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Meno chat piu’ social, WhatsApp lancia Community

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Si apre una nuova era per WhatsApp, pronta a fare il grande salto verso qualcosa di piu’ simile ad un vero e proprio social network. La chat piu’ usata al mondo comprata da Facebook nel 2014 e che ora conta 1 miliardo e 600 milioni di utenti, lancia la nuova funzione Community che permette di riunire in un solo posto un insieme di gruppi con simili interessi, affinita’ per studio, lavoro oppure hobby, in cui gli amministratori possono inviare messaggi globali per raggiungere un pubblico piu’ ampio. “Con il lancio di oggi, ci siamo spinti oltre permettendo alle persone di comunicare non solo con amici e contatti piu’ stretti, ma anche con tutte le diverse community che fanno parte della loro vita. Costruiremo funzioni di messaggistica comunitaria anche per Messenger, Facebook e Instagram”, spiega Mark Zuckerberg, a capo di Meta, che in futuro potrebbe vedersela con la concorrenza del visionario Elon Musk che ha messo gli occhi su Twitter. Scuole o aziende, enti o organizzazioni sono alcuni dei beneficiari delle Community, che mirano a trasformare WhatsApp in uno strumento utile di coordinamento per finalita’ differenti, con lo stesso bisogno di comunicare velocemente con lo smartphone. Per far si’ che le Community non si aggiungano alla moltitudine di comunicazioni gia’ create dai gruppi, al loro interno sara’ consentito solo agli amministratori l’invio dei messaggi, questi potranno rimuovere anche quelli inappropriati o problematici. I membri pero’, sotto la supervisione di questi, potranno riunirsi in sottogruppi, con le stesse regole di comportamento gia’ in vigore. “A nostro avviso, Community consentira’ ai presidi delle scuole di comunicare piu’ facilmente con i genitori, inviando le circolari da leggere e impostando i gruppi secondo classi specifiche, attivita’ extra scolastiche o esigenze di volontariato”, spiega il team di WhatsApp. L’obiettivo dell’azienda, su cui negli anni si sono accesi i riflettori per casi di privacy, e’ anche preservare la riservatezza dei dati e non far diventare le Community un luogo dove tutto e’ possibile. E cosi’ WhatsApp spiega che per questa nuova funzione, cosi’ come nei gruppi e nelle chat singole, vige la crittografia end-to-end che rende possibile la lettura dei testi, foto e video solo a mittenti e destinatari. “I gruppi piu’ affiatati – aggiunge – desiderano e devono poter avere conversazioni sicure e private senza che WhatsApp controlli ogni parola”. Inoltre, attivita’ illegali quali la diffusione di materiale pedopornografico o il coordinamento di azioni violente o legate alla tratta di esseri umani, saranno monitorate da WhatsApp attraverso le informazioni pubbliche, dal nome della comunita’ alla sua descrizione o tramite le segnalazioni dei membri. Contestualmente all’arrivo di Community, WhtasApp introduce dalle prossime settimane anche altre novita’ come le reazioni (stessa modalita’ dei social media), la condivisione dei file fino a 2 gigabyte, e chiamate vocali allargate fino a 32 partecipanti.

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Verso il neurone artificiale, per l’IA del futuro

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Costruire un neurone artificiale che diventi la base per realizzare in futuro reti neurali superveloci perché basate sulla luce: è questo l’obiettivo del progetto Neho, finanziato dalla Commissione Europea con tre milioni di dollari per i prossimi tre anni e coordinato dall’Italia, con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Lecce. Le nuove reti neurali potranno essere utilizzate per ottenere una nuova fonte di calcolo a minor consumo energetico. Questo permetterà di rendere più efficienti le nuove tecnologie basate su algoritmi di intelligenza artificiale.

“Con questo progetto, potremmo entrare in una nuova era di elaborazione delle informazioni: più veloce, più efficiente dal punto di vista energetico e più flessibile che mai”, osserva il coordinatore del progetto Cristian Ciracì, leader dell’unità di Nanoplasmonica Computazionale dell’Iit di Lecce. Al progetto Neho (Neuromorphic computing Enabled by Heavily doped semiconductor Optics) partecipa per l’Italia anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche, per la Germania l’Università Ludwig-Maximilians di Monaco, per il Belgio l’Università di Gent e per la Francia il Cnrs e l’Università Paris-Saclay. Si apre così la strada a una nuova generazione di tecnologie dell’informazione basate sulle particelle di luce (fotoni), molto più veloci e meno dispendiose in termini di energia. Finora, però, è stato difficile riuscire a controllare i fotoni perchè queste particelle interagiscono molto debolmente con la materia. L’idea del progetto è perciò utilizzare delle quasi-particelle ibride che nascono dall’interazione degli elettroni con la luce: si chiamano plasmoni e sono composte da un elettrone e un fotone.

Per produrre i plasmoni i ricercatori dell’Iit intendono utilizzare semiconduttori ai quali aggiungere piccole percentuali di atomi estranei per modificarne le proprietà elettronich, e che vengono irradiati con luce con lunghezza d’onda nel medio infrarosso. Poiché un plasmone all’interno del materiale porta con sé sia un elettrone sia un fotone, i ricercatori potranno agire sulla parte elettronica per indurre un cambiamento sulla particella di luce. Questo tipo di interazione permetterebbe, in linea di principio, di controllare i fotoni ad una scala molto piccola. I ricercatori puntano a sfruttare gli effetti che si verificano sulla superficie dei semiconduttori, anziché all’interno del loro volume complessivo, in quanto tali effetti possono essere facilmente modulati controllando la densità superficiale degli elettroni, così come il vento genera onde sulla superficie del mare senza bisogno di muovere l’acqua in profondità. In questo modo, “potremmo rivoluzionare il modo in cui elaboriamo le informazioni – dice Ciriaci – sviluppando una piattaforma innovativa che sfrutta la tecnologia dei semiconduttori foto-plasmonici”.

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Cronache

Duplice omicidio a Sant’Antimo: caccia all’uomo, sarebbe Raffaele Caiazzo

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La Procura di Napoli Nord ha diffuso le foto del principale sospettato del duplice omicidio di Sant’Antimo, che ha visto vittime i giovani Luigi Cammisa e Maria Brigida Pesacane: si tratterebbe di Raffaele Caiazzo, 44 anni, di Caserta. È lui che i Carabinieri stanno cercando in una caccia all’uomo nella zona fra Sant’Antimo, Napoli, e i comuni vicini.

 

Sant’Antimo, duplice omicidio: uccisi un uomo e una donna, sono cognati

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Cronache

Camorra, estorsioni e aiuti durante il Covid per tenere il controllo del territorio

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Avevano approfittato del Covid per tenere in scacco commercianti e imprenditori della zona di Caivano, Napoli e per tenere sotto controllo il territorio: sono 20 i destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, si tratterebbe di elementi del clan Gallo-Angelino.

Ad eseguire l’ordinanza i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, Napoli, che hanno portato avanti le indagini coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Napoli. I 20 sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, denominata clan Gallo-Angelino, nonché di estorsioni consumate e tentate, di detenzione e porto di armi da guerra e comuni da sparo, delitti aggravati dal cd. metodo mafioso.

Caivano, 20 arresti per estorsioni e armi

Il sodalizio criminoso, attivo in Caivano e territori limitrofi dal novembre 2019 al maggio 2020, avrebbe operato mediante sistematiche richieste estorsive ai danni di imprenditori edili e commercianti della zona e si sarebbe avvalso anche di una grande disponibilità di armi, molte delle quali abilmente occultate sottoterra o in intercapedini di edifici.
Tanto avrebbe assicurato al gruppo criminale la supremazia rispetto ad altre organizzazioni camorristiche presenti nell’area.
Il controllo del territorio, inoltre, sarebbe stato realizzato anche attraverso attività apparentemente lecite, volte al soccorso di soggetti economicamente già fragili e maggiormente indeboliti dal periodo di pandemia da emergenza “coronavirus – Covid 19”, ponendo in essere una forma di “sostegno interessato” verso i giovani bisognosi che avevano perso il lavoro in realtà già depresse; in particolare, in tale periodo di assoluto blocco delle attività, sarebbe stato organizzato un vero e proprio “banco di distribuzione di alimenti” alle famiglie bisognose di Caivano.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso la quale sono ammessi mezzi di impugnazione.
I destinatari della misura sono persone sottoposte alle indagini – specifica la nota dei Carabinieri-e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

 

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