nostra. E’ uno dei paletti alzati dalla proposta del presidente del Consiglio europeo Charles Michel sul Recovery Fund. Pur confermando i 750 miliardi di euro, e lasciando intatto l’equilibrio tra trasferimenti a fondo perduto (500 miliardi) e prestiti (250), il progetto rafforza il potere del Consiglio, dando l’ultima parola ai 27, che si esprimeranno a maggioranza qualificata su una valutazione della Commissione europea per gli stanziamenti. Un pallino soprattutto tedesco e dei Frugali (Olanda, Danimarca, Svezia, Austria) quello di sfilare il potere decisionale alla Commissione, per riportare la governance saldamente nelle mani dei governi. Una mossa suggerita a Michel dalla cancelliera Angela Merkel per avvicinare le posizioni – ancora lontane – in vista del vertice del 17 luglio.

Mark Rutte. Premier olandese

Un dettaglio non trascurabile, visto l’approccio storico dei falchi del Nord verso i partner meridionali. Non a caso l’olandese Mark Rutte, capofila dei Frugali, prima di incontrare il premier Giuseppe Conte parlando con la stampa ha insistito sull’importanza di “fissare le riforme economiche” poiche’ in passato “abbiamo gia’ sentito promesse”. Per accedere agli esborsi, i piani nazionali dovranno non solo dimostrare di essere coerenti con gli obiettivi comuni europei, cioe’ gli investimenti in digitale e green economy, ma soprattutto di utilizzare le risorse per modernizzarsi e realizzare quelle riforme evidenziate dalle raccomandazioni che ogni anno, a maggio, Bruxelles indirizza a ciascun Paese. Risolvere insomma le debolezze strutturali che rendono i Paesi vulnerabili e poco efficienti creando, di conseguenza, anelli deboli nel Mercato Unico.

Per l’Italia significa riformare la giustizia, per rendere piu’ veloce e sicura quella civile (secondo l’ultima valutazione annuale della Commissione Ue, il nostro Paese resta ancora una volta tra i piu’ lenti nell’Unione, nel risolvere i casi civili e commerciali, con una media di 527 giorni per ottenere un primo grado di giudizio, il tempo piu’ lungo dopo la Grecia). Ma anche lavorare ad una burocrazia piu’ efficiente, per rimuovere gli ostacoli alle imprese e creare crescita e lavoro. Ma tra le novita’ che vanno nella direzione dei Frugali e di altri Paesi che vorrebbero una spesa piu’ contenuta ci sono anche la riduzione del bilancio Ue 2021-2027 a 1.074 miliardi, la conferma dei rimborsi per alcuni Stati ed un aumento del target di spesa green nel Recovery Fund dal 20 al 30%, oltre a diversi parametri per l’allocazione delle risorse del fondo per il rilancio economico. Un contentino, per rendere gli animi piu’ concilianti, e’ anche una riserva da cinque miliardi per far fronte alle ripercussioni impreviste, per la Brexit, nei settori e nei Paesi piu’ colpiti. Tra i piu’ esposti ci sono infatti l’Olanda e il Belgio. Non a caso la premier belga Sophie Wilmes lo ha definito “un ottimo segnale per avviare i negoziati”. A bocciare la nuova proposta di Michel sul Recovery Fund e’ stata invece la finlandese Sanna Marin: “E’ necessario fare molto lavoro. Abbiamo bisogno di un ammontare complessivo piu’ basso e di un migliore equilibrio tra sovvenzioni e prestiti”. Sulla stessa linea il ministro svedese per gli Affari europei, Hans Dahlgren. E anche il premier ceco Andrej Babis si e’ mostrato cauto.(

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Cina: infondate le accuse Usa di supporto militare a Mosca

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La Cina ha definito “infondate le accuse degli Usa sul sostegno militare” di Pechino alla Russia, impegnata nella sua guerra contro l’Ucraina. E’ quanto ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, nell’imminenza della visita del segretario di Stato americano Antony Blinken.

Gli Stati Uniti, ha aggiunto Wang nel briefing quotidiano, “hanno presentato una legge sugli aiuti su larga scala per l’Ucraina, lanciando allo stesso tempo accuse infondate contro il normale commercio tra Cina e Russia. Questo tipo di approccio è estremamente ipocrita e del tutto irresponsabile, e la Cina vi si oppone con fermezza”. Sulla questione ucraina, “la Cina ha sempre mantenuto una posizione obiettiva e giusta, ha sostenuto attivamente i colloqui di pace e ha spinto per la soluzione politica”, ha rincarato Wang, per il quale Pechino “implementa costantemente le normative sull’esportazione di beni a duplice uso.

La Cina non è né artefice né parte della crisi ucraina e non ha mai gettato benzina sul fuoco e per questo con accetteremo che altri scarichino la responsabilità o diano la colpa a noi”. Negli ultimi anni, in particolare dall’aggressione di Mosca all’Ucraina di febbraio 2022, Cina e Russia hanno intensificato la cooperazione economica e i contatti diplomatici, portando la loro partnership strategica a livelli elevati, mai raggiunti prima. Pechino ha rivendicato un ruolo neutrale nel conflitto ucraino, ma evitato condanne di Mosca e ha offerto sostegno diplomatico ed economico, facendo schizzare l’interscambio commerciale nel 2023 al record di 240 miliardi di dollari.

Prima dell’imminente visita in Cina del 24-26 aprile, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto che Pechino sta indirettamente alimentando la guerra in Ucraina con la fornitura di componenti a Mosca usati per espandere le sue capacità militari. “Quando si tratta della base industriale della difesa russa, il principale contributore in questo momento è la Cina”, ha detto Blinken venerdì, dopo l’incontro ministeriale del G7 a Capri, aggiungendo che ciò “permette alla Russia di continuare l’aggressione contro l’Ucraina”.

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Musk rifiuta di eliminare da X video dell’attacco a Sidney

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Elon Musk ha reagito all’ordine di un tribunale australiano di eliminare da X i video dell’attacco nella chiesa di Sidney dopo che il commissario per la eSafety dell’Australia ha chiesto un’ingiunzione. Il miliardario patron di Tesla ha risposto con un post sulla sua piattaforma accusando il premier Anthony Albanese di “censura”. “La nostra preoccupazione è che se qualsiasi Paese è autorizzato a censurare i contenuti di tutti i paesi, allora cosa impedirà a qualsiasi paese di controllare Internet?”

Musk ha detto che X farà appello contro l’ingiunzione australiana. “Abbiamo già censurato il contenuto in questione per l’Australia, in attesa di ricorso legale, ed è archiviato solo su server negli Stati Uniti”, ha aggiunto. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha affermato che Musk è cieco di fronte all’angoscia causata dai video. “Faremo ciò che è necessario per affrontare questo miliardario arrogante che pensa di essere al di sopra della legge, ma anche al di sopra della comune decenza”, ha detto Albanese all’emittente pubblica Abc. “L’idea che qualcuno vada in tribunale per il diritto di pubblicare contenuti violenti su una piattaforma mostra quanto il signor Musk sia fuori dal mondo”, ha aggiunto.

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L’ambientalista indigeno Victorio Dariquebe assassinato nell’Amazzonia peruviana

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Un ambientalista indigeno, Victorio Dariquebe, è stato assassinato in una comunità amazzonica del Perù sudorientale dove lavorava come guardia forestale: lo riferiscono le autorità locali. L’uomo, dell’etnia Harakbut-Wachiperi, è stato aggredito nei pressi della riserva naturale di Amarakaeri, nella provincia di Manú.

“Riaffermiamo il nostro impegno affinché questo crimine non rimanga impunito e i responsabili siano individuati e ricevano tutto il peso della legge”, ha affermato il governo peruviano in una dichiarazione firmata da diversi ministeri. L’ambientalista “ha fatto un ottimo lavoro nella conservazione della riserva di Amarakaeri”, ha sottolineato l’Associazione interetnica della giungla peruviana (Aidesep) in un comunicato sui social, secondo cui Dariquebe “aveva ricevuto minacce”.

I popoli originari del Perù combattono l’estrazione illegale e si oppongono a una recente legge approvata dal Congresso che, a loro avviso, incoraggia la deforestazione. Secondo l’ong Global Witness, dal 2012 nel Paese sono stati uccisi almeno 54 difensori delle terre e dell’ambiente, di cui più della metà appartenevano a popolazioni indigene.

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