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Meloni prepara la controffensiva: l’Italia si compatta contro i dazi di Trump

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Donald Trump alza i dazi e l’Italia risponde compatta. Alle 17:30 di oggi, Giorgia Meloni riunirà di nuovo a Palazzo Chigi la task force istituita per affrontare quella che ormai, nei corridoi del potere, viene definita senza troppi giri di parole: una tempesta perfetta. L’offensiva commerciale americana rischia di colpire duramente le imprese italiane, soprattutto in settori strategici come l’agroalimentare. E mentre il tycoon gioca la sua partita a colpi di tariffe, la premier si prepara a giocare la propria: tra numeri, alleanze europee incerte e l’eventualità – non esclusa – di volare direttamente a Washington.

La task force a Palazzo Chigi

Meloni ha richiamato attorno a sé la squadra dei ministri chiave: Giorgetti, Urso, Lollobrigida, Crosetto, Foti, con la partecipazione dei due vicepremier Tajani e Salvini. Un vero “gabinetto di guerra economica” per gestire un’emergenza dai contorni internazionali. Alla base, l’obiettivo di valutare con precisione l’impatto delle misure americane sull’economia italiana e predisporre risposte rapide ed efficaci.

I numeri che fanno paura

L’Italia è un Paese esportatore e il rischio che i dazi impattino duramente su Made in Italy, agroalimentare, moda e meccanica è concreto. Meloni vuole portare numeri precisi al tavolo con le imprese per dimostrare che il governo è pronto ad agire: “Non siete soli”, è il messaggio che la premier intende recapitare al tessuto produttivo. Anche a costo di allentare – con attenzione – i cordoni della borsa. Allo studio un decreto d’urgenza che preveda aiuti economici miratiper le categorie più penalizzate.

L’Europa fa il minimo, l’Italia batte i pugni

Poche illusioni sugli aiuti europei. L’idea di un fondo ad hoc, proposta dalla Spagna, si è già arenata tra le resistenze dei Paesi frugali. Ma Meloni non ci sta e promette battaglia a Bruxelles. A partire dalla richiesta di un cambio di passo sulle regole del Green Deal e sull’eccesso di regolamentazione interna, considerate dalla premier dei “dazi camuffati” che penalizzano l’economia italiana.

Il Patto di stabilità e la manovra che preoccupa

Altro fronte caldo: il Patto di Stabilità. Per Meloni e Giorgetti serve una revisione profonda, per evitare il rischio di una manovra correttiva nei prossimi mesi. Un’ipotesi che il governo vuole scongiurare, ma che resta sul tavolo. “Il momento è drammatico”, avrebbe confidato Meloni ai suoi. La premier non esclude quindi di volare a Washington, per incontrare nuovamente Trump e cercare una via d’uscita diplomatica.

Italia first: la risposta è nazionale

Meloni l’ha detto chiaramente anche davanti alla platea del congresso leghista: “L’unica cosa che ci interessa è fare l’interesse dell’Italia e degli italiani”. Se Trump gioca la carta dell’America First, l’Italia non può permettersi di restare spettatrice. L’interesse nazionale torna al centro della politica economica del governo, tra pragmatismo e determinazione.

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Volata scudetto, Conte: Napoli il lavoro va finito

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“La squadra sa benissimo che ora il lavoro va finito. Sentiamo la responsabilità di regalare a Napoli e al tifoso napoletano qualcosa di bello e di storico”. E’ netto Antonio Conte, a una sola vittoria di distanza dal quarto scudetto. Quella di domani al Maradona contro il Cagliari è una partita facile sulla carta, contro una squadra già salva e fuori dalla lotta per l’Europa: eppure Conte chiede agli azzurri massima concentrazione fino all’ultimo minuto, tenuto conto che i sardi non hanno nulla da perdere e possono giocare liberi da pesi e pensieri.

Tutto questo l’allenatore del Napoli lo sa bene, avendo un’enorme esperienza: “In una vigilia come questa – spiega – si prova tanta voglia di scendere in campo e di giocare la partita. Veniamo da un anno stressante e questa potrebbe essere l’ultima partita della stagione per me vissuta in una nuova piazza, in un ambiente nuovo. In campo quello che conta è il lavoro. Anche domani sera bisognerà lavorare bene sia in fase offensiva che difensiva. Dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme pensando che proprio il lavoro ci ha portati a essere oggi qui a parlare di un qualcosa di speciale. Questo lavoro che abbiamo iniziato bisogna cercare di finirlo”. Gli infortuni pesano con le assenze di Buongiorno e Lobotka, due dei pezzi fondamentali della stagione azzurra, ma Conte responsabilizza e vuole il massimo da Olivera e Gilmour, in ore in cui pensa soprattutto all’attacco, dove dovrebbe partire titolare Raspadori al fianco di Lukaku, con Neres in panchina pronto ad entrare a dare fantasia con il suo dribbling.

E mentre a Castel Volturno si decidono mosse e strategie, a pochi chilometri c’è una Napoli che vive la vigilia in silenzio e col fiato sospeso, scaramantica fino alla fine: migliaia di bambini hanno avuto le trombette ma non le suonano, tutti i partenopei hanno una maglietta azzurra ma non l’indossano, nessuno dei pochi striscioni esposti ha già il numero 4. Il clima è completamente diverso da due anni fa, quando il titolo arrivò con largo anticipo in un campionato dominato: stavolta si gioca tutto all’ultima giornata, con un punto di vantaggio sull’Inter. In campo ci vorrà la mentalità che Conte ha cercato di inculcare nella squadra.

“Le partite – ricorda – le abbiamo sempre aggredite, dall’inizio, è il mio credo. A volte ci riusciamo meglio, altre volte è più difficile, dipende anche dall’avversario, domani c’è il Cagliari che è una buona squadra. Se li rispettiamo avremo più chances di vincerla, ho ricordato al gruppo anche le mie esperienze calcistiche. Io posso essere uno specialista in vittorie, ma anche in sconfitte. Ho anche perso tante finali, tre di Champions, una di coppa del mondo, una di Europei, una di Coppa Uefa. Io do tutto alla squadra, poi se il nostro meglio ci porta a vincere allora è una grande soddisfazione, ma non voglio che si dimentichi che in carriera ci sono vittorie e sconfitte”.

Domani Conte sarà in panchina, squalificato: “Avrò due cuori – dice – uno in panchina e uno in tribuna. Dopo un campionato del genere vorrei essere in campo con i ragazzi, per guidare la squadra. Ma ho fiducia nello staff, nel gruppo e nei tifosi”. Tifosi che sono pronti a soffrire per l’ultimo match, ma che hanno una voglia matta di invadere le strade di Napoli per una notte di festa.

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Sanità privata in sciopero: in piazza in 20 città italiane per il rinnovo del contratto nazionale

I sindacati: «Basta scuse, servono regole chiare e salari dignitosi per 200mila operatori sanitari e socio-sanitari».

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Una mobilitazione nazionale, con cortei, presidi e bandiere in oltre 20 città da Palermo a Milano, da Napoli a Torino, passando per Genova, Trento, Cagliari e Bari. A scendere in piazza sono stati decine di migliaia di lavoratori della sanità privata, in occasione dello sciopero di 24 ore indetto da Cgil, Cisl e Uil, per chiedere con forza il rinnovo immediato del contratto nazionale di lavoro e l’introduzione di regole vincolanti per l’accreditamento delle strutture sanitarie private.

Contratti bloccati da anni: “Situazione inaccettabile”

I lavoratori coinvolti sono circa 200mila: operatori sanitari e socio-sanitari impiegati in ospedali privati accreditati e residenze per anziani, che da anni attendono il rinnovo del contratto. Il contratto della sanità privata è fermo da sei anni, mentre quello delle RSA è bloccato da tredici.

«Non è più accettabile che l’apertura dei tavoli venga rinviata da Aiop e Aris con il pretesto della mancata copertura da parte di Governo e Regioni», denunciano i segretari nazionali Barbara Francavilla (Fp Cgil), Roberto Chierchia (Cisl Fp) e Ciro Chietti (Uil Fpl), presenti al corteo di Roma.

Un settore in espansione ma con salari al palo

Secondo i dati del Rapporto Oasi 2024 del Cergas Bocconi, il 32% dei posti letto del SSN è gestito da strutture private accreditate, con picchi del 53% nel Lazio e del 44% in Lombardia. Ancora più ampia la presenza nel settore anziani: l’85% delle residenze sanitarie assistenziali è privata.

«Non si può fare margine e utile scaricando il rischio d’impresa sui fondi pubblici», accusa Francavilla, sottolineando come il costo della vita sia diventato insostenibile per operatori che guadagnano ancora cifre basse nonostante il peso del lavoro quotidiano.

Le richieste dei sindacati

Oltre al rinnovo contrattuale, le sigle chiedono regole chiare:

  • Accreditamento regionale vincolato all’applicazione di contratti collettivi firmati da sindacati rappresentativi

  • Uniformità contrattuale tra pubblico e privato

  • Tempistiche regolari di rinnovo dei contratti

«Chi si accredita nel sistema sanitario pubblico deve rispettare regole stringenti», ribadisce Chierchia.

Prossime azioni: più controlli, più pressione

Alla fine della giornata di sciopero, Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato nuove iniziative:

«Continueremo a promuovere azioni di pressione, coinvolgendo gli Ispettorati territoriali per verificare il rispetto dei contratti e dei carichi di lavoro nelle aziende».

Una vertenza aperta che promette nuove mobilitazioni, con l’obiettivo di garantire diritti, tutele e dignità a chi ogni giorno opera in una fetta sempre più rilevante del sistema sanitario nazionale.

(Immagine in evidenza realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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Roland Garros: Sinner si scalda, Berrettini rinuncia

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Ancora poche ore di riposo ma i riflettori del tennis mondiale sono già accesi sul Roland Garros. Mentre Jannik Sinner si prepara per arrivare in forma, nel giorno dei sorteggi la sorpresa, negativa per i tifosi italiani, è il forfait di Matteo Berrettini: il 29enne romano non parteciperà a causa degli ormai consueti problemi fisici che lo affliggono da tempo. Gli azzurri saranno quindi nove in totale, guidati ovviamente da Jannik Sinner.

Il campione di Sesto Pusteria debutterà da numero 1 al mondo. Nella parte alta del tabellone con lui ci saranno Novak Djokovic e Alexander Zverev, possibili avversari in semifinale. Nel primo turno Sinner affronterà il francese Arthur Rinderknech mentre al secondo potrebbe esserci un altro transalpino, Richard Gasquet che disputerà il suo ultimo torneo. Alejandro Davidovich Fokina potrebbe essere la prima testa di serie nel percorso verso la finale, che prevede un possibile ottavo contro Arthur Fils o Andrey Rublev, e un eventuale quarto contro Jack Draper.

Intanto dopo la secca smentita di Carlos Moya indicato come probabile nuovo coach di Sinner nel 2026, arriva una mezza conferma che qualcosa si stia muovendo in questa direzione da parte di un altro spagnolo, Alex Corretja: “Ne sento parlare da settimane, credo che onestamente alla fine succederà”. Quanto al tabellone di Parigi, Lorenzo Musetti, testa di serie numero 8, debutterà con un giocatore delle qualificazioni. In caso di vittoria affronterà il vincente tra Valentin Royer o Roberto Carballes Baena.

In un possibile terzo turno potrebbe trovare Brandon Nakashima mentre agli ottavi potrebbe esserci Holger Rune. Matteo Arnaldi (n.29) sfiderà il canadese Felix Auger-Aliassime; in caso di vittoria, possibile un derby con Flavio Cobolli. Sorteggio non fortunato per Lorenzo Sonego con lo statunitense Ben Shelton, testa di serie n.19. Mattia Bellucci dovrà cercare l’impresa contro l’inglese Draper, testa di serie n.5. Luciano Darderi se la vedrà con Sebastian Korda; Luca Nardi con l’ungherese Fabian Marozsan. Francesco Passaro trova l’olandese Jesper De Jong. Nella parte bassa ci sarà ovviamente Carlos Alcaraz: il numero 2 al mondo è già in clima Slam e ha testato il centrale dell’impianto parigino. Lo spagnolo ha fatto qualche scambio con Draper, amico e spesso partner in allenamento di Jannik Sinner oltre che vincitore ad Indian Wells e finalista a Madrid. Ai quarti potrebbe scontrarsi con Musetti.

Il murciano è tornato a calcare la terra del centrale dalla finale olimpica persa lo scorso anno contro Djokovic. Tra le donne Jasmine Paolini finisce nella parte alta del tabellone, quella con Iga Swiatek, Aryna Sabalenka. Parte bassa invece per Coco Gauff. L’italiana, numero 4 del mondo, potrebbe incontrare ai quarti la polacca Swiatek, attuale numero 5 che lo scorso anno la sconfisse in finale qui a Parigi. Intanto incassa i complimenti di Andy Roddick, ex numero 1 del mondo, che nel suo podcast esalta le qualità della tennista azzurra, vincitrice agli Internazionali d’Italia: “Non fa mai la scelta sbagliata. La palla può anche finire fuori di un centimetro, ma gioca sempre il colpo giusto – spiega – Non sorprende che sia numero 4 del mondo, ha fatto un lavoro straordinario. E’ una grande giocatrice, molto divertente da guardare. Sembra una vincente. Chi avrebbe scommesso un anno fa che sarebbe arrivata al Roland Garros da quarta nel ranking davanti a Iga Swiatek”.

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