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Mes, non è ancora finita: si tenta il rinvio ma asse Di Maio-Dibba agita governo

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Negoziare all’Eurogruppo e con i leader europei, ottenere almeno un rinvio della firma del Meccanismo europeo di stabilita’. Per raffreddare gli animi in Senato. Per evitare che l’11 dicembre una spaccatura della maggioranza apra una crisi politica. Il rischio c’è, affermano dal Pd, anche perche’ il gruppo M5s e’ spaccato e imprevedibile. In piu’, preoccupa l’asse di Luigi Di Maio con Alessandro Di Battista contro il fondo salva Stati: “Il M5s e’ ago della bilancia, decidiamo noi”. Il ministro degli Esteri invia un segnale distensivo parlando di “sintonia” con Giuseppe Conte, dopo una telefonata con il premier. Ma non basta a tranquillizzare gli alleati. “La linea non la indica Conte ma Di Maio”, avvertono spazientiti i Dem. Le “fibrillazioni” preoccupano, dichiara Iv dopo aver incontrato Conte. Nelle prossime ore gli occhi saranno tutti puntati sul ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che all’Eurogruppo tratterà con gli alleati europei sul Mes. In discussione non c’e’ l’impianto del Meccanismo, ma regolamenti secondari ancora oggetto di negoziato. In piu’, in una “logica di pacchetto”, si avviera’ la trattativa sull’Unione bancaria, che e’ ancora a una prima stesura: il ministro, come piu’ volte affermato, dira’ che l’Italia si oppone al meccanismo – sostenuto dalla Germania ma per noi svantaggioso – che punta a ponderare i titoli di Stato detenuti dalle banche sulla base del rating dei singoli Paesi. Anche Conte, nei suoi colloqui a margine del vertice Nato di Londra, discutera’ del “pacchetto” europeo con gli altri leader, a partire da Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Ma e’ il fattore tempo quello su cui il governo spera di far leva, nell’immediato. La firma del Mes, anche per ragioni tecniche, non dovrebbe arrivare prima di febbraio. Da quel momento i singoli Paesi dovranno ratificare il trattato. La speranza e’ che i dubbi emersi anche in Francia e fattori come la crisi di governo a Malta possano spingere la lancetta un po’ piu’ in la’. Negoziazioni nell’ambito del “pacchetto” Ue e rinvii saranno la leva sulla quale si cerchera’ di plasmare un’intesa di maggioranza sulla risoluzione che dovra’ essere votata l’11 dicembre in Parlamento, alla vigilia della partecipazione di Conte al Consiglio europeo. Sono “legittime” diverse “sensibilita’”, dichiara il premier cercando di placare gli animi e assicurando che “l’ultima parola spetta al Parlamento”: “Lavoriamo per rendere questo progetto utile agli interessi dell’Italia”. Conte e Di Maio si sentono al telefono, dopo il plateale gelo andato in scena in Aula alla Camera. “Nessuna contrapposizione”, “totale sintonia”: assicurano all’unisono. Di Maio pone anche l’accento sulla “logica di pacchetto”, lasciando margini di manovra a chi lavora a una posizione comune di maggioranza. Sui social, pero’, rilancia l’asse con Alessandro Di Battista dichiarando che “M5s e’ ago della bilancia” e “chiede del tempo per fare delle modifiche”. Da Bruxelles incalza anche Matteo Salvini, che rilancia Mario Draghi come candidato al Colle e incalza il premier proprio sul Mes: “Il trattato non e’ emendabile, bisogna bloccarlo. Conte ha lo sguardo di chi ha paura e scappa”. Lega e Fdi non faranno sconti in Aula. Ed e’ in Aula che puo’ scoppiare “l’incidente”. Perche’, spiegano fonti Dem dal Senato, e’ impossibile prevedere i comportamenti dei senatori M5s (Paragone e Giarrusso gia’ si sono smarcati): i “contiani” lavorano a un’intesa, ma basta una manciata di voti a far andare in minoranza il governo. Di qui il pressing su Di Maio perche’ lavori per compattare le truppe su una posizione unica e chiara in asse con il governo. I Cinque stelle fanno sapere che stanno lavorando a una risoluzione di maggioranza, a partire dalle loro posizioni. “Decide Conte, non Di Maio”, avverte dal Pd Enzo Amendola. Come a dire: i Dem non sono disposti a cedimenti o a mettere veti sul trattato. Per chiudere, servira’ probabilmente un nuovo vertice di maggioranza. Ma, come emerge da un incontro di Italia viva con Conte, i punti di divergenza sono tanti e il clima sempre piu’ agitato.

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Esteri

Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

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La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

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Esteri

Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

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Cronache

Processo Cospito, sentenza definitiva: 23 anni di carcere

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La Corte di Cassazione ha emesso una decisione definitiva riguardo ai ricorsi presentati dalle difese di Alfredo Cospito e Anna Beniamino, confermando le pesanti condanne per i loro presunti ruoli nell’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano nel 2006. I due sono stati giudicati colpevoli di “devastazione, saccheggio e strage”, oltre ad altri reati connessi all’attività di un’associazione sovversiva.

Alfredo Cospito dovrà scontare una pena di 23 anni di reclusione, mentre Anna Beniamino è stata condannata a 17 anni e 9 mesi di reclusione. Con questa decisione della Cassazione, le condanne diventano irrevocabili, mettendo definitivamente fine a un lungo processo legale che ha coinvolto i due anarchici.

 

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