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Messi e Psg verso l’addio, Leo diviso tra cuore e denari

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Mancano soltanto le carte bollate ma il divorzio tra Leo Messi e il Paris Saint Germain è ormai un dato di fatto. E già si rincorrono le voci sul nuovo approdo del campione argentino: Arabia Saudita, Premier League, Usa o un clamoroso ritorno al Barcellona? Sono queste le ipotesi accreditate, dando ormai per scontato l’addio al più modesto campionato francese. La sospensione del campione argentino per due settimane da parte del club parigino è l’ultima tappa di un “distacco” avviato da mesi, quando la ‘Pulce’ ha lasciato intendere di non voler rinnovare il contratto in scadenza. Il Psg ieri ha sospeso Messi perché si sarebbe allontanato da Parigi per andare in Arabia senza avere il permesso e saltando un allenamento. Ma secondo i media spagnoli – soprattutto quelli più prossimi al Barcellona – lo stop di 15 giorni sarebbe invece soltanto “una vendetta” per aver detto “no” ai francesi. “Messi è partito per rispettare un contratto commerciale in Arabia.

Il club gli aveva concesso il permesso due giorni prima, sapendo che tutti i giocatori avrebbero avuto una pausa dagli allenamenti sia lunedì sia martedì – scrive Sport.es -. Il Psg ha poi cambiato piani senza avvisare”. E poi c’è “la sproporzione della sanzione inflitta a Messi rispetto alla manica larga mostrata in questi anni con le assenze di Neymar per andare al compleanno della sorella o le dichiarazioni lesive del club fatte da Mbappé”. Sullo sfondo, la speranza che il capitano dell’Argentina campione del mondo possa fare ritorno al Barca: qualche periodico online già rilancia le cifre di un eventuale rientro. Ma la pista blaugrana resta difficile: i tifosi catalani lanciano il coro “Messi, Messi” ad ogni partita ma il presidente del club ha detto chiaramente che la società ha già difficoltà a rimettere in equilibrio i conti e che “non abbiamo rubinetti con il petrolio” per finanziare l’operazione.

“Rubinetti” che ha il Psq, ma soprattutto l’Arabia. I sauditi sperano di convincere Messi a chiudere la carriera nel loro campionato in modo da ricreare la rivalità storica con Cristiano Ronaldo, che gioca nell’Al Nassr, e rilanciare la proprio candidatura per ospitare i Mondiali. Sarebbe un doppio smacco ai cugini di Dubai: ‘sfilargli’ il giocatore più famoso e mettersi almeno in pari con l’organizzazione della Coppa del Mondo. Si parla di un contratto di 400 milioni per un anno, ma tali voci al momento non hanno riscontri ufficiali. Messi fa gola per la notorietà e il giro di sponsor che la sua immagine è capace di smuovere. Per questo anche la Premier League guarda alla “Pulce” con il ricco Newcastle indicato come principale interessato. Infine, l’ipotesi che al momento appare più concreta: la chiusura della carriera negli Usa come hanno già fatto prima di Messi molti campioni europei e sudamericani: da Kakà a David Beckham. Proprio il campione inglese la scorsa settimana ha fatto visita al centro di allenamento del Paris Saint Germain, posando per alcune foto in compagnia del sette volte vincitore del Pallone d’oro. Lo stesso Beckham ha una quota dell’Inter Miami, squadra che non ha negato ufficialmente il proprio interesse per l’ex Barca. Il rebus è soltanto all’inizio ma nelle prossime settimane inizierà un’asta per aggiudicarsi le prestazioni di Leo, con buona pace del Psg.

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Tennis, fantastico Sinner: batte anche Medvedev e vince il China Open

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È riuscito nell’impresa, Jannik Sinner ha battuto in finale  il numero 3 al mondo, Daniil Medvedev, e si è aggiudicato il ‘China Open’, torneo Atp 500 a Pechino. Il giovane tennista altoatesino ha vinto con il punteggio di 7-6, 7-6,  ottenendo  il suo primo successo in sette incontri con il russo, tanto da averlo ringraziato alla fine della gara: “È un titolo che significa molto per me e voglio dire grazie a Daniil per avermi fatto vincere almeno una una partita contro di lui”. Sinner già dopo la semifinale vinta contro Alcaraz era quarto nel ranking finale, alle spalle proprio di Medvedev.

 

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Economia

Ok Ue a 910 milioni aiuti Italia per sviluppo agroindustria

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La Commissione europea ha approvato, in base alle norme dell’Ue sugli aiuti di Stato, un regime italiano da 910 milioni di euro, finanziato in parte dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, per sostenere lo sviluppo agroindustriale. Sarà attivo fino a fine 2029 e rivolto a sostenere lo sviluppo e la resilienza del sistema agroindustriale italiano agevolando l’attuazione di grandi progetti di investimento strategici e innovativi.

L’aiuto assumerà la forma di sovvenzioni dirette e finanziamenti agevolati alle imprese del settore agricolo, che propongono progetti di investimento per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli. I progetti aiutati mireranno a migliorare l’orientamento al mercato, aumentare la competitività e potenziare la ricerca, la tecnologia e la digitalizzazione del settore agroindustriale.

Il regime si rivolgerà a un numero di imprese che potrebbe arrivare a 500. L’importo dell’aiuto per beneficiario non supererà il 60% dei costi ammissibili e dipenderà dalle dimensioni dei beneficiari e dal luogo in cui viene realizzato il progetto, con tassi più elevati per le piccole imprese e per i progetti realizzati in zone economicamente svantaggiate.

La Commissione segnala di aver riscontrato che il regime favorisce lo sviluppo di un’attività economica, vale a dire la produzione e la commercializzazione di prodotti agricoli, e contribuisce agli obiettivi della politica agricola comune. Viene ritenuto “necessario e adeguato” per incoraggiare i relativi investimenti nel settore agricolo. E ha un effetto di incentivazione, in quanto i beneficiari non avrebbero effettuato gli investimenti senza il sostegno pubblico.

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Cronache

Campi Flegrei, che cosa succede? Parla il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo

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La preoccupazione è alta: le scosse di terremoto nei Campi Flegrei sono tante nelle ultime settimane. Bradisismo, eruzione, piani di evacuazione… La gente ha paura. Quello che potrebbe succedere nell’area flegrea puo interessare fino a 3 milioni di persone: abbiamo chiesto di capire di più ad un vulcanologo esperto, Giuseppe Mastrolorenzo. Ed ecco che cosa ci ha spiegato.

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