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Messico: attacco armato a partita di calcio, cinque morti

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Un gruppo armato ha fatto irruzione ieri pomeriggio in un campo di calcio di Guadalupe, comune dello Stato di Zacatecas (Messico centrale), durante una partita amichevole, uccidendo almeno cinque persone che stavano assistendo all’evento. Sull’attacco un portavoce del Tavolo statale per la costruzione della pace ha indicato di aver ricevuto informazioni telefoniche su numerosi colpi d’arma da fuoco sparati nella zona e di aver attivato l’intervento della polizia. Da parte sua le autorità di Zacatecas hanno reso noto che gli autori dell’attacco sono riusciti a fuggire prima dell’arrivo degli agenti, per cui per il momento non vi sono arresti dei responsabili del massacro. Intanto fonti dell’esercito, che sta partecipando alla caccia all’uomo per la cattura i colpevoli, hanno indicato che l’attacco è stato realizzato da almeno tre uomini che hanno agito con il volto coperto.

Le forze di sicurezza messicane hanno istituito posti di blocco per i veicoli nelle aree adiacenti a Guadalupe.. Un recente sondaggio di opinione ha mostrato che Zacatecas, e in particolare l’omonima capitale e la città di Fresnillo, è lo Stato messicano con la più alta percezione di insicurezza. Secondo questo rilevamento, il 96,5% degli abitanti di Fresnillo ha confessato che “vivere nella propria città non è sicuro”. Il Messico affronta, da quando il governo ha lanciato la sua controversa “guerra al crimine” nel dicembre 2006, una ondata di insicurezza che, emerge da statistiche ufficiali, ha un bilancio provvisorio di almeno 400.000 morti e circa 105.000 desaparecidos.

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Parigi, arrestato l’uomo che minacciava di farsi saltare nel consolato dell’Iran: era disarmato

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È stato arrestato l’uomo che si era asserragliato nel consolato dell’Iran a Parigi: aveva minacciato di farsi saltare per aria ma quando è uscito dallo stabile, perquisito, non aveva nessun esplosivo addosso: l’uomo però era già stato indagato per un incendio nei locali del consolato nel 2023.  L’uomo,  61 anni, aveva giustificato il gesto spiegando che voleva sostenere il movimento di protesta in Iran nato  dopo la morte di una ragazza arrestata dalla polizia perché non portava bene il velo. Per quell’episodio venne condannato a otto mesi con la condizionale, oltre ad essere colpito da un divieto di recarsi nel 16esimo arrondissement di Parigi, proprio dove si trova il consolato iraniano.

Sul posto la polizia ha inviato unità di intervento rapido ed ha istituito un perimetro di sicurezza in diverse strade intorno a Place du Trocadero, dove si trova il consolato iraniano, un luogo affollato che è proprio di fronte alla Torre Eiffel. Il consolato iraniano a Parigi non è mai molto affollato e vengono rilasciati pochi visti, a causa della freddezza tra i due paesi.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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